Identità Belpasso

Amministrazione

SINDACO

Daniele Giuseppe Maria Motta

In carica dal: 11/06/2018

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.belpasso.ct.it

Antonino Di Mauro

Deleghe:

Vice Sindaco – Verde Pubblico – Arredo Urbano – Parchi – Musei – Turismo – Cultura

Salvatore Alfio Pappalardo

Deleghe:

Manutenzione Ordinaria e Straordinaria – Urbanistica – Edilizia Sportiva – Personale – Polizia Municipale – Randagismo – Ecologia – Spettacolo

Geom. Davide Roberto Guglielmino

Deleghe:

Protezione Civile – Informatizzazione – Viabilità – LL.PP. – Tributi

Graziella Manitta

Deleghe:

Sviluppo Economico – Commercio Artigianato – Pari Opportunità – Pubblica Istruzione

Belpasso, l’araba fenice della Sicilia

Il Parco dell’Etna: un’ampia area del territorio di Belpasso ricade all’interno del Parco dell’Etna, il vulcano più alto d’Europa, inserito il 21 giugno 2013 tra i siti naturali patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Il Parco, istituito nel marzo del 1987, è caratterizzato da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi e aree desolate ricoperte da roccia magmatica e periodicamente soggette all’innevamento ad alte quote. Il sentiero 786 è stato ideato e realizzato dalla sezione di Belpasso del Club Alpino Italiano grazie al contributo del comune di Belpasso; si è voluto creare un percorso che conducesse dall’abitato di Belpasso alla montagna, e precisamente a Monte Manfrè, area del comune. Il sentiero si snoda per una lunghezza di 15 Km e consente di visitare i luoghi più suggestivi del comune come il Santuario della Madonna della Roccia, la Grotta del Piscitello, e la Cisterna Regina.

Etnaland: sito a pochi chilometri da Belpasso, è uno dei parchi divertimento più grandi e visitati del Sud-Italia. Un’amplissima area ai piedi dell’Etna ospita questo splendido parco immerso nel verde, reso ancor più scenografico dalla presenza di rocce laviche, cunicoli, grotte e cascate. Il parco si compone di tre diverse aree a tema: il parco della preistoria dove si possono osservare le riproduzioni di dinosauri, mammut e famiglie di uomini primitivi per un autentico tuffo nel passato; il parco acquatico con scivoli, piscine e attrazioni adrenaliniche per giovani, famiglie e bambini; il nuovo parco divertimenti ricco di molteplici attrazioni che offrono agli ospiti la possibilità di trascorrere in allegria intere giornate di svago all’aria aperta. All’interno di Etnaland sono ubicati diversi punti di ristoro per uno spuntino o un pasto completo fra un’attrazione e l’altra.

Toponomastica – L’origine del nome è incerta: in passato il borgo era conosciuto come Malpasso, termine ancora oggi in uso nel dialetto siciliano per indicare la città. Alcuni lo attribuiscono all’espressione latina mali passum (passo del melo), per via delle coltivazioni presenti in zona; altri a malum passum, per le asperità del terreno o per la possibile presenza di briganti che rendevano poco sicuro il passaggio in queste terre. Dopo il grave terremoto del 1669, la cittadina fu ricostruita e prese il nome di Fenicia Moncada in onore dell’araba fenice e della famiglia Moncada, antica signoria feudale della zona. Il terremoto del 1693 distrusse anche questo centro abitato; venne ricostruito più a nord con il toponimo augurale di Belpasso. La capacità di risorgere dal nulla ha ispirato lo stemma cittadino recante un’araba fenice che sovrasta il motto Melior de cinere surgo, a indicare la capacità degli abitanti di rinascere dalle proprie ceneri più forti di prima.

