Identità Camporotondo Etneo

Amministrazione

SINDACO

Filippo Privitera

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Bilancio e Finanze – Lavori Pubblici – Servizi Tecnici – Pubblica Manutenzione – Edilizia e Servizi Cimiteriali – Videosorveglianza – Efficientamento Energetico – Contenzioso – Sicurezza sul Lavoro – Servizi informatica

Sito istituzionale

www.comune.camporotondoetneo.ct.gov.it

Giovanni Torrisi

Deleghe:

Rifiuti ed Ambiente – Polizia Municipale – Protezione Civile – Randagismo – Viabilità e Traffico – Trasporti – Autoparco – Beni Confiscati – Politiche Giovanili – Consulte ed Associazioni – Volontariato – Rapporti con Istituzioni Religiose – Pubblica Istruzione

Roberta Calcagno

Deleghe:

Sport – Turismo e Spettacolo – Pari Opportunità – Cultura – Servizi Sociali – U.R.P. – Comunicazione – Servizi Demografici – Leva – Elettorale – Igiene e sanità – Trasparenza – Archivio

Maria Helga Gabriele

Deleghe:

Zona Artigianale – Patrimonio – Urbanistica – Cantieri di Lavoro e di Servizi – Verde Pubblico – Politiche Comunitarie – Commercio – Attività Produttive Sviluppo Economico – Tributi – Personale

Camporotondo Etneo, dalle mandorle all’Etna

Il Parco dell’Etna: a circa 10 chilometri a nord del comune di Camporotondo Etneo si entra nel territorio del Parco dell’Etna, istituito nel marzo del 1987 e inserito il 21 giugno 2013 tra i siti naturali patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Il Parco, con i suoi quasi 60.000 ettari di estensione, ha il compito di proteggere lo straordinario paesaggio che circonda il vulcano attivo più alto d’Europa e il territorio circostante caratterizzato da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi e aree desolate ricoperte da roccia magmatica e periodicamente soggette all’innevamento ad alte quote. Il Parco è in ogni stagione dell’anno un accattivante invito per i viaggiatori e gli amanti della natura, dell’enogastronomia e degli sport all’aria aperta in scenari estremamente suggestivi.

Toponomastica – Il nome Camporotondo è dovuto alla conformazione circolare del territorio del comune che si riflette anche nella disposizione del centro storico. Il termine Etneo fu invece aggiunto nel 1863 per distinguerlo dall’omonimo comune della provincia di Macerata. Secondo alcune fonti il nome originario del borgo era Campo Reale, ipotesi avvalorata anche dall’illustre sacerdote e storico camporotondese Antonio Corsaro (1909-1995).

Origini – I primi documenti storici che attestano l’esistenza del paese risalgono al XVI secolo, in particolare nel De rebus siculis decades dua, opera di Tommaso Fazello, il borgo veniva annoverato tra i piccoli centri rurali del territorio di Catania. Nel XIV secolo il comune si allargò a scapito della confinante zona di Belpasso: tale provvedimento portò a una disputa territoriale che si protrasse per alcuni anni. Venduto dalla corte spagnola nel 1649, entrò nei possedimenti del casato dei Reitano. Le buone condizioni di vita favorirono l’aumento degli abitanti e nel 1655, sotto la giurisdizione di Diego Reitano, il piccolo paese divenne marchesato. Pochi anni dopo tuttavia l’abitato, come molti altri vicini, fu distrutto dalla terribile eruzione dell’Etna del 1669, mentre nel 1693 fu sconvolto da un disastroso terremoto. Dopo la ricostruzione, il paese divenne feudo del principe di Paternò e nel 1730 passò in dote alla famiglia Natoli che lo mantenne fino al 1812, anno in cui fu abolito il regime feudale.

Camporotondo Etneo contemporanea – La storia successiva è quella di tutta la provincia catanese. Con il Congresso di Vienna e la conseguente costituzione nel 1816 del Regno delle due Sicilie, anche questa zona entrò a farne parte. Il comune seguì poi le sorti dei Borbone fino all’arrivo dei garibaldini e alla successiva unificazione dell’Italia. Le vicende del XX secolo vedono anche qui gli effetti delle guerre e dell’emigrazione, mitigate solo dalla grande speranza suscitata dalla conquista dell’autonomia regionale, all’indomani della Seconda Guerra mondiale. A partire dagli anni Ottanta del Novecento il comune ha conosciuto una fortissima crescita demografica che l’ha portato a superare la quota di 5.000 abitanti e che continua ancora oggi in contrasto con quello che avviene invece per la maggior parte delle altre piccole realtà siciliane.

