Identità Mascali

Amministrazione

SINDACO

Luigi Messina

In carica dal: 05/10/2020

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.mascali.ct.it

Mascali, dal vino al castagno secolare

La Gurma, area naturalistica che si estende nel territorio comunale di Mascali, al confine con il vicino comune di Fiumefreddo. Si tratta di una zona umida che sorge lungo la costa jonica, in prossimità dei punti dai quali provenne la devastante colata lavica del 1928. La bonifica, effettuata durante il periodo fascista, ha notevolmente ridotto l’area che, nell’ottocento, si estendeva dal torrente Macchia alla foce dell’Alcantara. Quest’area palustre, alimentata dalle sorgenti provenienti dal versante nordorientale dell’Etna, costituisce un habitat ideale per moltissime specie faunistiche che vi stazionano o che la utilizzano come corridoio migratorio. Il sito è una zona d’interesse naturalistico ed ecologico, pertanto inserito, dalla Regione Siciliana, nella rete ecologica Natura 2000. Poco distante si trovano due splendide opere architettoniche naturali, vale a dire il grande Castagno dei Cento Cavalli e il Castagno Sant’Agata, quest’ultimo conosciuto, nel dialetto locale, come Castagnu ‘a Navi o Castagnu Arribboghiasonnu. Questi grandi alberi hanno un’età che va oltre i mille anni ed erano parte del gruppo di alberi secolari conosciuti come i sette fratelli, gli altri cinque sono però oramai scomparsi. Il Castagno di Sant’Agata ha una misura imponente di circa 23 metri di circonferenza e un’altezza di 19 metri, pare, secondo taluni studi, che si tratti del secondo albero più antico e grande d’Italia. Non mancano le zone panoramiche come il costone detto della Ripa ra Naca, posto sull’apertura delle grandi bocche eruttive e dalle quali si gode un panorama mozzafiato.

Toponomastica – L’origine del toponimo non è chiara ed esistono varie interpretazioni: per alcuni il nome corrisponderebbe al Maskàle citato nei testi dello storico greco Strabone (45 a.C.), mentre per altri esisterebbe una relazione con l’antica Mascari, fondata dal tiranno di Siracusa Gerone I dopo la distruzione di Catania del 476 a.C.; altri ancora ipotizzano un collegamento con il termine greco maskalis (dei rami, boscoso), scelto probabilmente per riferirsi ai fitti boschi che in passato ricoprivano tutto il suo territorio.

Origini – Non si conosce con precisione il periodo storico cui risalgono i primi insediamenti umani; si suppone però che tutta la zona ionico-etnea subì gli influssi delle civiltà classiche. Le fonti documentali attestano che il paese fu citato, nel VI secolo d.C., da papa Gregorio Magno in una sua lettera, nella quale riferendosi a un antico monastero, nominò Mascali scrivendo: «…quod est super Maschalas…» («il quale si trova sopra Mascali…»). Nel 900 circa, fu assoggettata agli arabi, come documentato nella prima metà del XII secolo dal geografo e storico Idrisi; questi fornisce interessanti informazioni sul borgo; lo descrive come un villaggio adagiato su di un colle, ne loda la fertilità dei terreni e l’abbondanza d’acqua. Egli cita inoltre la presenza di una località costiera denominata Qurtil Masqalah, ricadente pressappoco nel territorio delle odierne frazioni marittime di Sant’Anna o Fondachello; traccia inoltre un quadro roseo di prosperità e laboriosità delle popolazioni locali. Nel 1082 la zona venne invasa dai Normanni; i nuovi conquistatori, una volta liberata l’isola dagli Arabi, cedettero il borgo, nel 1124, alla diocesi vescovile di Catania che lo mantenne nei suoi possedimenti per molti secoli; la giurisdizione ecclesiastica fu però lasciata all’arcivescovo archimandrita di Messina, per espressa volontà pontificia, con bolla di papa Eugenio III, del 1151. Mascali fu teatro di un grande assedio, nel 1357 da parte dei Caltabianesi, durante la guerra tra aragonesi e angioini. Nel 1543, per volere dell’imperatore Carlo V fu istituita la Contea di Mascali; il vescovo di Catania, Niccolò Maria Caracciolo, ottenne, infatti, il mero e misto imperio, vale a dire la giurisdizione civile e criminale sul territorio. A seguito dell’investitura, per meglio mettere a frutto i terreni impervi e boschivi, Caracciolo convocò un’assemblea, il 5 ottobre 1558, invitando gli abitanti di Mascali e offrendo loro le terre della Contea in enfiteusi. Fu così che cominciò il disboscamento della zona, la messa a coltura e una progressiva ripopolazione, poiché l’offerta vantaggiosa attirò anche molti abitanti del messinese e dell’acese. La città conobbe una grande fioritura economica e un notevole incremento demografico, arrestato tragicamente dal terribile terremoto del 1693 che distrusse gran parte della Sicilia orientale. La ricostruzione avvenne sullo stesso sito originario, salvo che per la Strada Consolare Valeriana, fino ad allora collegata al centro abitato. Nel ‘700 il dominio della Sicilia passò ai Borbone e, con la cessione dei territori al demanio regio, la Contea di Mascali cessò di esistere (1757). La posizione periferica del borgo e la lontananza dalle tradizionali direttrici commerciali, ne segnarono il progressivo declino.

