Torri e Castelli
Siracusa

Castello Maniace, Siracusa: il Castello conclude Ortigia a meridione, fu edificato da Federico II di Svevia nel XIII secolo e divenne sede della Camera Reginale. L’architettura dell’edificio a pianta quadrata con torrioni cilindrici, poco funzionale alla strategia militare, rende difficile collocare il pur imponente castello dal punto di vista dell’utilizzo dello stesso. Ancora da segnalare a Ortigia le uniche vestigia della cinta muraria medievale, ossia la Porta Marina, ubicata nell’area nord-ovest dell’isola.
Castello Svevo, Augusta: fu costruito per volere di Federico II di Svevia nel XIII secolo su una precedente torre di avvistamento normanna. Il complesso militare è costituito da una cinta muraria quadrata presidiata da quattro torri angolari e quattro al centro di ogni lato.
Forti Garsia e Vittoria, Augusta: prendono il nome dal Viceré Garçia de Toledo che ne volle la costruzione nel 1567. Edificati all’indomani del rientro di Augusta nel demanio regio, appartengono all’insieme delle opere di fortificazione nate nel periodo delle scorrerie turche. Massicci e imponenti, sorgono su due scogliere, collegati da una sottile striscia di terra.
Il Castello di Buccheri, Buccheri: fu una delle fortezze più imponenti della Sicilia. Presenta un perimetro quadrato, con due torrioni nella parte anteriore ed uno, più grande, al centro. Situato sulla sommità del colle Tereo, fu dimora degli Alaimo, dei Macalda di Lentini e della famiglia Montalto. Sebbene restino solo dei ruderi, è possibile comprendere l’importanza strategica che ha rivestito nei secoli. Abitato tra il 1200 ed il 1300, fu al centro di numerose vicende belliche, fra le quali si ricordano le lotte contro gli angioini e le guerre civili tra baronati. Crollò nel 1693 a seguito del grande terremoto che distrusse tutta la val di Noto e molte delle sue pietre furono usate dagli abitanti del luogo per la ricostruzione del borgo. Ad oggi, come nei secoli passati, dalle rovine della fortezza è possibile godere di un panorama mozzafiato che va dal golfo di Catania alla Sicilia centrale.
Ruderi del Castello dei Requiesenz, Buscemi: un primo fortilizio fu costruito dagli arabi che lo eressero, sul colle denominato Monte, dopo la fondazione del primo centro abitato di Abu Xamah. I normanni lo distrussero e sui resti costruirono il castello, distrutto poi dal terremoto del 1693. Ad oggi si possono visitare i resti della fortificazione che tuttavia restituiscono un’idea della prestanza di un tempo.
Antica Cassaro e ruderi del castello, Cassaro: nella parte meridionale del paese è sita l’area archeologica dove sorgeva l’antica cittadina, sul Cugno Mirio, in una posizione altamente strategica. Immersa in una fitta vegetazione e non facilmente raggiungibile, conserva i ruderi del castello e l’antico fortilizio arabo, poi ampliato dai normanni, che fu distrutto dal terremoto del 1693.
- Palazzo Gravina Cruyllas, Francofonte: il centro cittadino, arroccato su una collina intorno alle costruzioni più antiche, è considerato uno dei più belli della Sicilia Orientale, con costruzioni piuttosto interessanti dal punto di vista architettonico, grazie anche all’opera di restauro degli edifici medievali effettuata nel 1700 in stile barocco. Palazzo Gravina Cruyllas fu ricostruito nel 1705 (e ultimato nel 1710), dopo il terremoto del 1693, per volere di Don Sebastiano Gravina sulle rovine dell’antico castello degli Alagona, concepito in origine, intorno al 1300, come struttura a scopo difensivo. È una delle più belle strutture del Settecento presenti in Sicilia, anche se presenta ancora delle parti di datazione medievale. Nell’Ottocento vennero sostituite le balaustre dei balconi con delle ringhiere in ferro e le aperture inferiori, che fungevano da finestre, furono trasformate in portoni d’accesso. L’unica apertura del progetto originario rimasta intatta è quella sulla parte sinistra della struttura. Il castello medievale presentava, inoltre, tre torri centrali, alle quali successivamente se ne aggiunsero altre otto, quattro per lato, ma l’evento sismico distrusse l’intero edificio ad eccezione di qualche piccola porzione delle torri centrali.
