Identità Riesi

Amministrazione

SINDACO

Chiantia Salvatore

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Lavori Pubblici -Personale

Sito istituzionale

www.comune.riesi.cl.it

Rosa Pilato

Deleghe:

Vice Sindaco – Politiche Sociali e Culturali – Pubblica Istruzione

Franco La Cagnina

Deleghe:

Polizia Municipale – Servici Cimiteriali – Sport – Turismo – Spettacolo – Sviluppo Economico

Raffaele Calcagno

Deleghe:

Tributi – Agricoltura – Protezione Civile – Trasparenza

Elio Angilella

Deleghe:

Territorio – Ambiente – Verde Pubblico

Riesi, dalla Repubblica ai pupi di zucchero

Miniera Trabia-Trallarita: è uno tra i più grandi siti minerari dell’Isola sulla vallata del fiume Imera, costituito dalla miniera Trabia sul versante di destra e da quella Tallarita sul versante di sinistra. Le due miniere soppiantarono le precedenti, la Solfara Grande e la Solfara Sofia già attive nel Settecento. Inizialmente erano alimentate a vapore, fino a quando, a fine Ottocento, l’imprenditore Nuvolari, zio del famoso pilota automobilistico, vi introdusse l’elettricità; nel 1909, difatti, era già attiva nelle miniere la famosa Centrale Palladio, oggi sede del museo delle solfare. Purtroppo la visita, non permette di visionare da vicino le parti più interessanti della zona, quali le gallerie, lo stabilimento di lavorazione ed i pozzi, ma lo scenario rurale del paesaggio, tipicamente siciliano, è comunque degno di nota.

Miniera Principessina: adiacente al complesso minerario Trabia-Tallarita, questa miniera è osservabile solo da lontano. Di essa restano soltanto alcune strutture e le gallerie sotterranee.

Toponomastica – Il nome Riesi, che in latino medievale era Riesum, deriva forse da Raesisu, un nome personale latino (probabilmente legato ad un proprietario terriero). Difficile, tuttavia, avere certezze in merito. Potrebbe anche essere legato a Rahal-Met, che è il nome attribuito al luogo dagli arabi (lo considerarono un Casale Abbandonato).

Pare che a Riesi vi fossero diverse sette protestanti, e per questo gli abitanti di Riesi venivano chiamati anche “bruciamadonne”.

Origini – La storia di Riesi è molto antica e fitta di eventi: i primi insediamenti risalgono a circa 3.000 anni prima di Cristo. In seguito fu abitata da Sicani e Siculi, come testimoniano i sepolcri e i loculi rinvenuti in contrada Costa di Mandorle. Successivamente giunsero i greci (da Akragas), quindi i romani, i bizantini, gli arabi e i normanni. Con la spartizione della Sicilia, da parte di questi ultimi, ai cavalieri distintisi in battaglia, Riesi divenne feudo passando di mano in mano: inizialmente fu soprattutto appannaggio della famiglia Ventimiglia, rimanendo però un piccolo borgo di contadini soggetto spesso agli assalti dei briganti per l’assenza di un castello che ne prendesse le difese. Arrivò a spopolarsi completamente per circa un secolo, fino a quando non fu donato a Pietro Altariva che, dalla Spagna, decise di farlo ripopolare per usufruire dei privilegi che derivavano dall’applicazione della licentia populandi (avrebbe dovuto farvi insediare più di ottanta famiglie). Fece gestire il feudo prima da Pietro Gil e poi da Cristoforo Benenati, e grazie a quest’ultimo nel 1647 la licentia populandi divenne esecutiva; il vecchio insediamento in quell’occasione venne spostato in quanto troppo vicino alla palude. Due anni dopo la proprietà passo a Beatrice, figlia di Pietro Altariva, e il nome del feudo divenne Altariva per volere di lei. Il nome rimase tale fino al 1700, quando riacquisì la vecchia denominazione. Dal 1714 al 1777 divenne demanio, per poi passare sotto il baronato dei Gonzaga, fino alla caduta del feudalesimo in Sicilia (1812).

