Identità Ribera

Amministrazione

SINDACO

Matteo Ruvolo

In carica dal: 05/10/2020

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.ribera.ag.it

Ribera, Città delle Arance

  • A pochi chilometri dal centro abitato sorgono le rovine del trecentesco Castello di Poggiodiana edificato per volere di Guglielmo Peralta e successivamente di proprietà dei Conti di Luna. Quel che rimane oggi dell’antico Castello sono una torre cilindrica merlata e una torre quadrata.
  • Borgo Bonsignore: costruito durante il periodo fascista, è una località a carattere turistico, popolata soprattutto nel periodo estivo. Dista da Ribera circa 12 km. Caratterizzano la località le spiagge incontaminate del Lido Fuggitella, Pietre cadute e la zona della Riserva naturale orientata Foce del fiume Platani.
  • La foce del fiume Platani e i terreni adiacenti, costituiscono la riserva naturale orientata (RNO). Presente la tipica vegetazione dunale: Eucalipti, Acacie e Pini si sovrappongono a specie arbustive spontanee e ad una cospicua vegetazione mediterranea. La riserva è stata istituita per tutelare il particolare ecosistema costiero e le numerose specie di uccelli come: l’airone cenerino, il gabbiano reale, l’airone rosso e il falco di palude. Il paesaggio della riserva è completato dalla meravigliosa falesia di Capo Bianco, roccia a picco sul mare, mentre sul pianoro sovrastante si possono ammirare i resti dell’antico teatro greco.
  • Le aree della foce del fiume Verdura e della foce del fiume Magazzolo sono riconosciute come Sito di interesse comunitario.
  • Il Monte Sara: l’Area attrezzata Monte Sara ospita innumerevoli varietà di vegetazione, tra queste suscita un particolare interesse per gli studi biologici la Palma nana di origine autoctona. L’area attrezzata insiste all’interno di un bosco di pini ed eucalipti, con panche e tavoli in pietra locale per un totale di 480 posti a sedere, 10 punti cottura, un campo da bocce e vari servizi di utilità per i visitatori, che ne usufruiscono soprattutto in primavera ed estate. Utili e decorative sono le fontanelle dalle quali sgorga acqua fresca proveniente da una sorgente naturale. Si adatta ad escursioni in mountain bike.
  • Seccagrande: è la località balneare preferita dai Riberesi. Si trova a 9 km di distanza e nel periodo estivo è popolata dalla gente che affolla le spiagge, il lungomare e i locali notturni.

Tracce dei primi insediamenti umani risalgono ad epoche remote, come testimonia il rinvenimento nel 1982 di una necropoli risalente all’età del bronzo con circa trenta tombe a camera precedute da un dromos, un corridoio di entrata lungo fino a cinque metri. Presso Capo Bianco sono state scoperte invece le vestigia di una colonia greca, forse del periodo miceneo. Nello stesso luogo, alcune monete ritrovate attestano l’esistenza di una colonia fenicia. La Ribera moderna fu fondata nella prima metà del XVII secolo da Guglielmo Moncada principe di Paternò, che volle probabilmente darle il nome di sua moglie, Maria Afan de Ribera. Il luogo prescelto per la città nuova fu la Piana di San Nicola. Secondo l’atto del notaio Vincenzo Scoma, custodito presso l’archivio di Stato di Sciacca, la data di nascita ufficiale di Ribera è il 25 febbraio 1636. I primi abitanti provenivano per lo più da Caltabellotta, cittadina posta sui monti; da qui furono trasferiti per volontà di Guglielmo Moncada secondo una politica assai in voga nella Sicilia dell’epoca: fondare città e borghi incentivando il popolamento di aree non ancora abitate. Nel 1673, Guglielmo fu succeduto da Ferdinando Moncada Aragona, Principe di Paternò, di Montalto e di Bivona che sposò Maria Teresa Faxardo Toledo e Portugal, dal quale ebbe una figlia, chiamata Caterina. Nel 1713 Caterina Moncada sposò Giuseppe Federico Alvarez de Toledo, duca di Ferrandina, che elesse Ribera a “capitale” del suo feudo, trasferendovi gli uffici di Caltabellotta e trasformandola da centro agricolo a sede amministrativa. Nel 1841 il Comune, con una produzione di 5000 quintali di riso, fu classificato come il primo centro di produzione di riso della Sicilia. Il 29 settembre di quell’anno attraverso un Regio decreto, il Comune fu elevato a Pretura di Terza classe. Con la Rivoluzione indipendentista siciliana del 1848 anche Ribera ebbe un Comitato rivoluzionario guidato da Tommaso Crispi, il cui figlio Francesco diventò rappresentante del Comune di Ribera al Parlamento Siciliano di Palermo. Dopo lo sbarco dei Mille, venne costituito un Consiglio Civico e successivamente il 10 aprile 1861 il Comune godé per la prima volta delle maggiori libertà amministrative e fu eletto il Consiglio Comunale. In quegli anni vennero soppresse le risaie, fonti di gravi malattie come la malaria. Furono anni in cui la miseria e la fame attanagliarono buona parte della popolazione. La cittadina conobbe una rapida espansione attraverso lo schema ortogonale simile a quello dell’impianto originario e comune a molti borghi rurali siciliani di quel periodo. Interessante dal punto di vista storico ed architettonico è la frazione di Borgo Bonsignore, costruita presso la costa in epoca fascista nell’ambito di una campagna di bonifica e colonizzazione del territorio. Con l’avvento della Seconda guerra mondiale Ribera subì diversi bombardamenti, tanto da costringere la popolazione ad abbondare il centro abitato ed a rifugiarsi nelle campagne. I danni furono ingenti, con molti Riberesi che ebbero la casa distrutta o che non videro tornare i propri cari dal fronte. Le elezioni comunali del 1946 videro il trionfo delle forze di sinistra, ciò consentì l’organizzazione delle occupazioni delle terre incolte, la definitiva fine del latifondo e la ripresa del progresso economico e sociale. Sorto come centro agricolo, il borgo si trasformò dopo la Seconda Guerra Mondiale in una località di villeggiatura e conobbe una forte espansione urbana, mantenendo però nella parte più antica la tipica impronta originaria di borgo rurale. Oggi Ribera è un vivace centro agricolo favorito dalla felice posizione geografica, dalla ricchezza delle acque e dal clima.

