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Bandi per il recupero dei Beni confiscati alla mafia: i tempi stringono e i Comuni rischiano di perdere il treno

I Commercialisti: pronti a dare una mano, ma bisogna istituire subito un tavolo di concertazione

Istituire un tavolo di concertazione per aiutare gli Enti Pubblici nella redazione dei progetti finalizzati al recupero dei beni confiscati alla mafia. I commercialisti siciliani sono pronti a scendere il campo al fine di contribuire a partecipare ai Bandi dell’Agenzia per la Coesione. A confermarlo è il presidente della Conferenza regionale degli Ordini dei Commercialisti e degli Esperti contabili, Maurizio Attinelli, che interviene sui progetti finalizzati al recupero entro il prossimo 28 febbraio e che si tratta di un’opportunità da non perdere.
Maurizio Attinelli, presidente Conferenza Commercialisti
Maurizio Attinelli, presidente Conferenza Commercialisti
«Tutte le abitazioni confiscate alla criminalità organizzata- afferma Attinelli- sono solitamente in pessimo stato di manutenzione e i Comuni che notoriamente hanno pochi fondi non sono in grado di ristrutturare gli immobili. La Conferenza segnala che il Bando emanato assegna ben 250 milioni di euro alle regioni meridionali per diverse finalità, come la creazione di strutture, le residenze sociali/sanitarie, centri diurni, coabitazione sociale a sostegno dell’alloggio/inclusione sociale delle persone che vivono in condizioni di esclusione; riqualificazione di spazi pubblici volta a migliorare i servizi sociali per i cittadini; creazione di spazi di incontro socioculturale per i giovani gestiti da associazioni di volontariato; utilizzo di beni per fini istituzionali. Tantissime associazioni culturali potrebbero essere agevolate con l’utilizzo di beni confiscati. Si potrebbe così ridare alla cittadinanza i beni confiscati. Auspichiamo che gli Enti locali siciliani non si facciamo sfuggire questa opportunità». In questo momento di crisi, anche dovuta alla pandemia, gli Enti Locali potrebbero dare una risposta anche a tutti quei soggetti che hanno necessità abitative. Si pensi per esempio alle vendite all’asta; vi sono delle situazioni economiche sociali di grande disagio, per cui attraverso l’utilizzo di questi fondi si potrebbe dare una risposta positiva in un momento in cui aumenta la povertà. Il patrimonio di alloggi confiscati alla mafia possa contribuire in maniera importante a mitigare il disagio e ad incrementare l’offerta abitativa per l’emergenza. Questo è ancora più vero con la fine del blocco degli sfratti in cui sarà necessario assicurare il bene primario (la casa) a parecchie famiglie. La Conferenza degli Ordini dei Commercialisti siciliani, aderendo anche agli stimoli formulati da Libera, spera di  coinvolgere anche altri Ordini professionali. Rimettere in sesto questi immobili confiscati è una grande duplice occasione: da una parte i lavoratori edili che potranno partecipare ad una nobilissima operazione sociale senza aumentare le cubature di cemento, dall’altra si da una risposta di legalità. «Chiedo subito- asserisce il Vice presidente della Conferenza regionale Salvatore Sauna – di avviare un tavolo di concertazione per la fase di destinazione del bene che potrebbe essere finalizzato a usi davvero importanti, quali gli alloggi di assistenza ai senza tetto, edilizia residenziale pubblica, case famiglia anche per donne vittime di violenza» I Bandi dell’Agenzia per la Coesione possono essere richiesti esclusivamente dagli Enti Locali che hanno avuto assegnati i beni confiscati, per cui i 14 Ordini dei commercialisti siciliani sono disponibili a collaborare con i Comuni e mettono gratuitamente a disposizione le loro competenze tecniche affinchè queste somme possano essere spese metodicamente e velocemente.
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