Identità Palagonia

Amministrazione

SINDACO

Ing. Salvatore Astuti

In carica dal: 28/06/2017

Deleghe:

Attività Tecniche e Strutturali – Lavori Pubblici e Urbanistica – Protezione Civile

Sito istituzionale

www.comunepalagonia.gov.it

Francesco Paolo Favata

Deleghe:

Vice Sindaco – Attività Produttive, Agricoltura, Artigianato, Commercio – Problematiche del lavoro – Ordine Pubblico, Polizia Municipale – Nettezza Urbana – Servizi Cimiteriali – Energia e Green Economy

Avv. Francesca Barbara Ventimiglia

Deleghe:

Attività Finanziarie e Gestionali – Finanze e Tributi – Affari Generali – Personale

Gaetano Sipala

Deleghe:

Attività Sociali – Sanitarie Educative e Culturali – Pari Opportunità – Pubblica Istruzione – Edilizia Scolastica

Daniele Vintrici

Deleghe:

Finanze e Tributi – Affari Generali – Personale

Palagonia, la città delle arance rosse

Eremo di Santa Febronia, una basilica rupestre costruita intorno al VI/VII secolo d.C. sita in contrada Coste. Ricavato da una precedente tomba preistorica venne adibito successivamente a luogo di culto. La parete di fondo della basilica ospita l’abside su cui sono affrescati il Cristo Pantocratore, contornato da un’Annunciazione e da altre quattro figure sullo sfondo (databili intorno al XV secolo); ai lati dell’abside sono raffigurati il martirio di santa Febronia e quello di san Bartolomeo, databili tra il XVI e il XVII secolo; mentre nella parete posta di fronte all’ingresso sono raffigurati: santa Lucia, un santo vescovo, un Angelo orante racchiuso entro un tondo, sant’Agata, sant’Anastasia, ed il peccato originale anche questi databili tra il XVI e il XVII secolo.

La zona fu abitata sin dalla preistoria, come testimonia il ritrovamento di un insediamento risalente al paleolitico nelle sue vicinanze. Il nome deriverebbe dal greco Palicanea (la nuova Palica), poiché l’attuale centro nacque per ospitare gli abitanti dell’antica città di Palica, che la leggenda vuole sia stata fondata nel V secolo a.C. dal re dei Siculi Ducezio per farne la capitale del suo territorio, ma che venne poi distrutta dai Siracusani. In quei pochi anni di vita, Palica divenne un centro politico e religioso molto importante; nei suoi pressi si trovava un celebre tempio, vicino ad un laghetto sulfureo ancor oggi esistente, ma non visitabile perché sfruttato dalle industrie locali. Nei secoli successivi la zona ospitò numerose comunità cristiane, come è attestato dal ritrovamento di grotte e rifugi nei dintorni dell’attuale cittadina. Altre tracce delle vicende storiche di quest’area sono state lasciate dai Normanni: nell’XI secolo, infatti, il conte Ruggero donò una vasta porzione di territorio, compresa Palagonia, al vescovo di Siracusa. Agli inizi del Quattrocento, dopo altri avvicendamenti nella proprietà del feudo, esso passò alla famiglia Gravina a cui rimase, fregiata del titolo di principi di Palagonia, per molti secoli. Nel 1542 il paese venne distrutto dal terremoto. Come molti paesi della Sicilia orientale anche Palagonia subì notevoli danni durante il terremoto del 1693; il paese venne completamente distrutto e si ebbero 40 morti.  L’Ottocento, è stato anche teatro dell’acuirsi della “questione agraria” in questa zona. Tanto le riforme amministrative del 1816-19 (che avevano decretato Palagonia comune autonomo) quanto la donazione di tutti i beni della famiglia Gravina all’Ospedale Civico di Palermo Fatebenefratelli nel 1854, non mutarono la sostanza feudale dell’organizzazione del territorio. Tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento si fecero via via più intense le proteste dei contadini, che nel 1904 culminarono in un’aperta sommossa popolare. A seguito di questi avvenimenti il prefetto di Catania dispose una parziale suddivisione delle terre e la concessione dei nuovi appezzamenti in enfiteusi. Infine, nel 1923, i contadini ottennero il pieno possesso dei lotti loro assegnati precedentemente.