Riesi contemporanea – I riesini parteciparono ai diversi moti ottocenteschi, e sempre nell’Ottocento dovettero fare i conti con malattie e carestie, al punto da dover far fronte alla povertà con l’istituzione, nel 1886, del monte frumentario (per i contadini più indigenti). Il 1914, poi, fu un anno singolare: alcuni fanatici diedero vita alla Repubblica di Riesi, che durò però pochi giorni. Cinque anni dopo alcuni contadini si ribellarono ai soprusi rivendicando la terra, ma la ribellione fini con la morte di 12 di loro. Negli anni Sessanta, a far fronte alla perdurante povertà, pensò la chiesa Valdese, ancora oggi presente. Riesi è un piccolo comune siciliano che vive di agricoltura e tenta di affrancarsi da un passato difficile, che nel 2006 ha visto sciolto il comune per mafia, per intervento dell’allora presidente della Repubblica Napolitano.

Centro storico –  Il passeggio di Riesi è la via Principe Umberto, ma il luogo di ritrovo vero e proprio è la piazza Garibaldi, completamente ristrutturata nel 2013.

Architettura Religiosa

  • Chiesa della Madonna Santissima della Catena: è la chiesa Madre della città, fu edificata nel Settecento. Di fattura molto semplice, presenta nella facciata lo stemma di Don Bartolomeo Moncajo. Interessante, al suo interno, la Cappella del Santissimo Crocifisso, che custodisce un antico crocifisso in legno del Seicento.
  • Chiesa del Santissimo Crocifisso: costruita nel 1700, presenta una facciata lineare e delle scale sull’ingresso. Degno di nota, al suo interno, il Crocifisso Nero datato intorno al Seicento, di autore sconosciuto. Custodisce, inoltre, le statue condotte in processione durante la Settimana Santa ed una scultura della Via Crucis realizzata dal maestro Gallo negli anni Settanta.
  • Chiesa Maria Santissima del Rosario: caratteristica è la facciata in stile barocco accostata al campanile in stile arabeggiante. L’interno è a navata unica con il tetto a cassettoni, e custodisce un quadro raffigurante la Madonna del Rosario e la statua della Vergine utilizzata durante le funzioni pasquali.
  • Chiesa di San Giuseppe: nel 1820 un ricco proprietario terriero, don Rocco Correnti, nel suo testamento, lasciò disposizioni per la costruzione della Chiesa che andava a soppiantare la piccola cappella rurale dedita al Santo, già presente. Nel 1836 i lavori vennero ultimati, ma ben presto la chiesa andò in rovina e venne chiusa. Con l’avvento dei Salesiani si riaprirono le porte dell’edificio. Al suo interno, degna di nota la scultura dedicata al Patriarca, da menzionare anche quella dell’Immacolata. Entrambe sono state realizzate in legno. È presente un unico affresco, sull’altare maggiore: lo Sposalizio di Maria Vergine e Giuseppe, di ignota fattura.
  • Chiesa di San Giovanni Bosco: di recente costruzione, è in stile moderno. Affiancata da un campanile, presenta la suo interno un’unica scultura antica, posta sull’altare maggiore, ovvero il SS. Crocifisso.

Architettura Civile

  • Villaggio Monte degli Ulivi. È una struttura costruita negli anni Sessanta dall’architetto Leonardo Ricci su commissione della Chiesa Valdese che, in quel periodo, registrava tra i suoi seguaci più della metà della popolazione locale. Edificato per volontà del pastore valdese Tullio Vinay, il complesso è stato considerato uno tra i più belli dell’architettura del Novecento e ospita al suo interno due scuole, un centro agricolo e un alloggio per forestieri.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale: Chiesa Evangelico-Valdese; Cappella della Madonna della Catena.

