Aeroporto, Spataro difende il suo operato: “Il contratto di affitto temporaneo era l’unica soluzione”

(31/07/2018)

Ieri la presa di posizione del sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, oggi la replica dell’ex primo cittadino, Filippo Spataro, chiamato direttamente in causa. Scalda gli animi la vicenda delle sorti in bilico dell’aeroporto Pio La Torre, tra accuse e società in crisi. Per la Schembari, Spataro ha commesso numerosi errori, tra cui l’aver firmato alcuni atti importanti proprio a ridosso del ballottaggio, ma lui risponde affermando che “la sindaca Schembari, a un mese dal suo insediamento alla guida del Comune di Comiso, non è ancora sufficientemente informata non solo della gravissima crisi di liquidità che pesa sulla Soaco e quindi sull’Aeroporto, ma anche dell’architettura strutturale della società e dei beni in concessione, della proprietà del demanio e dei relativi immobili (certamente non riconducibili al Comune: vedasi Convenzione del 2010), e del ruolo fondamentale e indiscusso dell’Authority nazionale dell’aviazione, l’Enac, unico ente in grado di certificare una infrastruttura aeroportuale rilasciando la concessione aeronautica che ne consente l’operatività”.

Per Spataro quella del “contratto di affitto temporaneo” dell’aeroporto era – e fin qui rimane – l’unica soluzione possibile, elaborata nel corso di più incontri convocati prima a Roma e poi dal Prefetto di Ragusa su richiesta dei vertici Soaco. Autorizzata dall’Enac, nel corso di una riunione a Roma, la decisione di affittare temporaneamente un ramo d’azienda è stata approvata all’unanimità anche da Enac, Regione Siciliana, Soaco, Intersac e Sac per consentire a Soaco ( società con perdite di circa 200mila euro al mese, per un totale di circa 2,3 milioni l’anno) di gestire l’amministrazione ordinaria e proseguire la regolare operatività dello scalo, senza contrarre debiti e dimostrando l’autonomia finanziaria che consente il mantenimento della concessione ENAC (altrimenti revocata).

Se adesso lei, sindaca, – conclude Spataro – intende ‘valutare altre possibilità di intervento che diano la giusta tranquillità di prosecuzione a Soaco’, noi siamo qui ad ascoltarla, pendiamo dalle sue labbra: a lei la parola, dunque; ci illumini, esercitando finalmente e consapevolmente quel ruolo istituzionale che le è stato attribuito dalle urne, nel segno dell’impegno morale per il territorio che è stato mio, prima che suo”.

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