Origini – Della storia antica di Belpasso si conosce ben poco in quanto il sito originario fu completamente ricoperto dalla colata lavica causata dall’eruzione dell’Etna del 1669, è però accertato che già in epoca preistorica, durante il neolitico e nell’età del bronzo, la zona fosse abitata. Di età romana rimangono alcuni reperti come porzioni di acquedotti e ponti che attestano l’importanza del sito, rimasta intatta nei secoli successivi ed accresciutasi in particolare durante ilXII e XIII secolo grazie a Federico II d’Aragona ed Eleonora D’Angiò. Federico, infatti, divenuto ormai Re di Sicilia sul finir del 1200, soggiornava spesso a Malpasso; dopo la sua morte, la regina Eleonora decise di trasferirsi definitivamente nella cittadina, complice la tranquillità, la salubrità e la mitezza del posto. A metà del XV secolo il conte di Adornò (l’odierna Adrano), Guglielmo Raimondo Moncada, acquistò dal re Alfonso d’Aragona sia la cittadina di Paternò che quella di Malpasso. Fu una convivenza molto difficile, segnata da continui contrasti tra le due popolazioni, tanto che nel 1636 Don Luigi Guglielmo Moncada decise di assegnare all’Università di
Malpasso, in giurisdizione autonoma, una parte del territorio. La città subì quindi il grave terremoto e l’eruzione
del 1669, ed in seguito il terremoto del 1693. L’incarico di predisporre l’assetto urbano venne affidato a Michele Cazzetta che progettò la nuova cittadina con una pianta a scacchiera dal tracciato regolare. La famiglia Moncada mantenne la signoria sulla città fino agli inizi dell’Ottocento, quando con l’introduzione della riforma amministrativa borbonica Belpasso divenne comune autonomo.

Belpasso contemporanea – In epoca fascista i nomi originari delle strade vennero sostituiti con nomi dettati dal governo e le cui iscrizioni furono poi cancellate dai belpassesi che vollero restare simbolicamente fedeli alla tradizione locale. Nel XIX secolo la città continuò a crescere anche a livello culturale grazie all’attività dei suoi antichissimi circoli culturali (Gabinetto di lettura, Accademia della Fenice, Circolo degli operai di mutuo soccorso, Club Progressista Costituzionale, la Fenice), i quali concorsero a far convivere le diverse classi sociali senza che nessuna rimanesse estranea alla vita culturale. Belpasso venne quindi organizzata in quartieri, sorti con l’avvento dei nuovi sistemi costruttivi in cemento. La realizzazione dei nuovi edifici su più piani comportò infatti l’abbandono della maggior parte delle case rurali e, di conseguenza, la convivenza di diverse famiglie nello stesso quartiere, a capo del quale veniva eletto un rappresentante. L’alleanza tra i rappresentanti dei vari quartieri garantiva alla città uno sviluppo culturale e sociale che fu in parte compromesso durante il regime fascista. Durante la Seconda Guerra mondiale, il 6 agosto 1943, in un paese rimasto deserto, con gli abitanti sfollati nelle campagne adiacenti, un carro armato tedesco posto all’ingresso della cittadina si inceppò dando agli inglesi il tempo di entrare a Belpasso ed evitare scontri a fuoco. L’evento fu visto come un segno della protezione della Santa Patrona sulla Sua città; ogni anno, pertanto, la prima domenica di agosto, la comunità civile e religiosa si riunisce in ricordo dell’evento per ringraziare la Patrona per la protezione ricevuta.

Centro storico – L’eruzione dell’Etna nel 1669 ha influito in modo determinante sull’aspetto e la struttura della cittadina. Dopo la devastazione, infatti, il centro fu ricostruito secondo una pianta urbanistica, inedita per una città siciliana che, vista dall’alto, ha le sembianze di una scacchiera. Tutte le vie senza nomi specifici si distinguono in rette e traverse in base al numero di riferimento. La lava ha cancellato molte delle più importanti espressioni artistiche e architettoniche del borgo, di cui rimane solo il volto della ricostruzione avvenuta a fine Seicento, ispirata rigorosamente allo stile dell’epoca, il barocco. Se si guarda agli edifici e alle numerose chiese del territorio, è facile rendersi conto di come la lavorazione della pietra lavica dell’Etna nei suoi molteplici aspetti ha dato vita a una fisionomia abitativa di inconfondibile fascino, impreziosita dall’opera artistica dei maestri scalpellini. Tra i monumenti religiosi, degna di nota è la Chiesa Madre dedicata all’Immacolata e a Santa Lucia, patrona della città, e risalente al Settecento. La facciata è abbellita da un campanile in stile barocco che custodisce una delle sei campane più grandi d’Italia, realizzata nel 1815. All’interno sono conservate le opere d’arte salvate dalla furia dell’eruzione, come un crocefisso in legno del Quattrocento, alcune tele risalenti al XVI secolo e soprattutto il reliquiario di Santa Lucia. Nelle vicinanze della chiesa troviamo il Giardino Pubblico e due dei palazzi di maggior pregio di Belpasso, Palazzo Scrofani, caratterizzato da una balconata in ferro battuto e da un bel portale in pietra lavica, e Palazzo dei Baroni Bufali di Santa Lucia. Si segnalano infine, presso la caratteristica piazza Dante, la Chiesa di Cristo Re e l’imponente Palazzo Lombardo. Attigue alla piazza vi sono la Casa Nino Martoglio, riconosciuta come bene monumentale, e la Casa di Antonino Russo Giusti che ospita il Museo Civico.

