Identità Acireale

Amministrazione

SINDACO

Stefano Alì

In carica dal: 24/06/2018

Deleghe:

Informatizzazione – Servizi Demografici – Rapporti con il Consiglio Comunale – Contenzioso – Cultura – Partecipate – Polizia Municipale

Sito istituzionale

www.comune.acireale.ct.it

Salvatore Paolo Pirrone

Deleghe:

Vice Sindaco – Personale – Lavori Pubblici – Cimitero – Turismo

Palmina Fraschilla

Deleghe:

Politiche Sociali – Pubblica Istruzione – Pari Opportunità – Politiche Giovanili – Sport – Protezione Civile

Carmelo Maria Grasso

Deleghe:

Politiche di Pianificazione e Sviluppo del Territorio – Rigenerazione Urbana – Edilizia Privata – Piani e Progetti per la Mobilità Sostenibile – Progettazione Europea per le Strategie di Sviluppo – Smartcities

Alfio Cavallaro

Deleghe:

Bilancio – Patrimonio – Sviluppo Socio Economico

Daniele La Rosa

Deleghe:

Ambiente – Mare – Agricoltura

Acireale, la Città dei cento campanili

Sentiero delle Acque Grandi (Acquaranni) – Riserva della Timpa: uno dei sentieri naturalistici più integri all’interno della riserva naturale della Timpa. Il percorso prevede la discesa verso il mare attraverso un sentiero naturalistico ricco di interessanti esemplari di vegetazione ed elementi geologici caratteristici della zona. Alla fine della passeggiata si giunge alla spiaggetta dove sorge la fonte che dà il nome al luogo (ranni = grande, perché un tempo molto abbondante).

Chiazzette – Riserva della Timpa: il sentiero è uno dei meno impervi all’interno della riserva ed offre uno spettacolo mozzafiato su tutta la costa. DenominatoChiazzette perché prevede sette tornanti o piazzette prima di giungere nel borgo marinaro di Santa Maria La Scala. Dalla prima piazzetta è possibile ammirare laFortezza del Tocco, bastione edificato nel 1600 per la difesa della città dalle invasione dei barbari. Interessante lungo il cammino anche la piccola cappella dedicata al SS. Crocifisso della Buona Nuova.  

La Gazzena: sentiero naturalistico all’interno dell’area di Capomulini, si ritrovano al suo interno moltissime specie appartenenti alla macchia mediterranea. Inoltrandosi si giunge ad un casolare abbandonato nel quale è presente un pozzo con annesso macchinario a vapore per il sollevamento dell’acqua. Lungo il percorso di discesa verso il mare è possibile notare la seguente iscrizione su lastra lavica: l’Arcangelo Calanna beneficò questa terra l’anno del Signore 1868. Sulla via del ritorno, invece, si trovano i resti della Villa Calanna, costruzione di epoca patrizia ormai in decadenza.

Santa Caterina: piccolo borghetto tra agrumeti e giardini dove è possibile visitare la sorgente d’acqua dolce Acqua del Ferro, così chiamata perché presenta un particolare colore rosso dovuto agli ossidi di ferro, ma nella credenza popolare attribuito al sangue di Aci.

Grotta Santa Maria della Neve: piccola chiesa incastonata nella grotta lavica edificata nella strada di collegamento tra Acireale e i borghi marinari. Al suo interno un presepe settecentesco con pastori a grandezza naturale con teste scolpite nella cera e nel legno.

Torre del Greco: presso la frazione di Santa Tecla è possibile visionare l’antica garritta di guardia, risalente al 1500, che aveva il compito di difendere la città dai pirati provenienti dal mare.

Virgilio e Ovidio in merito ad Acireale si rifanno al mito di Aci, il pastorello innamorato della ninfa Galatea che venne ucciso dal ciclope Polifemo, il quale in un impeto di gelosia scagliò contrò di lui dei massi. Il sangue del pastorello divenne un fiume che scorre ancora oggi sotto la città di Acireale, e si riversa poi nel mar Ionio dalla scogliera lavica del borgo marinaro di Santa Maria La Scala. I massi scagliati dal ciclope sarebbero, secondo la leggenda, i faraglioni presenti nel mare della vicina Aci Trezza.

Toponomastica e Origini – Sembra che Acireale sia nata dalla ceneri di Xiphonia, una mitica e misteriosa città d’epoca greca della quale oggi non rimane alcuna traccia. Il nome attuale è legato al mito di Aci, e nel tempo è mutato sulla base delle dominazioni: Akis in epoca romanaJachium sotto i bizantiniAl Yag sotto gli arabi e Aci d’Aquilia (o Aquilia) sotto gli spagnoli. Il nucleo abitativo venne spostato sui monti in aree più riparate a causa della disastrosa eruzione del 1329 e dei continui attacchi provenienti dal mare, ad opera in particolare della pirateria saracena. Tra il Quattrocento ed il Cinquecento la situazione mutò notevolmente: lo sviluppo commerciale, con la conseguente crescita demografica ed un miglioramento delle condizioni di vita, determinò l’ampliamento del sito e la realizzazione delle prime infrastrutture e costruzioni comunali quali l’archivio e la scuola. Aquilia Nuova non era più, quindi, un semplice agglomerato di case, ma stava diventando una cittadina sempre più importante e centrale nei traffici della zona. La città trovò il suo momento di maggior splendore nel 1.500,quando il rafforzamento del ceto mercantile fece accrescere notevolmente la ricchezza e le corporazioni e gli ordini religiosi diedero vita ad una serie di architetture che ancora oggi fanno di Acireale la città dei cento campanili. Nel 1642, infine, Filippo IV di Spagna le diede l’odierno nome. Il terremoto del 1693, che sconvolse la Sicilia Orientale, distrusse buona parte delle architetture, poi rimesse in piedi con stile barocco.

