Identità Mazzarino

Amministrazione

SINDACO

Vincenzo Marino

In carica dal: 29/04/2019

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.mazzarino.cl.it

Mazzarino, Perla barocca incastonata nella Sicilia

Raffo Rosso: è una grande area boschiva costituita in prevalenza da maestosi alberi di eucalipto. Da questa si accede a tutta l’area che abbraccia il Comune di Mazzarino, degne di nota le aree di Giasi, Gibliscemi e Bubbonia.

Monte Formaggio: si tratta di un rilievo di arenaria che mostra, osservandolo da lontano, un profilo curioso, con una particolare forma conico-piramidale causata dall’erosione dei venti. Da segnalare la presenza di due rare orchidee endemiche siciliane: la Ophrys mirabilis e la Ophrys subfusca flammeola.

Toponomastica – Probabilmente il nome Mazzarino deriva da Mazzara, e quest’ultima sarebbe la deformazione del nome dell’antica città citata da Erodoto, ossia Mactarium urbem.

Origini – La città risalirebbe al periodo greco (si pensa intorno al 452 a.C.), come testimoniano i resti rinvenuti nei pressi di Monte Bubbonia. Vide la dominazione Cartaginese, quella Romana e quella Araba, e i numerosi resti testimoniano come l’attuale Mazzarino trovi le sue radici nel medioevo, nei pressi di un castello arabo. Seguì il dominio dei Normanni guidati dal conte Ruggero I d’Altavilla. Il primo signore di Mazzarino fu Manfredi, un feudatario facente parte dell’importante dinastia degli Arelamici, che la governò nella metà del Millecento. Dal 1324 il borgo fu annoverato tra i possedimenti del casato dei Branciforti e rimase feudo fino al 1812, quando la feudalità venne abolita. Nel 1818, poi, entrò a far parte della provincia di Caltanissetta.

Mazzarino contemporanea – Alla metà del XIX secolo il territorio presentava, nella regione, il maggior numero di latifondi, che costituivano il 70% dei suoi terreni. Nel 1944 si verificò un’insurrezione contadina, con l’occupazione del Municipio e delle terre dei padroni; la polizia sedò la rivolta ed arrestò alcuni rivoltosi. Anni dopo si decise in Parlamento di approvare una riforma sociale per l’assegnazione ai contadini delle terre tolte ai latifondisti. Oggi Mazzarino è un importante comune siciliano, dichiarato centro d’arte per la concentrazione di importanti opere architettoniche.

Centro storico –  Quello di Mazzarino è uno dei più importanti centri storici dell’intera Isola, presenta un patrimonio artistico-culturale degno di nota. Sorge su un impianto urbanistico di origine settecentesca, con un lungo asse che si apre a formare piazze e slarghi dove sono collocati le principali architetture barocche ed i palazzi ottocenteschi. Numerose poi, sono le chiese, nonché i conventi e gli ex conventi.

Architettura Religiosa

  • Chiesa di Santa Maria della Neve: è la chiesa Madre della città. Iniziata nel 1700, a tutt’oggi presenta il prospetto, in stile barocco, incompleto a causa di ritardi e problemi di costruzione presentatisi nel corso dei secoli. L’interno presenta la classica struttura a tre navate con un imponente altare maggiore contornato da diciotto medaglioni che rappresentano San Giuseppe, La Madonna, i quattro Evangelisti e i dodici Apostoli. Al di sopra dell’altare è posta una tela raffigurante la Madonna della Neve. Di notevole pregio, poi, le due opere in legno custodite al suo interno: l’altare del SS. Sacramento e uno stallo dei canonici intagliato e decorato con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, entrambe opera dello scultore Santi Luigi Rigano.
  • Basilica di Maria Santissima del Mazzaro: edificata nella parte più alta della città nel 1100 ad opera di Manfredi, conte di Policastro, e dedicata alla santa Patrona, venne completamente distrutta dal devastante terremoto del 1693 e ricostruita nel 1760 per volontà del frate Ludovico Napoli. In stile barocco siciliano, la struttura è a tre navate ed è dedicata alla Madonna del Mazzaro, culto legato al ritrovamento di un quadro raffigurante la Madonna col Bambino con accanto le due Vergini siciliane Lucia e Agata, quadro  ritrovato intorno al 1100 da un pastore del luogo.
  • Chiesa del SS. Crocifisso dell’Olmo: molto antica (risale al V secolo), venne restaurata una prima volta intorno all’anno Mille, dai Normanni (che la dedicarono alla Madonna dell’Itria), ed una seconda volta dopo il terribile terremoto del 1693, per volere del marchese Filippo Bivona. Fino agli albori del XX secolo, al suo ingresso era presente un grande Olmo (che fu eliminato per motivi logistici) legato alla leggenda del crocifisso venerato ancora oggi al suo interno e montato sopra una pesantissima bara di ferro.