Architettura Religiosa

  • Santuario della Roccia di Belpasso, il costone di pietra lavica che richiama approssimativamente la sagoma di un cuore, è sito nelle campagne limitrofe alla città ed è meta di migliaia di fedeli. La leggenda vuole che in questo luogo, l’11 maggio del 1986, sia apparsa la Madonna; a vederla Rosario Toscano, quindicenne recatosi alla Roccia su Suo invito. In tutto, fino al 25 marzo del 1999, le apparizioni sono state 33; in queste occasioni Toscano avrebbe ascoltato la voce della Madonna e i suoi messaggi, oltre a visitare l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Su queste apparizioni il Vaticano ha espresso molta cautela, edificando tuttavia sul luogo delle apparizioni il piccolo santuario.
  • Chiesa di Sant’Antonio da Padova, possiede un’unica navata con due arcate cieche per lato e volta a botte, contiene diverse opere d’arte di rilievo e presenta all’esterno un elegantissimo portale in pietra lavica settecentesco ed una torre campanaria merlata. Insieme al convento adiacente, venne edificata nella nuova Belpasso con l’arrivo dei Frati Minori Osservanti di San Francesco d’Assisi. I lavori iniziarono intorno al 1730 e vennero ultimati nel 1779. Nel 1863 il Convento venne ceduto al comune e attualmente è sede degli edifici comunali.

Architettura Civile

  • Cisterna della Regina, sita a nord-est del comune, la grande cisterna idrica apparteneva alla tenuta reale fatta edificare da Eleonora d’Angiò, moglie di Federico II d’Aragona. La tenuta comprendeva una villa e un giardino, oggi tuttavia del vecchio fabbricato è rimasto ben poco. Nel 1910 la villa venne infatti investita da un braccio di lava che sommerse la parte più importante del caseggiato e l’enorme cisterna che raccoglieva le acque piovane. Nei pressi della cisterna è collocato un pregevole altare con nicchia al cui interno si possono ammirare degli affreschi ormai sbiaditi raffiguranti la Madonna della Guardia, San Biagio e Santa Lucia.
  • Teatro comunale Nino Martoglio, edificio risalente alla fine dell’Ottocento in stile neoclassico e con la facciata in pietra bianca e pietra lavica. Il progetto originario è dell’architetto Giuseppe Nicotra Dovilla al quale si deve tra l’altro il disegno della facciata con i mascheroni scolpiti in pietra bianca raffiguranti le muse. Il teatro, ristrutturato negli anni Ottanta e adeguato alle moderne esigenze dei luoghi di spettacolo nel 1993 e nel 1997, conta 500 posti a sedere.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale: Chiesa di Sant’Antonio Abate; Chiesa della Madonna del Carmine; Chiesa di San Giuseppe; Chiesa di San Rocco; Chiesa di Santa Maria della Guardia; Chiesa della Consolazione; Chiesa di Santa Anna; Chiesa di San Leo; Chiesa della Misericordia; Chiesa di Santa Barbara.

Siti Archeologici

In tempi recenti è stato individuato un sito archeologico nell’area di Belpasso-Valcorrente. Gli scavi archeologici sono iniziati nel 2005 e hanno portato alla luce oggetti riferibili a tre diversi periodi storici e risalenti fino al 4.000 a.C. Di particolare interesse sono i resti di strutture usate per la produzione di ceramica, anche per fini religiosi, risalenti almeno al 2.300 a.C. I lavori, gestiti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e dall’Università di Catania, sono ancora in corso ma si stanno avviando alla fase finale.

L’economia di Belpasso si è sempre basata sull’attività agricola; ancora oggi la città si presenta come un grande centro agricolo dove la coltura delle olive, delle mandorle e dell’uva rappresenta la principale fonte di ricchezza. Abbastanza sviluppato è anche l’allevamento di ovini, avicoli, suini, bovini e caprini. Il Cavaliere Condorelli negli ultimi anni è riuscito a realizzare e sviluppare un’impresa dolciaria nota in tutto il mondo; i suoi famosi torroncini rappresentano il prodotto tipico del comune. Altra azienda di rilievo sempre del settore dolciario è la Dais. Non bisogna poi dimenticare l’attività estrattiva delle cave di origine lavica, da cui si ricavano materiali utili per l’edilizia pubblica e privata e per il settore artistico e dell’artigianato. La pietra lavica, definita “l’oro grigio” di Belpasso, ha costituito una grande opportunità di sviluppo economico per il paese a tal punto che sono nate delle iniziative per la tutela del prodotto come la possibile istituzione di un marchio DOC. Tra le attività artigianali segnaliamo la lavorazione del ferro battuto e della ceramica e l’intaglio del legno per la costruzione dei pregiati carretti di Belpasso.