Acireale contemporanea – Il 1.800 vide la città fra le protagoniste dei moti siciliani, oltre che fra le mete ambite di chi sceglieva le cure termali: il Grand Hotel des Bains, inaugurato nel 1873, ospitò un gran numero di personaggi illustri, tra i quali un ammirato Richard Wagner. Nel secolo successivo Acireale subì, come tante città isolane, la violenza delle guerre, e negli anni Quaranta fu base per i tedeschi della settima brigata Falk, che si stabilirono nel castello ubicato nei pressi della stazione ferroviaria. Un violento bombardamento in una notte di novembre del 1941 è oggi un ricordo indelebile di quegli anni. Dal 2005, con decreto presidenziale, Acireale ha ottenuto il titolo di Città e, in merito alla nazione, si fregia di essere stata nel 1860 la prima città insorta ad innalzare il tricolore in Sicilia.

Centro storico – La piazza del duomo è il cuore architettonico della città: vi si affacciano, oltre alla chiesa Cattedrale e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, veri e propri gioielli barocchi quali il palazzo di Città (o Loggia Giuratoria) e il Palazzo Modò (ex Teatro Eldorado). È presente anche il pregevole edifico che oggi ospita il Credito Siciliano, nonché gli alloggi vescovili. Sulla piazza del duomo convergono i due assi viari principali della città, il Corso Umberto (il passeggio della città) e il Corso Savoia, sui quali affacciano numerosi imponenti palazzi barocchi appartenuti (e in qualche caso ancora appartenenti) alle nobili famiglie cittadine. Il Corso Umberto culmina nel Villa Belvedere, il Giardino di Vittorio Emanuele, dal balcone centrale del quale è possibile godere di una impareggiabile vista sulla costa. Il centro ospita anche la mirabile Biblioteca e Pinacoteca Zelantea, istituzione fondata nel XII e che oggi, ubicata in un palazzo neoclassico, ospita diverse collezioni d’arte e testi antichi.

Architettura Religiosa

  • La Cattedrale, dedicata a Maria Santissima Annunziata, risale al XV secolo (ma è stata rimaneggiata nei secoli successivi). Oltre ad ospitare affreschi e tele del Vasta e opere di Vito D’Anna e Giacinto Platania, contiene una meridiana di rara precisione progettata nel 1873 dall’astronomo danese Christian Friedrich Peters e dal collega tedesco Wolfang Sertorius e realizzata da un allievo del Canova, il catanese Carlo Calì.
  • Basilica dei Santi Pietro e Paolo è del 1550, ma venne ricostruita nel 1608. Anch’essa ospita opere del Vasta.
  • Basilica collegiata di San Sebastiano, dichiarata monumento nazionale, risale al Settecento ed è la maggiore espressione del barocco cittadino, nonché in assoluto una delle maggiori espressioni del barocco.
  • Chiesa di Sant’Antonio di Padova, inizialmente intitolata a san Sebastiano, è la più antica della città, risalente probabilmente al periodo di Aquilia Nuova: la differenza col prospetto stradale, come anche il portale gotico, rendono evidente l’elevata età della struttura.
  • Chiesa di Santa Maria del Suffragio, ubicata in uno dei quartieri più antichi della città, ha la facciata rivolta verso il mare ed appare asimmetrica rispetto al prospetto stradale: Sembra venne realizzata per volere delle mogli dei pescatori, che non si trovavano a proprio agio nelle ricche chiese del centro. L’interno è ricchissimo di opere d’arte.
  • La Chiesa di San Camillo, costruita nel 1730, ospita al suo interno parecchi affreschi di Pietro Paolo Vasta. Tra le tele presenti, degna di pregio è laMadonna delle Grazie, a cui in realtà  la chiesa è dedicata, che occupa l’altare maggiore.

