Identità Bisacquino

Amministrazione

SINDACO

Prof. Tommaso Francesco Di Giorgio

In carica dal: 12/06/2017

Deleghe:

Protezione Civile – Unione dei Comuni – Politiche Comunitarie – Lavori Pubblici – Sanità – Turismo – Attività Culturali – Beni Culturali – Spettacolo Valorizzazione delle Tradizioni Locali e Gemellaggi

Sito istituzionale

portali.studiok.it/bisacquino

Rag. Alfonso Noto

Deleghe:

Vicesindaco, Affari generali, risorse umane, rapporti tra organi istituzionali, servizi sociali e politiche per la famiglia.

Alessandra Genny Ferina

Deleghe:

Pari Opportunità – Sport – Agricoltura, Zootecnia, Mattatoio Comunale, Attività Produttive

Silvestre Cascio

Deleghe:

Polizia Municipale – Innovazione Infrastrutture Telematiche – Gestione PRG – Urbanistica Edilizia Privata e Pubblica – Affari Legali e Contenzioso

Bisacquino, Nobilis Universitas

A 831 metri di altitudine si trova l’abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamuro (1401), prima dei benedettini, poi degli olivetani (fine XV secolo). Della monumentale chiesa, progettata dal celebre architetto Luigi Vanvitelli, rimangono facciata e campanile. La ceramica della Madonna col Bambino di Luca Della Robbia ed il busto in marmo di Eleonora D’Aragona di Francesco Laurana presenti in essa, sono stati trasferiti nella Galleria Nazionale di Sicilia a Palermo.

Importanza soprattutto religiosa riveste il Santuario della Madonna del Balzo, lassù sul Monte Triona a quasi 1.000 metri. La chiesa, cui è annesso un eremo, è meta di pellegrinaggio. Dal sagrato della chiesa si ammira un panorama mozzafiato. La strada prosegue fino all’area attrezzata per i picnic di contrada Cervi. Da qui, a piedi, si perviene alla zona delle neviere, cavità naturali in cui veniva conservata la neve per tutta l’estate, con il solo ausilio di tele e paglia. La neve veniva poi venduta nelle città ancora sprovviste di frigorifero.

Toponomastica – L’etimo ha origine da Busackuin, casale arabo così nominato per l’abbondanza delle acque di cui godeva il sito (bis-aqua, molto acquoso).

Origini –  L’origine del paese è ancora incerta e gli studiosi si dividono tra quelli che la fanno risalire ad insediamenti greci, cartaginesi o romani, largamente presenti nei dintorni, e chi – a partire dalla particolare conformazione urbanistica – la attribuisce alla dominazione araba. Certamente intorno al IX secolo, quando gli Arabi divisero la Sicilia conquistata nelle tre valli (o province) di Mazara, Demone e Noto, Bisacquino era compresa nel territorio del vallo di Mazara. Con la conquista normanna, del casale arabo si impossessò Goffredo di Malcovenant, che nel 1183 fu costretto a cederlo all’arcivescovo di Monreale; successivamente si avvicendarono le dominazioni sveva, angioina ed aragonese. L’importanza e la fioritura culturale e sociale del paese sono attestate nel XVI secolo dall’appellativo di Nobilis Universitas con cui era indicato nei diplomi e dall’esistenza nel XVIII secolo di ben sedici chiese ed altrettanti quartieri, come attestano i riveli (censimenti) del 1700.

Bisacquino contemporanea – Nel 1778 il paese divenne proprietà del regio demanio borbonico; nel 1866, con la confisca dei beni della Chiesa da parte dello Stato, gran parte delle terre fu sottratta agli usi demaniali ed acquisita da esponenti dell’alta borghesia. Il malcontento dei contadini crebbe e si espresse nella nascita, in molte parti della Sicilia, delle leghe contadine, conosciute con il nome di fasci. Il fascio di Bisacquino costituì però un’espressione singolare, perché da alcuni studi di storia locale è stato attestato che fosse espressione di contrasti locali sotto l’ombra della mafia. La povertà contadina fu una delle cause della massiccia emigrazione verso l’America che si conobbe a partire dalla fine del XIX secolo. Di queste ondate migratorie fece parte anche la famiglia del famoso regista italo-americano Frank Capra, di cui Bisacquino vanta i natali.

Il pittoresco borgo attuale è composto da vicoli e cortili stretti e tortuosi, spesso sormontati da archi. Ancora oggi numerose case conservano sulle mura esterne piccole edicole votive in creta smaltata, di scuola napoletana o di arte popolare del XVII/XVIII secolo. Nella settecentesca chiesa madre dedicata a San Giovanni Battista, ricostruita sullo stesso sito di quella originaria risalente al Cinquecento, si trovano pregevoli stucchi del XVIII secolo ed una tela dell’Assunta, sull’altare maggiore, di Pietro Martorana. A far da corona alla chiesa madre ci sono altre quattordici chiese tra cui la chiesa di San Francesco, dotata di un campanile triangolare del XVI secolo. Luogo di culto è anche il santuario della Madonna del Balzo, situato su un dirupo del Monte Triona. L’antica via che vi conduce si apre con due grandi obelischi, i pileri, ed è costellata da quattordici croci di pietra e dai resti dell’abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamuro.