Questa parte di territorio siciliano si distingue anche per la ricchezza del patrimonio artistico e monumentale. Di grande valore è l’eremo di Santa Febronia, una basilica rupestre costruita intorno al VI/VII secolo d.C., sulla cui parete di fondo è scavata un’abside a semicerchio che racchiude un altare. L’abside è impreziosita da alcuni resti di dipinti murali raffiguranti il Cristo Pantocratore; il Martirio di Santa Febronia, patrona della città; Sant’Agata ed il peccato originale. Il dipinto più importante, tuttavia, si trova nella calotta dell’abside e rappresenta Cristo fra la Madonna ed un Angelo. L’eremo presenta anche un particolare fosso a “T”, che costituiva i colatoi usati per trattare i corpi dei monaci morti, così da praticare una sorta di mummificazione. La chiesa madre, dedicata a San Pietro, distrutta dal terremoto che nel 1693 colpì gran parte della Sicilia orientale, fu ricostruita dai principi di Palagonia. Al suo interno è custodita, oltre ad un altare ligneo di notevole bellezza, una statua di Santa Febronia ricoperta d’argento, del Settecento. Altro elemento architettonico dal grande valore simbolico per i palagonesi è un’edicola votiva situata in località Tre Fontane; essa è chiamata comunemente Santuzza, perché identificata con Santa Febronia. Una menzione a parte, per il suo valore storico, merita la basilica di San Giovanni, un raro esempio di costruzione paleocristiana giunta fino a noi. In verità della costruzione, a pianta rettangolare a navata unica, rimangono in piedi poche parti: tra queste, dei suggestivi archi laterali alti due metri, sorretti da pilastri dai capitelli geometrici. Da ammirare anche il Pozzo Blandini, simbolo dell’attenzione spesa in queste terre per la riuscita delle coltivazioni; il pozzo, che risale alla metà dell’Ottocento, ha un’imponente struttura alta sei metri, che doveva permettere all’acqua sollevata di raggiungere gli agrumeti posti ad un’altezza originariamente superiore al pozzo. Il palazzo delle Orsoline sorge nel centro storico di Palagonia. Non si hanno testimonianze sulle vicende costruttive ma se ne conosce l’autore, l’architetto Sinatra e la data di edificazione, fissata al 1880. Il palazzo presenta un impianto planimetrico irregolare e molto articolato, la sua struttura muraria è costituita da conci in pietra parzialmente intonacata e la copertura è a diverse falde con struttura lignea e rivestimento in coppi. I prospetti laterali presentano una serie di aperture posizionate in modo disomogeneo. Quello principale, si affaccia sulla piazza Barresi, ed è costituito, nei primi due livelli, da quattro semplici aperture di cui due con balcone, che incorniciano un imponente portale d’ingresso arricchito da mostre e fregi in pietra, mentre nel terzo livello si trova il balcone principale, caratterizzato da mensole e sormontato da un frontone triangolare in pietra, più due piccoli balconi laterali. Il prospetto si conclude in alto con un cornicione e lateralmente con lesene d’angolo.

Siti archeologici – Area archeologica di Rocchicella: l’altura di contrada Rocchicella (oggi in territorio di Mineo), si eleva nella Valle dei Margi. Sito di grande interesse storico-archeologico, sede di insediamenti umani fin dalla remota antichità (12.000/10.000 anni a.C.), nonché ricettacolo del culto misterico delle divinità paliche. Esso è menzionato da autori classici greci e latini come sede sia del celebre santuario dei Palici, che della città di Paliké. Da visitare i resti dell’Estaterion ed il Museo dei reperti archeologici rinvenuti in sito.

Palagonia ha conservato negli anni la sua tradizionale struttura economica ed ancora oggi l’agricoltura costituisce il principale settore produttivo. La zona è rinomata per la produzione di arance, soprattutto la varietà rossa, esportate in grandi quantità, è oggi garantite dal marchio IGP Arancia Rossa di Sicilia e dalla costituzione di un consorzio. Sono presenti, inoltre, vaste coltivazioni di cereali ed ulivi, nonché un arcipelago di piccole e medie industrie dedite alla lavorazione di laterizi ed alimentari, ma anche aziende d’esportazione. Nella zona si trova anche una stazione di monitoraggio dei gas esalati nel sottosuolo dell’area etnea; il polo fa parte di una rete di dieci stazioni di monitoraggio, che sorgono lungo le pendici del vulcano, del flusso di anidride carbonica e metano e dei parametri meteorologici.

