Identità Mineo

Amministrazione

SINDACO

Giuseppe Mistretta

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.mineo.ct.it

Giovanni Amato

Deleghe:

Vice Sindaco – Bilancio – Patrimonio – Rapporti con il Consiglio Comunale – Trasparenza e Partecipazione

Mario Agrippino Noto

Deleghe:

Ecologia – Polizia Locale – Personale – Attività Produttive – Agricoltura – Randagismo -Toponomastica – Urbanistica – Protezione Civile – Sport, Turismo e Spettacolo, Cultura ed Impianti Sportivi – Formazione Professionale e Politiche Attive del Lavoro – Museo, Biblioteca e Aree Archeologiche

Francesco Macedone

Deleghe:

Lavori Pubblici – Servizi Cimiteriali – Ambiente ed Energia – Contenzioso – Manutenzione e Servizi – Strade Comunali

Febronia Provenzano

Deleghe:

Servizi Sociali – Politiche Giovanili – Pari Opportunità – Politiche Scolastiche – Asilo Nido

Mineo, Città di papi e letterati

Grotte di Carratabia: si trovano sull’omonimo monte e sono delle cavità di origine carsica probabilmente sede di un’antica civiltà. Bellissimo il percorso immerso nella vegetazione che conduce alle grotte, all’interno delle quali si possono osservare graffiti e disegni, di epoca non datata, che raffigurano animali e uomini.

Toponomastica – Il nome deriva dalla parola latina Menae-arum, in greco Menainon, a significare una sorta di accampamento per soldati. Gli arabi, durante la dominazione in Sicilia, ne trasformarono il nome in Qalʿat Minaw, ossia Castello di Mineo.

Origini – Quasi sicuramente di origine pre-greca (sarebbe stata l’antica Menai, fondata dai Siculi), diede probabilmente i natali al re Ducezio, che la fortificò nel 459 a.C. e che fu scalzato dai siracusani. Dopo i Greci arrivarono i Romani, che dovettero far fronte a numerose rivolte. Pare che S. Leone, uno dei cinque siciliani che salirono al soglio pontificio nel periodo bizantino, era figlio di Paolo da Meneyo. Gli Arabi, poi, la conquistarono nell’829, facendola diventare un’importante piazzaforte. Successivamente fu nelle mani dei Normanni, poi degli Svevi e degli Angioini, ai quali si ribellarono (partecipando attivamente ai Vespri Siciliani) nel 1282. Sotto gli Aragonesi, in seguito, cambiò più volte forma istituzionale: prima parte del Demanio Regio, poi Contea, poi parte della Camera Reginale. Nel tempo mantenne comunque una certa importanza, al punto che nel suo castello, considerato luogo sicuro, il vescovo di Catania, Marziano, nel 1360 celebrò le nozze fra Costanza d’Aragona e Federico III. Danneggiata gravemente durante il terribile sisma del 1693, fu oggetto di una ricostruzione durata un secolo. Oggetto delle dominazioni che caratterizzarono la Sicilia, tornò a essere indipendente dal 1734 al 1816, sotto i Borbone, e poi attraversò le vicende legate all’Unità e alle due guerre mondiali.

Mineo contemporanea – Oggi Mineo è una cittadina di impianto medievale che ricorda un passato importante, divenuta centro d’attrazione per i sempre più numerosi turisti.

Centro storico – Il centro cittadino è caratterizzato da un assetto tipicamente medievale, con piccole stradine e vicoletti, anche se notevoli sono i segni delle tante popolazioni che, nei secoli, l’hanno espugnata: dai greci agli arabi, dai normanni agli svevi.

