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Falcone, a Palermo fiume di giovani per non dimenticare

Vincenzo, 16 anni, dichiara: "Siamo qui per testimoniare impegno della memoria da parte delle nuove generazioni"

(23 maggio 2022 – Falcone, a Palermo fiume di giovani per non dimenticare)

“A scuola facciamo progetti dedicati e parliamo di legalità, di lotta alla mafia, di diversità. Abbiamo letto diversi libri tra cui alcuni anche di don Luigi Ciotti, il fondatore di ‘Libera’, e oggi siamo qua a Palermo per testimoniare l’impegno della memoria da parte delle nuove generazioni, che anche se non hanno vissuto gli anni delle stragi, studiano, ne parlano ricordano”. Lo dice Vincenzo, 16 anni, che frequenta l’istituto tecnico superiore ‘Archimede’ di Cammarata (Ag) che ha un plesso anche a Casteltermini, sempre nell’Agrigentino. Una delegazione di studenti è arrivata a Palermo stamattina, accompagnata tra gli altri dalla professoressa Calogera Marchica.

“Stiamo vivendo una bellissima giornata che ci dà bellissime sensazioni – aggiunge Vincenzo – partecipiamo a quella che da dopo le stragi che non abbiamo conosciuto è stata una vera e propria rivoluzione, dal silenzio alla voglia di parlare di esserci, è stato abbattuto il muro dell’omertà”. Un’onda lunghissima di giovani, un fiume di ragazzi e di ragazze, accompagnati dai docenti, hanno ‘invaso’ il Foro Italico di Palermo per partecipare alla manifestazione ‘La memoria è di tutti’, nel trentennale delle stragi mafiose del 1992, quella del 23 maggio a Capaci (Pa) e la seconda del 19 luglio in via D’Amelio. Sotto un sole caldo tutti assieme per dire ‘no’ alla mafia e ad ogni forma di criminalità. Ci sono gli studenti dell’istituto ‘De Nicola’ di San Giovanni ‘La Punta’ (Ct) e quelli dell’istituto comprensivo ‘Galilei Mazzini’ di Grammichele. ‘Tutti uniti contro la mafia’ si legge in alcuni striscioni.

“Oggi con la nostra presenza – dice Giuliana Catania, 13 anni – offriamo la nostra testimonianza per dire e ribadire il nostro no alla mafia”. Le fa eco la compagna Aurora Granata, 14 anni: “Ascoltare le testimonianze di quei tragici fatti che hanno distrutto famiglie fa venire la pelle d’oca, storie incredibili di chi è arrivato a sacrificare la propria vita, come i giudici Falcone e Borsellino con gli agenti di scorta, per la lotta alla mafia”.

(Ansa)

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