Ribera appare fortemente modificata nel suo aspetto, anche se la struttura originaria è ancora leggibile nell’impianto viario e il centro storico presenta diversi edifici barocchi sia religiosi che civili edificati in varie epoche. La città si snoda intorno al corso Umberto I ed alla adiacente piazza Duomo, in lieve declivio, su cui si affacciano i più importanti monumenti cittadini: l’ottocentesco palazzo comunale e la chiesa madre, settecentesca a tre navate in stile rococò, con una facciata divisa in due ordini e preceduta da una breve ed ampia scalinata; all’angolo tra il corso e via Crispi sorge invece la casa natale di Francesco Crispi.

Architettura civile

  • La casa del Duca di Bivona è un palazzo dell’XVIII secolo realizzato al tempo del Ducato dei Toledo. Costruito a beneficio del duca di Bivona non venne mai abitato da questi: i veri proprietari furono soltanto i vari amministratori della Ducea. Nelle vicinanze dell’edificio sono presenti numerosi magazzini del Duca. L’interno del palazzo è in gran parte affrescato: rilevante è un dipinto che rappresenta tutti gli stemmi araldici degli antenati della famiglia Toledo.
  • Castello di Poggiodiana; a pochi chilometri dal centro abitato sorgono le rovine del trecentesco Castello di Poggiodiana costituite da una torre cilindrica merlata e da una torre quadrata. Il castello era stato edificato per volere di Guglielmo Peralta e successivamente fu di proprietà dei Conti di Luna. Grazie alla sua favorevole posizione, esso domina le gole del Lupo, scavate dal fiume Verdura.

Siti Archeologici − Necropoli di Anguilla, Ribera: scoperta nel 1982 e probabilmente risalente alla media e tarda età del bronzo (XIII secolo a.C.), la Necropoli di Anguilla è costituita da tombe di due tipi: a grotticella artificiale e a camera. Alcune tombe sono precedute da un dromos, un lungo corridoio da dove si accedeva alla vera e propria tomba costituita da una o due camere con volta a cupola e con un gradino sul quale veniva adagiato il defunto e gli oggetti votivi.