Architettura Religiosa

Chiesa di Santa Agrippina: la costruzione originaria risale al 263 d. C. sui resti di un luogo di culto in onore di Sant’Eupresia. Durante la dominazione araba si hanno notizie di un suo utilizzo come moschea. Il terremoto del 1169 la distrusse quasi per intero, tanto da essere ricostruita nel Trecento. È dedicata al culto di Agrippina, la santa patrona della città, della quale conserva una statua in legno policromo del Cinquecento. L’interno ha una struttura a tre navate, distinte da colonnati, a croce greca e con cupola centrale. I soffitti sono abbelliti da stucchi ed affreschi settecenteschi. Da vedere, inoltre, il presepe ligneo rappresentante la Natività e il sarcofago di Angela de Guerriero, risalente all’epoca cinquecentesca.

Chiesa di San Pietro: possiede un prospetto in stile barocco molto imponente, il cui progetto originale è stato modificato dai danni dovuti ai vari terremoti che hanno interessato il territorio. L’interno è a tre navate a croce latina e custodisce la cappella del Cristo alla Colonna, il cui portale è impreziosito da marmi, da molte tele ad olio e da stucchi di abbellimento. Degni di nota sono un simulacro del Cristo legato ad una colonna in argento e un antico organo del Settecento.

Chiesa di Santa Maria Maggiore: le origini si datano intorno al III sec. d. C., ed è per questo considerata uno dei primi esempi di luogo di culto cristiano sul territorio. Il terremoto del 1693, che colpì la Val di Noto, la rase praticamente al suolo tanto da essere ricostruita nel Settecento. Al suo interno, a croce latina e tre navate, degni di nota il pregiato lavabo marmoreo e un crocifisso in avorio, entrambi del Cinquecento, nonché la statua in alabastro raffigurante la Regina degli Angeli offerta da Ruggero I di Sicilia intorno all’anno Mille.

Chiesa di San Francesco D’Assisi e dell’Immacolata: edificio del Quattrocento che presenta un prospetto in pietra bianca e custodisce, al suo interno, pregevoli tele e quattro altari. Di questi ultimi degno di nota è quello dedicato all’Immacolata, la cui statua in cartapesta possiede una bellissima corona in argento ed oro databile al Settecento.

Chiesa di San Tommaso Apostolo: presenta un prospetto semplice e lineare, con torre campanaria. L’interno, ad unica navata, custodisce degli altari seicenteschi e la ringhiera in ferro battuto appartenente all’antica chiesa di San Benedetto.

Architettura Civile

Palazzo Comunale: costruito nel Seicento, originariamente ospitava il collegio dei padri Gesuiti. È sede delle istituzioni pubbliche dal 1767 sotto pressione dell’allora governo dei Borbone. L’edificio possiede un prospetto imponente con un pregevole cortile interno dotato di portici.

Porta Adinolfo: detta anche Porta del mercato, è l’unica porta che in epoca medievale dava l’accesso alla città ancora visibile. Il nome ricorda Adinolfo da Mineo, l’eroe che guidò la rivolta dei vespri siciliani in città. Nei lati della struttura si possono ammirare delle torri sormontate da un sole ad indicare il Castello Ducezio e il tempio dedicato al dio Sole.

Monumento a Luigi Capuana: è la costruzione centrale di piazza Buglio, realizzata nel Novecento per mano di Vincenzo Torre da Nicolosi. Poggia su una base marmorea decorata con bassorilievi rappresentanti scene tratte dalle opere del grande scrittore, quali il Marchese Di Roccaverdina e Giacinta.

Palazzo Capuana: edificio del Settecento che fu casa natale di Luigi Capuana. Oggi è sede del Museo Capuana e della Biblioteca Comunale.

Palazzo Sturzo: maestoso edificio di proprietà della famiglia di Don Luigi Sturzo, noto sociologo italiano. Degno di nota il portale d’ingresso.

Palazzo Tamburino: distrutto dal terremoto del 1693, venne ricostruito nel Settecento. In stile classico, è ricco di ornamenti e, al suo interno, è visibile una splendida scalinata circondata da colonne in stile dorico.

