Identità Gravina di Catania

Amministrazione

SINDACO

Massimiliano Giammusso

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Amministrazione generale – Contenzioso – Bilancio – Personale – Polizia Locale – Università – Rapporti con le Società Partecipate – Rapporti con il Consiglio Comunale – Sportello Europa

Sito istituzionale

www.comune.gravina-di-catania.ct.it

Rosario Condorelli

Deleghe:

Vice Sindaco – Lavori Pubblici – Manutenzioni – Verde Pubblico – Pubblica Illuminazione – Espropriazioni – Protezione Civile – Sicurezza nei Luoghi di Lavoro – Viabilità

Patrizia Costa

Deleghe:

Cultura – Istruzione – Trasporti – Biblioteca – Servizi Sociali – Ufficio Itercomunale L.328/2000 – Pari Opportunità – Spettacolo – Sport e Turismo – Lavoro – Famiglia – Immigrati – Giovani – Anagrafe – Stato Civile – Elettorale

Alfio Nicosia

Deleghe:

Servizi Sociali, Pari Opportunità, Gestione Alloggi Edilizia Pubblica, Servizi Demografici, Patrimonio, Sviluppo Economico

Salvatore Santonocito

Deleghe:

Urbanistica – Ecologia – Attività Igienico/Sanitarie – Servizi Cimiteriali – Politiche giovanili – Randagismo – Servizi Informativi – Sportello Europa

Alfio Cannavò

Deleghe:

Tributi – Sviluppo Economico – Commercio – Artigianato – Annona – Patrimonio – Edilizia Popolare

Gravina di Catania, l’antica Li Plachi, fertilissima pianura del vulcano

Parco Comunale Paolo Borsellino: si tratta del giardino della città, all’interno del quale si possono visitare una villa del Novecento in stile Liberty, una piccola casa rupestre di origini seicentesche, il moderno anfiteatro (luogo di spettacoli estivi) e i resti di una costruzione anteriore al terremoto del 1693. Il parco ospita anche una piccola chiesa adibita a luogo di culto per i visitatori e ricorda il magistrato palermitano vittima di mafia al quale è dedicato con una lapide incastonata nella roccia lavica. Rigogliosa la vegetazione, tipicamente mediterranea, che concede ai cittadini un angolo di relax e frescura soprattutto durante le afose giornate estive.

Toponomastica – Il nome attuale è legato a quello del feudatario che acquistò la località dove oggi sorge il Comune, ossia il nobile Girolamo Gravina. Nel 1862 fu poi aggiunto di Catania per distinguerla dall’omonimo paese in provincia di Bari (Gravina di Puglia).

Pare che il nome originario di Gravina, ossia “Piakos”, non sia attestato solo da tradizione vocale, ma da una moneta che sarebbe conservata al British Museum di Londra, secondo quanto redatto nel 1930 dal podestà Giovanni Aiello, in una relazione storica sulle origini.

Origini – Si suppone che la zona fu abitata in epoche remote, ma un grave incendio sviluppatosi nel 1936 all’interno della sagrestia della chiesa madre distrusse tutti i documenti conservati, rendendo così difficile la ricostruzione delle vicende storiche. Dalla devastazione si è salvata una predica per le festività natalizie del 1870 da cui è stato possibile ricostruire almeno l’antico toponimo della città ed il fatto che fra il 1577 ed il 1589 la zona era già abitata attorno a quella che era la locale parrocchia. Di epoche più antiche, invece, è possibile solo fare congetture basandosi sugli scarsi reperti ritrovati; con certezza si sa che i terreni alle falde dell’Etna sono stati colonizzati tanto in epoca ellenistica che romana. Si sa di un insediamento romano risalente al 122 a.C., sconvolto da un’eruzione verificatasi proprio nei pressi del territorio (con piccoli coni vulcanici). Il ritrovamento non lontano da Gravina di una lucerna risalente all’età paleocristiana è la conferma che la zona fosse abitata già in quel periodo e nel tempo, nonostante i disastrosi eventi naturali (l’eruzione del 1381, che arrivò fino al mare, e l’eruzione del 1699) non è mai stata abbandonata del tutto in quanto estremamente fertile. Le prime notizie documentate risalgono invece al 1654, quando Girolamo Gravina, principe per volontà di Filippo IV, acquisì le terre su cui poi sarebbe sorta la città di cui proprio Gravina diventerà signore feudale. A lui si deve il cambio del nome del centro da Le Plache o Li Plachi dal greco “Plaka”, ossia “Pietra piatta” (nel senso di territorio pianeggiante), in Gravina e così l’inizio della storia dell’abitato stesso.