Le attività più diffuse sono l’agricoltura che occupa circa il 70% della popolazione, l’artigianato con il 20% ed il terziario con il 10%. L’economia della città è quindi principalmente basata sull’agricoltura (fragole, cereali, viti, olivi, mandorle ed ortaggi); interessante è la coltivazione delle arance della varietà Washington Navel, oggi conosciute con il marchio Arancia di Ribera D.O.P., che gli emigranti tornati nel paese natale portarono dall’America. La raccolta inizia a novembre e si protrae fino ad aprile. Il frutto, privo di semi, presenta tessitura media, gusto gradevolissimo e bassissima acidità. In cucina viene impiegata per la preparazione di dolci e insalate da servire come antipasto o contorno per arrosti. La buccia secca o candita è utilizzata in pasticceria. Le fragoline, sono un’altra prerogativa della produzione riberese e si distinguono dalle altre varietà sia per le caratteristiche che per la qualità. In maturazione da aprile e raccolte a mano sino a giugno, si coltivano tra filari di aranci e peschi, dove si presentano le condizioni climatiche e idriche ottimali. Intorno alle attività agricole ed all’allevamento del bestiame sono sorte numerose piccole aziende specializzate nella lavorazione dei prodotti agricoli, oleifici, case vitivinicole ed aziende lattiero-casearie. Il settore turistico è in forte espansione. La presenza di spiagge e territori incontaminati attira ogni anno una discreta quantità di vacanzieri. Negli ultimi anni, in special modo nelle borgate estive, sono sorti dei Bed & breakfast e delle case vacanze che hanno fatto arrivare visitatori soprattutto dall’estero, attirati dal buon rapporto qualità-prezzo. Sono presenti anche hotel e camping.

Evoluzione demografica – Nata ufficialmente il 25 febbraio 1636, nel decennio 1640-1650 Ribera vide la popolazione raddoppiare arrivando a 496 persone; nel 1841, nonostante le morti dovute al colera, l’abbondanza del lavoro favorì matrimoni e l’accrescersi della popolazione che contava 5000 persone circa. Il trend di crescita si mantiene per lo più costante fino al 1961 con 18.547 residenti registrati, un calo nel successivo decennio deve ricollegarsi ad una forte ondata migratoria che ha consentito la formazione di numerose comunità di riberesi sia al centro-nord Italia, che in Paesi esteri come Germania, Stati Uniti e Canada.Dal 1981 ad oggi la popolazione tende a rimanere costante, intorno ai 19.000 abitanti. Nell’aprile 2011 Ribera è stata riconosciuta Città Slow ed è la prima città siciliana ad entrare a far parte della rete internazionale delle città del buon vivere.

Etnie e minoranze – Gli stranieri regolari residenti a Ribera al 31 dicembre 2013 erano 672, di cui 325 donne e 347 uomini. Rappresentano il 3,5% della popolazione residente, inferiore al dato nazionale che si attesta all’8,1%. Al 31 dicembre 2010, i membri delle comunità più rappresentate provenivano da: Romania; Tunisia; Marocco; Cina.

Musei − Il Museo permanente etnoantropologico è nato nel 1989 grazie all’associazione “Ribera Verde” che ha raccolto più di 4000 reperti della civiltà contadina, pastorale ed artigianale di questo territorio.

Biblioteche – La Biblioteca comunale Antonio Gramsci, via Don Minzoni.

Università – Ribera è sede dell’Istituto musicale Arturo Toscanini, pareggiato ai Conservatori di Musica di Stato e accreditato nel sistema dell’alta formazione artistica e musicale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per rilasciare Diplomi Accademici equipollenti alla Laurea.

Musica – Ha sede a Ribera il complesso bandistico “The Washington Navel – Vincenzo Bellini” che ha una storia di circa 2 secoli.

Sacro e Profano – Numerose ed originalissime sono le manifestazioni religiose: a marzo si svolge la Festa di San Giuseppe, Padre della Provvidenza; durante la manifestazione viene trainata da cavalli per il paese un’alta torre di legno (la stràula o stràgula) ornata da rami di alloro, grandi forme di pane (i cadduri), simbolo di abbondanza, ed un quadro del Santo, mentre le case del paese vengono addobbate con altarini di San Giuseppe. A Pasqua si festeggia invece l’incontro tra la Madonna e Gesù Risorto. Questa è certamente la più importante festa religiosa di Ribera; il Venerdì Santo migliaia di persone seguono la Via Crucis che si snoda fino al cimitero, dove viene rappresentata la Crocifissione; segue un lungo silenzio da parte di tutti i partecipanti, poi una messa ed infine una lunga processione di persone che raggiungono la croce per pregare e baciare i piedi di Gesù, in un’atmosfera di grande commozione generale. La domenica tutto il paese si ritrova in corso Umberto I per salutare l’Uncuntru tra Gesù Risorto, la Madonna e San Michele e scambiarsi abbracci ed auguri; la giornata inizia con la sfilata dei pali, i gonfaloni delle circa quindici parrocchie ed associazioni religiose della città. La statua di San Michele, riccamente addobbata di fiori, viene portata simbolicamente verso quella della Madonna; all’annuncio della Resurrezione la statua della Madonna, avvicinata a quella del Cristo, è liberata dal velo nero che l’avvolgeva; il 6 dicembre ricorrono i festeggiamenti in onore del santo patrono San Nicola; la festa prosegue quindi con rappresentazioni religiose, musiche e fuochi d’artificio. Ad agosto nella frazione costiera di Saccagrande si tiene la Festa dell’Estate con i celebri fuochi d’artificio di Ribera, i più belli della Sicilia, motivo di attrazione per moltissimi turisti. A dicembre infine c’è la Festa di San Nicola, con la processione del Santo per le vie del paese ed i fuochi d’artificio finali.

