Identità Lipari

Amministrazione

SINDACO

Marco Giorgianni

In carica dal: 14/06/2017

Deleghe:

Lavori Pubblici – Urbanistica – Ecologia e Servizi R.S.U. – Ambiente

Sito istituzionale

www.comunelipari.gov.it

Orto Gaetano

Deleghe:

Vice Sindaco – Polizia Municipale – Viabilità – Traffico – Legale e Contenzioso – Servizi Informatizzazione – Servizi Idrici, Elettrici e Fognari

Massimo D'Auria

Deleghe:

Decentramento Frazioni e Isole Minori – Servizi Cimiteriali – Aree Verdi e Arredo Urbano – Suolo Pubblico – Personale

Davide Merenda

Deleghe:

Programmazione – Sviluppo Economico – Annona – Attività Produttive – Trasporti – Turismo – Spettacolo e Sport – Bilanci e Tributi – Patrimonio

Lipari, Cuore delle Eolie e del Mediterraneo

in aggiornamento

I primi insediamenti su Lipari risalgono al 4000 a.C.; fin dal Neolitico infatti il comprensorio offriva come particolare attrattiva la presenza dell’ossidiana. Si sviluppò dunque prestissimo un fiorente commercio con gli insediamenti della Sicilia e dell’Italia meridionale. Verso il 3000 a.C., in virtù della crescita economica, anche le isole minori furono popolate. Nel 1400 a.C. l’arcipelago venne invaso dagli Ausoni provenienti dalle coste campane; il loro re, Liparo, fondò l’omonima cittadina che prosperò per cinque secoli, ma fu poi distrutta nel 900 a.C. Nel 750 arrivarono in questi luoghi i Greci, che ne fecero un importante avamposto marittimo alleato con Siracusa. Nella prima metà del III secolo a.C. l’arcipelago fu poi teatro della guerra fra Cartagine e Roma: la vittoria di questi ultimi significò la distruzione del centro. In regime di totale dipendenza economica da Roma, Lipari conobbe allora un periodo di decadenza. Nell’alto Medioevo l’isola divenne meta di pellegrinaggi ed importante centro religioso poiché vi furono trasferite, sembra dalla lontana Armenia, le reliquie di San Bartolomeo. L’aggressione araba produsse un nuovo spopolamento dell’arcipelago fino all’arrivo dei Normanni, nel 1083; tre secoli dopo se ne impadronì il re di Napoli, mentre nel 1544 fu oggetto di saccheggio da parte del pirata Barbarossa, che ne deportò gli abitanti. Riedificata e ripopolata da Carlo V, seguì infine il destino della Sicilia e del Regno di Napoli fino alla costituzione del Regno d’Italia. In epoca fascista, nel 1926 Lipari fu sede di confino politico: a tale scopo venne distrutto parte dell’antico borgo, per far posto a due nuovi imponenti edifici. Nel dopoguerra iniziò infine un’epoca di rivalutazione storica ed archeologica del comprensorio.

Il castello di Lipari è uno dei monumenti di più antica edificazione dell’arcipelago: il nucleo originario è preesistente alla torre greca (IV/III secolo a.C.) ed a quelle medievali del XIII secolo. Nelle vicinanze, la chiesa di Santa Caterina con gli annessi scavi archeologici, corrispondenti all’acropoli greca della città. La chiesa di San Bartolomeo, ricostruita dagli Spagnoli sulle basi della precedente struttura medievale, conserva un pregevole chiostro di epoca normanna. Sempre all’interno delle antiche mura si trova il Museo Archeologico di Lipari, uno dei più importanti della Sicilia; conserva reperti preistorici e testimonianze delle diverse fasi geologiche dell’arcipelago.

Fino alla fine del XIX secolo l’arcipelago viveva delle tradizionali attività marinare, di una fiorente agricoltura (produzione di malvasia e raccolta di capperi) e della commercializzazione dei prodotti del luogo. La crisi di questo settore coincise con lo sviluppo dell’attività estrattiva della pomice nella baia di Porticello, che però subì una battuta d’arresto nel 2000 quando l’Unesco inserì le isole nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Questa particolare tutela ha conferito all’arcipelago l’attenzione di scienziati che compiono un monitoraggio semestrale soprattutto sull’attività vulcanica. La tutela dei beni ambientali acquisì dunque la priorità a scapito delle imprese minerarie e di parte dell’attività di pesca, effettuata con sistemi tradizionali non più permessi. Di contro si sono sviluppate infrastrutture turistiche ed alberghiere che oggi costituiscono la principale risorsa economica del luogo.

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Cinema – L’arcipelago ha attirato l’attenzione di diverse generazioni di cineasti, a cominciare da Dieterle e Rossellini, che nel 1949 iniziarono contemporaneamente le riprese di Vulcano e Stromboli (rispettivamente con Anna Magnani ed Ingrid Bergman). In quell’occasione le isole vennero letteralmente invase dalle troupe e dal seguito delle due dive. Nel 1960 fu la volta di Antonioni con L’avventura e nel 1983 dei fratelli Taviani con Kaos. Dieci anni dopo sbarca nelle Eolie Nanni Moretti, che dedica alle isole un capitolo del suo famoso Caro diario.

Sacro e Profano – Le manifestazioni più sentite sono legate al calendario liturgico, in particolare alla Settimana Santa. Il giorno dopo la suggestiva Via Crucis del giovedì si tiene un corteo con statue raffiguranti le scene della Passione di Cristo; la domenica si svolge invece una particolare rappresentazione della Resurrezione di Cristo. Al patrono San Bartolomeo sono inoltre dedicate quattro ricorrenze (la maggiore a fine agosto).

Lipari è famosa per il pregiato pesce spada, per l’insalata di capperi e la caponata di melanzane, oltre che per il locale vino malvasia.

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Come arrivare

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