Un Camilleri inedito quello di “Cogitare”

Il cineasta Laudadio, l’attore Mazzotta e il giornalista Crosetti regalano un viaggio suggestivo sull’arte dello scrittore agrigentino
Un omaggio a cento anni dalla nascita
Cala sul ricordo di Andrea Camilleri, come fosse una colonna sonora, a cento anni dalla nascita, il sipario sulla seconda edizione di Cogitare. Anche Sampieri e il Pata Pata hanno offerto il loro atto d’amore verso un aedo raro della Sicilia e della sicilianità.
La sua poliforme testimonianza – scrittore, sceneggiatore, regista e drammaturgo – lascia un segno tangibile della sua arte a cavallo di due secoli. Ma il merito universale è quello di avere dato un passaporto al dialetto siciliano, grazie alla sua forza di cuntista originale e prezioso, con una scrittura e un linguaggio che ci hanno resi più credibili e importanti agli occhi del mondo.
Un viaggio con testimoni d’eccezione
Cogitare ha reso questo omaggio, come sta accadendo in molte città d’Italia, e lo ha fatto con tre protagonisti d’eccezione:
- Felice Laudadio, cineasta e presidente del comitato nazionale per le celebrazioni del centenario di Andrea Camilleri;
- Peppino Mazzotta, l’attore che interpreta Fazio nella serie Il Commissario Montalbano;
- Maurizio Crosetti, firma autorevole del quotidiano La Repubblica.
Il dialogo mancato e quello ritrovato
A causa della pioggia, non è stato possibile proiettare l’intervista di Laudadio Camilleri secondo Camilleri, realizzata un anno prima della morte dello scrittore, poiché il maltempo ha causato un guasto al grande monitor del living.
Ma il dialogo a tre ha comunque regalato al pubblico un viaggio suggestivo alla scoperta dello scrittore agrigentino, con episodi e dettagli inediti: dal modo di costruire le trame del commissario più famoso d’Italia alle location, dal lavoro al Centro sperimentale di Cinematografia (dove Laudadio è stato presidente) fino alle sue manie e alle incrollabili abitudini.
Il volto nuovo di un artista universale
È emerso così un lato nuovo di questo artista a tutto tondo, al quale la Sicilia e chi la abita devono moltissimo. Un Camilleri inedito, che continua a parlarci attraverso le sue opere, ricordandoci la potenza del racconto e l’importanza di una lingua che diventa identità e patrimonio culturale.



