Identita Ficarazzi

Amministrazione

SINDACO

Paolo Francesco Martorana

In carica dal: 11/06/2017

Deleghe:

Igiene e Sanità – Programmazione Economica – Bilancio e Tributi – Protezione Civile – Affari Legali – Immagine e Comunicazione.

Sito istituzionale

www.comune.ficarazzi.pa.it

Salvatore Bisconti

Deleghe:

Sport turismo e Spettacolo – Patrimonio – Politiche Comunitarie – Attività Produttive – Politiche Ambientali

Salvatore Licciardi

Deleghe:

Polizia Municipale – Vivibilità – Verde e Servizi a Rete

Curvato Maria

Deleghe:

Pubblica Istruzione – Cultura – Risorse Umane – Legalità – Trasparenza

Biagio Saverino

Deleghe:

Rapporti con il Consiglio Comunale – Attività Sociali – Lavori Pubblici e Urbanistica – Politiche Giovanili

Ficarazzi, alla foce del fiume Eleutero

Il monumento simbolo di Ficarazzi, testimone delle vicende storiche e sociali del paese, è la villa dei principi Giardina, il Castello. L’edificio nacque nel Quattrocento come torre difensiva ed abitazione del suo costruttore, Pietro Speciale. Nel corso del Settecento la famiglia Giardina la trasformò in una sontuosa residenza di villeggiatura. La villa barocca si arricchì di decori, ampi saloni e balconate dalle caratteristiche inferriate panciute, oltre all’imponente scalinata d’ingresso.

L’originario insediamento cretese, risalente al XII secolo a.C., fu soppiantato da una colonia punica nel corso del VI secolo, la cui presenza è testimoniata da alcuni rinvenimenti archeologici nella necropoli di Pizzo Cannita. Nel corso del XV secolo d.C. l’area, che prima faceva parte della baronia di Misilmeri, venne assegnata come feudo a Pietro Speciale, pretore della città di Palermo. Nel 1468 Speciale ordinò la costruzione della torre difensiva; intorno ad essa si insediarono con i loro alloggi schiere di braccianti accorsi per lavorare nella nascente impresa di trasformazione dello zucchero, dando così vita al primo nucleo abitativo. Anticamente detta cannamela, la coltura della canna da zucchero costituì una grande risorsa economica per la Sicilia dell’età moderna. Nel Seicento, però, l’arrivo sul mercato degli stessi prodotti provenienti dalle grandi piantagioni americane determinò il declino economico dell’area. Furono i padri teatini, a cui fu concesso il territorio di Ficarazzi nel 1648, a convertire le aree agricole in vigneti. Dal 1733 il villaggio rurale rientrò ufficialmente nelle terre dei marchesi Giardina de Guevara, presto elevate a principato. Dopo aver ottenuto la licentia populandi, i nuovi signori diedero un forte impulso allo sviluppo del paese attraverso un sistematico riordino urbanistico e ad un’intensa opera di popolamento. La famiglia Giardina dominò le terre ficarazzesi sino all’epoca del tramonto delle grandi dinastie aristocratiche, avvenuto nel corso dell’Ottocento.

Nel centro storico si trova la settecentesca chiesa madre intitolata a Sant’Atanasio, posta ai piedi della scalinata d’accesso al palazzo dei principi Giardina; la facciata è una commistione di linee semplici e di decori. Al suo interno, una cappella laterale conserva il cinquecentesco Crocifisso delle Grazie, un’opera sacra in legno di Fra’ Umile da Petralia a cui sono attribuite proprietà taumaturgiche. Anche la chiesa di San Girolamo fu edificata nel corso del Settecento, epoca fiorente del dominio dei principi Giardina. La navata principale è dominata da un dipinto ad olio della Madonna del Rosario, posto scenograficamente sull’altare maggiore. Più incerta la data di edificazione della chiesa di San Francesco, forse tra il XV ed il XVI secolo, nata come cappella privata di una masseria dell’antica contrada Carvana; dopo alterne vicende, l’edificio – che ospita la suo interno alcuni affreschi di pittori ficarazzesi – passò nel corso del Novecento alla famiglia Scaduto. Terra dominata da sempre dallo scorrere del fiume Eleutero, Ficarazzi accoglie i resti dell’antico acquedotto monumentale chiamato Ponte dei Nove Archi, che si erge pressoché intatto conservando alte campate originarie; la struttura fu edificata nel Quattrocento per approvvigionare d’acqua le nascenti piantagioni di canna da zucchero dell’epoca.

L’economia del paese si basa soprattutto sulle coltivazioni di uva, ortaggi, agrumi e nespole; non mancano però aziende artigianali, infrastrutture turistiche e servizi.

Evoluzione demografica – A partire dal catastrofico evento rappresentato dal terremoto del 1693, a causa del quale persero la vita in cinquemila su una popolazione complessiva di tredicimila abitanti, la città ha registrato una crescita continua fino a toccare nel 1861 le 22.883 unità. In quarant’anni, la popolazione si è quasi raddoppiata ed ha proseguito con un andamento positivo fino al primo dopoguerra. Fra il 1921 ed il 1951 ha assistito ad un considerevole calo demografico, per poi invertire la tendenza nel corso del secondo dopoguerra, in linea con il boom economico. Nel 2013, l’incremento annuo della popolazione è del +4,1%, dovuto ad un saldo positivo del movimento migratorio che compensa il saldo naturale negativo (-129 unità).

Etnie e minoranze – Sono 22.660 i residenti stranieri presenti negli iblei, un numero che fa di Ragusa la prima provincia siciliana per incidenza del fenomeno migratorio sul totale della popolazione (7,01% della popolazione residente), un dato più che doppio rispetto anche alla media regionale (3,2% della popolazione residente) ma inferiore rispetto al dato nazionale di 8,1%. Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2013, la popolazione straniera residente a Ragusa era di 3.892 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate: Tunisia, Albania, Romania, Polonia, Marocco.

Musei – La storia del paese nel suo ultimo secolo di vita è racchiusa negli scatti conservati presso il museo fotografico, che mostrano la semplice vita dei campi e la quotidianità. Le immagini raccontano anche la profonda devozione dei ficarazzesi espressa nelle manifestazioni liturgiche.

Sacro e Profano – Il Venerdì Santo tutto il paese è coinvolto nell’allestimento della grandiosa Via Crucis cittadina, rievocazione storica della Passione di Cristo che da oltre centocinquanta anni anima le vie del centro. Il 14 settembre si celebra invece la Festa del Santissimo Crocifisso, patrono, che culmina con i fuochi artificiali. La principale manifestazione folkloristica è la Festa del Pane e dello Sfincione, prodotti tipici offerti dai panifici ficarazzesi nel corso della sfilata dei tradizionali carri siciliani la prima domenica di settembre. Le chiese di Ficarazzi fanno da cornice a numerosi concerti di musica lirica e sinfonica. La poesia occupa un posto di rilievo nella cultura locale grazie all’istituzione del premio intitolato a Giacomo Palumbo, poeta ficarazzese.

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Come arrivare

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