Identità Scaletta Zanclea

Amministrazione

SINDACO

Dott. Gianfranco Moschella

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Personale – Bilancio e Programmazione Finanziaria – Contenzioso, Proventi e Patrimonio – Tributi e quanto non specificato

Sito istituzionale

www.comunescalettazanclea.it

Domenico Cifalà

Deleghe:

Vice Sindaco – Protezione Civile – Igiene e Sanità – Manutenzione – Arredo Urbano e Verde Pubblico – Efficientamento Energetico

Annalisa Cordaro

Deleghe:

Lavori Pubblici – Urbanistica – Pubblica Istruzione – Cultura – Spettacolo – Servizi Sociali

Giuseppe Meolo

Deleghe:

Lavori Pubblici e Urbanistica – Pubblica Istruzione – Cultura e Spettacolo – Servizi Sociali

Scaletta Zanclea, il Castello inespugnabile

Costruito su un promontorio presumibilmente tra il 1230 ed il 1240, il castello Ruffo è inaccessibile da tre lati: su quello orientale, più praticabile, è stata costruita nel Medioevo la scaletta che congiunge le due frazioni. Il piano nobile ingentilisce la fortezza con le sue finestre a bifora ed ospita il museo civico dove sono esposte testimonianze della storia cittadina e della famiglia Ruffo.

I primi abitanti del luogo furono i Sicani, seguiti dai Greci che sbarcarono nella vicina Messina, allora Zancle, nell’VIII secolo a.C. Furono gli Arabi a fondare il nucleo attuale, come dimostra l’origine del nome. Scaletta è infatti la traduzione letterale del termine arabo ad dargat as sagra (scaletta), a cui è aggiunto zancle (falce). Nel 1154, nel Libro di Ruggero (opera del geografo arabo Idrisi) compare la prima citazione ufficiale dal paese, all’epoca piccolo casale. I Normanni vi si insediarono per la ricchezza idrica del territorio, per la sua posizione protetta dai monti e per il controllo che si poteva esercitare sullo stretto di Messina. Nel 1220 fu occupato da Federico II di Svevia che vi fece costruire un castello intorno al quale si articolò la vita nei secoli successivi. A partire dal 1240 infatti fu feudo di numerose famiglie notabili. Nel 1672 il castello e le terre circostanti furono vendute da Francesco Ventimiglia ad Antonio Ruffo Spadafora. Tra il 1674 ed il 1676 fu teatro della battaglia navale tra la flotta spagnola e quella francese. Nel 1812, con l’abolizione dei vincoli feudali, divenne un libero comune.

L’impianto urbanistico medievale si è conservato, con poche modifiche, fino ad oggi. Ne è un esempio la chiesa di San Nicolò (XV secolo), che esibisce ancora una parte dell’antica cinta muraria a feritoie. La particolarità di questo edificio è la sua posizione a strapiombo su una valle profonda. Nelle frazioni marine si ergono la chiesa di Divieto, quella dedicata alla Madonna del Carmelo (1852) e la residenza barocca dei Ruffo, gli ultimi feudatari.

L’economia è agropastorale; le principali colture sono l’ulivo, gli agrumi, la frutta ed i cereali. Si allevano ovini e caprini. Anche il settore artigianale è ben sviluppato (nasse, barche, ricami), ma la principale risorsa è la pesca; nel passato veniva praticato in zona l’allevamento del baco da seta.

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Sacro e Profano – Santa Maria del Carmelo è la patrona, che si festeggia il 16 luglio.

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Come arrivare

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