Secondo una leggenda, una banda di ladri una notte entrò in una chiesa per rubare il crocifisso lì presente: uno di loro, che aveva con sé il ramo di un olmo, lo lasciò all’ingresso dell’edificio, per recuperarlo una volta uscito. Il ramo, però, mentre i ladri erano dentro mise radici e crebbe, diventando albero. Una volta impadronitisi del crocifisso i ladri presero la via della fuga, ma quando furono fuori e si trovarono davanti l’albero di olmo, credendo di trovarsi improvvisamente in un altro luogo lasciarono la refurtiva ed andarono via.

  • Chiesa del Carmine: un tempo annessa al convento dei padri Carmelitani (che oggi ospita il Palazzo Comunale) fu iniziata sul finire del Quattrocento per volere di  Giuseppe Branciforti e venne completata solo nel 1673 ad opera del priore dell’allora convento, Marco Ferranti. All’interno degni di nota, l’altare maggiore riccamente decorato da marmi policromi e la cripta del sarcofago del Principe Giovanni II Branciforti, realizzata dallo scultore di origini svizzere Domenico Gagini. Il campanile ospita in alto un orologio, realizzato nel 1794: pare che Mazzarino fu la terza città in Italia ad avere un orologio esposto (bisogna ricordare inoltre che, prima di essere apposto sul campanile del Carmine, quest’orologio realizzato nel 1499 per volere del signore di Mazzarino Nicolò Melchiorre Branciforti, era stato apposto su un’altra chiesa).
  • Chiesa dei Padri Cappuccini: dedicata a San Francesco D’Assisi (e prima alla Madonna delle Grazie), venne costruita intorno al XII secolo. Ad essa è annesso un convento realizzato tre secoli dopo per volere del barone Pietro Rivalora.
  • Chiesa dell’Immacolata Concezione: eretta nel XVI secolo era dedicata alla Madonna della Catena. Oggi al suo interno è presente una tela dell’Immacolata Concezione realizzata nel 1606: nel dipinto è presente un autoritratto dell’autore con indosso un saio francescano (San Francesco era devoto all’Immacolata Concezione), autoritratto sotto il quale è presente la frase Philippus Paladini florentinus pingebat, anno 1606.
  • Chiesa di San Domenico: annessa all’ex convento dei Frati Domenicani, venne realizzata per volere del nobile Antonio Alegambe nel 1480 e presenta una sola navata.
  • Chiesa di Maria SS. Delle Lacrime: fu eretta per volere del conte Giuseppe Branciforti sulle ceneri della casa dove, secondo leggenda, nel 1638 un quadro della Madonna lacrimò. Ha una forma circolare delle dimensioni della Cupola di San Pietro a Roma, ed è a tre navate. Oggi vi si venera Santa Rita.
  • Chiesa di Santa Maria del Gesù: costruita nel 1425, vi fu annesso un convento, eretto nel 1573.
  • Chiesa Santa Maria delle Grazie: la sua origine si fa risalire intorno all’anno Mille. Custodiva una statua della Madonna realizzata in gesso risalente allo stesso periodo della sua costruzione, statua che recava degli antichi geroglifici e che venne trafugata nel 1973 insieme ad un crocifisso. Oggi vi viene celebrata una sola messa durante l’anno: il 2 luglio.
  • Chiesa di San Giuseppe: eretta intorno al Millecinquecento con un’unica navata, mostra un campanile degno di nota, presentando una griglia conica in mattoni colorati.

