Identità Mascalucia

Amministrazione

SINDACO

Vincenzo Antonio Magra

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Personale – Servizi Sociali – Rapporti con la delegazione di Massannunziata – Istruzione – Rapporti con le Istituzioni

Sito istituzionale

www.comunemascalucia.it

Raffaele Gibilisco

Deleghe:

Vice Sindaco – Associazionismo – Commercio – Artigianato – Agricoltura – Politiche Comunitarie – Sport – Turismo e Spettacolo – Sanità – Rapporti con il Consiglio Comunale – Sportello Unico Attività Produttive – Comunicazione

Antonino Rizzotto Salamone

Deleghe:

Protezione Civile e Volontariato – Mobilità e Viabilità – Nuove Tecnologie e CED – Videosorveglianza – Integrazione Extra Comunitari – Servizi Demografici

Valeria D'Angelo

Deleghe:

Manutenzione e Lavori Pubblici – Urbanistica – Illuminazione Strade e Autoparco – Servizi Cimiteriali – Cultura, Educazione e Formazione – Pubblica Istruzione

Alessio Cardì

Deleghe:

Politiche Del Lavoro – Promozione Dell’occupazione – Sostegno Alla Famiglia -Pari Opportunità – Rapporti con i Giovani e le Istituzioni – Igiene Ambientale e Sanità – Rifiuti – Economato – Tributi – Bilanci

Mascalucia, da centro agricolo a grande centro urbano

Parco naturale Monte Ceraulo, si tratta di un’area naturalistica protetta, attrezzata per l’escursionismo, con itinerari incantati; tra querce e lecci, in cui sono presenti diverse specie, fra vegetali e animali, che vivono solo in questi luoghi, a cominciare dal raro Orussus Taorminensis, che rendono questi luoghi anche scientificamente unici. Il Parco del Monte Ceraulo, nato dalla sovrapposizione di diverse colate laviche, si estende per 17 ettari, ad un’altezza media di 520 metri sul livello del mare. All’interno del parco è possibile visitare la Grotta dell’eremita, una grotta naturale dove, dagli anni ’20 del novecento e per molti anni, visse fra’ Graziano, eremita e rappresentante dell’ordine francescano, che lì si dedicò alla vita contemplativa e ascetica. Questo Parco, fortemente voluto dall’amministrazione di Mascalucia, assolve anche ad una importante funzione didattica, è infatti meta di scolaresche alla scoperta della natura e degli ambienti tipici del versante sud del vulcano.

Torre di Grifo, è un’opera di architettura militare, costruita con l’intento di controllare le campagne limitrofe, appare nelle cronache del XVI secolo, dove si descrive una grande eruzione vulcanica che dalle Fontanelle si dipanò lungo la cosiddetta Schiena dell’asino, fino Sant’Antonio e, appunto, a Torre del Grifo. Oggi della torre non restano che pochi ruderi in un contesto di degrado, ma è ancora possibile comprendere la sua funzione di osservazione e avanguardia, per la sua posizione strategica.

Toponomastica – Intorno al 324 d.C. Mascalucia era chiamata Massalargia, dal latino (villaggio offerto in dono), donato dall’Imperatore Costantino alla Santa Sede. San Gregorio Magno Papa, nel 590, in una sua Epistola a Cyprianum fa menzione delle Massae esistenti nel territorio di Catania e fa inoltre riferimento al tempio di Sant’Antonio Abate (al Cimitero). Dopo una lunga serie di vicissitudini, il 22 dicembre 1645 fu venduta a Giovanni Andrea Massa, ricco Signore genovese, il quale poi la donò a Niccolò Placido Branciforte che il 4 luglio 1651, con privilegio del re Filippo IV, venne nominato Duca di Santa Lucia o Mascalucia.

