Identità San Cataldo

Amministrazione

SINDACO

Gioacchino Comparato

In carica dal 25/10/21

Sito istituzionale

www.comune.san-cataldo.cl.it

San Cataldo, Terra delle solfare

Parco di Mustigarufi: offre un percorso affascinante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. Si tratta di un’area protetta forestale, principalmente costituita da eucalipto, attrezzata con panche e tavoli in legno per il ristoro. Lungo il cammino si notano i resti delle case occupate dai contadini prima del trasferimento in città, e un’antica masseria in pietra bianca dotata, a suo tempo, di un pozzo e di una cappella costruita come luogo di culto per gli agricoltori della zona.

Area Boschiva della Gabbara: tutelato dal WWF, si tratta di un parco naturale ricco di vegetazione e alberi d’alto fusto, utilizzato dalla cittadinanza per gite fuori porta. È presente anche un rifugio, abbellito all’esterno con sculture in pietra. Caratteristica del parco è, senz’altro la zona salmastra dove affiorano in superficie formazioni di vapore e salgemma. Di fianco scorre il fiume Salito; in estate è possibile notare la formazione di conglomerati salini.

Solfara Stincone: è la più antica tra le miniere di zolfo attive nel Settecento nella zona, e tra le meglio conservate. In relazione alla solfara, si ricorda ancora l’incidente del 1899 durante il quale una frana improvvisa causò la morte di tutti gli operai che in quel momento lavoravano nell’area estrattiva.

Solfara Apaforte: scavata intorno ai primi anni del Settecento, possiede l’ingresso più caratteristico tra le discese in miniera. Poco distante si conserva ancora una calcarella, ossia il tipico forno di fusione noto già ai romani.

Parco Avventura Antiche Solfare: è un parco ricco di giochi e percorsi acrobatici, adatto a tutta la famiglia, posto all’interno di un bellissimo scenario naturalistico. Molti anche i corsi didattici e i laboratori per bambini, come quello alla scoperta dei minerali e dello zolfo. All’interno si può usufruire di una zona attrezzata con panche e tavoli per il pranzo.

Toponomastica – Il nome è legato al santo di origine irlandese vissuto nel VII secolo, che giunto in Italia divenne vescovo di Taranto.

Origini –  I primi insediamenti risalgono al V secolo a.C. circa. La città attuale è situata sul sito dell’antico Casale Chaliruni (dal greco scorro lentamente, per la presenza del vicino fiume Salito) originariamente formato da nove feudi (Pirato, Barboraso, Marcato Vallone, Mustigarufi, Palo, Ciuccafa, Caliruni, Dragaito e Mandra di Mezzo). Anticamente San Cataldo faceva parte della contrada di Calascibetta; in seguito il borgo fu annesso alla diocesi ed alla provincia di Girgenti. Nella zona si insediarono prima i Bizantini, seguiti poi dai Normanni. Dopo la ribellione di Giovanni Barresi il casale passò nelle mani della corte e, nel 1300, il re Federico II (III di Trinacria) lo assegnò a Bernardo de Siniscalco. Nello stesso periodo cambiò anche il nome del paese, che divenne Baronia di Fiume Salato per via dell’omonimo fiume. Edificata nel 1607 grazie alla volontà del Principe Nicolò Galletti che ne richiese la licentia aedificandi al Re Filippo III di Sicilia, cambiò denominazione in onore di San Cataldo, vescovo di Taranto, venerato per tradizione dalla famiglia Galletti.

San Cataldo contemporanea – Dopo essere appartenuto da sempre alla provincia di Agrigento (allora Girgenti), dal 1818 il comune entrò a far parte del distretto di Caltanissetta; a cavallo tra il 1820 ed il 1821, poi, gli abitanti parteciparono attivamente ai moti popolari contro il movimento antiborbonico, contrariamente ai nisseni che non solo non aderirono, ma si opposero ai sancataldesi entrando direttamente in guerra con loro. Nel 1865, per volere del re Vittorio Emanuele II, al comune fu assegnato infine il titolo di Città. Nel tempo, San Cataldo ha subito numerosi rimaneggiamenti, è un centro a costruzione prevalentemente moderna, con poche testimonianze del proprio passato nobiliare, ad eccezione di qualche luogo di culto ed alcuni palazzi storici.

