Identita Prizzi

Amministrazione

SINDACO

Luigi Maria Lucio Vallone

In carica dal: 11/06/2017

Deleghe:

Bilancio, Personale, Polizia Municipale.

Sito istituzionale

www.comunediprizzi.gov.it

Antonina Comparetto

Deleghe:

Vice-Sindaco, Pubblica Istruzione, Pari Opportunità, Cultura, Legalità E Beni Culturali.( Musei- Biblioteca- Archivio – Tradizioni Popolari E Attività Connesse) Politiche Sociali.

Sonia Campagna

Deleghe:

Sport, Spettacolo, Turismo, Tempo Libero

La Corte Vincenzo

Deleghe:

Ambiente, Servizi Rete, Parchi E Verde Pubblico, Arredo Urbano, Servizi Cimiteriali, Protezione Civile, Manutenzione Viabilità Interne Ed Esterna, Attività Produttive, Efficientamento Energetico

Giorgio Collura

Deleghe:

Trasparenza, Comunicazione E Nuove Tecnologie, Rapporti Con Enti Pubblici Sovra Comunali, Politiche Giovanili.

Prizzi, uno dei comuni più alti e antichi della Sicilia

Il territorio comunale rappresenta un vero e proprio patrimonio naturale: da tempo è all’attenzione degli studiosi la valle del Sosio, dove si può ammirare la fauna fossile del permiano, risalente a 280-225 milioni di anni fa, ma anche la riserva incontaminata di Monte Carcaci, popolata dalle gru e da aquile, falchi e capovaccai.

Le origini e l’etimologia di Prizzi sono incerte; probabilmente, ma non si sa quando, il paese accolse gli abitanti di un altro preesistente centro abitato – di cui oggi rimane un sito archeologico – che sorgeva sulla montagna di fronte: la Montagna dei Cavalli. Questa fu abitata già nell’VIII secolo a.C. da tribù sicane, che successivamente svilupparono anche relazioni commerciali con i Greci. Gli scavi condotti per riportare alla luce l’acropoli hanno restituito le antiche fortificazioni con mura e torri di difesa e la planimetria del vasto sito, che testimonia una presenza stabile fino ad epoca ellenistica (IV/III secolo a.C.). Secondo le fonti storiche più accreditate, l’attuale centro abitato sarebbe stato costruito dai Bizantini attorno al nucleo del castello dopo il 745, come difesa nei confronti degli Arabi. Dall’alto del borgo e del fortilizio, era possibile dominare le vaste vallate sottostanti ed inviare e ricevere segnali di fuoco e di fumo. La posizione strategica, ad ogni modo, non impedì che il castello venisse espugnato dagli Arabi circa cento anni dopo essere stato costruito ed, ancora più tardi, anche dai Normanni. Nel corso del tempo l’abitato si ampliò a semicerchio a partire dal castello, di cui oggi rimangono solo alcune rovine. I lavori di scavo hanno evidenziato l’esistenza di numerosi luoghi destinati al culto nell’acropoli e l’ampia cavea del teatro; elementi che testimoniano l’alto grado di sviluppo sociale e culturale del centro, a dispetto della sua posizione isolata tra i monti. Floridezza attestata inoltre dalla grande necropoli che si stende per decine di ettari, formata da migliaia di sepolture, alcune delle quali monumentali. Sono stati rinvenuti anche ricchi corredi funerari, pregiate ceramiche, monili di raffinata fattura, ma anche monete puniche, greche ed italiche, oggi patrimonio importante del Museo Archeologico Salinas di Palermo. Un secondo momento di rilevanza storica per Prizzi coincise con il processo risorgimentale, a cui il paese partecipò appassionatamente. Nel 1848, infatti, l’abitato prese parte ai moti ed ebbe un comitato rivoluzionario presieduto da Salvatore Siragusa ed una sua guardia nazionale. Significativamente, sia prima che dopo l’annessione al Regno d’Italia, alla guida del paese si sono avvicendate le stesse famiglie locali.

Il comune vanta anche un pregevole patrimonio monumentale ed architettonico, tra cui primeggiano le chiese, come quella barocca del Crocifisso (datata 1670) o la chiesa madre (risalente al 1561), dove si può ammirare la statua di San Giorgio, protettore di Prizzi, ed una statua di San Michele Arcangelo attribuita al Gagini. Affascinanti sono i murales storici disegnati sulle pareti delle case che affacciano sulla centrale piazza Sparacio. Le pitture furono commissionate dall’amministrazione comunale nel 1989 a tre artisti siciliani: Totò Bonanno, Franco Nocera e Mario Bardi. Da non perdere anche il borgo di Filaga, frazione di Prizzi, edificato probabilmente nello stesso periodo, circa 1250 anni fa. Abitata tutto l’anno da circa duecento persone, è un richiesto centro dì villeggiatura grazie all’aria salubre.

Oggi Prizzi è un centro agricolo dove si producono frumento, foraggi, uova, ortaggi e si alleva bestiame ovino, bovino e pollame. Le industrie presenti sono quelle dolciarie, molitorie e dei laterizi. Prodotti tipici sono i formaggi lavorati ancora in modo artigianale: si va dal caciocavallo al tumazzo, un formaggio piccante e molto aromatizzato. Anche la produzione di olio è di buon livello, così come quella di vini, che ha come risorsa i vitigni di catarratto o nero canino.

in aggiornamento

Musei – Il Museo Archeologico Montagna dei Cavalli, inaugurato il 20 maggio 2000, custodisce reperti della seconda metà del IV secolo a.C. Tra questi, i frammenti di due diademi in argento dorato su base bronzea, recuperati nella necropoli occidentale di Montagna dei Cavalli (Hippana); una pisside, ovvero un vaso votivo che presenta da un lato l’immagine di una donna seduta e dall’altro lato una figura maschile che danza; una laminetta in argento dorata, probabilmente incastonata nel manico di un pugnale.

Sacro e Profano – Tra le feste e le manifestazioni tradizionali più importanti si distingue il Ballo dei Diavoli, un’allegoria dell’eterna lotta tra inverno e primavera, tra bene e male, cui partecipano ogni anno migliaia di persone. Il Ballo si svolge a Pasqua e si conclude col trionfo di Gesù Risorto, la vittoria del bene; si tratta di una rievocazione in chiave cristiana di riti pagani, risalenti all’epoca dei Sicani e dei Siculi. Il Santo patrono, San Giorgio, si festeggia il 23 aprile.

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Come arrivare

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