Identita Mussomeli

Amministrazione

SINDACO

Giuseppe Sebastiano Catania

In carica dal: 05/10/2020

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comunedimussomeli.it

Mussomeli: la “buona dimora” dei Chiaramonte e dei Lanza

Castello di Mussomeli

Considerato uno dei più belli al mondo, il Castello fu eretto per volere di Manfredi III Chiaramonte nel 1370. Edificato su uno sperone di roccia alto 80 metri a strapiombo sulla campagna sottostante, l’edificio stupisce i visitatori per il connubio perfetto tra natura selvaggia e artifizio edilizio. Il lato a Nord-Est è difeso da alte mura merlate e dentro questo primo recinto si trovano gli edifici residenziali: la cappella, gli alloggi militari e la scuderia oggi semidistrutta. All’interno del Castello troviamo la cosiddetta Sala dei Baroni dove, nel 1391, si tenne la congiura dei baroni siciliani a seguito della quale Andrea Chiaramonte, successore di Manfredi, fu accusato di tradimento e fatto impiccare dal Re. Segnaliamo poi la Sala del camino e la Saletta delle tre donne dove, secondo un’antica leggenda, sono state murate le tre sorelle del barone partito per la guerra e dallo stesso trovate morte di fame al suo ritorno. I lavori per la costruzione del Castello iniziarono nel 1366 quando Manfredi III Chiaramonte ottenne da Federico III la signoria di Castronovo e le terre di Mussomeli. Collocato in un sito di inestimabile valore strategico, l’edificio fu probabilmente costruito su una precedente roccaforte araba. Dopo i Chiaramonte, il castello di Mussomeli passò nelle mani di diverse famiglie (Moncada, de Prades, Castellar, Perapertusa, Ventimiglia e Campo) fino al 1549, anno in cui Don Cesare Lanza prese possesso del Castello e del feudo di Mussomeli e diede inizio a una lunga dinastia che durò oltre quattro secoli. Il Castello venne abitato fino ai primissimi anni del 1600, successivamente venne prima adibito a carcere e poi abbandonato del tutto. Risalgono alla fine del XIX secolo i primi interventi di recupero e restauro dell’importante edificio. Ricordiamo qui infine che il Castello è stato scelto come location per il film La baronessa di Carini con Luca Argentero e Vittoria Puccini mentre una parte consistente del romanzo gotico Rex tremendae maiestatis di Valerio Evangelisti è ambientata nella Mussomeli del XIV secolo e nel suo maestoso Castello.

Toponomastica – Il toponimo di Mussomeli deriverebbe dall’unione dei termini arabi manzil (dimora) e mel (bene).

Sull’origine del nome del comune geografi e storici del passato hanno elaborato diverse teorie. Alcuni fanno derivare il nome dal Monte Mele sul quale sarebbe sorto il paese (Mons Mellis: Monte di Miele, da cui Mussomeli), mentre altri sostengono che Mussomeli fosse uno dei Monti Gemelli ove, a detta di Plinio, si ripercuoteva il fragore assordante dell’Etna. Entrambe le ipotesi non sono però state suggellate da riscontri obiettivi e si sono dimostrate frutto di fantasia.