Origini – In epoca Normanna, intorno al 1088, al Vescovo di Catania venne assegnato un vasto territorio che comprendeva  il Monte Etna con tutte le sue campagne, i boschi e le Massae, quali San Giovanni Galero, Mascasia,  Praci, Sampietro, Camporotondo, Rapisardo, Malpasso, Mompileri, Nicoloso, Lapidara, Tricastagni, Via grande, San Giovanni le Punte, San Gregorio, Santa Maria Belvedere. Nel 1169 un terremoto danneggiò gravemente il centro abitato, ma la popolazione si riprese ben presto, continuò a produrre sostenuta da terreni molto fertili ed a pagare la decima al Vescovo di Catania. Nel corso del XVII secolo, si formò un vero e proprio paese, con un centro abitato di rilievo. Nel 1645 i terreni e le abitazioni dell’antica contrada di Mascalucia divennero proprietà del feudatario Giovanni Andrea Massa e successivamente di Placido Branciforte, principe di Leonforte e di Butera, poi elevato al rango di duca di Mascalucia per decisione di Filippo IV di Spagna. Nel gennaio del 1693, tuttavia, l’eruzione dell’Etna ed il successivo terremoto distrussero completamente l’abitato, costringendo gli abitanti a ricostruirlo poco distante. Nel corso del ‘700 il borgo assunse l’aspetto odierno, ravvisabile nel suo centro storico, lungo la via Etnea, tra ricchi Palazzi e splendide Chiese.

Mascalucia contemporanea – Nel corso dell’Ottocento il centro conobbe un progressivo incremento demografico, e da comune appartenente al distretto di Catania (con la riforma borbonica del 1817) divenne circondario di seconda classe nel 1840. Nello stesso secolo Mascalucia si distinse per la valorosa ed intensa partecipazione ai moti risorgimentali. Qui era attiva una cellula della Carboneria sin dagli anni Venti del XIX secolo; nel 1837, poi, fu protagonista di un tentativo insurrezionale contro i Borbone, fallito tragicamente; successivamente, nei moti del 1848, e all’indomani dello sbarco di Garibaldi a Marsala, la cittadina rivestì grande importanza. Non meno coraggiosa la partecipazione dei mascaluciesi alle vicende della Seconda Guerra Mondiale, quando si consumarono cruenti scontri tra i civili e le truppe tedesche; combattimenti che facilitarono l’avanzata degli eserciti alleati nell’isola. La storia contemporanea di Mascalucia, registra una svolta sostanziale negli anni ’70 del XX secolo, quando fu meta di un grande esodo di catanesi che si trasferirono nei paesi etnei. In un quarantennio, da tranquillo paesino di appena 4.000 anime, Mascalucia si trasforma in un centro urbano, oggi, di 32.000 abitanti, con conseguenze rilevanti sull’aspetto urbanistico, sullo sviluppo edilizio e la vita degli abitanti.

Centro storico –  Il centro storico di Mascalucia è costituito dalla via Etnea, lungo il suo percorso è possibile ammirare i principali monumenti e il prospetto più antico ed artisticamente più prezioso della città. Su questa strada, risalente al ‘700, sorgono la chiesa di San Vito, la chiesa Madre dedicata a Maria SS. della Consolazione e la chiesa di San Nicola da tempo sconsacrata, oggi Auditorium Comunale. L’architettura civile, non da meno, presenta palazzetti gentilizi quali Palazzo Rapisardi e Palazzo Cirelli; inoltrandosi, poi, nel dedalo di vicoli collaterali, si scoprono preziosi portali antichi, edificati in pietra lavica.

Architettura Religiosa

Chiesa Madre Santa Maria della Consolazione, fu realizzata presumibilmente nel XII secolo ed in seguito ristrutturata. La facciata di colore chiaro è abbellita da conci di pietra lavica affiancati da un campanile; la cupola, realizzata con cunei invetriati e policromi, dà all’intera struttura una nota di colore e di vivacità, soprattutto quando è illuminata dal sole. Al suo interno, è possibile ammirare un dipinto del Cinquecento raffigurante la Madonna delle Grazie, e molti elementi architettonici di grande pregio come i quattro altari in marmo intarsiato e la balaustra con piccole colonne in marmo che sostiene l’altare maggiore.