Architettura Civile

  • Palazzo Alberti: fu voluto nel 1883 da Antonio Alberti e fatto costruire su disegno dell’ingegnere Leopoldo Veggiotti ma, rispetto al progetto originario, si mostra incompleto presentando solo il lato ad est e pochi vani di quello ad ovest. Rimane comunque un mirabile esempio di architettura barocca.
  • Palazzo De Maria: risale al Millesettecento ed il prospetto si mostra asimmetrico, con l’ingresso decentrato. Caratteristici sono, sulla facciata, i timpani a forma di pagoda cinese.
  • Palazzo Adonnino: iniziato nel XVII secolo, fu ultimato solo due secoli più tardi, per essere collegato con Palazzo Alberti. L’interno è molto scenografico; presenta un giardino con fontana, all’ingresso sono posti due leoni, uno di fronte l’altro.
  • Palazzo Accardi: ex palazzo Bivona, risale alla metà del Millesettecento, e il prospetto severo mostra la pietra maltagliata a vista.
  • Palazzo Branciforti: voluto da Giuseppe Branciforti, che lo fece erigere nel 1650, nel tempo è stato abbellito fino a divenire quasi una reggia per opera di Carlo Maria Carafa. Oggi, tuttavia, appare rimaneggiato, ma ugualmente ricco di fascino, con il mascherone grottesco posto sul portale d’ingresso ed i cinque animali feroci che reggono il balcone.
  • Castello Vecchio: è di epoca romano-bizantina e si trova nelle vicinanze del centro abitato. È detto U Cannuni probabilmente per via della forma, che si presenta cilindrica. Composto da un’unica torre, l’aspetto attuale fa pensare che in passato ce ne fossero altre tre, a racchiudere sottoterra dei serbatoi utilizzati come granai. Il piano superiore, invece, veniva occupato dai soldati: originariamente, infatti, doveva avere una funzione militare (era circondato da una muraglia esterna), ma nel tempo divenne residenza dei signori locali.
  • Castello di Grassuliato: detto Castiddazzu, dista circa 6 km dal centro di Mazzarino ed è di origine romana. Intorno alla metà del Millecento venne distrutto, per poi essere ricostruito. Da fuori si notano le mura merlate e le aperture a sesto acuto.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa di Santa Lucia; Chiesa dell’Addolorata; Chiesa delle Figlie di Maria Ausiliatrice; Chiesa del Calvario; Chiesa del San Salvatore; Chiesa di San Francesco di Paola (inattiva); Chiesa Sant’Ignazio di Loyola (inattiva); Palazzo Perno; Palazzo Nicastro; Palazzo Cannada; Palazzo Bartoli.

Siti Archeologici

  • Stazione Philosophiana: si tratta di un abitato di origine romana-bizantina che comprende i resti di un edificio termale e di una basilica bizantina la cui struttura interna è a tre navate. Il nome è derivato da un ex feudo che ricadeva nel territorio di Mazzarino, cioè il feudo di Sofiana in contrada Pitrusa. Importante, la struttura termale in marmo, che oggi mostra tracce di mosaici. Da menzionare gli oltre 200 pezzi in bronzo rinvenuti nel calidario. Al di là dei resti di origine romana, inoltre, testimonierebbe la presenza di una delle prime civiltà sicule.

L’economia di Mazzarino nel tempo si è retta prevalentemente sull’agricoltura: le produzioni di uva, di mandorlo, di olive, di grano e dei carciofi risultano piuttosto importanti. Gli abitanti di Mazzarino, sono altresì noti per l’artigianato, con la lavorazione del legno e della pietra, dei marmi; il settore è da considerarsi in crescita. Da rilevare anche le estrazioni del zolfo, che in passato hanno avuto una certa importanza per via della presenza della Solfara Bubonia, in funzione tra il 1860 ed il 1870, oggi non più funzionante.

Evoluzione demografica – Rispetto al 1860 oggi Mazzarino ha di poco aumentato il numero dei suoi abitanti (di circa un migliaio di unità), ma è da rilevare che fra l’inizio del XX secolo e gli anni Sessanta si sono raggiunti dei picchi, 20.570 unità nel 1921 e 18.758 unità nel 1951.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Mazzarino al 1° gennaio 2016 sono 364 e rappresentano il 3,0% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 48,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Pakistan (23,9%) e dalla Gambia (4,1%).

Musei – Palazzo del Barone Bartoli, Corso Vittorio Emanuele, n. 222. Sito nelle vicinanze del Palazzo Comunale, ha origini ottocentesche. Molto bella la facciata in pietra con le ringhiere dei balconi decorate in ferro battuto. Degno di nota il chiostro interno dal quale si può raggiungere la terrazza sovrastante. Centro Culturale “Carlo Maria Carafa”, ex Collegio dei Gesuiti. Conserva importanti collezioni di resti archeologici e storico-artistici ritrovati durante gli scavi nel territorio comunale.