Circolo di cultura Luigi Capuana: ospitò nel Settecento gli uffici del Comune. Bellissimo il salone interno in stile Liberty, con soffitti lavorati e colonne in stile dorico.

Palazzo Morgana: costruito in epoca medievale, venne ricostruito nel Settecento a seguito del terremoto del 1693 grazie all’utilizzo di materiali originari dell’antico Castello Ducezio. Presenta una struttura classica e un pregevole cortile interno.

Villa Camuti: residenza estiva dei Tamburino, ha una struttura imponente costruita su due piani. La sua posizione, sull’altopiano Camuti, permette dalle terrazze superiori di godere di uno splendido panorama.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa della Madonna dell’Odigitria; Chiesa di San Vito; Chiesa di Santa Caterina; Chiesa della Madonna della Mercede; Chiesa di Sant’Antonio Abate; Chiesa di Santa Margherita; Chiesa dello Spirito Santo; Chiesa di San Sebastiano; Chiesa del Santissimo Salvatore; Ex Chiesa di Santa Maria della Porta; Ex Chiesa di Santa Teresa D’Avila; Villa Santa Margherita; Piazzetta dei Vespri; Scuole elementari Luigi Capuana.

Siti Archeologici

Grotta di Sant’Agrippina: deve il nome al suo utilizzo come luogo rurale dedicato al culto della Santa. I resti ci riferiscono della presenza di un castello di epoca tardo medievale.

Castello di Serravalle: la struttura originaria presentava solo la torre di base quadrata circondata da mura. Di epoca successiva le scuderie, la cisterna per l’acqua e la grotta dotata con ogni probabilità di passaggio sotterraneo di collegamento con la fortezza. Per le condizioni di instabilità strutturale, purtroppo, il suo interno non è fruibile al pubblico.

Castello Ducezio: della fortezza giungono a noi pochi resti, cioè una piccola parte delle mura e della torre principale. La proprietà viene attribuita a Ducezio, anche se molto probabilmente era abitato già in epoca precedente. È stato sede del matrimonio tra Costanza e Federico III d’Aragona.

Castello di Mongialino: costruzione medievale edificata su un’area già abitata nell’età del Bronzo. Comprendeva una torre a forma di ciambella ed era formata in origine da quattro livelli collegati internamente da una scala.

Necropoli di Mulino della Badia: in contrada Madonna del Piano gli scavi hanno portato alla luce quest’area destinata a luogo di sepoltura appartenente al X secolo a. C.

Piano Casazze: l’area risulta abitata sin da epoca antichissima, sin dalla prima Età del Bronzo. Al suo interno sono state ritrovate delle tombe a grotticella tipiche dell’Età del Ferro, oltre a resti di abitazioni databili all’epoca bizantina e a frammenti di edifici sacri, probabilmente santuari.

Centrale è sicuramente l’agricoltura, soprattutto per quel che riguarda la coltivazione di uva, agrumi, mandorle, ortaggi e ulivi. Il territorio fa parte del Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia per quanto concerne le produzioni delle qualità tarocco, dell’arancia sanguinella e di quella moro. Legata alla coltivazione agricola è lo sviluppo di industrie di lavorazione dei prodotti della terra, tra le quali, ad esempio, quella per la surgelazione del succo d’arancia. Ben sviluppato anche il settore dell’allevamento di ovini e bovini.

Evoluzione demografica – La popolazione ha vissuto fasi altalenanti di crescita e regressione. Intorno agli anni Venti e Trenta del Novecento si raggiunsero picchi di oltre undicimila unità per poi diminuire fino a dimezzarsi negli ultimi anni.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Mineo al 1° gennaio 2016 sono 290 e rappresentano il 5,6% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 65,2% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Tunisia (5,9%) e dall’Egitto (3,8%). Dal 2011 è sede del C.A.R.A. (Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo) che ospita temporaneamente i rifugiati giunti in Sicilia e in attesa del diritto d’asilo. Non molto distante dal Centro si trova anche il Residenze degli Aranci, ovvero le abitazioni destinate alle famiglie dei soldati americani assegnati alla base militare di Sigonella.