Monastero di Sant’Antonio: antico tempio del VIII-IX secolo, in uno stile gotico antico, risale ai primordi dell’architettura cristiana siciliana. Si trova nel centro storico di Mascalucia, all’interno del cimitero e si ritiene facesse parte della giurisdizione dei Padri Benedettini, presenti in quell’epoca in tutta l’isola ed in seguito appartenne all’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani. Per molto tempo fu l’unica parrocchia di riferimento dei paesi limitrofi, tra i quali San Giovanni Galermo, Gravina e Tremestieri. L’edificio è rivolto a Oriente, si presenta in uno stile, originariamente gotico antico, modificato nel corso dei secoli successivi. La porta maggiore del prospetto e la finestra rotonda al di sopra, sono di tipico stile gotico moderno continentale con influssi arabo-normanni; la porta rivolta a mezzogiorno è gotica, con arco a sesto acuto. All’interno un grande arco ogivale, che poggia su bassissimi piedistalli, divide la navata dalla tribuna; un ampio arco disegna la navata centrale, nel muro opposto a tramontana, si apre una porta di pietra bianca, datata 1617, attraverso cui si accede alla cappella del SS. Sacramento, costruita dall’omonima Confraternita. All’interno della Chiesa, al centro della parete di fondo della tribuna s’inarca una piccola abside in cui è collocato un bell’altare.

Santuario della Madonna della Sciara: si tratta di un antichissimo luogo di culto, sepolto interamente dall’eruzione del 1669 e già esistente in epoche antiche. Lo stesso nome identificava un monte e un centro in cui gli abitanti vivevano di allevamento, viticoltura e raccolta di legna e carbone. Notizie certe riguardo al santuario sono tuttavia riscontrabili solo a partire dal XVI secolo, nelle terribili cronache sulle eruzioni del 1536 e 1537, tra Mompileri e Nicolosi, che minacciarono, e in parte danneggiarono, il Santuario. Nel 1689, con il sostegno economico del Duca di Massa, cominciarono, fra molte difficoltà, gli scavi per il recupero di parte degli arredi e delle opere sepolte. Solo cinque anni più tardi, il 18 agosto del 1704, alla profondità di 40 palmi (circa 10 m), venne individuata una piccola cavità dove furono ritrovate la statua della Madonna delle Grazie (detta in seguito a questa scoperta della Sciara), alcune ampolline, una campanella ed alcune monete del tempo. Il “miracoloso rinvenimento” attirò sul luogo numerosi pellegrini e indusse i sacerdoti, con l’aiuto economico della famiglia Massa ed il sostegno dei contadini e degli artigiani locali, ad intraprendere la costruzione di una chiesa più grande. Il risultato della ricostruzione fu una Chiesa semplice, in linea con l’ambiente circostante ed in pietra lavica. Presenta un prospetto lineare, tetto a due spioventi bassi; la semplicità della Chiesa venne mantenuta anche all’interno, con altari, pochi quadri e semplici decorazioni.

Chiesa di San Vito: si trova nel centro storico della città, lungo quella via Etnea che costituisce l’arteria e anima storica di Mascalucia. Dopo il devastante sisma del 1693, fu riedificata e trasformata, nel 1784 l’antico tempio, semplice ed austero, divenne una bella chiesa a tre navate. Successivi terremoti, nel 1818 e nel 1908, colpirono la chiesa, si resero necessari ulteriori interventi di restauro nel corso del ‘900. Il risultato è l’attuale facciata a due ordini, suddivisa in tre coppie di lesene. Nella parte inferiore il settore centrale, leggermente sporgente, è interamente occupato dal portale con frontone triangolare, che sorregge alle estremità le sculture di un Cane e di un Leone, simboli di fedeltà e nobiltà. Sui lati sono presenti portali più piccoli sormontati da una finestra ovale con frontone mistilineo. La pietra bianca delle lesene, di alcuni elementi della trabeazione e delle incorniciatura di portali e finestre contrasta con la pietra lavica scura dello zoccolo, interrotto dai portali, dal fregio della trabeazione e dall’attico, il resto della muratura è rivestito da intonaco. Al secondo ordine, la parte centrale, ancora inquadrata da coppie di lesene, si raccorda per mezzo di volute con le ali laterali, ad un solo ordine, ed è occupata da una grande finestra con frontone. Al di sopra della trabeazione del secondo ordine si trova il campanile in forma di serliana, con arco centrale affiancato da due aperture architravate, coronato da un frontone triangolare. Due statue raffiguranti San Modesto e Santa Crescenzia sono state poste sugli angoli esterni delle ali laterali della facciata nel 1938 a cura della commissione per i festeggiamenti del santo. All’interno, in un apposito altarino corazzato, viene custodita la statua del patrono San Vito, risalente al XVII secolo e il suo fercolo in argento. All’interno della chiesa si conservano opere di Alessandro Vasta e di Sebastiano Conti Consoli.