Architettura Civile

  • Palazzo di Città (Municipio): costruito nel 1659, fu distrutto dal terremoto del 1693 e riedificato nel 1785. Il terremoto del 1818 lo danneggiò nuovamente, ma fu definitivamente restaurato nel 1908. L’architettura è in tardo stile barocco e presenta al primo piano un’unica balaustra in pietra bianca interrotta solo dall’ampio portone d’ingresso; al piano superiore, poi, sono visibili balconi con ringhiere in ferro battuto adornati da mascheroni in puro stile barocco. Da segnalare lo stemma comunale che sovrasta il portone d’ingresso, oltre alle epigrafi nell’atrio che narrano vicende di cronaca cittadina e all’affresco Italia nella volta del salone del consiglioIl palazzo ospita il Gabinetto di Lettura ed è sede dell’Accademia di Scienze, Lettere, Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici.
  • Palazzo Mauro Riggio: sito in piazza Marconi, presenta un’architettura neoclassica con archi, colonne e bassorilievi. Da segnalare di fronte al palazzo l’altarino di origine settecentesca dedicato alla Madonna del Rosario come segno di gratitudine per aver risparmiato la città dalla peste che aveva devastato Messina.
  • Palazzo Musmeci: la sua architettura esprime uno stile barocco ma raffinato e senza sfarzi. Da apprezzare, all’altezza del cornicione del tetto, una serie di finestrelle che lo decorano in maniera semplice ed elegante. Il palazzo annovera tra gli ospiti il re Ferdinando IV che, nel 1806, vi soggiornò per un breve periodo.
  • Palazzo Calanna: fu dimora del poeta Lionardo Vigo Calanna, che vi soggiornò e morì. La struttura presenta una straordinaria facciata in stile ottocentesco adornata da una ringhiera in ferro battuto. Una lapide in marmo posta sul prospetto principale ricorda l’illustre proprietario.
  • Palazzo Martino Fiorini: di recente ristrutturazione, è un’antica dimora nobiliare di fine Ottocento. All’interno presenta un susseguirsi di stanze dallo stile tipico dell’epoca, come il salone giallo o la stanza della musica. Tutte le sale sono affrescate con motivi floreali attraverso la tecnica del trompe l’oleil.Molto bella l’ampia terrazza dalla quale ammirare l’intero centro storico della città.
  • Palazzo Scudero: tipica architettura barocca, il palazzo del barone Scudero è ricco di mascheroni dalle espressioni più travagliate.
  • Palazzo Modò: fu sede dell’antico Teatro Eldorado (rimasto attivo dal 1909 al primo dopoguerra), e oggi di quel che rimane della struttura è possibile apprezzare i mascheroni barocchi e il nome del teatro scolpito all’esterno.
  • Castello Pennisi di Floristella: in stile gotico, fu costruito nel 1882 ad opera dell’architetto Giuseppe Matricolo. Al suo interno si possono ammirare le ampie stanze con affreschi di Giuseppe Sciuti che li realizzò per il barone Salvatore Pennisi come ringraziamento per la sua ospitalità nel 1907. I saloni sono arredati con mobili di stile ottocentesco ed è presente anche una piccola chiesa dedicata a San Giovanni Battista. Denominato anche Castello Scammacca poiché edificato su un vigneto che all’origine apparteneva ai baroni Scammacca.
  • Villa Pennisi: progettata dall’architetto Mariano Falcini, originariamente ospitava l’albergo Grand Hotel De Bains, dotato di uno splendido giardino all’italiana e di uno stabilimento termale. Si ricordano tra gli ospiti illustri il compositore Richard Wagner e i reali d’Italia. Durante la prima guerra mondiale le attività dell’albergo entrarono in crisi e la villa divenne l’abitazione dei baroni Pennisi di Floristella. Oggi è adibita a residenza privata e ospita una manifestazione musicale estiva degna di nota.
  • Palazzo Costa Grimaldi: sede della filiale centrale del Credito Siciliano, nel 1714 vi soggiornò il re Vittorio Amedeo II di Savoia giunto in Sicilia per appropriarsi del territorio come da assegnazione da Trattato di Ultrecht. Molto bella, sulla sommità, la loggia delle monache benedettine, edificata nel 1700 per far usufruire loro dell’affaccio sulla piazza. La banca ospita al suo interno una galleria artistica con esposizioni temporanee durante tutto l’anno.
  • Giardino Vittorio Emanuele II (Villa Belvedere): gode di uno splendido affaccio sulla costa ed è il più grande giardino pubblico della città. Costruito nel 1848, ospita al suo interno il Cafe Chantant Eden (poi Teatro Arena Eden) in stile moresco, ancora oggi fruibile dai cittadini come arena cinematografica estiva. Le aiuole sono decorate da busti marmorei che rappresentano illustri personalità acesi.
  • Terme di Santa Venera: edificate nel 1873 dal barone Pennisi di Floristella, presentavano, oltre al centro termale, dei classici giardini all’inglese. Le terme attirarono in città parecchi personaggi illustri del periodo: dal compositore Richard Wagner al re Umberto I e la regina Margherita.

Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:

Chiesa di San Biagio; Chiesa della Madonna del Carmelo; Chiesa di San Domenico; Chiesa di San Rocco; Chiesa Santa Maria dell’Odigitria; Chiesa di San Francesco di Paola; Chiesa di San Giuseppe; Chiesa di San Michele; Chiesa dell’Angelo Raffaele; Chiesa di Santa Maria del Carmine; Chiesa di San Benedetto; Chiesa di Santa Maria della Neve (Grotta); Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti; Convento e Chiesa dei padri cappuccini; Santuario di Maria Santissima di Loreto; Chiesa di San Filippo Neri; Chiesa SS Salvatore; Chiesa della Maddalena; Chiesa della Madonna dell’Indirizzo; Chiesa dello Spirito Santo; Chiesa SS. Crocifisso del Rinazzo; Chiesa di Gesù e Maria; Chiesa di San Giovanni Nepomuceno; Chiesa di San Martino; Chiesa di San Michele; Chiesa di San Paolo;  Chiesa di Santa Maria dei Miracoli; Chiesa di Santa Venera;Chiesa si San Vincenzo Ferreri; Palazzo Romeo; Palazzo Nicolosi; Palazzo Figuera; Palazzo Carpinati; Palazzo Barone di Santa Lucia; Palazzo Grassi Voces; Palazzo Vigo; Palazzo Puglisi Cosentino; Palazzo Vescovile; Palazzo Panebianco; Ex Liceo Classico Gulli e Pennisi; Casa natale di Lionardo Vigo Calanna.