Musei – Museo Luigi Capuana, Via Romano n. 16. Si trova all’interno della casa natale dello scrittore ed ospita la biblioteca comunale; degna di nota la collezione libraria in Esperanto, donazione del prefetto Pietro Rizzo. Museo Civico Corrado Tamburini Merlini, Viale della Rimembranza n. 8. Custodisce moltissimi reperti ritrovati sul territorio, tra i quali resti di ossa di animali appartenenti all’epoca preistorica e strumenti di lavoro dell’Età del Bronzo. Museo Etnoantropologico, presso Ex convento Padri Minori, Via Carlo Alberto n.21. Colleziona molti utensili e strumenti della civiltà contadina e rurale ormai in disuso, raccogliendo anche un vasto numero di proverbi in lingua dialettale.

 

Biblioteche – Biblioteca comunale Luigi Capuana, Via Romano n. 16. Moltissimi i volumi custoditi, tra i quali il Fondo Croce Zimbone, che comprende manoscritti ed opere dello scrittore legato alla città, la biblioteca in lingua Esperanto, lascito del prefetto Pietro Rizzo, i volumi dell’ex biblioteca dei Cappuccini e, naturalmente, il fondo Capuana.

Cinema – La Città è stata location per il film Il siciliano (Michael Cimino – 1987)

Sacro e Profano – Settimana Santa, Pasqua. Tradizionali festeggiamenti durante la settimana antecedente la Pasqua, che prevedono per il Mercoledì Santo la processione nel centro storico del Cristo alla Colonna accompagnato dai fedeli con fiaccole; il Giovedì Santo, dopo la Lavanda dei piedi e le funzioni religiose, è di rito la visita dei Santi Sepolcri allestititi nelle principali chiese della città; il Venerdì Santo, poi, si svolge la Via Crucis, durante la quale oltre il fercolo del Cristo Morto viene portata in processione anche la reliquia della Santa Croce. La Domenica di Pasqua, infine, è da vedere la tradizionale ’Ncrinata, ossia la simulazione dell’incontro tra la Madonna e il Cristo risorto, accompagnata dai fuochi d’artificio e musiche della banda musicale del paese. Festa di Maria Regina degli Angeli, ultimo Sabato di Maggio. La statua della Madonna, tutta in pregevole alabastro, viene condotta in processione dai fedeli senza scarpe. L’atmosfera è allietata dalla banda musicale e da giochi pirotecnici. Festa di Santa Agrippina, ultime due Domeniche di Agosto. Si tratta dei solenni festeggiamenti in onore della Patrona, il cui fercolo viene portato in corteo nel centro cittadino, acclamato dai fedeli e dai fuochi d’artificio. Una passerella di carretti e cavalli si svolge nella mattinata per rendere omaggio alla Santa. Il sabato precedente la seconda domenica si può assistere al tradizionale pellegrinaggio dei Nudi, ossia uomini in vesti bianche e senza scarpe che sfilano in corteo cantando inni ad Agrippina e con in mano immagini della Santa e mazzi di fiori in segno di offerta. Degna di nota è la statua che raffigura la Santa, ricca di ornamenti e di un bellissimo manto rosso, e il fercolo che la trasporta, in legno e argento. Festa della Madonna dell’Aiuto, ultima Domenica di Settembre. Caratteristica processione del simulacro accolto da cori di gioia e fuochi artificiali. Natale. 8 Dicembre – 6 Gennaio. Tradizionale mostra di presepi artistici e del presepe vivente allestito in città. Il percorso cittadino è addobbato per l’occasione da presepi e altarini che ogni famiglia allestisce in strada o all’interno della propria abitazione. Bella l’atmosfera allietata da nenie natalizie e addobbi.