Architettura Civile

Antico Palazzo Municipale, edificio ottocentesco, sorge nella centrale via Etnea ed è, oggi, la sede della Biblioteca Comunale. Edificato nell’Ottocento, al fine di ospitare il palazzo comunale e, al piano terra, la prigione; le celle, debitamente restaurate, ospitano oggi le antiche carte dell’Archivio Storico Comunale. Tramite un’ampia scala di marmo è possibile accedere al primo piano, dove un tempo era ospitata la sala consiliare, sono ancora presenti gli scranni intagliati finemente a mano.

Villa Maria (o Villa Cirelli), fu edificata nella prima metà del secolo XX, ad opera dell’Architetto Carlo Sada; sorge su un terreno un tempo coltivato a vigneto, nel centro urbano di Mascalucia. Il complesso architettonico è un connubio di elementi vari, nello stile e nel tema culturale; con continui richiami floreali.

Il monumento dedicato ai Quattro Altarelli, si tratta di un monumento votivo, situato presso via Roma, costituito da quattro altarini a soggetto religioso, collocati nelle quattro facciate del monumento: di forma quadrata come un piccolo tempio poggia su un grande basamento. Una lapide a ricordo recita: nel 3° centenario del 1669 Mascalucia memore della protezione accordata dal Patrono San Vito e dal Velo della Vergine e Martire S. Agata alla Loro Terra che unica si salvò dalla distruzione a perenne ricordo questa lapide posero 15 giugno 1969 Comitato Festa S. Vito 1969. Nell’altarino che guarda a nord vi è raffigurato Sant’Antonio Abate (protettore di Nicolosi) con i maiali, nel lato est vi è San Vito (protettore di Mascalucia), a sud vi è la Sacra Famiglia (che rappresentare l’amore per il nucleo familiare del popolo mascaluciese), ad ovest si trova l’affresco con Santa Barbara (protettrice di Paternò e degli incendi). Agli angoli laterali di ogni altarino sono raffigurati degli angeli con dei gigli in mano. Il monumento sorge dove, sotto la protezione e lo sguardo dei Santi raffigurati nei quattro altarini, venivano impiccati i condannati a morte (la zona è ancora conosciuta come “Sant’Antonio Alle Forche”).

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa della SS Trinità; Chiesa Santa della Consolazione; Chiesetta del Soccorso

Distante circa dieci chilometri da Catania, negli ultimi decenni Mascalucia ha intrecciato il suo destino a quello del capoluogo etneo, tanto da vedere radicalmente modificata la propria morfologia. In soli due decenni un vertiginoso incremento demografico ha investito la cittadina, divenuta una valida alternativa abitativa per i catanesi che vogliono sfuggire al caos della loro città. Abbandonato il suo tradizionale aspetto rurale, oggi il comune si presenta come un vero e proprio agglomerato urbano, dotato di numerosi servizi. Questi cambiamenti hanno ovviamente investito anche l’assetto produttivo della zona. Per secoli Mascalucia aveva vissuto prevalentemente di attività agricole, come buona parte dei paesi sviluppatisi ai piedi dell’Etna, favorite dalla fertilità dei terreni. Si producevano in abbondanza agrumi, frutta, uva. A causa dell’espansione edilizia e dell’incremento demografico del secondo dopoguerra, tuttavia, l’economia si è completamente trasformata: se prima Mascalucia era considerata la capitale del vino ed un rinomato centro artigianale, progressivamente ha visto questi due settori ridursi drasticamente a favore dell’edilizia, che ha assorbito quasi completamente la manodopera. Rimangono vive, tramandate dal passato, alcune forme di artigianato, soprattutto i lavori di ricamo, intorno a cui si è sviluppato anche un prosperoso commercio, in primis di tappeti finemente ornati (detti carpiti) e di preziosi abiti orlati con pizzi e merletti. Presente, e molto apprezzata dai turisti, anche la lavorazione artigianale del legno e del ferro.

