Sicurezza stradale, fumarole, caccia e pesca. Falconieri: “Ecco come tuteliamo il territorio Ragusano”

(01/08/2018)

Nell’intervista pubblicata ieri e rilasciata a IALMO dal commissario del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, Salvatore Piazza, emerge in tutta la sua gravità il quadro della situazione relativa alle casse dell’ente, oltre al parere negativo sul modo in cui la famosa riforma delle province è stata condotta, togliendo ai cittadini di esercitare il diritto di voto.

Sulla stessa linea il comandante della Polizia Provinciale di Ragusa, Raffaele Falconieri.Avevamo 700 km di strade che erano il nostro orgoglio, e che si piazzavano ai primi posti in Sicilia per qualità e sicurezza – dichiara – mentre ora tutto è soggetto ad usura e ci sono vari contenziosi attivi. Le nostre competenze, con la riforma delle province, sono rimaste invariate, e la legge Del Rio è stata solo parzialmente recepita nell’Isola, in virtù dello statuto speciale, ma i tagli e il prelievo forzoso hanno toccato anche noi. Prima potevamo contare su 24 milioni di entrate, alle quali andavano aggiunti i fondi di Stato e Regione, e il nostro bilancio toccava i 40 milioni l’anno; dal 2012, con l’azzeramento di quasi tutti i trasferimenti statali e l’imposizione del contributo alla finanza nazionale, ossia il prelievo forzoso sulle casse delle province (17 milioni su 24), non ci resta nulla per la spesa corrente, i controlli e le manutenzioni delle strade. Il territorio soffre, viene meno la programmazione, e un ente che non può più provvedere a queste cose è vicino alla fine”.

CARTELLONI PUBBLICITARI

E sempre in tema di sicurezza stradale, un capitolo a parte lo merita il tema dei cartelloni pubblicitari abusivi. Del problema si è parlato in maniera più insistente a marzo, quando il caso fu sollevato a Comiso, culminando in una serie di multe e rimozioni. Il Codice della Strada, in tal senso, è molto chiaro e rigido e, negli articoli dal 49 al 51, disciplina la materia definendo misure, sagome, colori e distanze (3 m dal limite della carreggiata, 100 m dagli altri cartelli e mezzi pubblicitari, 250 m prima dei segnali stradali di pericolo e delle intersezioni e così via). Alla polizia provinciale il compito di vigilare.

Il codice della strada (più qualche regolamento locale che deriva da esso) in fatto di pubblicità è molto specifico – afferma Falconieri – e ha la sicurezza degli utenti della strada come obiettivo principale. Il messaggio pubblicitario, per essere letto lungo le strade, deve attirare l’attenzione del conducente distraendolo dalla guida, e il Codice cerca dunque di far combaciare l’esigenza di far cassa da parte degli enti (Comuni e Province) con la sicurezza. L’iter prevede che si proceda con l’installazione solo dopo che le autorizzazioni vengono rilasciate dall’ente proprietario della strada, quindi il Comune se l’arteria è comunale, il Libero Consorzio se è provinciale ( dopo aver accertato che le norme vengano rispettate), mentre al proprietario del terreno spetta il compito di dare il nulla osta. Il Codice è molto restrittivo – continua il Comandante – e permette l’installazione dei cartelloni davvero in pochi casi, per questo si cerca di sfruttare al massimo le deroghe. In qualche caso, però, si esagera, soprattutto sulle arterie comunali, e in quel caso le segnalazioni vanno fatte all’ente proprietario e a noi come polizia, che comunque, durante i pattugliamenti, ci accorgiamo subito delle attività abusive. Poiché i nostri controlli sono costanti da anni, il problema non è molto sentito sulle strade di nostra competenza, e anche i tecnici del settore viabilità sono attenti a segnalare eventuali anomalie”.

FUMAROLE

E poi c’è l’atavica emergenza delle fumarole, un problema annoso che si trascina durante tutto l’anno ma che si accentua nella bella stagione. In provincia di Ragusa la massiccia azione di prevenzione e repressione sta iniziando a dare i suoi frutti, ma abbassare la guardia è impensabile. Multe e denunce si concentrano soprattutto nella zona delle piccole e medie aziende agricole della fascia trasformata che va da Acate a Santa Croce, fino ad Ispica.

Il fenomeno è in regressione – assicura il comandante Falconieri – lo dimostrano i numeri e se ne rendono conto anche gli agenti, perché sono gli stessi che controllano il territorio da almeno un decennio e notano la differenza. Purtroppo, però, in alcune aree si bruciano ancora masse vegetali e scarti della produzione in serra (con ganci e fili), soprattutto tra giugno e luglio, per evitare di smaltirli secondo legge, dati i costi elevati. Per fortuna – prosegue – non sussiste più il problema delle fumarole da plastica dismessa dalle serre alla fine del circuito produttivo, perché rispetto al passato ha assunto un valore commerciale e ci sono le ditte che la vengono a ritirare direttamente in azienda, ma si bruciano i contenitori di fitofarmaci, gli imballaggi, le seminiere. La soluzione potrebbe essere un accordo con consorzi come il Corepla, e si ci sta lavorando. I danni all’ambiente e all’aria che respiriamo sono enormi, e il nostro lavoro consiste anche nel prevenire le fumarole. Infatti, quando in un’azienda notiamo delle masse accatastate, diffidiamo il produttore, che dovrà successivamente fornirci la documentazione che attesta l’avvenuto smaltimento regolare. 40 sono state le diffide negli ultimi mesi, oltre 10 le denunce, e – conclude – non erano mai meno di 30, in passato, nello stesso periodo”.

PESCA E CACCIA

Tra i compiti della polizia provinciale, sempre in tema di tutela ambientale, c’è anche l’attività contro bracconaggio e pesca di frodo nelle acque interne (fiumi, torrenti e dighe). “Abbiamo svolto una notevole attività di prevenzione e contrasto soprattutto nell’Irminio e a Santa Rosalia, dove abbiamo riscontrato molta pesca abusiva” spiega il comandante, che aggiunge: “Da gennaio a giugno abbiamo verbalizzato 128 soggetti, rilevato 21 infrazioni e sequestrato decine di attrezzature. In campo venatorio ci muoviamo a tutela della nostra fauna selvatica e delle specie per le quali vige il divieto assoluto di caccia, perché a rischio di estinzione. Qui nel Ragusano arrivano per cacciare da tutta la Sicilia e perfino da Malta, perché è un territorio ricco anche di fauna migratoria, di uccelli che, due volte l’anno, volano dal nord Africa verso l’Europa e viceversa, fermandosi, nel corso della lunga traversata, in località amene come i nostri Pantani Longarini, per rifocillarsi e riposare. 94, da gennaio, sono stati i cacciatori sanzionati, 18 quelli denunciati, 12 i fucili sequestrati. A tal proposito preziosa è la collaborazione della LIPU e di altre associazioni, che, con le loro segnalazioni, ci indicano il momento e il luogo esatto nel quale intervenire”.

Valentina Frasca

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