Identità Monreale

Amministrazione

SINDACO

Alberto Arcidiacono

In carica dal: 13/05/2019

Deleghe:

Servizi e attività socio-assistenziali, Rapporti con società partecipate, Edilizia Privata, Pianificazione Urbanistica e territoriale, Igiene Urbana, Lavori Pubblici ed ogni altra delega di funzioni non attribuita ad alcun assessore

Sito istituzionale

www.comune.monreale.pa.it

Rosanna Giannetto

Deleghe:

Pubblica Istruzione, Cultura, Sport, Progettazione fondi extra comunali, edilizia scolastica

Nicola Taibi

Deleghe:

Polizia Municipale, Protezione Civile, Trasporti Pubblici

Daniela Battaglia

Deleghe:

Affari Legali, Istituzionali e Generali

Giuseppe La Fiora

Deleghe:

Gestione Finanziaria, Tributi, Patrimonio e Beni confiscati alla mafia

Geppino Pupella

Deleghe:

Turismo e Spettacolo, Risorse Umane, Attività Produttive, Servizi idrici e Interventi manutentivi generali, Verde, Arredo Urbano e Servizi cimiteriali

Monreale, la Città dei Re

in aggiornamento

In origine era un casale arabo, poi residenza di caccia dei re normanni, ai quali si deve il nome, Mons regalis. Ma il paese si sviluppò pienamente solo a partire dal XII secolo a ridosso dell’abbazia benedettina che dal 1183 divenne sede di uno dei più importanti arcivescovadi della Sicilia. Il duomo, voluto da Guglielmo II, fu completato nel 1189 e diede impulso allo sviluppo di Monreale. Tra il XVI ed il XVIII secolo qui affluirono numerosi ordini religiosi e prese il via la costruzione di importanti edifici pubblici e di culto, che hanno dato a Monreale quell’aspetto barocco che ancora oggi la caratterizza.