Siti Archeologici

  • Parco archeologico della Valle dell’Aci: sito di notevole importanza che ha come fulcro l’area archeologica di Santa Venera al Pozzo. La zona è di pertinenza del comune di Aci Catena, ma si trova di fatto al confine con il territorio acese, tant’è che la sorgente sulfurea che vi trova origine è utilizzata dalle moderne terme acesi. Secondo la tradizione popolare in tale luogo fu decapitata Santa Venera nel periodo delle persecuzioni cristiane e la sua testa venne gettata nel pozzo. Il parco attualmente comprende nove ettari di terreno all’interno del quale si possono notare i resti di un impianto termale di epoca romana costruito con diversi ambienti tra loro collegati (Tepidarium, Frigidarium, Calidarium), il pozzo per l’approvvigionamento dell’acqua  e alcune fornaci utilizzate per la realizzazione di ceramiche e vasellame.
  • Tempio romano di Capomulini: resti di un tempietto romano risalente al I secolo d.C., presso il borgo marinaro di Capomulini.

Nel settore economico Acireale si è distinta, storicamente, per le fiere, eventi che richiamavano un gran numero di mercanti, ma gran parte della ricchezza visibile nella magnificenza dei suoi edifici è dovuta soprattutto alla presenza massiccia del clero, testimoniata ancora oggi da una Cattedra vescovile (fino alla seconda metà del Novecento vi erano due vescovi) e dal seminario. Sin dal 1600 la città è stata un centro economicamente molto sviluppato e florido anche per l’affermarsi di un forte ceto mercantile e agricolo: prima della crisi dell’agrumicoltura era proprio quello della raccolta e della vendita degli agrumi il settore per il quale la città si distingueva, facendo segnare ad ogni stagione un grande successo economico, un successo che fino agli anni Settanta andò di pari passi con quello turistico. A testimonianza di come il settore agrario e dell’agrumicoltura abbiano a lungo avuto un ruolo predominate basti pensare al Comizio Agrario del Circondario di Acireale istituito negli anni successivi all’Unità d’Italia, precisamente nel 1866, con lo scopo di mettere in atto sperimentazioni in ambito di agrumicoltura, allevamenti, frutticoltura, allevamenti ed enologia. Tale istituto è tuttora presente nel territorio con il nome di CRA (Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee)  con il ruolo di istituto di ricerca di nuove tecniche colturali ecosostenibili ed economicamente valide. Negli anni Cinquanta l’indotto del settore degli agrumi era sviluppato a tal punto  da far rinominare la città come la Riviera dei limoni, proprio per la presenza capillare di aziende agricole e stabilimenti di lavorazione e trasformazione degli agrumi. Tale economia però non ha retto ai cambiamenti politico/economici e all’internazionalizzazione: la maggior parte delle aziende, infatti, vennero chiuse o rilevate da consorzi o cooperative che concentrano la loro produzione sulla lavorazione delle essenze. Ma il settore agricolo non è stato l’unico settore preponderante in città: altro ruolo fondamentale ha avuto la vocazione turistica/commerciale del territorio (si pensi alle terme), nonché le attività di ristorazione favorite dalla posizione geografica in prossimità tanto del mare quanto del vulcano etneo. Anche l’artigianato locale è da considerare un settore economicamente rilevante: basti pensare alla realizzazione delle marionette dei pupi siciliani o ai manufatti in pietra lavica. Il settore tessile, oltre che quello dell’edilizia e bancario (con la presenza dell’ex Banca Popolare Santa Venera, oggi Credito Siciliano appartenente al Gruppo bancario Credito Valtellinese), contribuiscono allo sviluppo economico della città. Da menzionare, infine, lo stabilimento delle acque minerali di Pozzillo, per le quali venne avviato l’imbottigliamento in una grande e florida fabbrica oggi dismessa.

Evoluzione demografica – Tra i comuni dell’hinterland catanese, Acireale è la città maggiormente popolata. La serie storica fornita dall’Istat, indica una crescita a partire dal 1861 con 30.785 unità fino ai 35.321 del 1881; segue una riduzione della popolazione fino al 1921, anno in cui si registrano 31.372 residenti. Per tutto il XX secolo e nell’ultimo ventennio la città mantiene un andamento positivo superando i 50.000 abitanti. L’evoluzione demografica degli ultimi anni vede uno spostamento della popolazione dalla città alle vicine frazioni oltre che verso il capoluogo per motivi di studio e di lavoro.

Etnie e minoranze – Gli stranieri presenti nel territorio sono 1.394. La comunità più grande è quella rumena con 356 unità seguita dallo Sri Lanka che ne conta 162 e il Marocco 131.