Mascali contemporanea – Nel 1815 la contea fu suddivisa in più territori, divenuti poi comuni autonomi. Il 6 novembre del 1928, il giorno di San Leonardo, Mascali fu totalmente devastata da un’eruzione vulcanica che seppellì le tracce dell’antico borgo, risparmiando soltanto il quartiere di Sant’Antonino. Il nuovo centro abitato, più vicino al mare è, infatti, moderno e risale alla prima metà del XX secolo.

Architettura Religiosa

Chiesa Madre di San Leonardo Abate, fu edificata durante la ricostruzione degli anni ’30 del novecento, a seguito della distruttiva colata lavica del 1928. L’opera porta la firma dell’illustre ingegner Camillo Autore, di Messina. La facciata, suddivisa in tre parti, domina la grande piazza Duomo. Degna di nota la grande cupola classicheggiante. L’interno è a tre navate, riccamente ornato, presenta numerosi altari marmorei. Notevole il lampadario posto al centro della navata principale. Custodisce le statue del Patrono San Leonardo Abate e quella ottocentesca dell’Immacolata, la reliquia in argento contenente l’urna del Santo, un quadro risalente al XX secolo e tele di grande pregio.

Chiesa della Nunziatella, sita nella frazione di Nunziata, risale al XII secolo; uno splendido esempio di architettura sacra, uno dei pochi monumenti scampati alla distruzione del paese a causa della colata lavica. Al suo interno si trova una raffigurazione del Cristo Pantocrator risalente con molta probabilità al periodo bizantino.

Chiesa di San Giuseppe, si trova nella piccola frazione di Carrabba, ricostruita dopo la colata lavica del 1928, secondo un disegno architettonico di tipo moderno con chiari ritocchi tipicamente novecenteschi.

Chiesa di San Michele Arcangelo, si trova nella graziosa frazione di Montargano, ubicata su d’una collina alle pendici dell’Etna, domina la vallata sottostante affacciata sul mare, tra incantevoli scorci paesaggistici e una pace quasi innaturale.

Architettura Civile

L’antica Torre, oramai ridotta a semplici ruderi, fu una costruzione dalla struttura robusta e regolare, con funzioni militari difensive. L’edificio, in stile gotico, venne costruito con pietra lavica e si apriva su una base quadrata. La struttura fu danneggiata duramente dal terremoto del 1693, durante il quale la torre fu privata della sua parte superiore. Nelle mura della fortezza sono visibili alcune feritoie e più in alto una grande finestra con un maestoso architrave sovrastante, in pietra lavica.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa di Gesù e Maria; Chiesa della Madonna Bambina; Chiesa di Santa Maria dell’Idria; Chiesa di Santa Domenica; Chiesetta del Calvario; Chiesa della SS Maria del Carmelo; Palazzo Municipale.

L’economia locale in passato era prevalentemente agricola; molto fiorente anche lo scambio commerciale con la Russia che importava legname in cambio di agrumi, in particolare limoni. Oggi sono progressivamente aumentate le colture dei vigneti, con la produzione di un vino di qualità, il Nerello, che può fregiarsi del marchio DOC, ma si commercializzano anche altri prodotti della terra come il fagiolino mascalese, tipico della zona; l’allevamento occupa un’importante fetta dell’economia primaria e ogni anno, il primo giorno di novembre, si svolge a Mascali la secolare fiera del bestiame. Il turismo, prevalentemente estivo, trova sfogo soprattutto nelle frazioni di Fondachello e Sant’Anna.

