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Concorso regionale per i Centri dell’Impiego, “discriminatoria la procedura preselettiva per titoli”

L’on. Dipasquale chiede chiarimenti

(30 settembre 2021 – Concorso – Centri dell’Impiego)

L’on. Nello Dipasquale, parlamentare del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, ha presentato all’Assessore regionale al Lavoro un’interrogazione a risposta scritta urgente per avere chiarimenti in merito ai concorsi presso i Centri dell’Impiego di Sicilia. Nell’interrogazione l’on. Dipasquale fa riferimento alle dichiarazioni di esponenti del Governo regionale, riportate dalla stampa, dalle quali si è venuti a conoscenza dell’intenzione di bandire, a breve, un concorso per l’assunzione presso i Centri dell’Impiego di 1024 unità e che la relativa procedura concorsuale dovrebbe espletarsi secondo una preselezione per titoli per avere accesso a sole due prove successive.

“Tuttavia – spiega il parlamentare nella interrogazione – la normativa in vigore stabilisce che i titoli (compresi quelli professionali e di servizio) possono concorrere in misura non superiore a un terzo alla formazione del punteggio finale di una graduatoria rispetto alla quale sono le prove scritte ad avere, per così dire, priorità. Inoltre, la previa valutazione dei titoli, ai fini dell’ammissione a successive fasi concorsuali, può riconoscersi esclusivamente per i profili qualificati dalle amministrazioni, in sede di bando, a elevata specializzazione tecnica, quando strettamente correlati alla natura e alle caratteristiche delle posizioni bandite. Nel caso dei posti che si intende bandire, però, si tratta di posizioni amministrative e non di specialisti. A parte i tecnicismi legislativi che già scoraggerebbero la scelta di questo percorso, si aggiunga l’inopportunità della procedura che appare discriminatoria nei confronti di chi, per i motivi più disparati (comprese la giovane età e le condizioni economiche) non ha avuto l’opportunità di conquistare altri titoli oltre la prima laurea. In altre regioni sono stati avviati bandi analoghi per laureati (addirittura per specialisti) nei quali, però, per rispondere all’esigenza delle amministrazioni regionali di snellire le procedure, il numero di prove da sostenere e stato ridotto, mentre i titoli sono stati considerati al momento della formazione delle graduatorie nella misura di massimo un terzo del punteggio totale, così come prevede la norma. C’è da considerare, poi, che una preselezione non premia il merito e cioè: non è detto che la preselezione per titoli premi la risorsa migliore, perché vengono a mancare nella selezione i risultati delle prove scritte e orali che, solitamente, sono più importanti dei titoli posseduti”.

“E’ mio parere che un concorso che preveda il reclutamento di un così alto numero di persone in un settore critico come quello delle politiche del lavoro – aggiunge Dipasquale – rappresenti un barlume di speranza per coloro che vogliono mettere le proprie competenze, maturate e maturande, a servizio della Pubblica Amministrazione, ma anche, e soprattutto, per la stessa P.A., e la Regione Siciliana in particolare, di scrollarsi di dosso quelle sovrastrutture obsolete e farraginose in termini di trasparenza e merito, che tristemente la rendono nota alle cronache nazionali e non”.

“In considerazione di queste e altre considerazioni presenti nell’interrogazione – conclude – ho chiesto di sapere quali criteri e procedure l’Assessore regionale al Lavoro intenda attuare affinché l’espletamento dei concorsi garantisca ai giovani siciliani pari opportunità e la selezione in ragione delle reali competenze e capacità”.

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