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Agricoltura, bocciati i progetti della Sicilia: scoppia la polemica

M5S all'Ars: "Scilla come lo studente scarso: viene bocciato, ma dà la colpa ai professori cattivi"

(4 ottobre 2021 – Agricoltura – progetti – Sicilia)

«Apprendiamo dal Mipaaf che solo 31 dei 63 progetti presentati dalla Sicilia sono stati presi in considerazione attraverso il decreto di approvazione degli elenchi dei progetti ammissibili e non ammissibili a finanziamento con fondi afferenti al Pnrr per investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo. E questo lo dice lunga sulla recidiva ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana». Lo dice l’assessore regionale all’Agricoltura e sviluppo rurale della Regione Sicilia, Toni Scilla, che sottolinea: «Con quale criterio e come si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra. Il Ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa. “Ricordiamo – uno dei tanti esempi che potrei citare – il tentativo di scippare fondi del PSR. Un atteggiamento ostile, che registriamo per l’ennesima volta, e che ci porterà ad effettuare le dovute verifiche e valutazioni. Quanti si stanno esibendo, con prontezza sospetta, in note e comunicati che di fatto esultano per l’ennesima ingiustizia romana nei confronti del Sud e della Sicilia, farebbero bene – da compagni di partito dello stesso ministro – a indirizzargli pressanti richieste di spiegazioni. Non meritano risposta perché – conclude Scilla – con incosciente sfrontatezza, remano contro gli interessi dell’Isola e dei siciliani». L’assessore Scilla si riferisce ai deputati del M5S all’Ars che dopo la clamorosa bocciatura arrivata dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali hanno diffuso una nota in cui criticano il governo regionale e invitano il presidente della Regione Musumeci “a dimettersi”.

Sulla vicenda interviene anche il capogruppo del M5S all’Ars, Giovanni Di Caro, in risposta alle dichiarazioni dell’assessore di Musumeci: “Noi esultiamo per i progetti del PNRR bocciati da Roma? Ma se siamo i primi a rammaricarci per il danno colossale fatto alla Sicilia. L’assessore Scilla la smetta di indossare i panni dello studente scarso che puntualmente dà la colpa dei propri fallimenti ai professori cattivi. Piuttosto si faccia da parte e dia spazio a gente competente. Abbiamo perso quasi mezzo miliardo di euro, una barca di soldi, qualcuno dovrà pur rispondere di questo danno enorme fatto alla Sicilia. I progetti presentati dai consorzi di bonifica siciliani – continua il capogruppo 5 stelle Giovanni Di Caro – sono stati relegati tutti nell’elenco di quelli ritenuti inammissibili, questo dimostra ancora una volta l’incapacità progettuale degli uffici regionali. È lecito temere, a questo punto, che quanto avvenuto in materia di agricoltura possa ripetersi anche per altri interventi, che, senza i fondi del Pnrr, non possono essere realizzati. Questa ennesima batosta, che si va ad aggiungere alle tante leggi impugnate dal Consiglio dei ministri, conferma, ove ce ne fosse ancora bisogno, che questo governo opera poco e niente e quando lo fa, lo fa malissimo. Tutto questo – conclude Di Caro – è inammissibile, la Sicilia, per il bene dei siciliani, andrebbe commissariata, a meno che Musumeci non prenda atto di questo ennesimo disastro e si dimetta. Intanto predisporremo una richiesta di accesso agli atti per capire il perché di questo altro gravissimo schiaffo ai siciliani”.

Critiche condivide anche dal segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo: “Un altro grande traguardo da ascrivere all’inadeguatezza del governo guidato da Nello Musumeci. E’ una occasione persa – afferma Barbagallo – che avrà pesanti ricadute sul sistema agricolo, sulle imprese del settore e per il sistema di gestione idrica che si sarebbe potuto ammodernare e rendere efficiente anche guardando agli obiettivi della transizione ecologica. Questa bocciatura è il frutto della superficialità con cui la giunta Musumeci si è approcciata al Pnrr – conclude -, costringendo la Sicilia a restare indietro mentre le altre Regioni corrono”.

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