Centro storico –  San Cataldo, un tempo più estesa rispetto ad oggi, conserva tuttavia importanti testimonianze del passato, legato soprattutto alla vocazione religiosa di un buon numero di suoi abitanti.

Architettura Religiosa

  • Chiesa Madre: edificata nel 1633, venne dedicata originariamente alla Natività di Maria Santissima. Ben presto la struttura diede segni di cedimento; dei crolli costrinsero la famiglia del marchese Galletti a ricostruire l’edificio e nel contempo ad ampliarlo, poiché ritenuto insufficiente ad accogliere una popolazione all’epoca in continua crescita. In quell’occasione venne dedicata al culto all’Immacolata Concezione anche se, della Natività di Maria, si conserva il ricordo mediante un quadro posto sull’altare maggiore. La facciata presenta due ordini diversi di colonne; l’interno a tre navate si arricchisce di una cupola centrale e volta a botte. La struttura custodisce due cappelle, una dedicata al Santissimo Sacramento e l’altra al Patrono San Cataldo, nonché un organo del Settecento realizzato da Michele Andronico da Palermo. Tra le opere degne di nota, sicuramente il crocifisso in avorio e la statua raffigurante San Cataldo, decorata in argento e con croce dorata gemmata.
  • Chiesa di San Antonio Abate: è dedicata al culto della Madonna del Carmelo. Ebbe un’edificazione tormentata, con lavori interrotti più volte fino alla demolizione ad opera degli eredi dell’arciprete Amico, i quali al suo posto costruirono dei mulini (centimoli). Ai primi del Novecento il sacerdote Cataldo Mistretta la ricostruì intitolandola al Santo protettore degli animali, ma dedicandone il culto alla Madonna Addolorata. La chiesa presenta un prospetto molto semplice, priva di particolari decori ed un interno ad unica navata.
  • Chiesa di San Giuseppe: la prima costruzione risale al 1600, ma fu oggetto di ampliamenti e ricostruzioni fino a metà del Settecento. L’interno è a tre navate, ognuna anticipata da un grande portone d’ingresso. Molto belli gli stucchi che decorano la navata centrale, ad opera di Filippo e Ferdinando Rini, e gli affreschi di Emanuele Catanese.
  • Chiesa di San Francesco D’Assisi, ex Chiesa dei Cappuccini: venne edificata nel Settecento grazie alla volontà del Principe Giuseppe Galletti. Al suo interno sono presenti quattro altari laterali ed uno centrale, attribuibile a Felice da Sambuca e decorato con rappresentazioni dei quattro evangelisti e degli arcangeli. In uno degli altari laterali è custodita la statua della Madonna dell’Assunta, venerata in processione il 15 Agosto.
  • Chiesa di Santo Stefano: eretta nel 1725 e ricostruita nel 1795, custodisce una cappella dedicata a Maria Addolorata e un’altra dedicata alla venerazione del Crocifisso voluta nel 1845 da Rosario Pirrelli (è chiamato per questo il Crocifisso dei Pirrelli). I dipinti sono opera dei pittori locali Raimondo e Michele Butera.

