Identità Butera

Amministrazione

SINDACO

Filippo Balbo

In carica dal: 11/06/2017

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.butera.cl.it

Giuseppa Pisano

Deleghe:

Vice Sindaco – Politiche sociali – Cultura e Pubblica Istruzione – Finanze e Tributi – Protezione civile e Cimitero comunale

Gaetano Zaffonte

Deleghe:

Sport – Turismo – Spettacolo – Sagre – Rapporti con le associazioni – Igiene e Sanità

Ignazio Giovanni Giuliana

Deleghe:

Urbanistica ed Edilizia – Lavori Pubblici – Agricoltura – Ambiente)

Butera, arroccato in collina

Castello di Falconara

Tra i meglio conservati della Sicilia, il castello risale al XIV secolo e si affaccia sul mare nei pressi della magnifica costa di Marina di Butera. Ampliato e rafforzato nel corso del tempo, mantenne la sua funzione di vigilanza contro le incursioni dei pirati fino a tutto il XVIII secolo. Il nucleo originario era costituito dalla vecchia torre quadrata, detta “della falconara” per l’allevamento di falconi che avveniva al suo interno. Nel 1392, Martino I, lo assegnò in feudo, con la contea di Butera, a Ugone Santapau. Il castello passò poi a tutti i successori della famiglia Santapau, finché finì nelle mani di Ambrogio Branciforti, principe di Butera dal 1563. All’inizio dell’800, Caterina Branciforti, principessa di Butera, sposò in seconde nozze l’ufficiale tedesco Giorgio Welling e trasformò il castello in una residenza signorile edificando un’imponente ala rivolta verso il mare. Durante i moti del 1848 il castello fu venduto ad Antonio Chiaramonte Bordonaro il quale fece edificare un nuovo corpo staccato dal castello e disposto parallelamente al mare. Oggi il castello, un edificio unitario ma articolato nei suoi volumi, frutto delle tre fasi costruttive differenti, mostra ancora integra la struttura quattrocentesca aragonese: la corte è aperta su un lato e l’ingresso avviene attraverso un grande portone ad arco. L’interno è arredato con mobili pregiati e uno dei saloni ospita una collezione di trofei di caccia dell’attuale proprietario, il barone Gabriele Chiaramonte Bordonaro Alliata, che vi abita per certi periodi dell’anno e affitta parti dello stesso a terzi per attività ricettive e di ristoro.

Toponomastica – L’origine del toponimo non è certa; alcuni lo fanno derivare dal termine arabo butirah (pastore), mentre altri lo mettono in relazione con il nome Bute, il primo re del popolo siculo e fondatore della cittadina.

Nel corso del tempo, il sito di Butera è stato associato dagli storici a quello di Gela, Bucia, Bucinna, Ibla Herea, Mactorium. L’incertezza sull’origine e la localizzazione di tali remote città è stata, per i passati e moderni storici, oggetto di molte dispute e contraddizioni. A oggi nessuno è stato in grado di identificare con certezza l’antico nome della città di Butera.