Musei

  • Museo delle Uniformi – c/o Palazzo di Città – Sala Costarelli – P.zza Duomo. Al suo interno sono presenti uniforme storiche, medaglie, copricapi e oggetti militari dal XVIII al XX secolo. La collezione apparteneva originariamente all’Ing. Acese Aldo Scaccianoce che la cedette alla Regione Siciliana. Tra i ritratti più noti sono presenti quello dell’imperatore Francesco Giuseppe e di Umberto II. Molto significativa la teca dedicata al 150° dell’Unità d’Italia che contiene le coperte con le iniziali ricamate in oro dei Re Umberto I e Vittorio Emanuele III
  • Museo dell’Opera dei Pupi – Via Alessi. Ospita la mostra permanente della raccolta del teatro Pennisi Macrì di Acireale, delle attrezzature teatrali originali siciliane, dei pupi e teste di pupi.
  • Museo della Civiltà Contadina – Via Vittorio Emanuele III – Aciplatani. Il museo è ubicato nella casa natale del Vescovo Mons. Calabretta, di origine ottocentesca. Al suo interno attrezzature ed oggetti appartenenti alla tradizione contadina  popolare e degli antichi mestieri con particolare attenzione alla riproduzione di tecniche e peculiarità della cultura contadina acese ed etnea in genere.
  • Tesoro della Basilica Collegiata di San Sebastiano – Piazza L. Vigo. Collocato nella sacrestia dell’omonima Chiesa, custodisce le splendide argenterie acesi settecentesche e i manufatti di oreficeria sacra scampati al Regio decreto del 1796 che ne imponeva la consegna allo Stato. Molto interessante la raccolta di ex-voto composta da monili in oro e argento donati per grazia ricevuta dai fedeli al santo della città.

Biblioteche

  • Biblioteca e Pinacoteca Zelantea – Via Marchese Sangiuliano 17. Prende il nome dall’Accademia di Scienze, lettere, belle arti degli Zelanti e dei Dafnici. Ha al suo interno oltre duecentocinquantamila volumi, tra testate, riviste e libri. Da menzionare le preziose opere di botanica e storia naturale, tra cui l’erbario pictus. La Pinacoteca ospita opere degne di nota tra cui quelle del Domenichino, del Guercino, di Vito e Alessandro D’Anna, oltre che di Pietro Paolo e Alessandro Vasta e Giacinto Platania.
  • Archivio Storico, sito nella frazione di Santa Maria Ammalati. Contiene documenti di rilevante importanza, primo tra tutti quello che sancisce per la città il privilegio della Fiera Franca, firmato dall’imperatore Carlo V.
  • Biblioteca Centrale Diocesana – Via San Martino 2. Istituita nel 1987 dal Vescovo Giuseppe Malandrino, ospita al suo interno tre fondi: quello della biblioteca del seminario, quello dell’ex biblioteca Mons. Russo e quello dell’istituto religioso S. Agostino.
  • Biblioteca della Scuola Nazionale dell’Amministrazione – via Collegio Pennisi 13. Ospita una cospicua quantità di volumi dedicati al diritto amministrativo, costituzionale e al management oltre che alla storia e all’economia.

Teatri

  • Teatro Bellini – Via Romeo. Teatro lirico in stile barocco, considerato il luogo più importante d’incontro dei cittadini acesi fino al 1952, anno in cui un incendio doloso lo distrusse. Progettato dall’ingegnere catanese Carmelo Sciuto Patti nel 1870.
  • Teatro Maugeri – P.zza Garibaldi. Inaugurato il 16 febbraio 1952, giorno seguente all’incendio che devastò l’antico Teatro Bellini. Ospita una ricca stagione teatrale e operistica.
  • Teatro dell’Opera dei Pupi – Via Nazionale per Catania 195. Teatro di marionette (Pupi) che mette in scena le vicende di Carlo Magno e i suoi paladini, adattate dalla Storia dei Paladini di Francia e dall’Orlando Furioso. È il primo patrimonio italiano ad essere stato inserito dall’Unesco tra i Patrimoni Orali e Immateriale dell’Umanità.

Cinema – Acireale è stata più volte location cinematografica, ricordiamo: Il corsaro nero (Vitale De Stefano – 1921); Agguato sul mare (Pino Mercanti -1955); The Angel Wore Red (Nunnally Johnson – 1960); Un Bellissimo Novembre ( Mauro Bolognini – 1969); La prima note del dottor Danieli, industriale col complesso del … giocattolo ( Giovanni Grimaldi – 1970); La seduzione (Fernando Di Leo – 1973);Malizia (Salvatore Samperi – 1973); La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono (Mariano Laurenti – 1973); La sbandata ( Alfredo Malfatti – 1974);L’Arbitro (Luigi Filippo D’Amico – 1974); Il Padrino parte II (Francis Ford Coppola – 1974); Il Fidanzamento (Giovanni Grimaldi – 1975); Il gatto mammone(Nando Cicero – 1975); Bello di mamma (Rino Di Silvestro – 1980); La perdizione(Bill Lewis – 1986); Palombella Rossa (Nanni Moretti – 1989); Il Padrino parte III(Francis Ford Coppola – 1990); Vite blindate (Alessandro Di Robilant -1998); Gli Astronomi (Diego Ronsisvalle – 2003); I Vicerè (Roberto Faenza – 2007).