Centro storico – Tra gli edifici di interesse architettonico si notano il Palazzo baronale Natoli, di stile barocco e risalente al XVII secolo, e la Chiesa di Sant’Antonio Abate, patrono del paese. L’edificio risale alla prima metà del XVIII secolo, probabilmente come ristrutturazione e ampliamento di un precedente edificio danneggiato dal sisma del 1693 e di cui restano i due portali in pietra lavica della facciata e del campanile. L’edificio si sviluppa secondo una planimetria ad aula unica rettangolare con presbiterio absidato leggermente rialzato dal piano dell’aula e suddiviso in cinque campate. Sopra il vestibolo si sviluppa la cantoria. Il campanile è collocato nella parte sinistra dell’edificio mentre la facciata presenta un solo ordine si sviluppa secondo la tipologia “a capanna” ed è descritta da due paraste che sorreggono il frontone triangolare. Si segnala poi la Chiesa del Purgatorio risalente alla prima metà del XVIII secolo, costruita su un precedente edificio danneggiato dal sisma del 1693. L’edificio, realizzato con muratura portante in blocchi di pietra lavica e malta, si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale e secondo una planimetria ad aula unica rettangolare con presbiterio quadrangolare. Gli interni sono decorati da un semplice apparato in stile eclettico, mentre le pareti sono scandite da fasce colorate dipinte. Il prospetto è a un ordine con cella campanaria sommitale. L’ultimo restauro della Chiesa risale al 2007.

L’economia di Camporotondo Etneo si basa prevalentemente sull’agricoltura, in particolare sulla produzione di olive, uva, mandorle, fichi, fichidindia, agrumi e ortaggi. Nel territorio sono inoltre presenti alcune fabbriche di calce e laterizi, aziende estrattive di argilla e piccole aziende enologiche. Da segnalare inoltre diverse fabbriche di piccole dimensione e a conduzione artigianale che operano nel comparto metalmeccanico e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche.

Evoluzione demografica – Secondo i dati Istat, la popolazione residente nel comune di Camporotondo Etneo è rimasta costante e si è attestata per lungo tempo al di sotto delle 1.000 unità. A partire dagli anni Ottanta invece il comune ha conosciuto un fortissimo incremento della popolazione residente che l’ha portata a superare le 5.000 unità in pochi decenni.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Camporotondo Etneo al 1° gennaio 2016 sono 54 e rappresentano l’1,1% del totale della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 44,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio.

Biblioteche – Biblioteca Comunale, via Umberto n° 46.

Sacro e Profano – I festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, patrono del paese, si svolgono ogni 17 gennaio e sono accompagnati dalla tradizionale processione religiosa.

Tra i prodotti della gastronomia locale, particolarmente apprezzata è la ricetta delle polpette con le mandorle preparate con carne tritata, mollica di pane, prezzemolo, uovo, pecorino o caciocavallo grattugiato, cipolla, pomodori e mandorle sgusciate.

Antonio Corsaro (Camporotondo Etneo, 1905-1995), sacerdote, insegnante e storico. Insegnò Letteratura francese all’Università degli Studi di Palermo ed è considerato l’ideatore del movimento letterario detto del Verticalismo.

Come arrivare

Le principali arterie stradali che servono il territorio del comune di Camporotondo Etneo sono l’autostrada A18 e la SS 121 Catanese. L’aeroporto più vicino è il Fontanarossa di Catania, a circa 20 km di distanza dal comune. Per quanto riguarda il servizio ferroviario, la stazione di riferimento è quella di Catania Centrale che offre numerosi collegamenti con i principali capoluoghi siciliani e con le città del Nord-Italia. Infine per gli spostamenti in autobus è possibile fare riferimento alle autolinee della Ferrovia Circumetnea (FCE).

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