Torri e Castelli
Caltanissetta

La Torre dell’Orologio, Acquaviva Platani: fu progettata nel 1860 dall’ingegnere Alessandro Lazzarini nel luogo dove prima era presente un vecchio torrione merlato che faceva parte del Castello del principe Spadafora. Fu costruita per volontà del sindaco Pietro Giudici e fu inaugurata nel 1894. Realizzata in pietra locale, è alta 18 metri e scompartita da tre modanature. La campana dell’orologio scandisce la vita del comune.

Castello di Falconara, Butera: risale al XIV secolo e si affaccia sul mare nei pressi della magnifica costa di Marina di Butera. Ampliato e rafforzato nel corso del tempo, mantenne la sua funzione di vigilanza contro le incursioni dei pirati fino a tutto il XVIII secolo. Il nucleo originario era costituito dalla vecchia torre quadrata, detta “della falconara” per l’allevamento di falconi che avveniva al suo interno. Nel 1392, Martino I, lo assegnò in feudo, con la contea di Butera, a Ugone Santapau. Il castello passò poi a tutti i successori della famiglia Santapau, finché finì nelle mani di Ambrogio Branciforti, principe di Butera dal 1563. All’inizio dell’800, Caterina Branciforti, principessa di Butera, sposò in seconde nozze l’ufficiale tedesco Giorgio Welling e trasformò il castello in una residenza signorile edificando un’imponente ala rivolta verso il mare. Durante i moti del 1848 il castello fu venduto ad Antonio Chiaramonte Bordonaro il quale fece edificare un nuovo corpo staccato dal castello e disposto parallelamente al mare. Oggi il castello, un edificio unitario ma articolato nei suoi volumi, frutto delle tre fasi costruttive differenti, mostra ancora integra la struttura quattrocentesca aragonese: la corte è aperta su un lato e l’ingresso avviene attraverso un grande portone ad arco. L’interno è arredato con mobili pregiati e uno dei saloni ospita una collezione di trofei di caccia dell’attuale proprietario, il barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro Alliata, che vi abita per certi periodi dell’anno e affitta parti dello stesso a terzi per attività ricettive e di ristoro.

Castello arabo-normanno, Butera: risale all’XI secolo, è stato nel corso dei secoli obiettivo di conquista da parte degli invasori di Sicilia. Originariamente era costituito da quattro o cinque torri agli angoli di un’area fortificata e al suo interno vi era un vasto cortile, con stalle e magazzini. Ruggero il Normanno dovette assediarlo per 26 anni prima di riuscire a conquistarlo. Secondo la tradizione popolare vi era un lunghissimo percorso sotterraneo che collegava il Castello di Butera a quello di Falconara. Nel corso dei secoli il castello ha ricevuto diversi interventi di ristrutturazione, come evidenziato dal torrione e dalle finestre a bifora.

Castello di Pietrarossa, Caltanissetta: sito su un’altura nei pressi di Caltanissetta, il Castello di Pietrarossa fu costruito nel IX secolo. Durante il Medioevo fu un centro strategico e intorno alla fine dell’XI secolo vi fu collocata la tomba della regina Adelasia, nipote del re Ruggero il Normanno. Nel 1378 all’interno del Castello si tenne la riunione delle famiglie nobili più importanti dell’isola e in quell’occasione vennero nominati i quattro vicari che dovevano governare la Sicilia. Nel 1567 una forte scossa di terremoto provocò il crollo del castello di cui rimasero in piedi solo i resti di due torri, ancora visibili. I ruderi del castello vennero poi utilizzati per la costruzione di diverse chiese e monumenti della città. Ai piedi dei ruderi del Castello di Pietrarossa è stato edificato il Cimitero monumentale degli Angeli.

Castello di Sabuci, Delia: il Castello medioevale, comunemente chiamato “Castidrazzu” dagli abitanti del posto, è collocato a circa un chilometro dal paese, nei dintorni della Valle del Salso e in una posizione strategica per gli scambi con l’entroterra siciliano. Il castello di Delia è stato costruito su una serra calcarea e lo sperone roccioso le fa da base naturale. Si articola in quattro livelli non del tutto regolari. Gli scavi archeologici hanno appurato che il sito in cui sorge il castello è stato popolato già nel terzo millennio a.C. Dopo alterne vicende di distruzioni, abbandoni e incendi, nel 1436 Guglielmo Raimondo Moncada ottenne la licenza regia per ricostruirlo; si aprì una fase di maggiore splendore per il castello. Dopo la fondazione di Delia nel 1623 è probabile che il castello, non essendo più frequentato, sia caduto in abbandono e alla fine del XVI secolo appariva già semidistrutto. Nel 1878 conobbe un primo restauro. Ad agosto vi si celebra la suggestiva festa medievale della Bella Castellana.

