Identità Aci Bonaccorsi

Amministrazione

SINDACO

Vito Di Mauro

In carica dal: 15/06/2017

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.acibonaccorsi.ct.it

Orazia Messina

Deleghe:

Vicesindaco – Pubblica Istruzione – Servizi Sociali – Politiche del Lavoro – Pari Opportunità

Guarnera Francesco

Deleghe:

Pubblicità – Commercio

Gaetano Coco

Deleghe:

Turismo e Spettacolo – Manutenzione e Cimitero

Aci Bonaccorsi, un piccolo balcone sullo Jonio

Oltre al caratteristico centro storico, si suggerisce una visita alla Chiesa della Consolazione, edificata in stile romanico nel 1.100 e interamente affrescata nel XVIII secolo.

Toponomastica – Il nome è probabilmente legato al cognome Bonaccursu, malgrado quello maggiormente diffuso in zona fosse Vattiatu (da cui Battiati, denominazione di uno dei più antichi sub-quartieri, che significherebbe battezzati). Si trattava probabilmente di una famiglia illustre. È preceduto, dalla seconda metà del XVII secolo, da Aci perché in precedenza era uno dei casali di Aci (oggi Acireale), dalla quale chiese autonomia amministrativa.

Origini – Il Comune nasce da tre originari insediamenti, piccoli nuclei di case distanti poche centinaia di metri l’uno dall’altro: Battiati, Pauloti e Sciara, che hanno dato vita agli attuali omonimi quartieri, probabilmente formatisi in seguito alla disastrosa colata lavica del 1408 (in precedenza è probabile che ivi sorgesse un insediamento degli abitanti del Bosco di Aci, che frequentavano la zona per la presenza di un torrente oggi interrato). Le prime notizie storiche che attestano l’esistenza di un nucleo abitativo più antico, risalgono tuttavia al 1170, mentre altre fanno riferimento al 1624, anno della visita pastorale nel “Quartiero delli Bonaccursi di Jaci” (in riferimento alla famiglia Bonaccorsi e alla città di Aci). Col passare del tempo, questo casale di Aci crebbe e, sotto la dominazione spagnola, nel Seicento, chiese autonomia amministrativa, divenendo Aci Bonaccorsi nel 1652. Nel corso dell’epoca feudale il paese entrò a far parte dei possedimenti dei principi di Campofiorito, ma dopo alterne vicende passò sotto l’egida del nobile casato genovese dei Diana, che amministrò queste terre fino all’abolizione della feudalità.

Aci Bonaccorsi contemporanea – Oggi Aci Bonaccorsi è un piccolo, grazioso comune alle pendici del vulcano Etna, che si affaccia sullo Ionio. È entrato a far parte, nel 2011, della rete dei Comuni Virtuosi grazie alla elevata quota di produzione di raccolta differenziata (oltre il 60%).

Centro storico –  Il Comune di Aci Bonaccorsi è diviso in quartieri: al centro il Quartiere Piazza attorno al quale (su tre lati) si dislocano i quartieri Sciara-Lavina (a nord), Pauloti (ad ovest) e Battiati (a sud). Ciascuno sorge su una piccola collinetta.

Architettura Religiosa

  • Chiesa di Santa Maria dell’Indirizzo: edificata nel Cinquecento, è la chiesa Madre della città. Presenta un prospetto abbastanza semplice e lineare, con una lunga scalinata e un portale d’ingresso in pietra lavica. La struttura interna è a tre navate e custodisce la Lapidazione di Santo Stefano, una tela seicentesca opera di Giacinto Platania, oltre ad una statua raffigurante il santo patrono di epoca cinquecentesca e un organo a canne di notevole pregio. In sagrestia si può osservare la tela dell’Annunciazione, attribuita a Vincenzo Sciuto, tela che riserva una curiosità: il recente restauro ha portato in vita un’iscrizione, a suo tempo cancellata, secondo la quale al paesino apparteneva anche la chiesa dell’Annunziata, estendendo il suo territorio così ben oltre i confini ad oggi stabiliti.
  • Chiesa di Maria della Consolazione e Sant’Antonio Abate: le fonti la definiscono la chiesa più antica del paese, databile intorno all’anno Mille, ma nel tempo è stata più volte restaurata. Gli interni sono pieni di tele ed affreschi raffiguranti la storia dei Santi e l’Antico Testamento.
  • Chiesa della Madonna delle Grazie: è degna di nota al suo interno una statua in legno della Madonna e una tela raffigurante la storia dei Pauli, una famiglia di origine calabrese, precisamente della città di Paola, dalla quale il quartiere prende il nome (I Pauloti).
  • Santuario di Maria Santissima Ritornata: situato al confine con il paese limitrofo di Aci Sant’Antonio, la chiesa venne eretta nel Cinquecento nel luogo dove la colata lavica aveva lasciato una scia (na’ vina). Al suo interno custodisce il quadro della Madonna Bambina, oggetto di furto durante gli anni ma sempre ritrovato (da qui l’appellativo di Ritornata). Nel mese di Settembre il dipinto viene condotto in processione fino alla chiesa Madre.
  • Altro edificio presente, la Chiesa di Santa Lucia

Architettura Civile

  • Fontana del Castello: si trova al centro della piazza principale, ed è stata costruita nel 1952. Opera in pietra lavica attribuita allo scultore locale Contarino, raffigura le immagini della scogliera dei Ciclopi e il Castello di Aci.