Origini – Tracce dei primi insediamenti umani risalgono al periodo preistorico: la necropoli scoperta in località Grotticella, attesta infatti un probabile insediamento dei Sicani. In epoca storica il borgo subì varie dominazioni, dai Greci ai Romani, dai Bizantini agli Arabi fino ai Normanni. Nel corso della conquista sveva e angioina, il territorio godette di una notevole espansione urbanistica ed architettonica pur restando un piccolo villaggio di pacifici contadini e pastori che si preoccupavano esclusivamente della coltivazione della terra; non rimasero coinvolti, infatti, nelle numerose e frequenti guerre che insanguinarono tanta parte della Sicilia. Nel 1364 Manfredi III Chiaramonte ottenne il feudo di Castronovo, di cui faceva parte anche Mussomeli; in quello stesso anno il villaggio fu ampliato, assunse il nuovo nome di Manfreda e si diede inizio alla costruzione del Castello. Alla morte di Manfredi il vasto patrimonio della famiglia Chiaramonte pervenne nelle mani di Andrea, erroneamente creduto figlio di Manfredi, il quale continuò a esercitare sull’isola la stessa influenza politica dei suoi predecessori, prese parte attiva alla congiura dei baroni siciliani contro il Re Martino e la Regina Maria e riunì nel Castello di Mussomeli i baroni ribelli. All’arrivo in Sicilia del Re e della Regina, la maggior parte dei nobili siciliani, compresi quelli che avevano preso parte alla congiura, andarono incontro al sovrano a rendere gli omaggi dovuti. Andrea Chiaramonte fu il solo a non piegarsi, determinato a resistere fino in fondo. Il 1° giugno 1392 il Re lo fece condannare a morte, confiscò tutte le sue terre e le assegnò a Guglielmo Raimondo Moncada conte d’Agosta che divenne così signore delle terre di Mussomeli. Guglielmo Raimondo Moncada era diventato nel frattempo uno degli uomini più influenti del regno e aveva ottenuto il titolo di Marchese; egli non andò mai a Mussomeli a prendere possesso del Castello e delle terre ma ne affidò l’amministrazione a un castellano fidato che nel 1397 si fece coinvolgere in una congiura contro il Re. In seguito a ciò, il territorio di Mussomeli venne confiscato e destinato al vassallaggio. Per dieci anni Mussomeli e il suo Castello finirono sotto il dominio di Giaimo de Prades che, il 27 giugno 1407, vendette la terra suddetta a Giovanni Castellar di Valenza. Intorno al 1430 divenne signore di Mussomeli Giovanni di Perapertusa, barone di Favara, il quale, nel 1451, sarà costretto per motivazioni economiche a vendere la terra a Federico Ventimiglia. Nel 1467 Pietro Del Campo, genero di Giovanni Perapertusa, riscattò i territori che erano stati del suocero ed entrò in possesso della baronia di Mussomeli fino al 1486, anno della sua morte. I signori Del Campo furono proprietari di Mussomeli fino al 1548 quando, a causa delle molte passività che gravavano sulla baronia, dovettero cedere la terra di Mussomeli a Don Cesare Lanza, barone di Catania, che dal 1° febbraio 1550 divenne ufficialmente barone di Mussomeli. Gli successe Don Ottavio Lanza che nel 1557 prese l’investitura e il possesso della terra assumendo i titoli di conte di Mussomeli e barone di Trabìa. Dalla metà del Cinquecento fino al 1812, anno dell’autonomia del comune, il territorio di Mussomeli fu proprietà della famiglia Lanza, il cui primo barone, Cesare, si macchiò dell’omicidio della figlia Laura, assassinata perché ritenuta colpevole di tradimento; da quest’episodio scaturirono numerose leggende.

Mussomeli contemporanea – Nel 1812 Mussomeli ottenne l’autonomia e divenne comune, seguendo a grandi linee la storia degli altri comuni della Sicilia. Anche Mussomeli partecipò all’epopea risorgimentale prendendo parte ai moti del 1820 e del 1848, diede un contributo nel 1860 al moto garibaldino che liberò la Sicilia dalla dominazione borbonica.
Il 1893 fu l’anno dei Fasci dei Lavoratori, ai quali aderirono anche i cittadini di Mussomeli, ma il sogno della rivolta fu represso, segno evidente che i tempi non erano ancora maturi per le riforme sociali invocate dai lavoratori.