Evoluzione demografica – Il comune di Mascalucia, sin dall’annessione al Regno d’Italia, nel 1861, ha registrato un numero di abitanti pressoché stabile, salvo qualche lieve incremento, per oltre un secolo. Nel 1971, la popolazione di Mascalucia era di 4.447 abitanti ma nei primi anni ’70 la vita di questo tranquillo paesino cambia. Un grande incremento di popolazione, dovuto all’esodo di abitanti da Catania, ha, in breve tempo, fatto innalzare il dato a 10.547 unità, nel 1981 e a 19.286, nel 1991. Non si registrano cambiamenti di rotta in merito a questo trend positivo.

Etnie e minoranze – La presenza di cittadini stranieri a Mascalucia è piuttosto ridotta; si contano infatti appena 382 unità, perlopiù Rumeni, Albanesi e Nigeriani.

Biblioteche – La biblioteca comunale di Mascalucia si trova presso l’Antico Palazzo Municipale, in via Etnea. Custodisce più di 40.000 volume e vanta una sezione specializzata fruibile dalle persone diversamente abili e ipovedenti, con accessi facilitati e numerosi testi scritti in linguaggio Braille.

Teatri – Il Teatro Stabile di Mascalucia si trova in via Don Bosco ed è attivo sin dal 1988.

Sacro e Profano – San Vito Martire, la festa in onore del patrono di Mascalucia, si celebra il 15 giugno, data della ricorrenza liturgica, ed ogni prima domenica di agosto. I festeggiamenti trovano il culmine nella solenne processione che percorre le strade della città. Di particolare interesse, la sfilata dei carri allegorici, che ripercorrono le varie fasi dell’esistenza terrena di San Vito. Etna in Blues, si tratta di un festival di musica blues che si svolge a luglio, nel Parco Trinità Manenti di Mascalucia; ha avuto, negli anni, un crescente ruolo nel panorama musicale dell’isola, attirando numerosi artisti ed avventori. Festival Sete Sóis Sete Luas, nasce nel 1993 dall’intraprendenza di un gruppo di studenti toscani e l’appoggio di uno scrittore portoghese; si tratta di un festival di musica popolare proveniente da tutto il mondo. Il Festival della canzone Città di Mascalucia, nasce da un’idea dei due Patron, Maurizio Casella e Riccardo Grasso. Ha molto seguito in tutta la provincia etnea e conta ormai numerose edizioni che si sono svolte a dicembre e ad agosto.

La cucina di Mascalucia è fortemente legata alla sua economia agricola e di allevamento. I piatti tipici sono perciò carni squisitamente conditi con sughi, come il cosciotto di agnello ripieno, con finocchietto, pancetta e champignon. La Salsiccia fritta, piccante e col finocchietto selvatico, oppure riccamente condita e accompagnata da uno squisito vino rosso dell’Etna, tipico delle colture vitivinicole di Mascalucia. Non mancano le componenti dolci, quali i mustazzola, le crispelle e le frittelle di San Martino, soffici e abbondantemente zuccherate.

in aggiornamento

Come arrivare

Mascalucia dista appena 11 km da Catania ed è raggiungibile tramite la SP 10. Il collegamento ferroviario per il centro etneo, e tutta la città metropolitana di Catania, è garantito dalla ferrovia Circumetnea. L’aeroporto più vicino è quello di Fontanarossa, di Catania.

Mobilità urbana – Il servizio di mobilità urbana è garantito dall’azienda di autobus AMT.

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