Il fulcro del centro storico è piazza Vittorio Emanuele, al centro della quale si incontrano la Fontana del Tritone di Mario Rutelli ed il settecentesco Palazzo di Città. Quest’ultimo custodisce opere importanti tra cui una tela di Antonio Pietro Novelli, padre di Pietro, pittore secentesco di scuola caravaggesca le cui spoglie sono conservate nella chiesetta di San Vito, ed un gruppo scultoreo in terracotta del XVI secolo attribuito ad Antonello Gagini: Madonna con San Giuseppe e San Francesco di Paola. Sulla piazza si affaccia anche il lato sud del duomo, Santa Maria la Nuova, opera pregevole di architettura normanna che ogni anno attira quasi un milione di turisti. L’edificio, il più celebre di Monreale, è un raro esempio di commistione di forme orientali ed occidentali, grazie alla combinazione degli stili islamico, bizantino e romanico. Fu edificato dal re normanno Guglielmo II, detto Il Buono, nel 1174 e completato insieme all’abbazia ed al palazzo reale (che dal Cinquecento è inglobato nel palazzo arcivescovile), con i quali formava un imponente complesso che si sviluppa tra il Giardino del Belvedere, piazza Guglielmo e piazza della Cattedrale. Il monastero comprendeva anche un chiostro, un cortile, un dormitorio, due refettori, la biblioteca, la sala capitolare e tutti gli spazi di servizio che rendevano il complesso simile ad una cittadella fortificata ed autosufficiente. La leggenda racconta che fu la Madonna a suggerirne l’edificazione a Guglielmo II, apparendogli in sogno. La facciata principale, in piazza Guglielmo II Normanno, stretta tra due grandi torri quadrate è anticipata da un portico a tre arcate del Settecento che ospita un prezioso portale bronzeo, del 1186, di Bonanno Pisano, architetto e scultore a cui si deve anche l’edificazione della Torre di Pisa: quarantadue formelle in rilievo illustrano altrettante scene bibliche. La pianta basilicale a croce latina è divisa in tre navate: la centrale è più grande delle altre due; ha un soffitto ligneo a capriate decorate, che subì un restauro nel XIX secolo, tre absidi e transetto; il pavimento musivo cinquecentesco è in marmo bianco. Le pareti della chiesa sono interamente rivestite di mosaici a sfondo d’oro, per un totale di 6.340 mq, eseguiti tra la fine del XII e la metà del XIII secolo da maestranze locali, bizantine e veneziane. Le decorazioni raffigurano le scene dell’Antico e Nuovo Testamento, dalla Genesi alle storie di Cristo fino ai Santi, con legende in latino e greco. Nel catino absidale centrale i mosaici culminano con l’immagine di Cristo Pantocratore, alta dodici metri, mentre le due laterali presentano San Paolo e San Pietro. Il lato destro ospita i mausolei con i sarcofagi di Guglielmo I e Guglielmo II e la cappella del Crocefisso: un trionfo di marmi e rilievi ed un Cristo ligneo quattrocentesco; da qui si accede al Tesoro, che custodisce reliquiari ed oggetti di culto. Molto importante anche l’ex convento dei benedettini, che oggi ospita la galleria civica d’arte moderna intitolata a Giuseppe Sciortino, che fu il suo primo curatore e direttore. Le due sale di cui compone, a cui si accede attraverso uno scalone barocco in marmo pregiato, raccolgono dipinti e sculture di artisti moderni e contemporanei. Il chiostro dell’antico convento dei benedettini, coevo al resto del complesso, ha pianta quadrata ed un grande portico ad archi ogivali che poggiano su 114 coppie di colonnine, tutte diverse, con capitelli di stile romanico decorati con storie bibliche. L’impianto è gotico con richiami arabeggianti, ma si vedono anche influssi dell’arte provenzale e borgognona. Nell’angolo nord-ovest del chiostro si trova la fontana a vasca circolare, anch’essa di ispirazione araba, con colonna intarsiata ad alto stelo che evoca la forma del tronco di una palma. Di fronte al duomo si trova l’accesso alle grotte, cavità naturali che percorrono in sotterranea il centro storico di Monreale, ricche di stalattiti e di sorgenti d’acqua. La chiesa della Collegiata, dall’architettura secentesca alterata nei secoli successivi, ha l’interno a tre navate decorato a stucco da Giacomo Serpotta ed ospita tele di Marco Benefial. Tra le opere che si incontrano arrivando a Monreale ci sono anche le fontane del Pescatore (1768) e del Drago (1767), entrambe opera di Ignazio Marabitti, che si affacciano su corso Calatafimi, la strada settecentesca che arrampicandosi sul Monte Caputo giunge al centro della città. I quartieri storici sono il Carmine, a ridosso del duomo, con i caratteristici chiassi, piccoli slarghi che si aprono nelle strade, spazi comuni in cui anticamente ci si sedeva ad ascoltare gli insegnamenti e le prediche dei monaci benedettini, e la Bavera, così chiamato perché anticamente vi abitavano gli esattori del fisco, detti “bavaresi”. Allontanandosi dal centro abitato, sulla cima del Monte Caputo si può ammirare il castello di San Benedetto, detto Castellaccio, un monastero fortificato eretto dai Normanni nel XII secolo che subì nei secoli numerose devastazioni e che è stato restaurato nel 1898 dall’architetto Giuseppe Matricolo.

Tra le attività economiche monrealesi sono rilevanti il settore agricolo, in particolare la produzione di uva, agrumi, grano e frutta, e l’artigianato con la lavorazione di ceramiche, mosaici e ceste di vimini. L’industria è presente soprattutto nel settore alimentare. Il turismo è però la vera risorsa di questo comune.

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Sacro e Profano – Il patrono è San Castrense a cui è dedicata una solenne cerimonia il 13 luglio. Tra le altre principali feste, si ricordano quella dedicata al Santissimo Crocifisso, che si svolge i primi tre giorni di maggio e consiste in una processione accompagnata da spettacoli folkloristici, e la Settimana di Musica Sacra: la prima metà di novembre, orchestre e cori da tutto il mondo si danno appuntamento nella cattedrale.

La tradizione enogastronomica locale include vini pregiati ed i panini con le panelle: frittelle di farina di ceci con prezzemolo e grani di finocchio selvatico; carciofi fritti, pane e molte varietà di biscotti, insieme ai gelati ed alla susina locale, la Sanacore, sono molto apprezzati.

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Come arrivare

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