Centro storico – Il centro cittadino è fra i più antichi e meglio conservati della regione, con molti e importanti edifici religiosi. Nel cuore del paese spicca la Chiesa Madre intitolata a San Giorgio, protettore dei Chiaramonte. Fu costruita nella seconda metà del Trecento per volere di Manfredi III; dopo la rovina della sua famiglia, l’edificio fu dedicato a San Ludovico. Nel 1783 per volere di Don Giuseppe Lanza subì diverse modifiche e restauri. Vicino ad essa si trova l’arciconfraternita del Santissimo Sacramento, al cui interno vi è l’urna lignea che la sera del Venerdì Santo viene condotta nella piazza Grande, accolta da numerosi fedeli. Particolare importanza riveste la Chiesa di Maria Santissima dei Miracoli, voluta dai mussomelesi per ricordare il miracolo della guarigione di un mendicante avvenuto in quel luogo. La chiesa fu fondata da padre Francesco Langela, proveniente da una delle famiglie nobili più potenti del paese e dedicata alla Madonna dei Miracoli, la patrona della città che si venera l’8 e il 15 settembre. Da ricordare anche l’attiguo Chiostro costruito poco più tardi da frate Nicola, nipote di Francesco Langela. Tra gli edifici civili segnaliamo il Palazzo del Principe, mentre il monumento di maggior richiamo è sicuramente il Castello Manfredonico, a pochi chilometri dal centro. Definito da Pipitone Federico il “nido d’aquila fuso nella rupe”, si eleva su un alto sperone roccioso. Costruito sui resti di un edificio svevo da Manfredi III Chiaramonte e modificato dai Castellar, è una delle fortificazioni, tra quelle presenti in Sicilia, meglio conservata nel tempo. Rappresentava un baluardo difeso naturalmente dalla rupe, accessibile solo dal lato Nord-Est.

Architettura Religiosa

  • Chiesa di Santa Maria del Carmelo, fu edificata nella metà del XVI secolo. Inizialmente dedicata a Santa Marina, nel 1574 venne ceduta ai frati Carmelitani. L’attuale campanile risale alla prima metà del Novecento. Nel corso dei secoli venne più volte modificata e ampliata. L’interno, recentemente ristrutturato, ospita la statua della Madonna del Carmelo dello scultore Francesco Biangardi.
  • Chiesa di San Giovanni, costruita probabilmente tra il 1467 e i primi del 1500, fu ampliata intorno al 1600. La Chiesa presenta tre navate e si caratterizza per il suo stile classico; spiccano i marmi policromi, gli stucchi e le preziose opere d’arte in essa contenute. L’odierno pavimento a scacchiera venne realizzato nel 1906 per volere del parroco Don Pasquale Mulè, col contributo dei parrocchiani. Sotto il pavimento della navata centrale si trova parte dell’antica cripta che veniva usata per la sepoltura dei defunti e nelle navate laterali sono presenti altre sepolture.
  • Chiesa dei Monti, è sita nelle vicinanze di Palazzo Trabìa. La Chiesa, dalla curiosa facciata color rosa, fu fondata nel 1500 e conserva un meraviglioso crocefisso ligneo, opera di frate Umile da Petralia.

Architettura Civile

  • Palazzo del Principe, conosciuto anche come Palazzo Trabìa, fu edificato agli inizi del Seicento e fu l’abitazione dei signori per più di tre secoli; proprietà della famiglia Lanza fino agli inizi dello scorso secolo, è stato poi venduto a privati. La facciata presenta elementi decorativi in pietra da taglio. Esternamente è tuttora visibile la coreografica scalinata mentre al piano nobile troviamo un grande salone, un tempo adorno di pregiati suppellettili e mobili. Il palazzo custodiva, fino alla prima metà del secolo scorso, una notevole pinacoteca.
  • Torre dell’Orologio, sita nelle vicinanze del Palazzo del Principe, fu voluta da Don Cesare Lanza alla fine del 1500.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:
Chiesa di Santa Maria; Chiesa di Sant’Enrico; Chiesa di Cristo Re; Parrocchia di Santa Teresa al Castello; Palazzo Mistretta; Palazzo Langela; Palazzo Minneci e Palazzo Sgadari.

