Identita Montedoro

Amministrazione

SINDACO

Renzo Bufalino

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.montedoro.cl.it

Pietro Alba

Deleghe:

Vicesindaco – Lavori Pubblici – Ambiente – Urbanistica

Rosa Saia

Deleghe:

Istruzione – Cultura – Attività Ricreative

Miriam Bonadonna

Deleghe:

Servizi Socio-Assistenziali, Sanitari e Attività Produttive

Montedoro, lo zolfo, l’antico “oro” del comune

Osservatorio astronomico: l’edificio sorge su un’altura denominata Monte Ottavio, ad ovest dell’abitato di Montedoro. Sito in un importante luogo di osservazione dell’abitato e del paesaggio circostante, l’Osservatorio costituisce una sorta di quinta scenografica naturale posta di fronte al paese: dalla sua sommità si gode infatti di una vista a 360 gradi su un’ampia porzione dell’entroterra siciliano. La costruzione, in armonia con l’incantevole paesaggio circostante, asseconda la pendenza naturale del terreno e la sottolinea, proponendosi come un prisma sottile e allungato che emerge appena dal terreno. Su questo lineare prisma terroso emerge la cupola apribile, rivestita di rame e all’interno della quale si trova una sala riunioni, con capienza di circa 50 posti, dove è collocato il planetario digitale, uno strumento di ultima generazione per lo studio e la conoscenza del cielo.

Toponomastica – L’origine del nome Montedoro sembra essere collegato alla presenza di miniere di zolfo che in passato rappresentavano l’oro, la ricchezza della Sicilia. Secondo un’altra ipotesi, più improbabile, l’etimologia del nome di Montedoro affonderebbe le radici nel nome arabo di Mandhar o al Minsar, ossia “luogo di buona vista”, in riferimento al primo nucleo abitativo del comune collocato nei pressi dell’attuale Monte Ottavio. Con la latinizzazione il nome sarebbe poi diventato Mons-Aureus cioè Monte D’oro e da qui Montedoro.

Si narra che il Principe Pignatelli passando per Balatazza fu rapito dalla bellezza della sommità del Monte Ottavio completamente ammantata da fiorellini gialli come fosse coperta d’oro e decise così di cambiare il nome di Balatazza in Montedoro.

Origini – Storicamente il paese sorse nel 1635, quando il duca Diego d’Aragona Tagliavia, principe di Castelvetrano, ottenne dal duca di Alcalà, allora viceré di Sicilia, il permesso di popolare il feudo Balatazza. Arrivarono dai paesi vicini i coloni per popolare il paese nascente, attirati dalle condizioni particolarmente favorevoli per il pagamento dell’affitto dei terreni. A Don Diego si deve la costruzione della prima chiesa di Montedoro, dedicata a Maria Maddalena e alla Beata Vergine del Rosario. Da quest’ultima deriva il nome della chiesa di Maria Santissima del Rosario, dove sono ancora conservate quattro statue in cotto policromo risalenti alla prima costruzione. Alla morte di Don Diego, gli succedette la figlia Giovanna che sposò Ettore Pignatelli, il quale prese così possesso del borgo. I Pignatelli tennero il potere su Montedoro fino al 1812, anno in cui fu abolita la signoria in Sicilia.

Montedoro contemporanea – Montedoro è gemellato con il comune belga Saint Nicolas e con i comuni francesi di Vaulx en Velin e di Meyzieu, siti entrambi nei pressi di Lione.

Centro storico – Inizialmente il paese sorse arrampicato sul Monte Croce e in seguito si sviluppò scendendo verso il pianoro sottostante, giù fino alle pendici del Monte Ottavio. Il centro storico si sviluppa intorno a piazza Umberto I e all’adiacente piazza Europa dove sorgono il Municipio, l’ufficio postale, la farmacia e la Chiesa Madre della Madonna del Rosario. Quest’ultima, dedicata a Maria Santissima del Rosario e a Santa Maddalena, fu edificata nel 1635 dal fondatore del paese Don Diego Tagliavia. L’edificio, nel quale furono seppelliti tutti i morti del paese fino al 1834, soffrì molto a causa degli scavi delle vicine zolfare che dal 1870 al 1901 ne insidiarono la stabilità. Nel 1901 crollò parte del soffitto e la chiesa venne chiusa. Restaurata dall’amministrazione comunale, fu restituita al culto per il Natale del 1905. Nuovamente disastrata nel 1965 a causa dei cedimenti degli stucchi del tetto e dei cornicioni, rimase nuovamente chiusa per alcuni anni. Grazie ai contributi della popolazione montedorese la chiesa fu nuovamente restaurata e riaperta al pubblico nel 1968. Vicino alla Chiesa Madre troviamo il Parco della Rimembranza, sorto per ricordare i caduti nei conflitti mondiali. Nell’Ottocento, a seguito del dissesto del territorio causato dagli scavi delle vicine solfare, diversi edifici come la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa delle Anime Purganti e l’Ospizio dei Padri Cappuccini subirono gravissimi danni e vennero infine demoliti.