Castello Vecchio, Mazzarino: è di epoca romano-bizantina e si trova nelle vicinanze del centro abitato. È detto “U Cannuni” probabilmente per via della forma, che si presenta cilindrica. Composto da un’unica torre, l’aspetto attuale fa pensare che in passato ce ne fossero altre tre, a racchiudere sottoterra dei serbatoi utilizzati come granai. Il piano superiore, invece, veniva occupato dai soldati: originariamente, infatti, doveva avere una funzione militare (era circondato da una muraglia esterna), ma nel tempo divenne residenza dei signori locali.

Castello di Grassuliato, Mazzarino: detto “Castiddazzu”, dista circa 6 km dal centro di Mazzarino ed è di origine romana. Intorno alla metà del Millecento venne distrutto, per poi essere ricostruito. Da fuori si notano le mura merlate e le aperture a sesto acuto.

Castello di Mussomeli, Mussomeli: considerato uno dei più belli al mondo, il Castello fu eretto per volere di Manfredi III Chiaramonte nel 1370. Edificato su uno sperone di roccia alto 80 metri a strapiombo sulla campagna sottostante, l’edificio stupisce i visitatori per il connubio perfetto tra natura selvaggia e artifizio edilizio. Il lato a Nord-Est è difeso da alte mura merlate e dentro questo primo recinto si trovano gli edifici residenziali: la cappella, gli alloggi militari e la scuderia oggi semidistrutta. All’interno del Castello troviamo la cosiddetta Sala dei Baroni dove, nel 1391, si tenne la congiura dei baroni siciliani a seguito della quale Andrea Chiaramonte, successore di Manfredi, fu accusato di tradimento e fatto impiccare dal Re. Segnaliamo poi la Sala del camino e la Saletta delle tre donne dove, secondo un’antica leggenda, sono state murate le tre sorelle del barone partito per la guerra e dallo stesso trovate morte di fame al suo ritorno. I lavori per la costruzione del Castello iniziarono nel 1366 quando Manfredi III Chiaramonte ottenne da Federico III la signoria di Castronovo e le terre di Mussomeli. Collocato in un sito di inestimabile valore strategico, l’edificio fu probabilmente costruito su una precedente roccaforte araba. Dopo i Chiaramonte, il castello di Mussomeli passò nelle mani di diverse famiglie (Moncada, de Prades, Castellar, Perapertusa, Ventimiglia e Campo) fino al 1549, anno in cui Don Cesare Lanza prese possesso del Castello e del feudo di Mussomeli e diede inizio a una lunga dinastia che durò oltre quattro secoli. Il Castello venne abitato fino ai primissimi anni del 1600, successivamente venne prima adibito a carcere e poi abbandonato del tutto. Risalgono alla fine del XIX secolo i primi interventi di recupero e restauro dell’importante edificio. Ricordiamo qui infine che il Castello è stato scelto come location per il film La baronessa di Carini con Luca Argentero e Vittoria Puccini mentre una parte consistente del romanzo gotico Rex tremendae maiestatis di Valerio Evangelisti è ambientata nella Mussomeli del XIV secolo e nel suo maestoso Castello.

Castello di Resuttano, Resuttano: detto anche Rahal Sultan, ossia Casale Munito, fu edificato al tempo dell’invasione araba e venne utilizzato dal Conte Ruggero Il Normanno per custodire la refurtiva legata alle razzie che i suoi soldati facevano nel territorio. Del Castello si fa menzione in merito a Federico II l’Aragonese il quale, nel Trecento, colpito da gotta si rifugiò al suo interno cogliendo l’occasione per redigere il suo testamento in favore del figlio Francesco. L’importanza del Castello è legata alla sua posizione sulla valle del fiume Imera, zona strategica di passaggio dalle Madonie all’interno della Sicilia. Della struttura originaria restano oggi solo dei frammenti delle mura di cinta.

  • Castello del Principe Galletti, San Cataldo: palazzo di proprietà dei baroni Galletti, sorge su un promontorio chiamato quartiere Forca. Nel Settecento gli eredi iniziarono la costruzione di un secondo palazzo adiacente a questo, ma l’opera restò incompiuta. Il castello originariamente comprendeva un baglio con grandi appartamenti ed officine al pano terra.
  • Torre dell’Orologio, San Cataldo: concessa da Re Filippo III come edificio di difesa della città, venne abbellita nel Settecento da un orologio in marmo che annuncia le ore battendo su due campane. La struttura è costruita su un’imponente scalinata dalla quale si può godere di una vista spettacolare, è possibile intravedere persino il vulcano Etna.

La Torre civica, Sommatino: è anche detta dell’Orologio, risale al 1845 e rappresenta il patrimonio monumentale del borgo. A base quadrata, alta 28 m, la torre di stile liberty possiede quattro quadranti che indicano rispettivamente l’aurora, il mezzogiorno, la mezzanotte, i quarti d’ora, le ore, secondo il sistema italiano che nel 1877 fu convertito in quello francese. Due imponenti campane scandivano il tempo con i loro rintocchi. Attualmente è possibile ammirare soltanto parte del meccanismo, che è custodito da Ignazio Saccomando, ultimo discendente della storica famiglia dei curatori.

Ialmo Consiglia

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