Origini – I primi insediamenti umani nella zona sembrano risalire all’età del bronzo; tracce consistenti di antropizzazione si hanno però nel V secolo d.C., quando nel territorio si rifugiarono gli abitanti dei centri limitrofi in seguito alle reiterate persecuzioni dei Vandali. Dal IX all’XI secolo il paese subì la dominazione del popolo arabo, che lo rese un feudo inespugnabile. Nel 1089 Butera fu conquistata dal normanno Ruggero I d’Altavilla che gli conferì il titolo di contea e la assegnò in dote al genero Enrico del Vasto, il quale nello stesso anno contrasse matrimonio con Flandina d’Altavilla, figlia di Ruggero. Nel 1161 il normanno Guglielmo I il Malo rase al suolo il castello imponendo ai cittadini di non abitarvi; successivamente però, per volere di Guglielmo detto il Buono il fortilizio fu ricostruito. Dai del Vasto, Butera passò ai normanni Bartolomeo de Luci e Guglielmo Malconvenant, e, nel 1219, fu acquisita da Bernardo d’Ocrea. Nel 1252 passò a Gualtieri, figlio di Bernardo d’Ocrea, ma dopo poco tempo Galvano Lancia si impossessò del feudo. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1268, il territorio di Butera passò al Regio Demanio e nel 1320 fu venduta dal re Federico d’Aragona a un militare del regno. Successivamente fu elevata nuovamente a contea sotto gli Alagona che ebbero il possesso della contea fino al 1392. Ostili al re Martino d’Aragona e sconfitti da quest’ultimo, dovettero cedere il borgo, unitamente alla torre di Falconara, al principe catalano Ugo di Santapau. I Santapau vi rimasero fino alla metà del XVI secolo quando il borgo fu conquistato dai Branciforti. Nel 1805, con il matrimonio tra la principessa Stefania Branciforti e Giuseppe Lanza, Butera passò sotto l’egida dei Lanza che furono gli ultimi proprietari, fino all’abolizione del feudalesimo.

Butera contemporanea – Nel Novecento si è registrato un aumento della popolazione fino alla metà del secolo, con un calo nel decennio 1911-21 dovuto all’emigrazione verso l’America. Dagli anni Cinquanta molti abitanti sono emigrati in cerca di occupazione in Nord Italia, in Francia, in Svizzera e in Germania.

Centro storico – Tra i monumenti più importanti del centro spicca la Chiesa Madre in piazza Duomo, intitolata a San Tommaso, che conserva preziose reliquie: la testa di Sant’Orsola e il braccio di San Callisto. Nei pressi del borgo si trova Marina di Butera, una delle località marittime preferite dai turisti attratti dallo splendore delle spiagge e del mare ma anche dall’imponenza del Castello di Falconara, che si erge su un promontorio a picco sulla spiaggia. Edificato nel XIV secolo, subì successive modifiche; della sua prima costruzione conserva soltanto la torre, nella quale anticamente venivano allevati i falconi, dai quali deriva il nome della fortificazione. Secondo una leggenda un corridoio sotterraneo l’avrebbe unito al Castello di Butera, che si trova nella piazza Castello e fu opera dei Normanni nell’XI secolo.

Architettura Religiosa

 

  • Chiesa Madre di San Tommaso Apostolo è sita nella parte settentrionale della città. I lavori di costruzione dell’edificio iniziarono nel 1185 e furono completati nel XVI secolo. La chiesa è a croce latina e a navata unica. L’architettura esterna si presenta come una massa compatta di muratura a pietra, ha tre ingressi, due sulla facciata centrale e una sul prospetto laterale. Si presume che la chiesa sia stata elevata a dignità di “basilica minore” e abbia custodito al suo interno importanti reliquie come il capo di Sant’Orsola e il braccio di San Callisto (ancora oggi presenti), il capo di Santa Sofia, il braccio di San Mauro e alcune ossa di San Anastasio. La chiesa conserva tesori di inestimabile valore (calici, incensiere e croci in argento) oltre a diverse tele sei-settecentesche ed ottocentesche di buona fattura e a dipinti di Domenico Provenzano e Filippo Paladini. Nel tempo la chiesa ha subito diversi restauri, tra cui quello del 1829 in cui tutti i buteresi contribuirono alla ricostruzione della chiesa.
  • Chiesa di San Rocco, eretta nel 1700, a navata unica, un tempo era dedicata a San Nicolò, Vescovo di Mira. Oggi custodisce la statua di San Rocco, patrono della città dal 18 aprile 1683. La chiesa è stata restaurata diverse volte, al suo interno possiamo trovare diverse tele di Domenico Provenzano. È stata eletta a parrocchia nel 1939 ed a Santuario nel 1983.
  • Chiesa di San Francesco, è la chiesa più antica di Butera. Fu fondata dai primi normanni cristiani, in seguito divenne una chiesa gestita dai monaci francescani. Nella chiesa si possono ammirare una croce in legno sulla quale è dipinto Cristo, opera di Domenico Zampieri, detto il Domenichino, e diversi dipinti del Paladino. La chiesa è stata sempre centro del culto dell’Immacolata e tuttora si ripete il rito della “Vampanigghia”. Secondo la tradizione i giovani raccolgono in giro per il paese tutto quanto è possibile ardere per poi fare un grande falò la sera dell’8 dicembre.