L’economia della cittadina si base principalmente sulla lavorazione dei prodotti agricoli, di natura ortofrutticola, e sull’allevamento. Nell’area litoranea, la produzione di agrumi si concentra nella coltivazione del tipico limone verdello. Ridotta è la presenza industriale, se non nel settore dei lavorati e semilavorati. Di una certa importanza, poi, è la trasformazione dei prodotti caseari. Infine, da rilevare la presenza dell’artigianato, soprattutto per la lavorazione di oggettistica in legno.

Evoluzione demografica – Dal censimento del 1861 ad oggi gli abitanti sono gradualmente cresciuti, arrivando quasi a triplicare le originarie 1.200 unità (con un picco a partire dagli anni 2000, probabilmente legato alla condizione “virtuosa” del Comune).

Etnie e minoranze – Gli stranieri residenti ad Aci Bonaccorsi al 1° gennaio 2016 sono 72 e rappresentano il 2,0% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dall’Albania con il 38,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania (15,3%).

Biblioteche: Biblioteca Comunale Luigi Sturzo – Via Etna

Teatri: Teatro Comunale. Piazza della Regione. Si tratta di un teatro moderno costruito nel 2004, nato dalla ristrutturazione di un locale comunale precedentemente utilizzato come deposito. Può contenere oltre trecento spettatori e viene adibito alle rappresentazioni teatrali e a spettacoli musicali.

Sacro e Profano – Festa di Santo Stefano, 2 e 3 Agosto. La sera del 2 Agosto si svolge la tradizionale cantata di inni popolari dedicati al Santo Patrono, intonati dai cantori dei quartieri della città. Il giorno seguente si tiene la cosiddetta Svelata del simulacro, mostrato alla città e poi condotto in processione lungo le strade del paese. L’uscita è accompagnata da fuochi d’artificio e bande musicali. In tarda serata la statua fa ritorno in chiesa Madre salutata dai fedeli e da altri giochi pirotecnici. Il 26 Dicembre si svolge poi la festa invernale, con un altro corteo del simulacro e altri spettacoli di fuochi artificiali. Festival Internazionale dei Fuochi d’Artificio, 2 e 3 Agosto. Si svolge in concomitanza con la festa patronale: si tratta di una spettacolare competizione tra fuochisti provenienti da tutte le parti del mondo. Molto sentita la partecipazione in città, con allestimenti enogastronomici e stand di artigianato locale. Festa di San Martino, si volge nel mese di Novembre. È la festa di inaugurazione del vino novello e di degustazione delle castagne. Per l’occasione si preparano i caratteristici dolci al vino cotto, come ad esempio la mostarda e i mastazzola. L’atmosfera è molto gioiosa e festosa e prevede anche l’esibizione di gruppi musicali.

La cucina è legata alla tradizione siciliana, con piatti di carne e pesce. Tradizionali nel periodo del vino nuovo la preparazione dei dolci quali la mostarda, una sorta di gelatina preparata con il mosto d’uva appena pigiato e aromatizzata con cannella e chiodi di garofano, o i mastazzola, biscotti dalla caratteristica forma ad S ripieni con un impasto fatto di vino cotto, zucchero e mandorle. Durante i festeggiamenti di San Martino, a novembre, si prepara anche la mostarda di fichi d’india, ossia una gelatina realizzata col succo del frutto addensato con lo zucchero.

Stefano Zappalà (1941), Politico. Laureato in Ingegneria e ufficiale dell’Esercito Italiano, è stato consigliere regionale del Lazio (1995-2000), consigliere comunale a Latina (1997-2002), sindaco di Pomezia (2002 al 2005) e membro del Parlamento Europeo (1999-2009). Dal 2010 al 2013 è stato Assessore al Turismo e Made in Lazio della Regione Lazio nella giunta di Renata Polverini.

Come arrivare

In auto da Catania è possibile imboccare la A18 e uscire al casello di Acireale, per poi risalire attraversando il Comune di Aci Sant’Antonio; da Palermo bisogna invece imboccare la A19/E932 in direzione di Via Galileo Galilei a San Gregorio di Catania, poi prendere Paesi Etnei da E45 e continuare su via Galileo Galilei, prendere viale Cristoforo Colombo, viale Giovanni Caboto e SP73 in direzione di via Battiati. L’aeroporto di riferimento è quello di Catania “Fontanarossa”, che dista circa 26 km, mentre la stazione ferroviaria è quella di Acireale, distante meno di 10 km. In autobus è possibile usufruire dei servizi dell’Ast, Azienda Siciliana Trasporti.

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