Gravina di Catania contemporanea – Fino al 1812 rimase un feudo col titolo di principato della famiglia Valguarnera dei principi di Gangi. Passano solo cinque anni e la città cambia nuovamente nome a causa della riforma amministrativa voluta dai Borbone: nasce così il distretto di Catania e tra i comuni compare anche Gravina con il toponimo di Gravina Plachi. L’Unità d’Italia segna un’altra data importante per la città con la definitiva mutazione del toponimo: nel 1862 Gravina Plachi diviene definitivamente Gravina di Catania. Nel Novecento, e soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, inizia la progressiva urbanizzazione della città con la riduzione sensibile delle aree dedicate all’agricoltura. Da qui l’aumento della popolazione e degli edifici, frutto della costante emigrazione dalla vicina Catania. Oggi Gravina di Catania è un paese alle porte del capoluogo etneo, moderno ma di memoria antica, che vive soprattutto di agricoltura, così come vuole la sua storia.

Centro storico – Il centro cittadino si compone di tre grandi quartieri, San Paolo, Centro e Fasano. È adornato ed abbellito da molti esemplari di piante ornamentali.

Architettura Religiosa

Chiesa di Sant’Antonio da Padova: dedicata al protettore della città, è la chiesa madre, in puro stile barocco, databile intorno al Settecento. Il prospetto è abbellito da un maestoso campanile a cuspide che conferisce a tutta la struttura un’aurea di solennità. Degne di nota, al suo interno, alcune tele di epoca seicentesca.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:
Chiesa di San Bernardo di Chiaravalle; Chiesa di San Paolo.

Il territorio per secoli si è avvalso di un’economia improntata sulla produzione agricola, in particolar modo incentrata sulla coltivazione della vite e nella lavorazione del suo prodotto finale. Molto sviluppata la coltivazione di uliveti, ancor oggi praticata, e quella cerealicola. Tipica della zona era la figura del Pozzaro, ossia l’addetto alla ricerca di sorgenti d’acqua necessarie per lo sviluppo di una fiorente agricoltura. La produzione agricola è affiancata da una industriale legata alla trasformazione delle materie prime coltivate: sono presenti sul territorio, infatti, aziende enologiche, tessili, dei lavorati, e semilavorati da cucina. Ben avviato anche il settore dell’artigianato con la lavorazione della pietra lavica.

Evoluzione demografica – La città ha vissuto una fortissima evoluzione demografica soprattutto negli ultimi decenni, dovuta, probabilmente, alla vicinanza con Catania.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Gravina di Catania al 1° gennaio 2016 sono 318 e rappresentano l’1,2% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 21,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dallo Sri Lanka (ex Ceylon) (17,3%) e dalle Mauritius (11,3%).

Biblioteche – Biblioteca Comunale, C/O Centro Civico, Viale Comunità Europea.

Teatri – Teatro Musco, Via Unione Europea sn.

Sacro e Profano – Festa di Sant’Antonio da Padova, 13 Giugno. Si tratta dei festeggiamenti in onore del patrono della città. Il fercolo viene condotto in processione in serata dopo le celebrazioni religiose, salutato dai fedeli e da un caratteristico spettacolo di fuochi d’artificio a ritmo di musica. Mostra dell’Artigianato, Ottobre. Manifestazione espositiva di prodotti di artigianato locale, tra i quali spiccano i lavorati in pietra lavica, in cotto e in legno. Durante la visita non mancano gli stand di prodotti enogastronomici tipici del territorio.

La tradizione culinaria del territorio si lega a quella del vicino capoluogo di provincia. A Gravina di Catania è possibile, quindi, degustare tutta la rosticceria tipica del catanese: arancini, cartocciate, cipolline e pizzette da asporto. Ricchissima la tradizione pasticcera, con le granite e i gelati al primo posto, le piccole paste della domenica (la cosiddetta pasticceria mignon), i dolci della tradizione di Sant’Agata e quelli tipici del periodo della commemorazione dei defunti (mastazzola, nucatoli, e ossa di morto)

Agostino Giuffrida (1705 – 1777), Medico. Autore del melodramma L’Argenide, fu vicino ai principi dei gesuiti in opposizione al pensiero leibniziano.

Come arrivare

Da Catania, è raggiungibile attraverso la strada principale del capoluogo Etneo, la via Etnea, in direzione di viale Odorico da Pordenone, si percorre quindi via Passo Gravina e via Fasano. Da Palermo, imboccare la E90, poi la A19/E932 fino all’uscita Gravina. L’aeroporto di riferimento è quello di Catania “Fontanarossa”, che dista poco meno di 20 km; la stazione ferroviaria di riferimento è quella centrale di Catania, che dista circa 13 km. In autobus è possibile usufruire dei mezzi dell’AST, Azienda Siciliana Trasporti, o delle autolinee private della AMT, Azienda Metropolitana Trasporti.
Mobilità urbana – Il territorio, dopo anni di affidamento del servizio all’AST (Azienda Siciliana Trasporti), si avvale dei mezzi della PAM Autolinee s.r.l. di Pedara, fornendo ai cittadini un servizio di navette gratuite.

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