Biblioteche – Biblioteca Comunale. Via Roma n. 16

Teatri – Teatro Uno Mazzarino. Via Samperi n. 16

Cinema – La città ha ospitato parte delle riprese effettuate per la Miniserie Televisiva La Piovra 10 (Luigi Perelli – 2001)

Sacro e Profano – Da menzionare Il Signore dell’Olmo “U SIGNURI DI MAIU”, Festa in onore del SS. Crocifisso dell’Olmo. Processione della Vara addobbata di collane di margherite gialle, i “Sciuri di Maiu”. Seconda domenica di maggio. Il Festival della Biodiversità – La manifestazione si svolge nella cittadina che possiede uno dei centri storici più interessanti della Sicilia. Degustazioni dei prodotti tipici siciliani e visione delle razze siciliane.

Il prodotto tipico per eccellenza è sicuramente quello caseario, dalla ricotta al formaggio stagionato, al pecorino siciliano. La ricotta fresca viene utilizzata in preparazioni dolci e salate, ed è protagonista di una sagra che si svolge durante la celebrazione dei festeggiamenti per la Madonna del Rosario. Grande è, comunque, la tradizione pasticcera: si va dai cannoli al torrone, dalle cassatine alla cosiddetta muffuletta (tipico pane a base di semi di cumino).

  • Giuseppe Artale (1632 -1679), Scrittore. Noto in terra germanica come il Cavaliere Sanguinario, in età adolescenziale uccise un suo coetaneo e si rifugiò presso il convento dei Padri Gesuiti dove studiò lettere e filosofia. Quindi si arruolò nell’Ordine Militare dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme combattendo la guerra contro i Turchi, esperienza che gli consentì di ottenere il Diploma di Cavaliere Militare dell’Ordine Angelico Aurato Costantiniano di San Giorgio di Malta. Finita la guerra dedicò la sua vita all’opera letteraria. Del 1656 è La Bellezza Atterrata, uno dei suoi sonetti più famosi, ma l’opera che gli rese più gloria fu sicuramente l’Enciclopedia Poetica Parte I Parte II pubblicata nel 1660. Morì a Napoli nel 1679 in condizioni di indigenza.
  • Pietro Giorgio (1860), Storico. Dedicò i suoi studi a trascrivere una guida storica di Mazzarino, documentandola con memorie, tradizioni e storie del passato.
  • Ludovico Napoli (1708 – 1764), Sacerdote. Devotissimo sin da bambino della Beata Vergine, fece costruire in suo onore ben due santuari. In vita rispettò in maniera rigida la disciplina che il suo ordine ecclesiastico gli imponeva, con digiuni e penitenze.
  • Santi Luigi Rigano (1838), Scultore. Fu autore di moltissime opere custodite nelle chiese della città, e tra queste la più importante è sicuramente lo Stallo dei Canonici nella Chiesa Madre, opera che presenta trentasei quadretti rappresentanti storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, e diciotto medaglioni che raffigurano i discepoli e gli apostoli di Gesù.
  • Francesco Gesualdo (1895 – 1917), Scrittore. La sua aspirazione era quella di diventare avvocato al fine di poter difendere gli ultimi e i più bisognosi. Convinto patriota, cadde durante un agguato durante la Prima Guerra Mondiale vicino Gorizia. Molte delle sue lettere inviate ad amici e familiari dal fronte vennero pubblicate come simbolo di elevato valor patrio.
  • Salvatore Russo (1899), Politico. Senatore nel 1953, fece parte della Commissione Istruzione Pubblica e Belle Arti. Dal 1963 si ritirò a vita privata.
  • Luigi Cardamone (1919 – 1987), Matematico. Laureatosi in matematica nel 1945, iniziò la docenza universitaria presso la Facoltà di Economia dell’Università di Palermo. Suoi alcuni studi importanti sul calcolo delle variazioni in collaborazione con Emilio Bajada e Lucio Lombardo Radice.

Come arrivare

In auto da Catania bisogna imboccare la Strada Statale SS417bis  in direzione della Strada Provinciale SP13 fino a Mazzarino; da Palermo, invece, bisogna seguire la E90, A19 e E932 in direzione della Strada Statale 640 fino a Villarosa, poi occorre imboccare l’uscita Caltanissetta da A19/E932 e seguire la SS626, Strada Statale SS190 e SP126 fino a destinazione. L’aeroporto più vicino è quello di Comiso – “Pio La Torre”, che dista dalla città circa 77 Km ed è collegato tramite la SS115 e la Strada Statale SS190. La stazione ferroviaria più vicina è quella di Caltanissetta, distante circa 54 km. Per raggiungere Mazzarino in autobus è possibile servirsi dell’AST, Azienda Siciliana Trasporti, o delle linee Etnatrasporti, Sais o Interbus.

Mobilità urbana – Il servizio di trasporto urbano è gestito dall’AST – Azienda Siciliana Trasporti.

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