Siti Archeologici
Nel territorio del comune di Mussomeli è compreso il sito archeologico di Polizzello, dove è possibile osservare una necropoli rupestre e numerose grotte dette a forno per la loro forma e la loro dimensione. Sul Monte Raffe sono stati ritrovati resti risalenti al periodo greco e romano. Tra i reperti, si annoverano molte monete dell’epoca greca e rottami di vasi e lucerne. Nella stessa località è possibile osservare la pianta circolare di un edificio. Purtroppo l’area non è custodita e molti reperti di grande interesse archeologico sono stati rubati e sono andati ad arricchire collezioni private. Poco distante dalla città troviamo infine la necropoli rupestre di Cangioli, ricca di grotte e loculi scavati nella pietra.

L’economia locale si basa prevalentemente sulla coltivazione di olive, mandorle, grano, uva con produzione di ottimi vini, frutta, fichi d’India e fichi. È attivo l’allevamento di bestiame, soprattutto di ovini e bovini, che permette la produzione di formaggi quali la ricotta e il pecorino. In questi ultimi anni si sta sviluppando anche l’artigianato con la lavorazione di legno, ferro battuto, ceramica; vengono prodotti cesti, canestri di canne e ricami a mano. Il turismo si avvale soprattutto del suo centro storico e sta conoscendo un maggiore sviluppo negli ultimi anni. In passato nei pressi del comune di Mussomeli era attiva la Solfara Mandradipiano, aperta tra il 1860 e il 1870 e oggi in disuso.

Evoluzione demografica – Il comune ha conosciuto un importante incremento demografico a partire dalla metà dell’Ottocento e fino alla metà del Novecento quando la popolazione residente nel comune raggiunse il picco massimo di 15.872 cittadini residenti. In seguito i dati sulla popolazione hanno fatto registrate un lento ma inesorabile declino demografico che continua ancora oggi.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Mussomeli al 1° gennaio 2016 sono 170 e rappresentano l’1,6% del totale della popolazione residente. La comunità straniera più consistente è quella proveniente dalla Romania con 111 cittadini rumeni residenti nel comune che rappresentano il 65,3% di tutti gli stranieri presenti sul territorio.

Musei – Antiquarium archeologico, recentemente rinnovato e ampliato nel percorso e nei contenuti, è sito all’interno della prestigiosa cornice settecentesca di Palazzo Sgadari, storica sede del primo municipio cittadino. Nelle cinque ampie sale in cui si articola il piano espositivo, sono conservati una grande parte dei reperti ritrovati negli scavi archeologici di Polizzello e di Monte Raffe, che raccontano la storia del territorio a partire dall’età preistorica.

Biblioteche – Biblioteca comunale Paolo Emiliani Giudici, sita in via Montedoro.

Teatri – Cine/Teatro Manfredi, inaugurato nel 2015.

Cinema – Nel 2017 il Castello di Mussomeli è stato utilizzato come location per La baronessa di Carini, remake de L’amaro caso della Baronessa di Carini, uno sceneggiato del 1975 in 4 puntate, scritto da Daniele D’Anza e Lucio Mandarà. Protagonisti della miniserie sono stati Luca Argentero e Vittoria Puccini mentre la regia è stata curata da Umberto Marino.