Architettura Religiosa

  • Calvario, è uno dei simboli religiosi più importanti per l’intera comunità. La struttura si sviluppa su due piani ed è composta da un vano con due scale laterali esterne che portano ad un piano rialzato dove è posto una sorta di altare sormontato da una croce di legno. L’edificio che oggi si presenta molto diverso rispetto al passato per via di una schiera di alberi che lo adornano, simboleggia per i paesani il luogo di sofferenza di Gesù Cristo; per questo nel periodo pasquale diviene meta di pellegrinaggi.
  • Crocilla, edicola votiva posta sulla sommità del Monte Croce. L’edicola, sormontata dalla croce, custodisce l’immagine della Madonna nella piccola nicchia. Anticamente sorgeva un poco più a sinistra ma poi venne abbattuta e ricostruita in una posizione più centrale.

Architettura Civile

  • Parco didattico-scientifico di Montedoro, sito ad ovest dell’abitato. All’interno dell’area del parco sono collocati il Museo delle Zolfare e l’Osservatorio astronomico.
  • Villa Cozzo Tondo, sita a nord-ovest del paese. La villa è immersa tra palme, piante e fiori che si alternano con le sculture di vari autori italiani e stranieri. Oltre alla viva vegetazione, vi sono un antiteatro utilizzato nei mesi estivi per le rappresentazioni teatrali e per i saggi, un campetto di calcio ed il parco giochi.

Siti archeologici – Lungo il versante est del Monte Ottavio si trovano numerose grotte naturali e tombe risalenti al periodo di insediamento sicano e greco, oltre a numerosi ingressi di miniere ben conservati ma pericolosi da esplorare perché non sono mai stati messi in sicurezza.

L’economia locale si basò sull’agricoltura fino al 1800, quando furono scoperti i giacimenti di zolfo; questi ultimi diedero nuova vitalità all’economia dell’intera comunità ed attirarono un gran numero di forestieri nel comune. Purtroppo lo sfruttamento incontrollato del sottosuolo compromise la stabilità delle case che sorgevano sui cunicoli scavati per l’attività estrattiva, provocando frane e smottamenti. Alla fine dell’Ottocento la crisi dello zolfo, causata dall’immissione sul mercato europeo e italiano di zolfo proveniente dagli Stati Uniti a un prezzo più conveniente, segnò la lenta e progressiva chiusura delle miniere, costringendo molti montedoresi a emigrare in cerca di lavoro. Attualmente l’economia locale si basa sull’agricoltura e sulla pastorizia.

Evoluzione demografica – Fino all’inizio del Novecento il comune conobbe una fortissima crescita demografica dovuta sicuramente all’attività delle miniere che davano lavoro ai montedoresi e attiravano lavoratori dagli altri comuni siciliani. Dopo un drastico calo negli anni Venti, la popolazione ricominciò ad aumentare fino a raggiungere le 3.747 unità nel censimento del 1951. A partire dagli anni Cinquanta la tendenza si è nuovamente e drasticamente invertita fino a toccare la quota di 1.631 cittadini residenti al 1° gennaio del 2016.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Montedoro al 1° gennaio 2016 sono 138 e rappresentano l’8,5% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dal Pakistan con il 62,3% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania con 17,4%.

Musei – Museo delle Zolfare, sito all’ingresso del parco urbano di Montedoro. Attraverso reperti e opere d’arte e con l’ausilio del modello di una miniera dell’epoca, la città ha voluto ricostruire le immagini della vita nelle miniere di Montedoro. Il museo, parzialmente interrato, ospita anche un’antica fornace per la lavorazione del materiale estratto dalla vecchia miniera di zolfo.

