Identita Misilmeri

Amministrazione

SINDACO

Rosario Rizzolo

In carica dal: 05/10/2020

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.misilmeri.pa.it

Misilmeri, la Città dell'Emiro

Nel patrimonio monumentale del borgo spicca il Castello dell’emiro, di cui oggi sono visibili i resti, era costituito da una torre poligonale circondata da una cinta muraria. Eretto dagli Arabi e passato poi nelle mani dei dominatori stranieri che si sono succeduti alla guida della cittadina, subì alcune modifiche sostanziali intorno al 1340, quando la famiglia Chiaramonte vi fece costruire un’ulteriore cerchia di mura e la cappella, che venne dedicata a Sant’Antonio. Nell’Ottocento, con l’abolizione del feudalesimo la struttura restò senza proprietari e da allora ebbe inizio il lento e progressivo abbandono che ha portato l’edificio allo stato di rudere.

Gli insediamenti umani in quest’area sono attestati già nell’età preistorica; inoltre, sono state rinvenute testimonianze della presenza di una comunità greco-fenicia fiorita tra il VI ed il III secolo a.C. A questi anni infatti gli archeologi fanno risalire gli oggetti sacri ed i due sarcofagi portati alla luce nei pressi della frazione Portella di Mare, oggi conservati presso il Museo Archeologico di Palermo. Durante il Medioevo, a partire dai primi decenni del IX secolo, anche Misilmeri, come tutta la Sicilia, subì la dominazione araba. Il toponimo deriva infatti dal termine arabo manzil el emir, cioè casa dell’emiro, poiché fu fondata dall’emiro Giafar II, che regnò in Sicilia per ventidue anni, dal 996 al 1018. Fu il sovrano arabo a far costruire sulla rocca un castello-fortezza attorno al quale si è sviluppato l’antico villaggio agricolo di Misilmeri. In questo periodo si registrò un notevole sviluppo culturale, urbanistico e demografico; un censimento arabo datato 999 d.C. testimonia che l’abitato di Misilmeri raggiungeva le 8.312 unità. Alla dominazione normanna, invece, corrispose un periodo di declino economico. Nel XIV secolo, Misilmeri fu affidato alla famiglia Chiaramonte fino al 1539, quando venne ceduto ai Bosco; per cinque secoli Misilmeri fu governato da varie famiglie di feudatari locali (Caltagirone, Ajutamicristo, Moncada e Bonanno principi di Cattolica), per diventare comune solo nel 1812 in seguito all’abolizione del regime feudale.

Il più importante monumento religioso misilmerese è certamente la chiesa madre. Intitolata a San Giovanni Battista, fu eretta nel 1533 per volere del feudatario Don Vincenzo Del Bosco e subì vari rifacimenti e restauri nel corso dei secoli. Tra questi l’intervento più significativo è stato quello commissionato dal sindaco Pietro Scozzari nel 1883. Per volere del primo cittadino, poiché in seguito ad un sopralluogo gli ingegneri del comune verificarono numerose lesioni ed infiltrazioni d’acqua lungo la facciata, vennero ricostruiti l’ampia scalinata ed il frontone centrale con rosone a raggiera. L’interno della chiesa è decorato con stucchi settecenteschi del Firriolo, artista che fa capo alla scuola di Giacomo Serpotta. Vi sono inoltre custodite opere d’arte pregiate come la tela dell’Immacolata, opera di Vito D’Anna, l’urna argentea contenente le reliquie del patrono San Giusto, martire cagliaritano (XVII secolo), e varie statue lignee tra cui si distingue quella dell’Immacolata di Marabitti, del 1734. Nel 1951, durante i lavori di ripavimentazione marmorea, si scoprì sotto la cappella di San Giuseppe un locale sotterraneo con scala d’accesso al centro della navata. Si tratta di una stanza in cui venivano seppelliti i sacerdoti, secondo l’iscrizione in latino impressa su una lapide. La statua di San Giovanni Battista conservata nella chiesa madre è menzionata per la prima volta in un documento datato 1564. Proprio a questi anni infatti dovrebbe risalire la scultura lignea di autore anonimo che si ispira al modello creato da Antonello Gagini per la chiesa omonima di Castelvetrano nel 1522. L’opera di Misilmeri, restaurata nel 1990, accentua le componenti manieristiche adottando un’asimmetria che fa sviluppare la figura sul lato sinistro rispetto ad un ideale asse verticale. Di taglio classico, invece, il volto ed il panneggio della veste. Di fronte alla chiesa madre si trova la Fontana Grande, anch’essa costruita per volere del sindaco Scozzari e progettata da Benedetto Civiletti. Il monumento è formato da tredici bocche di leone e due statue di ninfee laterali. Un altro importante edificio religioso è la chiesa di Sant’Antonio, nota soprattutto perché custodisce al suo interno un prezioso bassorilievo della scuola scultorea di Antonello Gagini. Nel 1692 il barone feudatario Giuseppe Del Bosco fece costruire a Misilmeri il primo orto botanico d’Europa, che ospitava circa duemila specie vegetali ed aveva annesso un giardino zoologico. Ne affidò la gestione al frate Francesco Cupani, esperto botanico, che selezionò le piante provenienti da tutto il mondo. I due giardini non ci sono più da circa due secoli. Da segnalare anche il ponte di Risalaimi, teatro del passaggio dei Mille nel 1860.

Siti Archeologici

Nei pressi della città, in località Cannita si trova un sito archeologico risalente all’VIII secolo a.C. dove sono state trovate le rovine di un tempio dedicato a Chronos.

L’economia della città si basa prevalentemente sull’agricoltura, in particolare sulla produzione di fichi d’India, olive, uva, mandorle, loto, ortaggi ed agrumi con una qualità pregiata di limoni, arance e mandarini. Importante è anche il settore dell’allevamento, soprattutto di ovini e bovini. L’artigianato locale si dedica prevalentemente alla lavorazione di oggetti in legno.

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Sacro e Profano – Ogni anno durante la Pasqua per le vie della città si svolge una suggestiva rappresentazione della Via Crucis e nel piazzale antistante la chiesa di San Francesco viene riprodotta la Crocifissione e Morte di Cristo. La festa del patrono San Giusto, l’ultima domenica di agosto, consiste in un corteo cui prendono parte circa cento personaggi che, con una manifestazione itinerante, interpretano le scene esemplari della vita del Santo fino al momento del martirio. Si segnalano la Sagra del loto, tipico prodotto locale, la sagra salsiccia e dell’olio.

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Misilmeri ha dato inoltre i natali al filosofo Cosmo Guastalla, caposcuola del “fenomenismo”, e a Madre Antonia Laila, fondatrice delle suore domenicane missionarie di San Sisto di Roma.

Come arrivare

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