Sacro e Profano – Ogni anno la festa della Madonna dei Miracoli, patrona della città, raccoglie a Mussomeli un gran numero di turisti; sia l’8 settembre, giornata della solenne processione del simulacro della Madonna che il 15 settembre, ottava della festa, per tutta la mattina si celebrano messe ogni ora non solo nel Santuario ma anche nella Cripta dove è conservata l’immagine miracolosa della Madonna. Secondo la leggenda un mendicante paralitico si era addormentato sotto un albero, al suo risveglio l’uomo era improvvisamente guarito e aveva trovato vicino all’albero l’immagine della Madonna. Tra le altre manifestazioni religiose ricordiamo il 13 dicembre quella in onore di Santa Lucia, festeggiata con un falò, la festa di San Calogero che si svolge l’ultima domenica di agosto e la festa della Madonna delle Catene che si svolge nella scuderia del Castello Manfredonico, addobbata a chiesa per l’occasione. Un altro importante evento, che attrae tantissimi turisti in città, è il Corteo storico con costumi medievali che percorre le vie cittadine. Il culmine della rappresentazione si ha nel Castello, che si anima nell’incanto della sera tra suoni, canti, dame e cavalieri. Tra le sagre ricordiamo quella della Ricotta e del Cannolo che si svolge in occasione della Festa di San Pasquale (aprile-maggio), patrono dei pastori e La Sagra della Guastedda che si tiene in occasione della Festa dell’Immacolata (8 dicembre).

I piatti tipici della cucina di Mussomeli sono legati alle sue risorse agricole e di allevamento: latte, formaggi, cereali, verdure, legumi, mandorle, carne sono gli ingredienti base dei prodotti tipici del luogo. Molte ricette sono poi legate alle festività religiose: i mbraculi di san Caloriu, i guasteddi da ’Mmaculata, la cuccìa di Santa Lucia (il tipico piatto di frumento e ceci), i cassatini e i virciddati di Natali, i cuddureddi di San Vilasi, i sfingi di San Giuseppe e u pupu cu l’ovu di Pasqua.

  • Antonio Lanza (Mussomeli, 1728 – Agrigento, 1775), 77° vescovo di Agrigento.
  • Vincenzo Sorce Malaspina (Mussomeli, 1806-1887), medico, politico e grande benefattore. Viene ricordato per le importanti donazioni fatte all’Orfanotrofio femminile di Mussomeli e per il suo impegno contro le epidemie di colera che colpirono la cittadinanza.
  • Paolo Emiliani Giudici (Mussomeli, 1812 – Tonbridge, 1872), scrittore, storico, critico letterario e storiografo.
  • Salvatore Frangiamore (Mussomeli, 1853 – Roma, 1915), pittore.
  • Giuseppe Sorge Nola (Sutera, 1857 – Palermo, 1937), fu prefetto, storico e direttore generale della pubblica sicurezza del Regno d’Italia. Proveniva da un’agiata e colta famiglia borghese di Mussomeli, il padre era Carmelo Sorce (1820-1896), amministratore dei beni dei principi Lanza di Trabìa e la madre Maria Crocifissa Nola.
  • Padre Domenico Canalella (Mussomeli, 1914 – Palermo, 1978), presbitero e traduttore. Apparteneva all’Ordine dei Frati Predicatori e si è distinto per aver tradotto alcune opere classiche in siciliano.
  • Antonino Mistretta (Mussomeli, 1929 – Catania, 2002), medico e accademico.
  • Salvatore Cardinale (Mussomeli, 20 giugno 1948), politico.
  • Filippo Misuraca (Mussomeli, 25 marzo 1951), politico.

Come arrivare

L’abitato di Mussomeli sorge nelle vicinanze di due dei più importanti assi viari siciliani: la SS 189 Palermo-Agrigento e la SS 121 Catanese che collega Catania e Palermo. L’aeroporto di riferimento è il Falcone e Borsellino di Palermo-Punta Raisi, a circa 125 km di distanza, seguono il Pio La Torre di Comiso e il Fontanarossa di Catania entrambi a circa 150 Km. Per i viaggi in treno la stazione di riferimento è quella di Acquaviva-Casteltermini, a meno di 10 Km di distanza e dalla quale transitano le linee per Agrigento e Palermo. Le aziende che gestiscono il traffico su autobus da e per il comune di Mussomeli sono la Sais, la ATM (Azienda Trasporti di Maida Angela e C.) e la Panepinto Antonio.

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