Oltre alla Chiesa cattolica, a cui è possibile ricollegare diversi eventi religiosi, sono presenti oggi a Ribera più comunità evangeliche e la congregazione cristiana dei testimoni di Geova. Con l’incremento dell’immigrazione di cittadini rumeni, è in aumento la presenza del culto ortodosso.

I prodotti tipici della gastronomia locale sono a base di arance, il frutto simbolo dell’agricoltura riberese: torte alle arance, biscotti con marmellata di arance, pasticciotti con marmellata di arance. È poi usuale preparare delle pietanze e dei dolci tipici in occasioni delle festività: il 19 marzo, in cui ricorre la festa di San Giuseppe, si prepara la pasta cu la muddica (spaghetti al dente, senza sale, conditi con pan grattato tostato, zucchero, cannella e pezzetti di cioccolato) e la mpignulata cu lu meli (dolci di farina ed uova, fritti nell’olio e che, una volta raffreddati, vengono conditi con miele e palline di zucchero colorato); a Pasqua si preparano li cannilera (una pasta dolce da biscotto, di varie forme, che racchiude un uovo sodo e che viene decorata con albume sbattuto e palline di zucchero colorato) e la froscia (una torta alla ricotta fresca, preparata con pane, formaggio grattugiato, uova, nepetella, gocce di cioccolato e cotta in forno); l’8 settembre per i festeggiamenti in onore di Maria SS. delle Grazie si prepara la cubbata (un impasto di mandorle, zucchero, miele e cannella, simile al torrone); per la commemorazione dei defunti, si preparano i taralli (biscotti rivestiti di zucchero fuso, misto a sostanze dolcificanti come cioccolato, arancia e vaniglia) e la frutta martorana (a base di farina di mandorle e zucchero e confezionato tradizionalmente a forma di frutta); l’11 novembre, per la festa di San Martino, si preparano li sfinci (dolci preparati con farina di grano duro, lievito di pane, olio e acqua calda e conditi con zucchero o miele); il 13 dicembre, festa di Santa Lucia, si prepara la cuccìa (frumento e ceci bolliti, conditi variamente con vino cotto, miele, latte, cioccolata o zucchero); a Natale si preparano li purciddati o buccellati (pasta dolce da biscotto ripiena con fichi secchi tritati e mandorle oppure con diversi tipi di marmellata, tra cui la più usata è la cucuzzata ovvero marmellata di zucchine verdi).

Francesco Crispi (1818-1901), riberese, partecipò ai moti di Palermo del 1848 e fu deputato di Ribera al Parlamento Siciliano. Aderì al movimento repubblicano ed espulso da Torino si rifugiò a Malta e poi a Londra, dove conobbe Mazzini. Il 5 maggio 1860 partì da Quarto con Garibaldi e nel 1861 fu eletto deputato. Fu Ministro degli Interni (1877-78) e due volte Primo Ministro (1887 e 1896). Lasciò la politica dopo la sconfitta di Adua; morì a Napoli nel 1901.

Come arrivare

La Strada statale 115, denominata Sud-Occidentale Sicula, collega Ribera con Agrigento, Ragusa, Trapani e Siracusa. Ribera è collegata con una parte dell’entroterra siciliano dalla Strada Statale 386 che arriva fino a Chiusa Sclafani. Bus extraurbani garantiscono collegamenti diretti per Palermo, Agrigento, Trapani, Sciacca e per i paesi limitrofi. Il servizio pubblico di trasporto urbano su gomma è curato dall’azienda C.A.R.

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