Sacro e Profano – Festa di San Sebastiano, compatrono della città: si tiene il 20 Gennaio. Celebre è l’uscita del fercolo dalla splendida basilica collegiata, monumento nazionale: alle 11 in punto il santo si affaccia dalla porta centrale e, dopo il “fervorino” (un’omelia incentrata sulla figura del santo), i devoti scalzi e in abiti votivi trainano di corsa giù dal sagrato il pesante fercolo e lo portano festanti verso la piazza del duomo. Questa manovra, molto rischiosa, attira migliaia di curiosi e fedeli. Durante il lungo giro della città sono diversi i momenti spettacolari che vedono protagonisti il fercolo e i devoti, e tra questi senza dubbio quello di maggior fascino è il saluto del treno: nelle prime ore del pomeriggio in piazza Agostino Pennisi, dove un tempo c’era la stazione ferroviaria della città, il santo viene salutato da un fischio del treno che passa, in memoria di quello che avvenne il 20 gennaio 1916, quando alcuni soldati acesi partendo verso il fronte poterono salutare il protettore al quale erano devoti. Il Carnevale di Acireale: considerato  il più bello di Sicilia e il terzo d’Italia per importanza, si tiene solitamente nel mese di Febbraio. Di origini molto antiche, è citato in un documento per la prima volta nel 1594. Se oggi è un trionfo di luci, colori, cartapesta e musica, anticamente si basava su una sorta di battaglia cittadina a colpi di arance e limoni. Sospeso per il terremoto del 1693, venne ripreso dopo diversi anni e, sull’onda della ricostruzione post-sisma, acquistò sempre più importanza. Le sfilate vere e proprie ebbero inizio nel 1880: prima con carrozze addobbate e, nel giro di pochi anni, coi carri in cartapesta, realizzati da artigiani che per motivi di lavoro creavano già manufatti di questo tipo. La struttura odierna venne sancita nel 1929, quando nacque L’Azienda Autonoma e Stazione di Cura di Acireale. Caratteristica del carnevale acese sono i carri infiorati, realizzati per la prima volta nel 1930. Ogni anno la manifestazione fa segnare in città centinaia di migliaia di presenze turistiche. La Festa dei Fiori: si svolge ogni anno a cavallo tra il 25 aprile e il primo maggio. Protagoniste dell’evento sono le macchine infiorate, fino a pochi anni fa caratteristica unica del Carnevale Acese fin dal 1930, quando per la prima volta si ricoprirono delle autovetture con fiori freschi da far sfilare lungo il percorso cittadino. Nel secondo dopoguerra le macchine si perfezionarono sempre di più progettando un soggetto da ricoprire di fiori freschi fino ad arrivare all’aggiunta di movimenti, luci, suoni tali da farle diventare dei veri e propri carri al pari di quelli in cartapesta. Recentemente si è scelto di dare un ulteriore palcoscenico a queste realizzazioni facendole sfilare in piena primavera, il che attira un pubblico numeroso quasi al pari di quello del carnevale. ’A Nivarata: festival internazionale della granita siciliana, si svolge nel mese di Giugno. Nato nel 2012, l’evento nel giro di pochi anni ha fatto registrare oltre centomila presenze, portando in città nei primi giorni di giugno personaggi nazionali ed internazionali molto noti del mondo della pasticceria, ed esportando il gusto sperimentato su decine e decine di nuove creazioni, ben al di là della città, superando anche l’Isola e arrivando oltre il Canale della Manica. Festa di Santa Venera, patrona della città, secondo le testimonianze preservò nei secoli più volte la città dalle eruzioni laviche dell’Etna oltre che dai terremoti (quello del 1863 che distrusse invece la città di Catania) si celebra il 26 luglio. Le celebrazioni si svolgono sin dalla prima domenica di luglio, giorno in cui si svolge la caratteristica “uscita” della quattro candelore, ossia dei ceri in legno portati in giro per tutta la città dai rappresentanti delle associazioni di arti e mestieri, quindi artigiani, panettieri, pescivendoli e calzolai. La loro uscita è accompagnata da un’orchestra musicale, al ritmo della