Architettura Civile

  • Complesso Monumentale del Calvario: è il luogo dove si svolgono le rappresentazioni nel periodo pasquale, in particolar modo la Scinnenza, ossia la crocifissione del Cristo. Dotato di una notevole presenza scenografica, grazie alla sua maestosa scalinata, si presta a spettacoli estivi, festival e recite di ogni genere. È stato costruito nell’Ottocento, ma nel XXI secolo la ristrutturazione lo ha arricchito di bassorilievi in ceramica di Faenza che raffigurano la via Crucis.
  • Castello del Principe Galletti: palazzo di proprietà dei baroni Galletti, sorge su un promontorio chiamato quartiere Forca. Nel Settecento gli eredi iniziarono la costruzione di un secondo palazzo adiacente a questo, ma l’opera restò incompiuta. Il castello originariamente comprendeva un baglio con grandi appartamenti ed officine al pano terra.
  • Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale: si tratta di un imponente obelisco sovrastato da un’aquila in bronzo. Nella parte bassa è scolpito un uomo con le braccia alzate al cielo a simboleggiare l’offerta dei caduti in guerra a Dio. Costruito nel 1925, originariamente comprendeva anche la raffigurazione in bronzo della dea Atena con la Nike sul suo braccio destro, ma l’opera venne distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.
  • Torri dell’Orologio: concessa da Re Filippo III come edificio di difesa della città, venne abbellita nel Settecento da un orologio in marmo che annuncia le ore battendo su due campane. La struttura è costruita su un’imponente scalinata dalla quale si può godere di una vista spettacolare, è possibile intravedere persino il vulcano Etna.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa del Signore dei Mestieri; Chiesa della Madonna della Catena; Chiesa della Mercede; Municipio; Monumento ai Marinai; Torre civica del Cristo Re; Torre del SS. Rosario.

Siti Archeologici        

Sito archeologico di Monte Vassallaggi: si erge su delle collinette, tra il fiume Salso e il Platani. Venne frequentato già nell’antica Età del Bronzo, come testimoniano i resti del villaggio Motyon, con le sue ceramiche rosse a motivi geometrici, e la necropoli di grotte incastonate nella roccia. La zona venne abbandonata durante tutta la tarda Età del Bronzo, per poi essere ripopolata nell’Età del Ferro; di quest’ultimo periodo sono, infatti, i sarcofagi in ceramica, gli strumenti di guerra e le ceramiche ritrovati durante gli scavi. Sul sito si nota anche la presenza di tracce cristiane grazie ai resti delle tombe riportate alla luce. La visita del sito si sviluppa su tre percorsi molto interessanti non solo dal punto di vista archeologico, ma anche da quello naturalistico, con un paesaggio ricco di vegetazione e di scorci ameni.

Nel XIX secolo l’agricoltura costituiva l’unica fonte di sostentamento per gli abitanti. Lo sviluppo economico della città è stato invece legato nel Novecento alle attività di estrazione dello zolfo, come testimoniano le antiche solfare della zona. Negli anni Cinquanta San Cataldo era la prima città d’Italia per l’estrazione di salgemma e di sali potassici. Oggi tale settore è quasi del tutto scomparso ad eccezione di piccole e rare realtà. Anche l’agricoltura, concentrata in particolare sulla produzione di olio, uva, frutta secca e cereali, settore trainante fino a non molto tempo addietro, ha subito una profonda crisi, nonostante il clima mite e la fertilità del territorio ben si prestino a colture di ogni genere ed all’allevamento. Per quanto concerne l’artigianato, risulta degna di nota la produzione di pizzi e merletti all’uncinetto.

Evoluzione demografica – La città ha visto negli anni un discreto incremento demografico. Nel 1723 il paese non registrava più di mille abitanti, ma grazie al flusso migratorio, proveniente dai paesi limitrofi, si popolò fino a raggiungere oltre le ventimila unità nei primi anni del Novecento, parte del merito è certamente da attribuire al trainante settore dell’economia estrattiva delle solfare.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a San Cataldo al 1° gennaio 2016 sono 718 e rappresentano il 3,1% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 36,6% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Pakistan (21,3%) e dal Marocco (13,4%).

Musei – Museo Etno-antropologico, Ex Mattatoio – quartiere Cristo Re. Area espositiva di attrezzature e macchinari agricoli utilizzati nei secoli scorsi dai contadini del luogo. L’area si presta, spesso, anche a mostre permanenti sul tema e all’allestimento di stand per la vendita di prodotti tipici locali.

