Pronto soccorso di Ragusa al collasso: la denuncia del comitato civico Art. 32

Scene drammatiche al Giovanni Paolo II sabato sera
Sabato 19 luglio, intorno alle ore 21, al pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa si è verificata “ancora una volta una scena a dir poco vergognosa”. A denunciarlo è il comitato civico Art. 32, da anni attivo nel monitoraggio del sistema sanitario locale.
Ore di attesa, carenza di personale e disorganizzazione
“Persone in attesa da oltre 10 ore – prosegue la nota del comitato – sistemate alla meno peggio per carenza di un numero sufficiente di barelle. Anziani senza la opportuna assistenza, lasciati su una sedia fin dal mattino, senza la minima informazione sul codice di priorità assegnato”.
Una situazione che il comitato definisce “un inferno”, con un solo medico di turno costretto a gestire contemporaneamente decine di casi e personale infermieristico chiamato a svolgere più ruoli, compresi quelli di barelliere, cercando di contenere anche l’esasperazione degli utenti in attesa.
Rosario Gugliotta: “Una scelta scellerata”
Il presidente del comitato, Rosario Gugliotta, afferma: “Alcuni cittadini ci hanno inviato delle foto che confermano gli effetti di una scelta scellerata: lasciare un solo medico per assistere decine di persone in una situazione, peraltro annunciata, di emergenza climatica che colpisce soprattutto fragili e anziani”.
Secondo Gugliotta, “lo scaricabarile verso il pronto soccorso è diventato una costante, anche per casi non particolarmente complessi. Le misure di emergenza non possono limitarsi a chiedere il prolungamento dei turni di lavoro al personale sanitario”.
Le proposte del comitato: servono soluzioni organizzative
Il comitato ribadisce la necessità di introdurre nuove misure organizzative, ispirate anche da studi scientifici come quello elaborato dalla Bocconi. “Vanno adottati i Protocolli di Presa in Carico Anticipata” – si legge nella nota – “nei casi meno complessi il personale infermieristico, senior o appositamente formato, deve essere autorizzato, ancor prima della visita del medico di pronto soccorso, ad accompagnare direttamente i pazienti nei reparti di competenza”.
Queste pratiche, già sperimentate altrove, avrebbero dimostrato una sensibile riduzione dei tempi di attesa e una maggiore serenità tra utenti e personale sanitario. “Sono soluzioni tampone – ammette il comitato – ma necessarie in un sistema che ha trasformato la sanità da servizio sociale a impresa gestita con logiche commerciali”.