Piatto tipico della cucina di Mineo sono sicuramente i cavatieddi, una tipologia di pasta fatta a mano condita con pomodoro, melanzane e ricotta salata. Tra i dolci si annoverano quelli della tradizione natalizia, quali i capiddi d’ancilu, ovvero delle sfoglie tagliate a strisce sottilissime, appunto come capelli d’angelo, e aromatizzate con miele di zagara, mandorle, cannella e cioccolato a pezzi. Ancora, tra i dolci, le cassatelle di ricotta, dette vasteddi fritti, e le colombelle di Pasqua, impasti a forma di colombelle, cestini e campanelle essiccate al sole e cotte in forno.

  • Placido Nigito (1570 – 1640), Teologo. Gesuita, è stato colui che iniziò il filone della Mariologia, ossia uno studio sulla Vergine separato dalla tradizionale teologia. Molto noto, in tal senso, il suo Summa sacrae Mariologiae, edito nel 1602.
  • Ludovico Buglio (1606 – 1682), Missionario. Appartenente all’Ordine dei Gesuiti, trascorse la sua vita come missionario in Cina, dove fu oggetto di feroci persecuzioni per la sua fede cattolica.
  • Orazio Capuana Yaluna (1606 – 1691), Poeta. Di nobili origini, si ricorda per le sue poesie in dialetto siciliano, le famose Canzuni, delle quale se ne conservano circa settanta.
  • Paolo Maura (1638 – 1711), Poeta. Di studi e tradizione classica, la sua opera rispecchia inizialmente il silenzio e il rigore imposto nel Seicento dalla dominazione spagnola in Sicilia, che vietava qualsiasi accenno alla vita politica e sociale. Pian piano il Maura si lega, però, al filone della satira burlesca, che rendeva possibile parlare dei fatti sociali reali mascherandoli con una veste comica e ridicola. La maggior parte delle sue opere sono in dialetto siciliano.
  • Corrado Tamburino Merlini (1781 – 1850), Archeologo. Presbitero della Chiesa Italiana, si dedicò all’archeologia diventando, nel 1803, antiquario cancelliere del Museo del Seminario di Siracusa. Noti i suoi studi sulle origini e la storia dei siculi e di Ducezio, loro capo.
  • Antonio Maria Ayala (1818 – 1887), Missionario. Legato ai gesuiti, dedicò tutta la sua vita alle opere missionarie all’estero. Molte le sue pubblicazioni relative ai percorsi spirituali intrapresi durante le missioni.
  • Salvatore Greco dei Chiaramonte (1835 – 1910), Patriota. Garibaldino, partecipò alla spedizione dei Mille e alla guerra franco-prussiana nelle fila dell’esercito francese. Abile schermidore, fondò una scuola di scherma nel 1878 a Roma.
  • Luigi Capuana (1839 – 1915), Scrittore. Fu tra i più importanti esponenti del Verismo con Giovanni Verga. Ricchissima la sua produzione letteraria basata sulla poetica del vero, ossia la rappresentazione dei fatti in maniera reale descrivendone dall’interno le dinamiche che li avevano causati utilizzando, perciò, il metodo scientifico dell’impersonalità e un linguaggio il più possibile asciutto e privo di fronzoli. Molti gli adattamenti cinematografici delle sue opere, tra i quali sono da menzionare Malìa, diretto da Giuseppe Amato, e Gelosia, per la regia di Pietro Germi.
  • Corrado Luigi Guzzanti (1832 – 1934), Sismologo. A capo della stazione sismologica della città per quasi tutta la sua vita, si è dedicato anche allo studio dei fenomeni metereologici, in particolare a quello dei temporali. All’interno del museo di sismologia è possibile osservare ancora oggi gli strumenti da lui utilizzati.