Biblioteche – Biblioteca Comunale B. Giuliana, Corso Vittorio Emanuele n.95Fu costruita intorno agli anni Settanta, prevede un’ampia zona di consultazione ed una sala multimediale. Biblioteca Don Bosco, sita in Via S.M. Mazzarello n. 5

Teatri – Cine/teatro Marconi. Via Caltanissetta n. 10

Cinema – Da citare, Donne (Emanuele Imbucci – 2016) Miniserie per la tv, Episodio Ines.

Sacro e Profano – Festa di Gesù Bambino, l’1 Gennaio. La statua del Bambinello viene condotta fuori dalla Chiesa Madre e portata in processione subito dopo la funzione religiosa della sera del primo giorno dell’anno, accompagnata dalla banda musicale del paese e dai devoti in festa. Caratteristica dell’occasione è l’usanza di far portare al braccio del Bambin Gesù il cucciddatu, ossia il tipico dolce locale delle feste natalizie, ripieno di frutta secca e marmellata. Festa di San Antonio Abate, 14 – 17 Gennaio. Tradizionale festa cristiana con processioni, celebrazioni religiose, bande musicali e incontri con i fedeli. Caratteristica è la benedizione in piazza degli animali e dei mezzi agricoli, di cui il santo è considerato il Protettore. Festa di Don Bosco, il 31 Gennaio. Il Santo viene portato in processione dai fedeli dalla Chiesa Madre all’oratorio dei Salesiani, dove si riuniscono i giovani delle scuole cittadine per gli incontri religiosi con il vescovo. Festa di San Giuseppe, il 19 Marzo. La giornata prevede celebrazioni religiose in onore del Santo e la processione per le vie del centro storico della Statua donata dal Principe Galletti alla Chiesa. Tradizionale è la Tavulata di San Giuseppe, ossia una tavola imbandita con prodotti locali e offerta agli indigenti della città. Durante il periodo delle festività pasquali,  a San Cataldo si ripropongono le tradizioni popolari della Passione e Resurrezione del Cristo. Già il mercoledì prima di Pasqua si assiste al corteo storico, composto da cittadini in costumi d’epoca accompagnati da cavalli e bande musicali. Gesù viene rappresentato nell’atto di trascinare la croce sino al Calvario, dove si mette in scena l’impiccagione di Giuda. Il giovedì Santo è la volta dell’Addolorata e di San Giovanni, che vengono portati a spalla dai fedeli in tutte le chiese a simulare la ricerca di Cristo da parte della Madonna. Il corteo si conclude in Chiesa Madre con il ritrovamento del figlio morto da parte dell’Addolorata. Le porte della matrice vengono chiuse d’impeto e la banda del paese intona il pianto di Maria. Il venerdì Santo, intorno all’alba, si volge la processione del Cristo verso il Calvario, dove viene posizionato in adorazione per tutto il giorno. Nella stessa giornata sono molto significative la Processione dei Misteri e la Scinnenza, ossia la rappresentazione della Crocifissione del Cristo. La domenica di Pasqua la città viene svegliata dallo scampanio delle campane in festa ad annunciare la Resurrezione, e si assiste al corteo dei Sampauluna, enormi statue ottocentesche in cartapesta raffiguranti gli Apostoli