Identità Carini

Amministrazione

SINDACO

Ballottaggio tra Giovì Monteleone (sindaco uscente) e Totò Sgroi

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.carini.pa.it

Carini, l’antica Hyccara

Il castello-fortezza che domina la città è stato edificato tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo dal primo feudatario normanno, Rodolfo Bonello, guerriero del conte Ruggero; poggia le fondamenta su una costruzione preesistente, certamente di epoca araba. Nel 1283, e per circa un secolo, divenne proprietà della famiglia Abate che ne modificò la struttura da difensiva a residenziale. Nel 1397 passò in possesso di Ubertino La Grua e, sul finire del XV secolo, vennero effettuati lavori di restauro. Oltrepassate le mura, si accede ad una grande corte e si ammira la facciata interna, commistione di vari stili architettonici. L’intero edificio, compresa la cappella e la torre panoramica, è visitabile, ad eccezione dell’ala sud-ovest, inagibile. La leggenda racconta che nel 1563 qui fu uccisa la baronessa Laura Lanza di Trabia, accusata di aver tradito il marito Vincenzo II La Grua.

 Riserva naturale integrale Grotta di Carburangeli: ubicata nei pressi di “Villagrazia di Carini”, vi sono stati rinvenuti numerosi resti fossili appartenenti a specie animali estinte o scomparse dalla Sicilia come l’elefante, l’orso, la iena, il bisonte ed il cervo.

Riserva naturale integrale Grotta dei Puntali: la grotta si apre nella roccia calcarea mesozoica delle falde di Monte Pecoraro, è di elevato interesse paleontologico e naturalistico; il sito rappresenta un’importante stazione per la sopravvivenza di una colonia di chirotteri ed ospita una fauna cavernicola costituita da specie troglofile e troglossone.

L’attuale nome Carini deriva dal toponimo originario Hyccara. In passato fu un importante centro marittimo e commerciale frequentato dai Fenici, fino a quando nel 415 a.C. venne distrutta dagli Ateniesi ed i suoi abitanti furono ridotti in schiavitù. Alcuni anni più tardi, intorno al 370, gli “iccarini” rifondarono la città in una zona collinare più sicura, tra i boschi. Seguì la dominazione cartaginese e poi romana; sotto l’Impero la città visse un periodo florido e di questi anni sono ancora visibili i resti delle catacombe paleocristiane nell’area di Villagrazia. Tra il IX ed il X secolo Hyccara divenne dominio arabo e, nel 1072, vi sbarcarono i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi ed infine i Talamanca La Grua, feudatari a partire dal XIV secolo che ne mantennero la baronia fino al XIX secolo ed impressero un grande impulso all’edilizia ed all’architettura ecclesiastica e conventuale, ancora oggi largamente presente. Nell’Ottocento gli abitanti di Carini presero parte ai moti risorgimentali: il 4 aprile del 1860 quattrocento soldati partirono alla volta di Palermo per combattere per l’unificazione d’Italia.

Il centro storico di Carini ospita edifici molto suggestivi. Tra questi si distingue il complesso monumentale formato dalla chiesa di San Vincenzo e dall’adiacente convento delle suore domenicane, nonché dall’ampio chiostro della fine del XVI secolo. Notevole anche la chiesa madre, intitolata a Maria Santissima Assunta, eretta alla fine del XV secolo e rimaneggiata nel Settecento. Sul lato destro si trova un loggiato decorato con pannelli in maiolica, mentre la struttura a croce latina è divisa in tre navate e l’interno conserva un gran numero di esempi d’arte siciliana che abbracciano un periodo compreso tra XVI e XVIII secolo: un’acquasantiera di marmo bianco del 1496; un prezioso tabernacolo marmoreo; un crocefisso ligneo del Cinquecento con corona d’argento e croce in agata, di autore anonimo; un altare decorato in stucco. La tela raffigurante L’Adorazione dei Pastori risale al 1575 ed è stata attribuita ad un allievo del Bronzino; le altre due grandi tele sono opera di Vito D’Anna, celebre artista locale settecentesco. La chiesa degli Agonizzanti in via Roma, poi, è un significativo esempio di barocco siciliano. Edificata nel XVII secolo ma probabilmente ultimata nei primi anni del Settecento è arricchita all’interno da decorazioni in stucco dorato: festoni e putti della scuola serpottiana fanno da cornice ad una serie di dipinti di agonizzanti e di affreschi della vita della Vergine attribuiti a Filippo Tancredi. Nella volta si trovano un affresco dell’Incoronazione di Maria ed una tela raffigurante la Madonna degli Agonizzanti. La chiesa del Rosario, con l’annesso convento dei padri domenicani, risalenti alla seconda metà del Cinquecento, costituisce un grande complesso architettonico che al centro si apre su un grande atrio. All’edificio religioso sono state sottratte le opere più preziose ed attualmente vi resta solo un bassorilievo in marmo della Madonna con Bambino, capolavoro di scuola gaginiana. Fuori dal centro abitato, inoltre, il territorio costiero è disseminato di interessanti torri di avvistamento e resti di strutture difensive medievali.