Siti Archeologici

Contrada Costa di Mandorle: sulla strada delle Zolfare si scorgono, incastonate nella roccia, un centinaio di piccole tombe molto vicine l’una all’altra. Si tratta di una necropoli datata probabilmente intorno al VII secolo a.C., in età siculo-sicana, come è possibile dedurre dalla struttura delle camere mortuarie che, in quel periodo, erano create per contenere tutto il nucleo familiare con i corpi poggiati alle pareti, così da ricreare una sorta di  focolare domestico.

L’economia della città per secoli si è basata sull’estrazione dello zolfo dalle miniere, fino a quando i competitori americani mandarono in rovina il settore. Ai giorni nostri la componente economica della città è prettamente agricola, soprattutto per quel che riguarda la coltivazione del frumento, delle mandorle, delle olive e degli alberi da frutto, in primis le pesche. Anche la produzione vitivinicola è degna di nota: Riesi, infatti, produce vino di denominazione d’origine controllata in tante qualità, dal rosso al bianco allo spumante. Sviluppato anche il settore degli allevamenti ovini e bovini.

Evoluzione demografica – Fra il XIX e il XX secolo diversi riesini abbandonarono il paese in cerca di fortuna nelle Americhe (Stati Uniti e Argentina in particolare) o in Australia. Negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale la popolazione del comune raggiunse il suo picco più alto con 20.406 unità. Nel Secondo dopoguerra tuttavia numerosi abitanti lasciarono la cittadina per recarsi nelle grandi città del nord Italia in cerca di occupazione presso le nascenti fabbriche. Negli ultimi tempi, nel comune è in atto una forte crescita di cittadini extracomunitari.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Riesi al 1° gennaio 2016 sono 409 e rappresentano il 3,5% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con l’80% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Ucraina (3,7%).

Musei – Museo delle Solfare di Trabia Tallarita, SS. 190. Si trova nell’edificio Palladio, ex centrale elettrica, all’interno della miniera Trabia Tallarita nella strada di collegamento con la vicina Sommatino. Lo spazio tende a ricreare l’iter lavorativo di estrazione all’interno delle miniere di zolfo, dalle strutture alle attrezzature, alle varie fasi di lavorazione. Interessante la ricostruzione della discenderia, che ripropone al visitatore il senso di discesa verso la profondità della miniera. Nell’area museale vengono custoditi anche i tre motori, Tosi, originari della centrale. Periodicamente vengono esposte mostre permanenti legate allo zolfo e alla storia delle miniere.