che vanno incontro al Cristo. Festa di San Cataldo, il 10 Maggio. Il Santo protettore viene festeggiato solennemente mediante una processione per le vie cittadine, adornato con un fascio di grano posto tra le mani, simbolo di abbondanza e di protezione del raccolto per l’anno successivo. Ad accompagnare la festa, musiche e spettacoli pirotecnici. Festa della ciambella, il 21 Maggio. Nel piccolo quartiere di Santa Rita si svolge la degustazione di questo prodotto da forno, oltre ai tradizionali prodotti locali. Durante la sagra sono previsti anche spettacoli danzanti e musicali. Festa della Madonna del Carmelo, il 16 Luglio. Celebrazione della Santa Messa nella piazza adiacente la chiesa, con spettacoli musicali e giochi pirotecnici. Festa della Madonna Assunta, il 15 Agosto. La festa si celebra presso la chiesa di San Francesco ed ha origini settecentesche. Il 14 agosto si odono per tutta la notte le litanie alla Vergine e il giorno di Ferragosto lo scampanio delle campane e ventuno colpi di cannone sparati di buon mattino annunciano l’inizio delle celebrazioni. Molto partecipata la processione della statua della Madonna accompagnata dai colorati fuochi d’artificio. Sagra della Spincia ad Agosto. Degustazioni della spincia, tradizionale dolce povero della tradizione, fritto e dolcificato con il miele. Sagra dell’arancina, il 4 Settembre. Festa enogastronomica di degustazione di uno dei prodotti più conosciuti della tradizione siciliana. L’arancina è la protagonista di questa sagra di paese, declinata in tante varianti salate e dolci. La giornata è accompagnata da spettacoli musicali e bancarelle di artigianato locale. Percorsi di Paisi, 3 – 4 Settembre. La manifestazione mira a far conoscere i percorsi paesaggistici e artistico-culturali più interessanti della città. Si organizzano, per l’occasione, passeggiate accompagnate da guide turistiche e spettacoli in piazza. Tipica è la Corrida dei SancataldesiFesta del Santissimo Crocefisso, la seconda Domenica di OttobreTradizionale processione religiosa del simulacro per le vie cittadine e occasione della fera ranni, fiera di vendita di prodotti locali artigianali. Natale, 16 – 25 Dicembre. Molte le celebrazioni durante il periodo natalizio, dalle novene ai canti popolari, al presepe vivente, occasione per rivivere la tradizione delle solfare. Tutto il centro storico della città è investito da una bella atmosfera fatta di cantastorie, spettacoli teatrali di rappresentazione della Natività, mercatini e stand di prodotti artigianali ed enogastronomici. Da visitare il presepe di origine settecentesca all’interno della Casa di Sant’Angela Merici. Presepe Monumentale, 26 Dicembre – 08 Gennaio. Una vera e propria ricostruzione dell’ambiente della natività, con pozzi, torrenti d’acqua ed elementi della tradizione contadina, quale la straula, un antichissimo carro agricolo. Il percorso è strutturato su più livelli, arricchito con statue artigianali e veri animali degli allevamenti della zona.