Evoluzione demografica – La popolazione mascalese, dall’annessione al Regno d’Italia, vede una crescita notevole, progressiva e costante. Nel 1861 si contano 3.618 abitanti; 5.004, nel 1881 e 7.354 nel 1901. Il censimento successivo registra un piccolo decremento, in controtendenza rispetto ai decenni precedenti, motivato dal sisma del 1906. La ripresa è quasi immediata e già nel successivo censimento del 1921 la popolazione cresce a 8.066 unità. La crescita più rilevante si è avuta nel corso degli anni ’90, con l’enorme incremento del turismo balneare e la creazione di attività commerciali create ad hoc, nel 1991 la popolazione residente è di 11.122. Oggi si contano 14.160 abitanti.

Etnie e minoranze – A Mascali la presenza di popolazione straniera è molto ridotta. Sono presenti appena 476 persone di nazionalità straniera, perlopiù di origine rumena, marocchina e bulgara.

Biblioteche – La biblioteca comunale è presente in via Livatino, presso il Centro Sociale.

Sacro e Profano – Festa di San Sebastiano, Patrono della  Polizia Municipale, si celebra ogni anno il 20 gennaio presso la chiesa di San Leonardo Abate, in Piazza Duomo. Pasqua di Resurrezione, il venerdì Santo è caratterizzato da una processione e da una rappresentazione della passione e morte di Gesù. Nei giorni di Domenica, hanno luogo solenni celebrazioni di grande impatto emotivo che coinvolgono tutta la cittadina. Estate mascalese, durante il periodo estivo, Mascali accoglie i molteplici turisti balneari e le serate si animano di eventi culturali, spettacoli musicali, teatrali e cabarettistici. Nel mese di Luglio a Fondachello si svolge la Sagra del mare. Sagra delle nocciole e delle mele dell’Etna, a Settembre, nella frazione di Puntalazzo, si svolge una sagra promozionale di uno dei prodotti tipici dell’agricoltura mascalese, qual è la nocciola, nonché le deliziose mele d’Etna. Secolare Fiera del Bestiame e dell’artigianato locale, ogni anno, l’1 di Novembre, si rinnova l’appuntamento con una tradizione antica che tocca l’anima più autentica del territorio. Il santo Patrono è celebrato il 6 novembre.

La cucina mascalese deve molto alla propria posizione geografica, il pescato infatti riveste una considerevole importanza che si intreccia con la fiorente agricoltura. Fra i prodotti tipici: il Dentice in acqua pazza; le Polpette di finocchietti, preparate con finocchietti selvatici, pecorino, uova, estratto di pomodoro, pan grattato e olio d’oliva locale; Bucatini coi broccoli, con i cavolfiori, i pinoli, olio, cipolla e acciughe; Busiati al ragù di maiale, pasta fresca, fatta in casa e condita con succulento ragù di maiale; Caponata di Melanzane, insieme di ortaggi fritti, conditi con sugo di pomodoro, sedano, cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce. Tra i dolci citiamo il Torroncino Condorelli, famoso in Italia ed esportato in tutto il mondo; spicca inoltre il Cous cous dolce, fatto con la semola di couscous, zucchero, burro, latte, frutti di bosco e zucchero a velo. Da non perdere poi il Fagiolino Mascalese e il vino Nerello.

  • Leonardo Grassi (Mascali, 1873 – Catania, 1961), filosofo e pedagogista.
  • Franco Morgia (Mascali, 1952), compositore e cantautore.

Come arrivare

Mascali dista circa 33 km da Catania ed è raggiungibile tramite la E45 o, in alternativa, tramite la SS 114. Il collegamento ferroviario, per Mascali e tutta la città metropolitana di Catania, è garantito dalla ferrovia Circumetnea. L’aeroporto più vicino è quello di Fontanarossa, di Catania.

Mobilità urbana – Non è presente un servizio autobus urbano ma, data la struttura pianeggiante e la ridotta estensione territoriale, Mascali può essere facilmente percorso a piedi nella sua interezza.

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