Biblioteche – Biblioteca Comunale. Via Roma n. 160

Sacro e Profano – Festa di San Giovanni Bosco, il 31 Gennaio. Durante la festa si svolgono le celebrazioni eucaristiche e la processione del Santo, con bande musicali ed eventi enogastronomici. Sagra del panino con la mortadella a Gennaio. Si tiene solitamente durante la festa dedicata a San Giovanni Bosco e prevede la degustazione di panini e lo svolgersi di spettacoli musicali. Sagra della muffuletta con salsiccia, a Novembre. È l’occasione per provare il pane tipico di tutta la provincia nissena, lavorato solitamente con i semi di finocchio; in occasione della sagra, peraltro, il pane viene imbottito con la salsiccia. Festa di San Giuseppe, il 19 Marzo e l’ultima domenica di Luglio. La giornata è scandita da processioni, giochi pirotecnici, bande musicali e dalle tavolate di San Giuseppe, tavole imbandite con i piatti tipici locali e con  il tradizionale pane di San Giuseppe; a queste tavole siedono gli indigenti della città. Settimana Santa: Domenica delle Palme, Giovedì Santo, Venerdì Santo, Sabato Santo e Domenica di Pasqua. Le festività pasquali sono molto sentite in città. Già i tre sabati precedenti la Pasqua i fedeli organizzano un pellegrinaggio nella Chiesa del SS. Crocefisso portando in processione le statue della Veronica, di Gesù, di San Giovanni, dell’Addolorata e quella dell’Ecce Homo. La Domenica delle Palme, dopo la tradizionale benedizione delle palme e dei ramoscelli di ulivo in piazza Crocefisso, si svolge la processione dei simulacri di San Paolo e San Giovanni accompagnata dai fuochi d’artificio. Le statue dell’Ecce Homo e di San Giovanni vengono portate in processione nuovamente il Giovedì Santo, subito dopo la celebrazione della lavanda dei piedi, fino alla Chiesa di San Giuseppe dove si mette in scena la rappresentazione della Condanna, davanti alle autorità locali e alla popolazione intera. Il Venerdì  Santo è annunciato da ventuno colpi di cannone sparati all’alba; precedono l’uscita di San Giovanni e dell’Addolorata dalla Chiesa del Crocefisso. Segue l’annunciazione alla Madonna della condanna del Figlio, rappresentata da un canto recitato da un balcone nel quartiere Canale, il più antico in città. Nel pomeriggio si mette in scena la tradizionale Giunta, ossia l’incontro della Madonna e di San Giovanni con il Cristo in croce; la rappresentazione prosegue fino al Calvario, dove si può assistere alla raffigurazione vivente della crocifissione accompagnata dalle musiche della banda del paese. Il Sabato Santo è giorno di silenzio fino alla Veglia della notte. All’una del giorno di Pasqua la resurrezione è annunciata da fuochi d’artificio e scampanii di campane. Nella mattinata si rappresenta l’incontro della Madonna con Gesù accompagnato da San Pietro e San Paolo, e intorno all’ora di pranzo la Giunta finale con l’abbraccio tra la Veronica e il Cristo. Festa di Maria Santissima della Catena, la seconda Domenica di Settembre. Si tratta della festa patronale, celebrata in modo solenne. Il sabato precedente alla festa i devoti, a piedi nudi, giungono in pellegrinaggio nella Basilica Santuario. La statua della Madonna, in pregiato legno settecentesco, viene condotta in processione per le vie della città accompagnata dalla fiaccolata dei fedeli e dai fuochi d’artificio. La festa è occasione per la degustazione dei prodotti locali nelle bancarelle allestite nel centro storico. Sagra dell’uva e della pesca. A Settembre. Degustazione della frutta locale con spettacoli musicali e vendita di prodotti artigianali. Sagra dei pupi di zucchero, l’ 1 Novembre. Sagra di degustazione del dolce tipico del giorno della celebrazione dei defunti. Si tratta di statuine in zucchero raffiguranti i paladini, la cui creazione, secondo la leggenda, si attesta ai tempi della dominazione araba in Sicilia, quando un nobile, ricevendo degli ospiti improvvisi per cena e non avendo nulla da offrire, inventò questa preparazione (da qui l’espressione pupi a cena trasformato nel dialetto pupaccena). Molto belle ancora oggi le creazioni dei pasticceri locali con decorazioni deliziose e coloratissime. Festa dell’Immacolata Concezione, l’8 Dicembre. Il giorno della celebrazione i Portatori dell’Immacolata accompagnano in processione il simulacro dalla Chiesa del SS. Salvatore in giro per la città. È una festa molto sentita dalla comunità ed è occasione di spettacoli danzanti, bancarelle e fuochi pirotecnici.

Uno tra i prodotti caratteristici è sicuramente il pane di San Giuseppe, preparato per il giorno della festa; si modella fino ad assumere le sembianze dei Santi. Anche il Muffulettu è un impasto lievitato particolare, quasi privo di mollica, viene condito con olio e sale, e delle volte è accompagnato dalla carne. Ancora i guasteddri, fatti con pane crudo direttamente gettato nell’olio bollente e ricoperto di zucchero. Per quanto riguarda i dolci, si annoverano i pupacenna o pupi di zucchero, impasto fatto di zucchero modellato a forma di pupi paladini, si usa prepararlo per il giorno dei morti, così come la cuccia, fatta di grano cotto con legumi e condita con olio e sale. Di antica tradizione sono anche i mastazzoli, dolci tipici natalizi, preparati con le carrube.