Molto ricca la tradizione di dolci, tra i quali predominano la spincia, frittella al miele in onore della quale si svolge anche una sagra nel mese di Agosto, e la ciambella sancataldese, impastata con il grano di maiorca e la cui antichissima ricetta viene tramandata di generazione in generazione. Dalla tradizione deriva anche la preparazione del Cucciddatu o Buccellato, un impasto a forma di anello ripieno di marmellata e fichi che si prepara nel periodo natalizio e si dona al Bambin Gesù il primo giorno dell’anno nuovo. Per la festa di Santa Lucia è tipica la preparazione della cuccia, una zuppa di grano e ceci, mentre il giorno di San Martino il vino novello viene accompagnato dai muffulitti, panini tondi aromatizzati ai semi di finocchio e insaporiti con il miele. Buonissimi, infine, i savoiardi di San Cataldo, dolci biscotti da inzuppo per la colazione.

  • Pietro Galletti (1664 – 1757), Vescovo. Nato nella nobile famiglia Galletti che fondò la città, dopo l’ordinazione sacerdotale venne nominato rettore del Sant’Uffizio per l’Inquisizione in Sicilia. Nel 1723 Papa Innocenzo XIII lo nominò Vescovo di Patti per poi passare, nel 1729, all’arcivescovato di Catania, città che gli dedicò un monumento sepolcrale ancora oggi visitabile presso la Cattedrale.
  • Raimondo Butera (1786 – 1842), Pittore. Intraprese gli studi artistici a Palermo, ma di lui non si possiedono una gran quantità di opere. Tra tutte spiccano sicuramente l’Assunzione della Vergine conservata nella Chiesa Madre di Villarosa in provincia di Enna, e la Madonna che intercede presso la Trinità per le anime del purgatorio, da ammirare presso la Chiesa di Santo Stefano a San Cataldo.
  • Luigi Giamporcaro (1789 – 1854), Vescovo. Figlio di ricchi possidenti, dopo essere stato investito del ruolo sacerdotale resse la Chiesa Madre della città dal 1830 al 1843. Venne nominato Vescovo di Lacedonia da Papa Grgorio XVI che poi, viste le sue grandi doti di reggenza, lo trasferì a Monopoli. Morì all’età di sessantasei anni.
  • Giuseppe Amico Medico ( 1806 – 1886), Politico. Laureato in legge, si dedicò alla vita politica sia al Parlamento Siciliano che alla direzione della provincia di Caltanissetta. Molte le sue pubblicazioni, tra le quali un trattato su San Cataldo del 1860 dal titolo La Comune di San Cataldo.
  • Alberto Vassallo di Torregrossa (1865 – 1959), Arcivescovo. Discendente dei baroni di Torregrossa, studiò presso il Seminario di Catania e il Collegio San Michele di Acireale. Fu il fondatore della Compagnia delle Orsoline di Sant’Angela Merici di San Cataldo e ben presto entrò a far parte degli ambienti vaticani prima come apprendista nella segreteria di Stato e poi come cameriere segreto di Papa Leone XIII. Dopo essere stato Nunzio Apostolico a Monaco di Baviera e a Bogotà, Papa Benedetto XIV lo nominò nuovamente nel 1925 Nunzio Apostolico di Monaco di Baviera, nomina che lo portò a vari incontri con Hitler che abrogò la nunziatura apostolica nel 1936. Questa fu l’occasione per rientrare in Italia e ritirarsi nel proprio paese natale.
  • Ernesto Cataldo Vassallo (1875 – 1940). Politico e giornalista. Pur avendo conseguito la laurea in giurisprudenza, dedicò la sua carriera al giornalismo collaborando con il Corriere d’Italia e L’Avvenire. Durante la Grande Guerra si avvicinò al pensiero di Sturzo entrando a far parte del Partito Popolare fondato dal politico calatino. Fu sottosegretario agli Esteri sotto il primo governo Mussolini, e nel 1923 venne espulso dal Partito di Sturzo perché a favore della Legge Acerbo. Ebbe un importante ruolo nella costruzione della diga di Disueri e nel piano di bonifica della piana di Gela.
  • Marianna Amico Roxas (1883 – 1947), Venerabile della Chiesa. Figlia di uno tra i più importanti proprietari di solfare della provincia, è la fondatrice della Compagnia di Sant’Orsola legata al culto di Sant’Angela Merici. La famiglia le vietò di entrare nell’ordine delle suore bocconiste, quindi si consacrò come suora laica dedicandosi ai più bisognosi e disadattati della società. Il suo corpo è conservato presso la Chiesa Madre della città. Il processo di beatificazione, iniziato nel 1988, è ancora in atto.