Evoluzione demografica – Il comune di Belpasso racconta una storia demografica differente da quella della maggior parte degli altri comuni siciliani. Secondo i dati disponibili, il territorio del comune è stato interessato a partire dalla metà dell’Ottocento da una lenta ma costante e ininterrotta evoluzione demografica. Il fenomeno ha subìto una fortissima accelerazione a partire dagli anni Ottanta e non si registrano inversioni di rotta. Secondo i dati Istat nel 1981 la popolazione residente ammontava a 14.220 unità mentre al 1° gennaio 2016 risultavano 28.108 unità, dunque la popolazione del comune è quasi raddoppiata in poco più di 35 anni.

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti a Belpasso al 1° gennaio 2016 sono 598 e rappresentano il 2,1% del totale della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 57,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Albania (8,5%), dalla Polonia (5,7%) e dalla Tunisia (5,2%).

Musei – Il Museo Civico “Belpasso Musei” si compone di diverse sezioni volte alla valorizzazione del patrimonio archeologico, etnoantropologico, naturalistico e socio-culturale del territorio. Le esposizioni sono allestite nella Casa di Antonino Russo-Giusti e nella Casa del Lampionaio. La sezione Mechanè (Museo Multimediale dei Carri di Santa Lucia), è volta a illustrare un’antica tradizione, quella dei carretti siciliani, che ogni anno viene rievocata durante la vigilia della festa della patrona. La sezione del Museo Etnoantropologico Venerando Bruno è stata aperta di recente e ospita la ricca collezione appartenuta all’archeologo Bruno Venerando con oltre 330 reperti, per la gran parte strumenti di lavoro usati per l’attività agricola e antichi attrezzi domestici che ricostruiscono il passato della civiltà belpassese. Il Museo ospita inoltre una sezione dedicata agli eventi bellici che sconvolsero il territorio belpassese durante la Seconda Guerra mondiale, il Museo delle sculture contemporanee e il percorso della Via letteraria di Nino Martoglio.

Biblioteche – Biblioteca comunale Roberto Sava, via Francesco Crispi n° 31

Teatri – Teatro comunale Nino Martoglio, sito in via XII traversa, conta 500 posti a sedere e ospita annualmente una fitta e interessante stagione di prosa di notevole prestigio, ispirata a Martoglio e a Russo Giusti e organizzata dalle compagnie locali.

Cinema – La Chiesa di Sant’Antonio da Padova è stata set cinematografico della serie televisiva Squadra Antimafia.

Sacro e Profano – A Santa Lucia è dedicata la festa principale che si celebra ogni13 dicembre; le celebrazioni iniziano il 30 novembre e si concludono il 14 dicembre con il ritorno del simulacro della Santa nella Chiesa Madre. La festa prevede delle tappe: fino al 12 di dicembre si svolge la tredicina, cioè tredici giorni in cui alle 5 del mattino è celebrata la messa; il 12 dicembre si svolge la processione delle Sante Reliquie mentre la sera si assiste alla sfilata dei Carri di Santa Lucia, allestiti dai singoli quartieri, che reinterpretano le varie fasi della vita della Santa patrona. Infine, il 13 dicembre è il giorno della festa con la processione del fercolo e i fuochi d’artificio. Molto sentite a Belpasso sono anche le feste dedicate al Carnevale e quelle che si svolgono durante la Settimana Santa. Nel periodo estivo la città è animata da una serie di manifestazioni sportive, culturali e artistiche che prendono il nome di “Belpassestate”. Si segnala infine il Motoraduno Internazionale dell’Etna, organizzato nella prima settimana di agosto dal Moto Club e la Sagra del Ficodindia dedicata alla promozione e alla valorizzazione di una delle eccellenze del territorio.

La cucina locale trae le proprie origini dalla cultura contadina ed è basata su piatti semplici e genuini ove prevalgono i sapori della tradizione ma con forti influenze di derivazione greca, romana, francese, spagnola e araba. Tra i primi piatti, caratteristiche le paste con i legumi: lenticchie, ceci, fagioli e il maccu, una crema di fave. Tra i secondi piatti tipici: la carne di vitello sgrassata con cipolla, pomodoro e prezzemolo; il falsomagro, una grossa braciola ripiena di carne trita, uova, formaggio, cipolla e aromi; l’agnello al forno; il coniglio in agrodolce e le sarde a beccafico. Ricordiamo infine i prodotti di eccellenza del territorio: i torroncini Condorelli e i fichidindia.