  • Antonino D’Antona (1842 – 1913), Medico e Politico. Molto apprezzato nella sua professione di medico, che lo portò anche ad insegnare presso l’Università di Napoli, nel 1896 divenne Senatore del Regno d’Italia. La vita politica lo vide poco protagonista, poiché impegnato nella professione chirurgica e dell’insegnamento. Molti i saggi pubblicati sulla chirurgia e sugli esiti degli interventi chirurgici da lui compiuti. Tra le sue tecniche più note il metodo Frangipietra, efficace tecnica per la distruzione dei calcoli renali.
  • Rosario Pasqualino Vassallo (1861 – 1928), Politico. Laureato in giurisprudenza, divenne ministro delle poste nel quarto governo Giolitti. Nel periodo fascista fu vicino a Mussolini, iscrivendosi nelle liste del suo partito.
  • Filippo Scroppo (1910 – 1993), Pittore. Sin da bambino dimostrò la sua passione per musei e gallerie d’arte, dedicandosi alle più varie forme artistiche, dalla recitazione alla poesia, dal teatro alla pittura. Convinto antifascista, partecipò attivamente alla Resistenza entrando a far parte, nel 1944, del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e prendendo contatti con i più illustri intellettuali del momento, da Calvino a Pavese, fino a Brancati ed Elio Vittorini. Molte le esposizioni a cui partecipò, tra le quali diverse edizioni della Biennale di Venezia. La sua, è una pittura che si lega alla corrente dell’astrattismo, influenzata dagli ambienti avanguardisti frequentati durante la lunga permanenza a Torino.
  • Gaetano Azzolina (1921), Medico. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Palermo, Azzolina prosegue gli studi di perfezionamento in America dove ebbe modo di specializzarsi e conoscere tecniche chirurgiche d’avanguardia ancora sconosciute nel nostro paese. Rientrato in Italia svolse quasi tutta la sua carriera professionale a Massa, in Toscana, e fu considerato uno tra i chirurghi d’avanguardia della Penisola. Nel 1992 venne eletto alla Camera nelle liste del Partito Radicale.
  • Gaetano Butera (1924 – 1944), Partigiano. Di professione artigiano, abbandonò la Sicilia seguendo la chiamata alle armi durante la Seconda Guerra Mondiale. Entrò a far parte delle bande partigiane, ma trovò la morte nella difesa di Roma contro l’armata nazifascista. I tedeschi lo torturano, lo condannarono a morte e, ucciso, lo gettarono nelle Fosse Ardeatine.
  • Giuseppe Bognanni (1947), Atleta. Lottatore, medaglia di bronzo alle      Olimpiadi di Monaco del 1972. Nota la partecipazione a parecchi campionati europei nella categoria della lotta greco-romana con ottimi piazzamenti.
  • Calogero La Piana (1952), Arcivescovo della Chiesa Cattolica. Dopo i primi studi presso i convitti salesiani di Messina e Palermo, si trasferì a Roma dove si laureò in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Venne nominato Vescovo di Mazara del Vallo da Papa Giovanni Paolo II, mentre nel 2006 Papa Benedetto XVI lo nominò arcivescovo metropolita di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela.

Come arrivare

Per arrivare in auto a Riesi da Catania bisogna imboccare la A19/E932 in direzione della Strada Statale 640 a Villarosa, prendere l’uscita Caltanissetta  da A19/E932 e infine imboccare la SS626; da Palermo, invece, bisogna prendere la E90, A19 e E932 in direzione della Strada Statale 640 a Villarosa, imboccare l’uscita Caltanissetta da A19/E9 ed infine percorrere la SS626. L’aeroporto più vicino è quello di Comiso “Pio La Torre”, che dista circa 82 km. La stazione ferroviaria di riferimento è quella di Campobello di Licata (AG). Per arrivare in autobus ci si può servire delle autolinee Sais, Salemi Autoservizi e Ast, Azienda Siciliana Trasporti.

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