Due locali devastati dalle fiamme, si sospetta il dolo. I proprietari: “Siamo in ginocchio”

(19 ottobre 2018)

Prima il diluvio, poi le fiamme. Macerie, cenere, rabbia, e una città che oggi si sveglia più ferita e delusa di ieri. Questa notte, dopo le 3.00, due incendi hanno distrutto altrettanti locali, in due zone diverse di Gela: il Belvedere di Viale Mediterraneo e il Bcool Beach, presso la Rotonda Est di Macchitella. I roghi hanno cancellato tutto. Non c’è più traccia delle due attività, niente che possa essere salvato. Sono cauti gli inquirenti, che non fanno trapelare indiscrezioni, anche se le dinamiche lasciano pochi dubbi all’ipotesi dolosa. “Stiamo vagliando la situazione, prendendo in considerazione tutti gli elementi del caso – dichiara il Maggiore Antonio De Rosa – Non possiamo pronunciarci senza prima aver esaminato attentamente il referto che ci sarà trasmesso dai Vigili del Fuoco”.

Sono stati loro, i Vigili del Fuoco, accorsi immediatamente nei due luoghi dell’incendio, i primi testimoni della devastazione. Il primo locale a essere colpito dal fuoco è stato il Belvedere. Ieri era stato il primo giorno di apertura per i nuovi gestori, dopo un lungo periodo di chiusura dello storico Bar, situato di fronte al Municipio. Il proprietario, Vito Fraglica, trova a stento la forza di parlare: “La mia attività è stata distrutta non appena avviata. Non so chi possa avere compiuto una simile azione. Non abbiamo avuto richieste di pizzo o intimidazioni”.

Intorno alla 4.30, il secondo rogo, questa volta ai danni del noto lido sul mare. Per Grazia Meula, proprietaria del Bcool Beach, dietro il vile gesto potrebbe esserci qualcuno a cui il successo dell’attività ha dato fastidio. Il locale quest’anno aveva in programma di rimanere aperto anche durante la stagione invernale ,ospitando ricevimenti e banchetti, come quello di ieri, che fino alle 3, poco prima dell’incendio, ha animato il lido in occasione di una cresima.

“Il nostro locale – afferma Meula –  era in regola in tutto e per tutto. La nostra è un’attività che va avanti da 13 anni. Non abbiamo mai avuto minacce o cose del genere. Quando abbiamo aperto, in molti ci suggerivano di lasciar perdere, di andarcene da questa città che non ci avrebbe portato nulla di buono. Noi, in barba a queste raccomandazioni, abbiamo voluto credere di poter dare un futuro ai nostri figli proprio qui, lavorando, come abbiamo fatto in tutti questi anni, con onestà e sacrificio, trascurando spesso anche gli affetti. Questo luogo era la nostra casa, e adesso di essa non è rimasto più niente. Siamo stati rasi al suolo, messi in ginocchio”.

Sconforto anche tra i dipendenti del locale, circa trenta lavoratori: “Da oggi siamo senza lavoro. Dobbiamo ricominciare tutto da capo”. Le fiamme hanno cancellato ogni centimetro di quei luoghi, e insieme a essi, la speranza di chi ha creduto che questa terra potesse essere ancora una madre per i suoi figli.

Alice Palumbo

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