quale, le candelore svolgono la cosiddetta annacata, ossia una sorta di balletto in festa. Il 24 luglio si svolge ilConcerto delle Cantate ovvero l’esecuzione delle più belle cantate della Cappella musicale del Municipio scritte in onore della Santa ed eseguite dalla Cappella Musicale della Venerabile Reale Cappella di Santa Venera. I festeggiamenti si concludono il 26 luglio con il solenne Pontificale, la processione lungo il centro storico e l’inno alla Santa, seguiti dal rientro in Chiesa accompagnato da fuochi d’artificio e dal suono delle campane. Sagra del pesce spada: si svolge nel borgo marinaro di Pozzillo con degustazioni di pesce spada in moltissime varianti. Mese di Luglio. Sagra del Polpo: anch’essa si tiene nel borgo marinaro di Pozzillo, nel mese di LuglioSagra del Tonno bianco: si svolge nella frazione di Stazzo, solitamente nel mese di Luglio. Festa del contadino: si svolge nella frazione di Pennisi nel mese di Luglio e prevede la degustazione di prodotti tipici e una sfilata di carretti siciliani. Festa del pescatore: si svolge nel borgo di Santa Maria la Scala ad Agosto e prevede la degustazione di piatti tipici marinari cucinati con pescato locale. Carnevale estivo, si svolge solitamente nel mese di Agosto, prevede la sfilata dei più bei carri allegorici e costumi in maschera dell’edizione invernale. Si ritrovano, quindi, nuovamente in piazza le realizzazioni dei maestri della cartapesta, accompagnate da gruppi mascherati, band musicali e artisti di strada. Villa Pennisi in Musica, nel mese di Agosto, l’incredibile festival musicale dove tutto suona. La kermesse estiva musicale ha come scenario la splendida Villa Pennisi di Acireale, nota per la particolare bellezza dei suoi giardini. L’evento, unico nel suo genere, coniuga musica, design ed arte. Festa del Limone, a Scillichenti. Prevede la degustazione degli agrumi del territorio in versione salata e dolce. Presente anche una mostra temporanea sulle attrezzature storiche per la coltivazione degli agrumeti. Mese di Agosto. Fiera dello Jonio: si svolge nel mese di Settembre. Nata nel 1932 come richiamo della Fiera Franca di Santa Venera promossa nel 1422 da Alfonso il Magnanimo e durante la quale si barattavano i prodotti tipici del territorio, è considerata una delle più importanti e antiche fiere siciliane. Prevede la vendita di prodotti artigianali locali, tra i quali, ad esempio, i lavorati in pietra lavica. Magma – Mostra di Cinema Breve: Festival Internazionale di Cinema breve. Si svolge nel mese di Novembre. Manifestazione internazionale cortometraggi in concorso provenienti da oltre 80 paesi. Cattura l’attenzione di attori, produttori e filmakers di rilevanza mondiale. Itinerario dei presepi: percorso di visita dei presepi artigianali in mostra nel centro storico cittadino e visita del presepe settecentesco custodito nella chiesa della Madonna della Neve. Dicembre – Gennaio. Di notevole importanza il presepe settecentesco ubicato presso la Chiesa di Santa Maria della Neve nella strada che collega la città alle frazioni marine conosciuta dai locali come A Rutta. La chiesetta è incastonata nella roccia lavica e ha origine nel Settecento: all’interno un presepe con pastori a grandezza naturale scolpiti in cera, adornati di vesti pregiate e circondati da una scena ricca di oggetti della tradizione siciliana. In particolare, oltre la Madonna che tiene, insolitamente, il bambino in braccio, sono presenti personaggi caratteristici del presepe acese come il cosiddetto Meravigliato dalla Stella (U Meravigghiatu da Stidda), ovvero colui che resta meravigliato al passaggio della Cometa. All’interno della grotta di degno rilievo anche la pala d’altare realizzata da Vito D’Anna. Molto suggestiva la messa celebrata la notte di Natale. L’itinerario dei presepi prosegue con la mostra dei presepi artigianali all’interno del convento di San Rocco e il presepe monumentale napoletano ubicato all’interno della Basilica di San Sebastiano.