Architettura Civile

  • Castello arabo-normanno, risalente all’XI secolo, è stato nel corso dei secoli obiettivo di conquista da parte degli invasori di Sicilia. Originariamente era costituito da quattro o cinque torri agli angoli di un’area fortificata e al suo interno vi era un vasto cortile, con stalle e magazzini. Ruggero il Normanno dovette assediarlo per 26 anni prima di riuscire a conquistarlo. Secondo la tradizione popolare vi era un lunghissimo percorso sotterraneo che collegava il Castello di Butera a quello di Falconara. Nel corso dei secoli il castello ha ricevuto diversi interventi di ristrutturazione, come evidenziato dal torrione e dalle finestre a bifora.
  • Palazzo del Municipio, è sito in piazza Dante, nel luogo dove un tempo si trovava la Chiesa di San Giovanni Battista.
  • Porta Reale, così chiamata poiché, nel 1062, vi entrò insieme a un esercito di lombardi, il conte normanno Ruggero I di Sicilia, per impossessarsi del borgo.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa della Madonna delle Grazie; Chiesa di San Giuseppe; Chiesa di Santa Maria di Gesù.

Siti Archeologici

La particolare posizione geografica in cui sorge Butera, aveva, da sempre, fatto pensare che il sito dovesse essere stato occupato da un importante insediamento antico. Le prime testimonianze vennero alla luce solo agli inizi del secolo scorso a nord di Piano della Fiera, dove Paolo Orsi identificò i resti di una necropoli del IV-III secolo a. C. L’indagine archeologica venne ripresa negli anni Cinquanta dallo studioso romeno Dinu Adamesteanu. A seguito delle scoperte effettuate nel corso di quell’indagine, Butera e il suo territorio sono entrati a far parte della letteratura archeologica come una delle zone più importanti della Sicilia interna; importanza accresciuta e dimostrata dalle ricerche attualmente in corso da parte della Soprintendenza di Caltanissetta. L’elemento archeologico più antico finora rinvenuto a Butera è costituito dal villaggio protostorico identificato in contrada Consi, a sud-est dell’altura su cui sorge il castello medievale, dove sono stati individuati resti di capanne databili tra l’VIII e la metà del VII secolo a.C.

L’agricoltura è stata da sempre la maggiore fonte di sostentamento soprattutto grazie all’esportazione di orzo, grano e soda. Importanti sono anche le produzioni di mandorle, agrumi, olio, olive, uva e carrube e il settore della viticoltura. L’allevamento ovino e bovino è favorito dalle ampie zone verdi. Il turismo si sta lentamente sviluppando negli ultimi decenni, soprattutto nelle zone costiere di Marina di Butera e Falconara, con la creazione di diversi villaggi turistici.

Evoluzione demografica – Il comune di Butera ha conosciuto nel Novecento un costante ed inarrestabile aumento demografico. La tendenza è cambiata in modo irreversibile a partire dagli anni Cinquanta quando i buteresi hanno iniziato a emigrare nel Nord Italia e nel Nord Europa in cerca di occupazione. Secondo il censimento del 1° gennaio 2016 i cittadini residenti a Butera ammontano a 4.754 unità.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Butera al 1° gennaio 2016 sono 144 e rappresentano il 3% della popolazione totale. La comunità più numerosa è quella proveniente dalla Romania che rappresenta l’84% di tutti gli stranieri presenti sul territorio.