  • Roberto Sava (Belpasso, 1802 – Foligno, 1880), medico, filosofo, naturalista e letterato italiano. Nel 1864 gli venne conferita l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro su proposta del Ministero dell’Agricoltura; collaborò inoltre alla quarta e quinta edizione della Nuova Enciclopedia Popolare Italiana. Ha scritto circa 95 libri e a lui è dedicata la Biblioteca comunale di Belpasso.
  • Nino Martoglio (Belpasso, 1870 – Catania, 1921), regista, sceneggiatore, scrittore e poeta. A soli 19 anni fondò un settimanale umoristico e satirico scritto anche in lingua siciliana, il D’Artagnan. Nel 1901 creò la Compagnia Drammatica Siciliana con l’intento di rendere famoso a livello nazionale il teatro dialettale siciliano. Nel 1910 fondò a Roma la struttura stabile del primo Teatro Minimo incoraggiando e portando sulla scena le prime opere teatrali di Luigi Pirandello insieme al quale scrisse A Vilanza (La bilancia), e Cappidazzu paga tuttu. Nel dicembre 1918 fondò la sua ultima compagine teatrale, la Compagnia del Teatro Mediterraneo e dal 1913-14 si dedicò anche al cinema.
  • Antonino Russo Giusti (Catania, 1876-1957), drammaturgo. Dopo aver trascorso l’infanzia a Belpasso, intraprese gli studi classici a Catania e si laureò in Giurisprudenza. Fu direttore artistico del Teatro comunale Coppola di Catania, scrisse in tutto 27 opere teatrali di cui la più famosa è L’eredità dello zio canonico dal quale fu tratto il film L’eredità dello zio buonanima di Amleto Palermi con Angelo Musco.
  • Raffaele Maria Stramondo al secolo Mauro Stramondo (Belpasso, 1919 – Cava de’ Tirreni, 1997), pittore. Già nella prima infanzia diede prova delle sue straordinarie capacità artistiche. L’8 luglio 1945 dopo aver concluso gli studi teologici viene consacrato sacerdote. Vive alla luce del motto ora et laboradedicandosi instancabilmente alla pittura e alla scrittura di novelle e poesie.
  • Giambattista Spampinato (Belpasso, 1929), drammaturgo che scrive prevalentemente in siciliano. Ha iniziato l’attività artistica come attore e regista dal 1966. Le sue opere sono state più volte rappresentate nei teatri siciliani e hanno vinto diversi premi regionali e nazionali.
  • Pippo Caruso (Belpasso, 1935), direttore d’orchestra, arrangiatore, compositore e realizzatore. Ha diretto le orchestre RAI di Roma e Milano, l’orchestra sinfonica del Festival di Sanremo e molte altre. Ha legato la sua storia a programmi televisivi di grande successo, condotti dal suo fedelissimo amico-mentore Pippo Baudo.
  • Antonino Pulvirenti (Catania, 1962), imprenditore e dirigente sportivo. È stato il fondatore della Wind Jet, compagnia aerea italiana per i voli a basso costo, presidente della holding Finaria tramite la quale controlla il Calcio Catania, del quale è ex presidente e proprietario ed è infine proprietario della casa di distribuzione alimentare Fortè.

Come arrivare

Il comune sorge a circa 20 Km da Catania, una delle più importanti città siciliane. Le principali arterie stradali che servono il territorio del comune di Belpasso sono l’autostrada A18 e la SS 121 Catanese che collega Catania e Palermo. L’aeroporto più vicino è il Fontanarossa di Catania che offre numerosi collegamenti giornalieri con le principali città italiane ed europee. Per i viaggi in treno la stazione di riferimento è quella di Catania Centrale, sita a circa 30 Km di distanza da Belpasso e che offre numerosi collegamenti con i principali capoluoghi siciliani e con le città del Nord-Italia. Segnaliamo inoltre la vicina Stazione di Belpasso-Camporotondo, conosciuta anche come Stazione di Piano Tavola, che fa parte della Ferrovia Circumetnea e collega Catania con Riposto. Le aziende che gestiscono il traffico su autobus da e per il comune di Belpasso sono la Circumetnea e l’Ast.

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