La città di Acireale vanta un’ampia tradizione culinario – gastronomica. Da annoverare il rito della granita, dolce nato dalla tradizione dei nivaroli (chiamati così perché trasportavano la neve dalle pendici dell’Etna al mare). La ricetta originale è attribuita a Francesco Procopio dei Coltelli, ingegnere originario dell’acese che fece fortuna presso la corte del Re Sole, a Parigi, dove fondò il rinomato Caffè Le Procope, tutt’oggi aperto. L’intera pasticceria del territorio acese, tuttavia, è degna di nota: basti pensare alle zeppole di San Giuseppe, ossia le caratteristiche crispelle di riso e miele, o alle molteplici  lavorazioni della mandorla che regalano eccellenti prodotti come la frutta martorana, un dolce di pasta reale che riproduce fedelmente la frutta dei giardini siciliani. Da menzionare, poi, le tradizioni del gelato e quella della pasticceria mignon, oltre alla tavola calda e alla rosticceria con impasti da forno quali le classiche cipolline, le cartocciate e i famosissimi arancini al ragù e al burro. Infine, considerando che la città si trova a pochi passi dal mare, vanno tenute in conto le lavorazioni del pesce fresco, sempre presente nei menu dei ristoratori e dei semplici cittadini.

  • Giacinto Platania (1612 – 1691), pittore e decoratore. La sua pittura è improntata su accenni realistici di riproduzioni di paesaggi e scorci di territorio della zona delle Aci, a voler dimostrare il suo legame forte con la propria città d’appartenenza. La sua importanza è tale da essere considerato, oltre che uno dei maggiori esponenti nella pittura siciliana del XVII secolo, il fondatore della scuola pittorica barocca acese. Molte sue creazioni si possono ammirare nella Cattedrale di Acireale e nella Biblioteca Zelantea. Celebre anche il ritratto di Catania investita dal fuoco, in ricordo dell’eruzione che devastò la città nel 1669, esposto oggi nella Cattedrale del capoluogo etneo.
  • Pietro Paolo Vasta (1697 – 1760), pittore. Considerato uno dei maggiori artisti siciliani del XVIII secolo. Visse a lungo a Roma e viaggiò molto, per poi tornare ad Acireale dove realizzò opere per oltre mille metri quadri. Importanti sue realizzazioni si trovano anche nell’hinterland acese, oltre che a Pedara, Catania e Caltagirone.
  • Matteo Ragonisi (1660 – 1734), pittore. Caratteristica della sua pittura la rappresentazione di eventi religiosi e i ritratti di personaggi che talvolta sovraccaricano i dipinti. Parecchie opere si possono ritrovare all’interno della Pinacoteca Zelantea. Da  apprezzare Lo Sposalizio di Santa Rita fruibile all’interno della Chiesa di San Domenico, gli affreschi della Chiesa di Loreto e alcune opere custodite all’interno della Chiesa di San Sebastiano.
  • Giovanni Lo Coco (1667 – 1721), pittore. Soprannominato il sordo di Aci, a lui si devono gli affreschi nel Duomo di Pedara, l’abside della Chiesa di Sant’Agata al Borgo a Catania e degli affreschi posti all’interno del Convento di San Biagio, ad Acireale, raffiguranti per lo più la vita di San Francesco. Nella Basilica di San Sebastiano, sempre ad Acireale, si possono apprezzare inoltre  le tele intitolate Madonna della Lettera e Sacra Famiglia.
  • Lionardo Vigo Calanna (1799 – 1879), marchese di Gallodoro. Fu esponente della cultura siciliana in qualità di poeta e filologo, e rappresenta uno dei maggiori studiosi delle tradizioni e dei costumi popolari siciliani, con alle spalle un fittissimo epistolario con intellettuali italiani, tedeschi e francesi. Tra le sue opere sono da menzionare la Raccolta di canti popolari siciliani, che racchiude migliaia di cantate della tradizione orale siciliana sin dal 1830, e ilRuggiero, poema epico dedicato all’indipendenza siciliana. Fu anche un politico italiano.
  • Antonino Bonaccorsi (1826 – 1897), pittore. Soprannominato il chiaro, fu il più noto ritrattista tra la borghesia acese. I suoi ritratti sono caratterizzati da una certa staticità delle pose e dal fondo sempre a tinta unita, solitamente di colore verde chiaro.
  • Michele La Spina ( 1849 – 1943), scultore. Suo il Monumento ai Cadutivisionabile presso la Villetta Garibaldi di Acireale e la piccola testa di Garibaldi conservata nella Pinacoteca Zelantea.
  • Rino Nicolosi (1942 – 1998), politico e sindacalista. Esponente delle democrazia cristiana, nel 1985 fu eletto presidente della Regione Siciliana, e mantenne la carica per cinque governi. Eletto alla Camera dei Deputati nel 1991, fu vice-capogruppo della DC. Finito nello scandalo di Tangentopoli per il Centro delle Ciminiere di Catania, nel 1997 consegnò un memoriale ai magistrati della procura di Catania che gettò scompiglio nella classe politica siciliana della prima repubblica.
  • Salvatore Totò Rizzo (1936 – 1986), giornalista e scrittore. Lavorò presso numerose redazioni tra le quali La Sicilia, il Giornale di Sicilia, L’Ora, Il Mattino, La Gazzetta del Mezzogiorno, oltre che all’agenzia Ansa e alla Rai, e si occupò moltissimo del territorio acese e, più in generale, di cronaca nera. Nel 1981 subì un attentato dal quale uscì ferito, e in seguito decisi di non occuparsi più di cronaca nera.
  • Antonio Catania (1952), attore. Vanta una corposa filmografia e un premio come miglior attore non protagonista ai Nastri d’Argento nel 1999.
  • Daniele Garozzo, schermidore. Vincitore nel fioretto della medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016 e dell’argento al campionato europeo di Montreux 2015.
  • Enrico Garozzo, schermidore. Vincitore della medaglia d’argento nella spada a squadre ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016.
  • Marco Fichera, schermidore. Vincitore della medaglie d’argento nella spada a squadre ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016.

Come arrivare

Da Messina imboccare l’autostrada A18 direzione Catania fino al casello di Acireale, oppure la Strada Statale 114 in direzione Sud; da Catania imboccare l’autostrada A18 direzione Messina fino al casello di Acireale, oppure la Strada Statale 114 in direzione Nord. L’aeroporto Catania-Fontanarossa dista circa 20 km, ed è collegato da percorsi in taxi o in autobus (questi ultimi dalla città di Catania, raggiungibile da Acireale in pochi minuti). La maggior parte dei treni provenienti dal Nord Italia fermano ad Acireale e la stazione ferroviaria, posta nella linea Messina–Siracusa, dista dal centro città circa 2 km. La città è servita dall’Azienda Siciliana Trasporti ed è raggiunta anche da linee private.

Mobilità urbana – La città è servita, oltre che dai taxi che sostano in centro e presso la stazione ferroviaria, da due aziende di trasporti: il servizio regionale AST, che ha una sua linea interna, e la Zappalà & Torrisi. Il centro cittadino, inoltre, è fornito di una pista ciclabile (realizzata nel 2016).

Back to top button