- Castello di Chadra, Francofonte: noto anche con il nome di Castello di Gadera, è un rudere dalle origini incerte, probabilmente riferibili al periodo della guerra tra angioini ed aragonesi. Strutturalmente è un baglio che sorge su un promontorio creato da un’ansa del torrente Canale. È composto da una torre principale, un cortile rettangolare di forma irregolare e due fossati paralleli con funzione di difesa: di questi ultimi, quello più interno ha una profondità di circa quattro metri mentre il più esterno non è stato mai ultimato, presentandosi attualmente interrato. Della torre mastra rimangono oggi solo pochi pezzi: dai documenti storici si evince che aveva pianta cilindrica e si affacciava direttamente sul baglio, presentando tre piani ed un terrazzo merlato per un’altezza complessiva di circa 20 metri.
- Castello di Ossena, Francofonte: databile intorno al 1300, i suoi resti si trovano su un promontorio solcato dal fiume Ossena. Fu costruito allo scopo di difendere l’insediamento sottostante, di origine arabo-normanna, della cui esistenza oggi sono testimonianza le grotte scavate nella roccia. Tra queste la più interessante è la Grotta dell’Oratorio, all’interno della quale si conservano dei resti di affreschi.
Castellaccio o Castrum Vetus, Lentini: i ruderi del castello medievale di Lentini, si trovano in una zona poco distante dal centro abitato della città, in una posizione strategica per l’accesso alla piana di Catania. L’edificio ha la forma di una rupe calcarea dalla sommità piatta, posta al centro di un sistema fortificato che comprende a nord-ovest il colle Tirone e a sud-est il colle Lastrichello, dai quali è separata tramite due profondi fossati. Una cinta muraria, probabilmente, correva lungo i bordi del pianoro formando un grossolano parallelepipedo all’intero del quale insistevano gli ambienti militari. Solo in tempi recenti è stato individuato l’ingresso per il sotterraneo del castello e una struttura semicircolare, probabilmente la cappella di un edificio. La fortezza, risalente al XII secolo, fu ristrutturata durante la prima metà del XIII secolo per volontà di Federico II. Tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, giunse a occupare un ruolo fondamentale per la sopravvivenza di alcune delle più illustri e nobili famiglie siciliane. Nel 1434, Alfonso d’Aragona assegnò il castello a Vincenzo Gargallo. L’edificio subì gravissimi danni a seguito dei terremoti del 1542 e del 1693, quando fu probabilmente abbandonato del tutto. Nel 1986 i sotterranei sono stati restaurati ma rimane ancora molto da fare per la valorizzazione dell’importante edificio.
Torre Scibini, Pachino: si tratta del monumento archeologico di epoca medievale più importante del territorio comunale pachinese, posto tra Pachino – Maucini – Portopalo. La torre è stata edificata nel 1493 circa per ordine di Antonio Sortino (feudatario del feudo di Scibini). A seguito del terremoto del 1693 non venne mai più restaurata; tuttavia è una delle poche costruzioni difensive quattrocentesche ancora esistenti nell’area. La facciata principale della torre è sormontata da un bassorilievo raffigurante lo stemma della famiglia Sortino.
Castello Normanno noto come Castello dei Barones, Palazzolo Acreide: oggi visibili parti della cinta muraria, i bastioni poligonali ed i basamenti della fortezza. Da segnalare anche la presenza, tra le vie Soccorso e Bandiera, della Torre dell’orologio, i resti di una torre di avvistamento medievale crollata in seguito al terremoto del 1693; su di essa è stato posto l’orologio, restaurato e funzionante.