Biblioteche – Biblioteca comunale, sita in via Aldo Moro n°11.

Sacro e Profano – Le feste più sentite dalla comunità si svolgono in onore del patrono San Rocco, che dal 1863 viene festeggiato il 16 agosto con la processione della statua del Santo per le vie della città. La celebrazione più importante ha luogo durante la Settimana Santa: la Domenica delle Palme si celebra la “Festa di Santu Sarbaturi” (Cristo Salvatore), con la processione del simulacro seguito da dodici ragazzi che rappresentano gli Apostoli. Il Venerdì Santo vengono rievocate due tappe della Via Crucis: “U Signuri a canna”, l’incontro di Cristo con la croce con la Vergine Addolorata, e il “Catalettu”. Segnaliamo infine due importanti sagre che si svolgono a Butera, quella della pasta e quella delle mandorle.

Tra i piatti tipici, da segnalare è la tagliarina, una pasta simile alle tagliatelle e la pasta col miele, servita fredda in occasione della festa di San Giuseppe. Gli ingredienti solo il miele, le mandorle tostate, la mollica tostata e la cannella. Ancora tra i primi ricordiamo la bomba di maccheroni e le lasagne fresche alla buterese. Tra i secondi troviamo le impanate con spinaci e cavolfiori e poi calzoni, arancine, la caponata e i pomodori salati. Infine, tra i dolci tipici della cucina buterese, annoveriamo le sfinci (una sorta di frittelle), gli amaretti e i nucatoli a base di mandorle.

  • Muhammad al-Butiri, poeta di lingua siculo-araba vissuto nel XII secolo. Di lui ci è pervenuta una poesia dedicata al re Ruggero II di Sicilia, di cui frequentava la corte.
  • Flandina d’Altavilla, figlia secondogenita del Gran Conte Ruggero, fu contessa di Paternò e Butera. Nel 1089 si unì in seconde nozze con Enrico del Vasto, capo degli Aleramici di Sicilia e conte dei lombardi di Sicilia.
  • Simone del Vasto, figlio di Enrico del Vasto e Flandina d’Altavilla, fu capo degli Aleramici di Sicilia, conte dei Lombardi di Sicilia, conte di Policastro, di Butera, di Paternò e signore di Cerami.
  • Guglielmo de Malcovenant, nobile normanno del Regno di Sicilia. Fu anche conte di Butera.
  • Manfredi Alagona è stato un potente signore della dinastia degli Alagona.
  • Fortunato Pasqualino (Butera, 1923 – Roma, 2008), scrittore, drammaturgo e filosofo. Dopo essersi laureatosi in Filosofia all’Università di Catania nel 1951, si trasferì a Roma dove curò diversi programmi per la RAI e collaborò con importanti testate giornalistiche. Fu professore di Filosofia dello spettacolo all’Università Luiss. Nel 1960 ha fondato la compagnia teatrale Teatro dei Pupi Siciliani dei Fratelli Pasqualino, che ha diretto per trent’anni. Nel 1963 vinse il premio Campiello con Mio Padre Adamo.

Come arrivare

Lo scorrimento veloce Caltanissetta-Gela (SS 626) transita a meno di 5 chilometri dalla città. Attraverso quest’importante arteria si raggiunge facilmente il litorale di Gela, nonché tutto l’entroterra siciliano e l’autostrada Palermo-Catania (A19). Gli aeroporti di riferimento sono il Fontanarossa di Catania e il Pio La Torre di Comiso (RG). A Butera era presente una stazione ferroviaria, inaugurata nel 1891 che serviva il centro della città. Dal 2002 la stazione è stata declassata a posto di movimento e non effettua più servizio passeggeri. Oggi la stazione ferroviaria di riferimento è quella di Falconara, a circa 15 chilometri di distanza. Diverse compagnie di autobus collegano Butera con i comuni limitrofi e con le principali città della Sicilia.

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