  • Benedetto Cirmeni (1854 – 1935), Giornalista. Dopo la laurea in legge all’Università di Roma, si dedicò alla carriera giornalistica come corrispondente da Berlino. Vicino alle idee di Giolitti, nel 1892 venne eletto deputato ricoprendo anche il ruolo di sottosegretario alla Pubblica Istruzione. Nel 1920 venne nominato Senatore.
  • Giuseppe Simili (1865 – 1920), Giornalista. Avvocato, fu tra i fondatori del quotidiano regionale La Sicilia.
  • Antonio Albertini (1872 – 1966), Magistrato. Vicino alla politica fascista, divenne nel 1932 sottosegretario di Stato al Ministero di Grazia e Giustizia durante il governo di Mussolini. La sua carriera di procuratore lo vide esercitare presso le Corti d’Appello di Roma e Milano e la Corte di Cassazione del Regno.
  • Antonio Albertini (1872 – 1966), Politico. Si dedicò alla carriera in magistratura nelle varie corti d’appello e in Cassazione. Divenne senatore nel 1939 e, sotto il governo di Mussolini, Sottosegretario di Stato presso il Ministero di Grazia e Giustizia.
  • Luigi Ricceri (1901 – 1989), Presbitero. Tra i successori di Don Giovanni Bosco, resse l’ordine dei Salesiani negli anni a cavallo tra il 1965 e il 1977. Perseguitato dalle S.S. tedesche, fu costretto a dei periodi di prigionia.
  • Sebastiano Bonacia (1903 – 1974), Musicista e compositore. Emigrato in età giovanissima negli States, dove era noto con lo pseudonimo di Bennie Bonacio, ne ottenne la cittadinanza nel 1927. Si dedicò allo studio del sax e della musica in generale, suonando nelle migliori orchestre del periodo, quali quella di Paul Whiteman e di Percy Faith. È sepolto a Clearwater, in Florida.
  • Pietro Rizzo (1907 – 1985), Prefetto. Noto per essere stato il primo direttore della Scuola della Pubblica Amministrazione a Caserta, si dedicò agli studi linguistici, in particolar modo del filone esperantista di cui è considerato uno dei maggiori esperti. Moltissimi i trattati in esperanto da lui raccolti in un fondo donato alla città natale e oggi custodito all’interno della biblioteca civica della città.
  • Croce Zimbone ( 1912 – 1998), Scrittore. Laureato in Lettere Classiche, si dedica all’insegnamento nelle scuole e nei licei. Tra le sue opere più note vi è La Favola di Villadoro, La figlia del Sindaco, con la quale vinse il premio del Circolo della Stampa di Catania, e Primo giorno di Villadoro, che gli fece ottenere un premio messo a disposizione dal giornale regionale La Sicilia.
  • Giuseppe Bonaviri (1924 – 2009), Scrittore. Laureatosi in Medicina, pur esercitando la professione di cardiologo riuscì a dedicarsi alla scrittura di romanzi e poesie, sua grande passione.
  • Modesto Sardo (1929 – 1991), Politico. Laureato in giurisprudenza e abilitato avvocato, si dedicò alla vita politica prima come consigliere e poi come deputato presso l’Assemblea Regionale Siciliana, della quale ricoprì il ruolo di Presidente per un anno, dal 1984 al 1985.

Come arrivare

In auto da Catania è possibile arrivare imboccando la SS417 in direzione di SP74/ii a Ramacca, poi imboccare quest’ultima, la SS385 e, infine, la Provinciale 31; da Palermo, invece, prendere la E90, poi la A19/E932 in direzione della Statale 192 a Paternò, poi uscire a Gerbini, prendere la Strada Provinciale 202, la Statale 288, la Provinciale 107, la Statale 417 ed imboccare l’uscita per Mineo. L’aeroporto di riferimento è quello di Catania, “Fontanarossa”, che dista circa 51 km; in treno è possibile scendere alla stazione di Mineo. È inoltre possibile servirsi delle autolinee dell’AST, Azienda Siciliana trasporti.

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