Evoluzione demografica – Nella seconda metà del XIV secolo si verificò un evento, di cui non è rimasta memoria, che ha provocato il calo di popolazione (dai 365 abitanti circa nel 1366 ai 60 abitanti circa del 1440). A partire dal Settecento il paese conobbe un progressivo incremento demografico che si protrasse per tutto il secolo successivo. Dal 1861 e per un secolo la popolazione ha registrato un continuo incremento passando dalle 4.844 alle 13.898 unità. Dopo una lieve flessione negativa al censimento del 1971, la popolazione inizia nuovamente a crescere superando ai nostri giorni le 16.000 unità.

Biblioteca – La Biblioteca comunale si trova in via Venezia ed è intitolata ad Antonello Mamone. La maggior parte dell’utenza della biblioteca rientra nella fascia di età che frequenta la scuola dell’obbligo.
Il patrimonio librario messo a disposizione ammonta a circa 4000 libri.
L’obiettivo a cui si mira per il futuro è quello di aumentare le percentuali di frequenza organizzando attività culturali, mostre permanenti di pittura, scultura, studio del territorio con approfondimenti sulla storia di Palagonia.

Sacro e Profano – Tra gli eventi che animano la vita cittadina il più importante è senz’altro la festa dedicata alla patrona Santa Febronia, che si celebra il martedì dopo Pasqua. In questa occasione si svolgono la solenne cerimonia della Spaccata della Pigna e la processione propiziatoria che raggiunge l’eremo per invocare il buon raccolto. Molto partecipato e di antica tradizione anche il carnevale, che inizia con un banchetto di sole donne durante il quale esse si scambiano doni. In concomitanza si svolge anche la Sagra delle Arance, che mette in mostra i frutti ed i prodotti da essi derivati.

Il comune di Palagonia è rinomato per essere uno dei principali produttori delle celebri arance rosse, particolarmente indicate per le loro proprietà benefiche, tuttavia, non meno rilevante, è il loro variegato utilizzo in cucina e nel comparto alimentare: si spazia, a questo proposito, dai derivati (succhi e marmellate) alla classica insalata siciliana a base di arance, olive, cipolle, aringhe.

  • Salvatore Fausto Fagone (Palagonia, 27 novembre 1932 – 11 gennaio 2014) è stato un politico italiano. È stato sindaco di Palagonia per due mandati con una lista civica e con i Socialisti Democratici Italiani e consigliere provinciale a Catania dal 2003 al 2008 con Forza Italia. Fu deputato dal 1972 al 1976 nella VI legislatura con il PSI e deputato regionale nell’Assemblea Regionale Siciliana per quattro legislature, vice-presidente vicario e Assessore Regionale ai Lavori pubblici e all’Industria e Commercio.
  • Gaetano Ponte (Palagonia, 21 giugno 1876 – Transacqua, 1955) è stato un vulcanologo italiano. Nato in una famiglia della borghesia terriera siciliana, si laureò in scienze naturali presso l’Università di Catania nel 1903. Per completare gli studi nel campo della mineralogia si recò in Germania dove si specializzò presso l’Università di Lipsia. Tornato in Italia, nel 1911 ottenne una cattedra di mineralogia presso l’Università di Catania. Qui si dedicò allo studio della vulcanologia e si adoperò per la fondazione di un istituto di vulcanologia presso l’università etnea.
  • Gaetano Blandini (Palagonia, 30 agosto 1834 – Agrigento, 19 maggio 1898) è stato un vescovo cattolico italiano, 86º vescovo di Agrigento.
  • Giovanni Blandini (Palagonia, 7 marzo 1832 – Noto, 3 gennaio 1913) è stato un vescovo cattolico italiano, definito dallo storico Gabriele De Rosa un “sostenitore del risveglio cristiano, animatore delle speranze di quello che allora si chiamava il movimento sociale dei cattolici”.

Come arrivare

Palagonia è attraversata dalla SS385 di collegamento con Caltagirone e Catania dalle quali dista rispettivamente 30 km e 52 km. A pochi chilometri, è presente la strada statale 194 Ragusana che collega Ragusa a Catania e la Strada statale 417 di Caltagirone che collega Catania a Gela. I collegamenti con le varie destinazioni sono assicurati da autolinee extraurbane. La stazione ferroviaria di Palagonia dista dal centro quasi 18 chilometri.

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