  • Luigi Cammarata (1885 -1950), Vescovo. Figlio di proprietari terrieri, frequentò gli studi presso il seminario di Acireale per poi acquisire il diploma di laurea in Teologia all’Università Sant’Apollinare di Roma. Dopo essere stato cappellano militare durante la Grande Guerra, divenne, nel 1922, rettore del Seminario di Nicastro in Calabria. Fu nominato Monsignore durante il papato di Pio XI per poi essere investito della carica di Vescovo di Cesarea di Mauritania da Pio XII, sede ormai soppressa.
  • Augusto Ferdinando Falzone (1886 – 1965), Interprete e studioso. Di impostazione classica, si dedicò alla studio delle lingue straniere lavorando inizialmente per una ditta di import-export e poi diventando interprete  presso la Corte Generale di New York.
  • Giuseppe Messina (1893 – 1951), Storico delle religioni. Membro della Compagnia di Gesù, fu vicino, tanto da diventarne l’unico allievo italiano, dell’orientalista tedesco Josef Markwart. Tra le sue pubblicazioni si ricordano L’origine dei Magi del 1930 e Il Cristianesimo, Buddhismo e Manicheismo nell’Asia antica pubblicato negli anni Cinquanta.
  • Giuseppe Alessi (1905 – 2009), Politico. Giovane avvocato nel Partito Popolare Italiano, fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana in Sicilia. Nel 1943 fu membro del Comitato di Liberazione Nazionale nella provincia di Caltanissetta e di quello regionale. Assunse il ruolo di Presidente della Regione per due mandati, dal 1947 al 1949 e dal 1955 al 1956. Nel 1963 fu senatore per la Democrazia Cristiana e dal 1968 al 1972 Onorevole alla Camera dei Deputati. Tra gli altri ruoli ricoperti durante la sua lunga carriera, assunse per un periodo anche quello della presidenza dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Negli anni Novanta intraprese la linea difensiva del senatore a vita Giulio Andreotti accusato di partecipazione mafiosa.
  • Giuliana Bernardino (1935 – 1999), Poeta e Attore. Frequentò l’Accademia di teatro di Roma stringendo amicizia, tra gli altri, con Leonardo Sciascia, Vittorio Gassman e Renato Guttuso. È stato interprete di molti brani di poesia siciliana conducendo insieme alla Rigano, per la televisione di Stato, una trasmissione a puntate sulle tradizioni e usi e costumi della provincia nissena.  Due i premi letterari ricevuti: il Premio Fardella nel 1967 e il Premio alla Cultura Teatro in Sicilia nel 1975.
  • Nicolò Asaro (1920 – 1973), Politico. Di famiglia benestante, dopo la laurea intraprese l’insegnamento della matematica nelle scuole fino alla sua elezione in Senato nelle liste del Partito Socialista Italiano, dal 1963 al 1968. A fine mandato continuò la sua carriera politica come consigliere per il comune di San Cataldo.
  • Francesco Pignatone (1923 – 2006), Politico. Nel 1948, in giovanissima età, fu deputato alla Camera per il collegio Sicilia Occidentale in Commissione Belle Arti. Nel 1953, confermato il suo mandato, fu inserito in quella Lavori Pubblici. Negli anni Sessanta, dopo un breve distacco dalla Democrazia Cristiana, assunse il ruolo di presidente  dell’Ente per la Riforma Agraria in Sicilia (ERAS) prima, e dopo, per lungo periodo, dell’Ente Siciliano per la promozione industriale (ESPI).
  • Salvatore Galletti (1923 – 2010), Pittore e Scrittore. Durante la prigionia politica in Algeria, nel 1943, iniziò ad avvicinarsi alla pittura con le prime tele ad olio che ritraevano paesaggi tipici della campagna inglese. Rientrato in Italia, nel 1946, si dedicò all’insegnamento appassionandosi di poesia e letteratura, in particolare dello studio del Decamerone di Boccaccio, al quale dedicò anche un pubblicazione dal titolo Patologia al Decameron,che ebbe un notevole successo soprattutto nelle università americane (che lo utilizzano ancora oggi come linea guida per la comprensione delle dinamiche e ragioni emotive e psicologiche alla base della nascita dell’opera dello scrittore fiorentino). Trasferitosi a Serradifalco, intraprese uno studio sulla realtà locale e le sue tradizioni, che poi trasferì in una collana di libri dal titolo Vita e Cultura Serradifalchese, nonché nelle opere pittoriche del periodo che avevano come oggetto i luoghi e le persone della città. Uno dei testi più noti della raccolta è intitolato Surfaru e Surfarara, un saggio sulla vita faticosa svolta dagli operai delle miniere di zolfo che hanno dato benessere economico al territorio in cambio di enormi sacrifici e sofferenze.
