Gela in miniatura: viaggio nell’isola felice che piace a grandi e piccini

(29 settembre 2018)

Un percorso multidisciplinare, dotato di tappe e sentieri, per raccontare la gloriosa storia di Gela, dalla fondazione, ad opera dei Greci, alla rifondazione federiciana. Un luogo che vanta un’assoluta unicità nel suo genere. Stiamo parlando del parco Gela in miniatura, l’isola felice, realizzata da un cittadino virtuoso, Giuseppe Cannizzaro, acquistando quello che prima era un vasto appezzamento di terra abbandonato.

Dalla miniatura della Colonna dorica, unica superstite di un grande tempio costruito nell’Acropoli dopo la vittoria dei Cartaginesi ad Himera, si arriva a quella delle Mura Timoleontee, uno degli esempi più straordinari e meglio conservati dell’architettura militare antica. Da qui, tappa alla Torre di Manfria, parte di un formidabile sistema difensivo costiero realizzato in età medievale, per raggiungere, poi, il Castelluccio, risalente al periodo della dominazione di Federico II di Svevia, fino ad arrivare alla “Fimmina nura”, la statua bronzea, realizzata da Silvestre Cuffaro, e collocata, dai primi anni Cinquanta, dinanzi al sagrato della Chiesa Madre. La parte planimetrica del parco è stata curata dallo stesso Cannizzaro, mentre le riproduzioni dei monumenti sono stati realizzati dall’artista Lillo Costanza di Canicattì, ad eccezione dell’ultima, ad opera dei fratelli gelesi Roberto e Graziano Tascone.

All’interno di Gela in miniatura, storia e arte incontrano la botanica. Nel parco, infatti, sono presenti molteplici varietà di piante, suddivise in aree specifiche. Partendo dall’Agave imperiale, all’ingresso, è possibile ammirare la zona del’Aloe, quella della Iucca, le Cycas, le Dracene, il viale dei Cipressi, il viale della Washingtonia e la foresta dei Cactus. La collocazione di piante e miniature è avvenuta mantenendo intatta la conformazione del terreno, che ricorda quella di un anfiteatro naturale. Il parco, inaugurato il 27 maggio scorso, alla presenza, tra gli altri, dello scrittore, attore e regista Jacopo Fo, oggi accoglie, attraverso visite guidate, numerose scolaresche della città e non solo.

Una delle particolarità del sito è la rappresentazione della Sicilia, i cui confini sono tracciati da fichi d’India nani. A indicare l’Etna, la caratteristica pietra lavica. Un modo per far sì che bambini e ragazzi, accanto alla storia della loro terra, ne apprendano, in modo più accattivante, anche le notizie geografiche. “Dovremmo ricordare a noi stessi – ci dice il signor Cannizzaro che la storia di Gela è straordinaria. Molti gelesi parlano male della nostra città. Per questo motivo, Gela in miniatura nasce con l’obiettivo di far conoscere, in primo luogo agli stessi abitanti, la storia di questa terra, le sue numerose ricchezze da custodire e tramandare. Partire da qui, per portare alto il nome della nostra città anche al di fuori dei suoi confini. La soddisfazione più grande e inaspettata per me sono i ragazzi – continua Cannizzaro – i quali vengono a visitare il parco, insieme ai loro docenti, e rimangono meravigliati. Il senso di questo luogo penso sia proprio un entusiasmo capace di propagarsi. Un ringraziamento, fra gli altri, va al gruppo archeologico Geloi, che ci sta supportando in tutto il cammino”.

Tra le idee in via di realizzazione, il percorso sensoriale, volto a stimolare, nei bambini con difficoltà particolari, la spontanea associazione tra le varietà di piante aromatiche e i relativi odori. In cantiere, la definizione di uno spazio idoneo ad accogliere i diversamente abili, per permettere loro di usufruire dei servizi, alla pari di tutti gli altri visitatori. Due progetti che aggiungono un’importante valenza sociale alle innumerevoli funzioni del parco. Tra i progetti futuri, anche la costruzione, nell’area superiore, di un’arena destinata agli eventi culturali ed artistici.

Tutte le informazioni inerenti al sito sono sulla pagina facebook Gela in miniatura. Da lunedì prossimo saranno visibili anche i nuovi orari di apertura al pubblico.

Alice Palumbo

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