Oggi a sorreggere l’economia di Bisacquino è l’agricoltura, con la produzione di mandorle, cereali, olio, vino, sommacco; da poco inoltre è stata rilanciata la coltivazione della cipolla, denominata Busacchinara. Ancora più importanti, però, sono le produzioni artigianali: il ferro (falci, serrature, coltelli con manico di corno), il cuoio ed il legno; si pratica l’arte del ricamo e dell’orologeria da torre.

in aggiornamento

Musei – Da visitare anche il Museo civico etnoantropologico, allestito nell’ex convento dei cappuccini, dove si possono ammirare le ricostruzioni di scene di vita precedenti all’industrializzazione e reperti greco-punici del VI/V secolo a.C., ed il Museo dell’Orologio. Quest’ultimo raccoglie le testimonianze della tradizione artigianale della famiglia Scibetta, orologiai dal Settecento fino ai recenti anni Ottanta. Gli Scibetta furono mastri nella fabbricazione di orologi da torre: per questo nel museo si ammira anche l’Orologio Geografico Universale che sincronizza il fuso orario italiano con i più importanti fusi del mondo. In mostra anche tutti gli strumenti e gli utensili che hanno reso famosa questa famiglia della quale si è avvalso persino il regista Luchino Visconti durante la lavorazione del film Il Gattopardo.

Sacro e Profano – Tra le feste più sentite, il carnevale, tradizione che si ripete dalla fine del XVII secolo. Caratteristica è la maschera del domino, una tunica scura che copre dalla testa fino ai piedi. A partire dagli anni Cinquanta, si è inserita anche la figura di un fantoccio, “u Zupiddu”. Altro elemento particolare di questo carnevale è il ruolo che assume la donna: è la protagonista, tanto che – ribaltando gli antichi ruoli di supremazia maschile -sarà proprio lei ad invitare l’uomo nelle danze. Altra importante festività, quella del Crocifisso il 3 maggio. La vara, una bara lignea del 1792 alta sei metri e del peso di venti quintali, sorretta da ottanta persone, viene condotta in processione verso la chiesa madre. Prima dell’entrata si ferma per ricevere l’inchino (u salutu) di trenta antiche statue lignee dei Santi. Il 15 agosto si festeggia la Madonna del Balzo, patrona del paese.

Tra i piatti tipici c’è la pizzaiola al forno.

  • Frank Capra, nato il 18 maggio 1897, regista emigrato a Los Angeles a sette anni e morto nel 1991 a La Quinta, California. Tra i suoi film, vincitori dell’Oscar, si segnalano Accadde una notte (1934) e La vita è meravigliosa (1946).
  • Mons. Giuseppe Petralia nacque a Bisacquino nel 1906 e venne eletto vescovo di Agrigento il 13 ottobre del 1963.
  • Mons. Pasquale Bacile nacque a Bisacquino il 29 agosto del 1916 fu eletto vescovo di Acireale da Paolo VI il 5 luglio 1964.
  • Il sacerdote Don Calogero Di Vincenti nacque a Bisacquino il 6 febbraio 1925, Decano di Bisacquino dal 19 marzo 1952, fondatore dell’Istituto Tecnico Commerciale e dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura, morì il 23 febbraio 1977.
  • Il servo di Dio Mons. Giovanni Bacile nacque a Bisacquino il 12 agosto 1880 e morì in fama di santità il 20 agosto del 1941.
  • Il prof. Antonino Lo Voi nacque a Bisacquino il 25 febbraio 1900, laureatosi nel 1924 presso l’Università degli studi di Palermo in matematica e fisica, fu membro nel 1972 a Stoccolma, della commissione dei matematici per l’assegnazione del Premio Nobel.
  • A Bisacquino visse uno dei più potenti boss della mafia, Vito Cascio Ferro. Prima giovane anarchico, poi presidente dei Fasci di Bisacquino, partecipò alla “occupazione delle terre” del 1892 rifugiandosi poi in Tunisia per la repressione ordinata dal Ministro dell’interno Francesco Crispi.
  • Di Bisacquino è il padre di Sebastian Giovinco, calciatore della Toronto FC.

Come arrivare

È raggiungibile da Palermo e Sciacca alle quali è collegata con le due strade panoramiche ss 188/c e ss 189/c e da cui dista rispettivamente 75 e 57 km.

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