Siti Archeologici

Carini presenta numerose aree archeologiche, in cui sono stati ritrovati reperti di varie epoche storiche:

  • Area Archeologica Baglio-Carburangeli, all’interno delle tombe a fossa sono stati rinvenuti reperti che rilevano l’occupazione del territorio sin dal III secolo a.C.; si tratta di fondi di anfore, macine in pietra lavica, frammenti di lucerne e una base di colonna di marmo di epoca tardo romana.
  • Area archeologica contrada “S. Nicola”, sono stati rinvenuti importanti reperti di epoca romana bizantina, fra cui un mosaico basilicale e una moneta bizantina dell’età di Giustiniano; nella costa ad est di Carburangeli, è stata scoperta una zona ricca di ceramiche del V sec. a.C.
  • Area archeologica “Moscala”, segni di un insediamento urbano, con tracce di mura, massi di tufo lavorato, utensili e frammenti di ceramica del III, IV e V sec. a.C.
  • Area archeologica “Manico di Quarara”, una necropoli della civiltà Elima.
  • Area archeologica “Ciachea”, nei pressi del confine tra Capaci e Carini si estende una vasta necropoli, risalente all’eneolitico, dove è stata ritrovata la ceramica “Bicchiere di Carini”, unica nella sua fattura, datata nel 4.000 a.C.
  • Le catacombe rinvenute nei pressi di Villagrazia di Carini confermano l’esistenza di una vasta comunità cristiana nel territorio e di una sede vescovile. Di notevole interesse, le numerose grotte distribuite nel territorio, ricche di numerosi resti di fauna preistorica.

La principale attività economica praticata a Carini è il commercio, che fin dal XV secolo costituisce la maggiore risorsa. Sono significative però anche la pastorizia, la pesca e l’agricoltura, in particolare la coltivazione di agrumi (soprattutto limoni), olive ed uva. In crescita, infine, anche il settore industriale e quello turistico.

in aggiornamento

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Sacro e Profano – Tra le manifestazioni tradizionali si ricorda soprattutto la Festa de li Schietti, che in siciliano vuol dire “i celibi”. Questa che oggi è solo un’allegra festa popolare, anticamente era considerata una vera e propria prova di forza e virilità. Il sabato prima di Pasqua, li schietti potano un albero dando alla chioma una forma sferica e lo addobbano con nastri. La domenica mattina lo portano in paese per farlo benedire nella piazza della chiesa madre; poi ciascun uomo si reca sotto le finestre della fidanzata dove deve sostenere più a lungo possibile sul palmo della mano la pianta che pesa cinquanta chili. La festa patronale del Santissimo Crocifisso, dal 12 al 14 settembre, prevede numerose corse ippiche e si conclude con una processione. A Marzo, infine, si svolge la Festa di San Giuseppe, con tavolate imbandite con ogni prelibatezza e giochi in piazza.

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  • Laide di Hykkara, etera dell’antica Grecia, 420-340 a.C.
  • Mons. Matteo Orlando, vescovo della diocesi di Cefalù, 1610-1695
  • Laura Lanza, nobile italiana 1529-1563
  • Antonino Curreri, rivoluzionario patriota
  • Salvatore Calderone, sacerdote, rivoluzionario patriota
  • Salvatore Cangelosi, medaglia d’argento al valore militare
  • Pietro Mazzamuto, medaglia d’oro al valore militare
  • Luca Rapallini, navigante, filantropo, pilota, zio venerato e passionale amante.
  • Ugo Mursia, editore, 1916-1982
  • Il famoso gruppo musicale degli anni sessanta Nico e i Gabbiani era formato tutto da carinesi (tranne il cantante Nico Tirone, che era di Agrigento). I componenti erano: Vito Balsamo (chitarra basso e sax tenore), Franco Mannino (chitarra ritmica), Giulio Prestigiacomo (tastiere) e “Dick” Cataldo (batteria), tutti di Carini.
  • Vincenzo La Grua, nobile italiano
  • Pasquale Calapso, matematico, 1872-1934

Come arrivare

La città è facilmente raggiungibile attraverso tre svincoli autostradali (Carini, Villagrazia di Carini, Montelepre-Zucco) e l’attraversamento della S.S. 113, che permettono un semplice e rapido collegamento con il capoluogo, con l’aeroporto internazionale “Falcone e Borsellino” e con i comuni limitrofi del versante ovest. Le Strade Provinciali 1, 1 bis, 40, 3 e 3 bis permettono invece il collegamento con i comuni limitrofi del versante sud-est. La linea ferroviaria (Palermo – Trapani) presenta quattro stazioni nel territorio (Carini – Torre Ciachea, Carini – Centrale, Piraineto, Lo Zucco – Montelepre).

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