  • Raimondo Luigi Bruno Maira (1946), Politico. Detto Rudy, già sindaco di Caltanissetta, diventa deputato alla Camera e poi all’Assemblea Regionale. Viene processato per il reato di associazione mafiosa ma ne esce assolto nel 2003. Nel 2008 si avvicina all’UDC e diventa Presidente della Commissione Regionale Antimafia.
  • Salvatore Maira (1947), Regista. La sua carriera cinematografica inizia con la regia di uno sceneggiato giallo per la televisione di Stato. Nel 2007, alla Mostra del Cinema di Venezia, l’attrice Valeria Solarino è stata vincitrice del Premio Pasinetti con la sua opera Valzer.
  • Cataldo Naro (1951 – 2006). Arcivescovo di Monreale. Dopo gli studi presso il seminario di Caltanissetta, assunse diversi ruoli di spicco presso le istituzioni ecclesiastiche. Fu difatti, direttore dell’Archivio Storico Diocesano e preside della Facoltà Teologica di Palermo. Fino al 2002 fu consigliere nel progetto CEI e fino al 2004 membro nel consiglio di amministrazione dell’Avvenire. Importante da ricordare il suo impegno per la legalità: nel 2005 intraprese, presso la diocesi di Monreale la diffusione di un percorso pastorale come opposizione alla criminalità organizzata e indirizzo della comunità verso la legalità, progetto che lo vide insignito, dopo la sua morte, del premio Obiettivo Legalità da parte dell’Osservatorio Romano. Il suo sepolcro si trova all’interno della Chiesa Madre di San Cataldo.
  • Leonardo Messina (1955), Collaboratore di giustizia. Detto Narduzzo, è stato per molti anni esponente di Cosa Nostra prima di convertirsi alla giustizia e collaborare, dal 1992, con il giudice antimafia Paolo Borsellino. Grazie alla sue dichiarazioni il giudice palermitano iniziò a lavorare all’Operazione Leopardo che permise l’arresto, dopo l’attentato del giudice, di oltre duecento esponenti della criminalità organizzata. Il Messina fu tra i primi a fare il nome dell’onorevole Andreotti  come esponente della mafia siciliana.
  • Alfredo Ormando (1958 – 1998), Scrittore. Figlio di umili contadini dovette ben presto abbandonare la sua terra e la sua famiglia perché il suo orientamento sessuale non era ben accetto in una Sicilia dalla mentalità ancora chiusa. Trovò la morte dandosi fuoco durante una manifestazione di protesta contro la rigidità della Chiesa cattolica nei confronti del mondo omosessuale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo L’escluso, Sotto il cielo di Urano, Epigrammi priaprei e non e Aforismi (quest’ultimo edito nel 1998).
  • Alessandro Pagano (1959), Politico. Più volte eletto all’Assemblea Regionale Siciliana, è stato Assessore alla Sanità per un biennio. Deputato alla Camera con il Popolo della Libertà, lascia il partito nel 2016 entrando a far parte della Lega Nord – Movimento Noi con Salvini.
  • Massimiliano Di Franco (1978), Sportivo. Pallavolista della Nazionale Italiana, inizia ad allenarsi molto presto entrando a far parte di una squadra di volley già all’età di quindici anni. Ha giocato in diversi club italiani e nella stagione 2003/2004 è stato proclamato miglior muro della serie A1 italiana.
  • Mirco Scarantino (1995), Atleta. Sollevatore di pesi, due volte medaglia d’oro nei campionati europei del 2016 e del 2017.

Come arrivare

In auto da Catania è possibile raggiungere San Cataldo imboccando la A19 in direzione della Strada Statale 640 a Villarosa, poi prendere l’uscita per Caltanissetta da A19, continuare sulla Strada Statale 640 e percorrere la Strada Statale 122bis/SS122 Bis; da Palermo bisogna imboccare la E90, A19 e E932 in direzione della Strada Statale 640 a Villarosa, poi prendere l’uscita Caltanissetta da A19/E932, continuare sulla Strada Statale 640 e percorrere la Strada Statale 122bis/SS122 Bis. L’aeroporto più vicino è quello di Catania – “Fontanarossa”, che dista dalla città circa 113 Km. Per quanto riguarda gli spostamenti in treno, San Cataldo è servita da una stazione ferroviaria. In autobus è possibile raggiungere la città servendosi della Belvedere Trasporti e della Sais.

Mobilità urbana – Il servizio di trasporto urbano è gestito dalla Belvedere Trasporti.

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