Identità Ravanusa

Amministrazione

SINDACO

Carmelo D’Angelo

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Programmazione Economica -Finanze

Sito istituzionale

www.comune.ravanusa.ag.it

Gaetano Carmina

Deleghe:

Vice Sindaco – Igiene Ambientale – Servizi Esterni – Verde Pubblico – Servizi Cimiteriali

Guido Muratore

Deleghe:

Urbanistica e Lavori Pubblici – Attività Produttive – Società Partecipate

Tonino Nobile

Deleghe:

Solidarietà Sociale – Pubblica Istruzione – Asilo Nido – Mercato Settimanale – Personale

Liliana Aronica

Deleghe:

Sport, Spettacolo e Turismo – Promozione del Museo e dell’Area Archeologica

Ravanusa, dal fico di Ruggero al Carnevale

in aggiornamento

Tracce dei primi insediamenti umani risalgono alla preistoria, quando il centro era conosciuto con il nome di Ibla, divinità sicana protettrice della terra. Dopo alterne vicende il territorio subì la colonizzazione greca e l’antico borgo, assunto il nuovo nome di Maktorium o Katron, conobbe un periodo di espansione e splendore, interrotto nel IV secolo a.C. nel corso della Prima Guerra Punica. Storicamente poco documentato è invece il periodo delle dominazioni bizantina (tra il VI ed il lX secolo d.C.) ed araba (dal IX all’XI), di cui resta traccia solo nella lingua e nella toponomastica del luogo. Il paese subì la conquista normanna e si ritiene che la fondazione dell’attuale cittadina risalga al 1086, anno in cui il conte Ruggero I d’Altavilla conquistò Agrigento ed il territorio circostante. Nel 1621 il borgo si liberò dalla feudalità di Licata e fu consentita la costruzione, nel 1632, di una chiesa più grande di quella della Madonna del Fico, grazie a don Giacomo Bonanno Colonna ed a monsignor Francesco Trama. La chiesa si chiamerà San Giacomo, in onore del fondatore. Negli anni successivi divenne una baronia fino al 1806, quando per volere di Ferdinando III di Borbone (poi Ferdinando I delle Due Sicilie) furono aboliti i privilegi baronali. Con il nuovo secolo il paese seguì le alterne vicende storiche dei paesi limitrofi, subendo soprattutto i devastanti effetti della miseria, che favorì l’emigrazione dei contadini in America.

Tra gli edifici religiosi, di grande interesse la chiesa madre (XVII secolo) e quelle di San Michele, Santa Croce (ex calvario), del Convento, di San Giuseppe e della Madonna di Fatima. L’origine del tempio cristiano dedicato alla Madonna del Fico e del Fonte (1088) è avvolta nel mito. Si narra infatti che l’esercito normanno, assetato per l’eccessivo caldo e la mancanza di acqua, fosse sul punto di soccombere. Allora il re Ruggero invocò la Vergine che, apparsa miracolosamente, indicò un fico nei pressi della montagna e dall’arbusto sgorgò l’acqua. L’esercito, rinvigorito dall’acqua, riuscì allora a sconfiggere gli Arabi ed in omaggio alla vittoria ottenuta fu eretto il primo tempio cristiano.

Siti Archeologici − Di grande importanza è il sito archeologico del Monte Saraceno che si estende per ben 15 ettari e che risulta essere stato abitati dai Sicani tra l’VIII e il VI secolo a.C. e successivamente dai Greci fino ai primi decenni del III secolo a.C. Oltre al villaggio vero e proprio, ai piedi della collina verso il fiume è stata individuata anche l’antica necropoli.

In passato Ravanusa ha rivestito un ruolo importante, essendo un grande nodo commerciale. I cereali prodotti nel territorio, infatti, venivano spediti via ferrovia e le attività estrattive della miniera di zolfo Trabia-Tallarita erano molto fiorenti. Oggi Ravanusa è un centro prevalentemente agricolo, mentre i settori industriali più rappresentativi sono il manifatturiero e l’alimentare. L’artigianato, insieme alle sartorie maschili, attualmente è quasi del tutto scomparso, soppiantato da piccole industrie casearie i cui prodotti, sempre più ricercati, vengono esportati persino all’estero.

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Musei − Nel Museo Archeologico Salvatore Lauricella di Ravanusa sono conservati molti dei numerosi reparti ritrovati nel sito archeologico di Monte Saraceno. Tra i reperti rivestono particolare importanza i vasi indigeni decorati a incisione ed impressione e un vaso su alto piede che serviva per bruciare i cereali in onore delle divinità.

Biblioteche – Biblioteca comunale, corso della Repubblica.

Sacro e Profano – Le feste maggiormente sentite dagli abitanti si celebrano in onore di San Vito, il patrono, che viene festeggiato insieme a Sant’Antonio a metà giugno; nella settimana di ferragosto si celebra invece la Festa di Maria Santissima Assunta, che dura più di una settimana; quella di San Giuseppe, è una festività che si celebra puntualmente il 19 marzo; il Venerdì Santo si svolge invece la Scinnenza, una rappresentazione drammatica della Morte di Gesù, mentre la Domenica di Pasqua è il giorno de La Giunta, una rappresentazione muta; infine, il carnevale attira molte persone dai paesi limitrofi per i carri allegorici in cartapesta.

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Come arrivare

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