Biblioteche – Biblioteca comunale, sita in piazza Guglielmo Marconi n° 5

Teatri – Villa Cozzo Tondo, vi si svolge tutte le estati una bellissima rassegna teatrale che attira in paese molti abitanti dei comuni vicini.

Sacro e Profano – La prima domenica di ottobre la comunità si ritrova per le vie del centro in occasione della celebrazione della festa patronale in onore della Madonna del Rosario. Viene celebrata contemporaneamente a Montedoro ed a Pittston, negli Stati Uniti, dove risiede una numerosa comunità di cittadini montedoresi emigrati. Ogni anno alla stessa ora, tenendo in considerazione il fuso orario, prendono il via le due processioni e così cittadini ed emigrati montedoresi, nonostante si trovino a chilometri di distanza, possono partecipare insieme alla festa. In estate si svolge un’interessante rassegna teatrale presso Villa Cozzo Tondo.

Il piatto tipico della cucina locale sono i guasteddi, dolci fatti di farina che vengono fritti e passati nello zucchero o nella cannella, a secondo delle ricette il loro impasto può contenere anche patate. In passato i guasteddi rappresentavano del semplice pane fritto che serviva a testare la temperatura dell’olio, oggi invece sono diventati dei veri e propri dolcini sfiziosi.

  • Giuseppe Guarino (Montedoro, 1827-1897), cardinale e arcivescovo cattolico italiano. Fu il 104º arcivescovo di Messina e archimandrita del Santissimo Salvatore.
  • Louise Hamilton Caico (Nizza, 1861 – Palermo, 1927) scrittrice e fotografa. Di origini anglo-francesi e appartenente al nobile ramo irlandese del casato degli Hamilton, intorno al 1880 sposò Eugenio Caico di Montedoro. Nel 1897 la coppia si trasferì a Montedoro. La sua esperienza di vita nel piccolo e sperduto paese dell’entroterra nisseno fu oggetto di acute indagini e analisi socio-culturali che trovarono sbocco in un testo del 1910 dal titolo: Sicilian Ways and Days, in cui con rara e sagace ironia tipicamente anglosassone analizza gli “strani” usi e costumi dei siciliani. Fu anche una brava fotografa che colse aspetti, luoghi e situazioni proprie dell’ambiente di Montedoro e della provincia nissena in genere e che immortalò con rara intelligenza visiva e capacità di analisi antropologica.
  • Giovanni Rizzo (Montedoro, 1890-1980), arcivescovo di Rossano.
  • Salvatore Piccillo (Montedoro 1904 – Roma 1978), sacerdote, educatore, professore di filosofia, direttore della Biblioteca comunale di Caltanissetta. Ha avuto una parte rilevante nella vita ecclesiale, sociale e culturale della diocesi nissena negli anni Trenta e Quaranta.
  • Calogero Volpe (Montedoro, 1910 – Roma, 1976), medico, politico democristiano e deputato dalla Costituente e fino alla morte. Fu presidente dell’Ente nazionale zolfi italiani, sottosegretario di Stato dal 1960 al 1970, primo firmatario e relatore della Legge per l’attribuzione della professionale ai minatori delle miniere di zolfo e sindaco di Montedoro per 16 anni.
  • Angelo Petix (Montedoro, 1912 – Cuneo 1997), insegnante e scrittore.
  • Angelo Rizzo (Montedoro, 1926-2009), vescovo di Ragusa dal 1974 al 2002.
  • Salvatore Paruzzo (Montedoro, 1945), vescovo cattolico della diocesi di Ourinhos in Brasile.

Come arrivare

Il territorio comunale si trova in prossimità di due importanti arterie per il traffico nell’isola: la SS 189 Palermo-Agrigento e la SS 640 Caltanissetta-AgrigentoGli aeroporti di riferimento sono il Fontanarossa di Catania e il Pio La Torre di Comiso, entrambi a circa 130 Km di distanza dal comune. L’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo-Punta Raisi si trova invece a circa 150 Km di distanza. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Serradifalco a circa 7 Km dalla città. Per il trasporto su autobus, l’azienda Sais garantisce il collegamento con i comuni limitrofi.

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