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Tragedia al largo di Porticello: muore un sub durante il recupero dello yacht Bayesian

Ottava vittima del naufragio del 2024. Il pm Cammarano apre un nuovo fascicolo

PORTICELLO – A distanza di quasi nove mesi dal naufragio del Bayesian, il lussuoso yacht del magnate inglese Mark Lynch, si registra l’ottava vittima legata a quella drammatica notte del 19 agosto 2024. Durante le operazioni di recupero del relitto, affondato al largo di Porticello durante una violenta tempesta, ha perso la vita il sub professionista Robcornelis Maria Huijben Uiben, 39 anni, cittadino olandese.

L’uomo stava partecipando alle delicate operazioni subacquee quando qualcosa è andato storto a circa 49 metri di profondità. Secondo le prime ricostruzioni, Uiben era impegnato nel taglio del boma della barca con un cannello, dopo un tentativo fallito effettuato con strumenti manuali. Immediatamente dopo il taglio, il boma potrebbe aver provocato una reazione meccanica improvvisa: un pezzo di metallo o altro materiale avrebbe colpito mortalmente il sub.

Immagini interrotte, ipotesi e indagini in corso

Le telecamere subacquee, attive durante tutta la manovra, si sono interrotte proprio nell’attimo fatale. Sul molo erano presenti militari della guardia costiera, che hanno dato l’allarme dopo l’incidente. È stata esclusa l’ipotesi del malore, mentre resta da chiarire se si sia verificata un’esplosione sott’acqua. Al momento, questa pista non è confermata ufficialmente.

L’indagine è stata affidata al sostituto procuratore Raffaele Cammarano, lo stesso magistrato che sta seguendo l’inchiesta principale sul naufragio, in cui hanno perso la vita, oltre a Lynch, anche sua figlia Hannah, la coppia Chris e Neda Morvillo, Jonathan Bloomer, la moglie Judy, e il cuoco di bordo Thomas Recaldo. In totale, 15 persone si erano salvate.

È possibile che ora il cantiere venga sequestrato e che sul corpo del sub venga disposta l’autopsia.

Hebo Lift 10: una delle gru marittime più potenti d’Europa

Proprio ieri era arrivata sul luogo del naufragio la Hebo Lift 10, una poderosa gru galleggiante proveniente da Rotterdam, approdata nei giorni scorsi a Termini Imerese. La gru si è affiancata alla Hebo Lift 2, già presente nella zona del relitto. Il secondo pontone galleggiante, da 5.695 tonnellate di stazza lorda, è una delle gru marittime più potenti d’Europa. Nei giorni scorsi, aveva completato l’assemblaggio delle attrezzature per il sollevamento pesante e il reclutamento degli altri esperti coinvolti nel recupero dello scafo, che – secondo le previsioni – avrebbe dovuto concludersi entro la fine del mese. Dopo l’incidente mortale, però, i tempi si allungheranno certamente.

Dall’analisi dell’imbarcazione, gli inquirenti si attendono elementi utili per chiarire le dinamiche del naufragio e stabilire se l’affondamento sia stato effettivamente causato da una catena di errori umani, come inizialmente ipotizzato dalla Procura di Termini Imerese, o se esistano altre piste investigative da seguire.

Nel frattempo, nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo, sono stati iscritti tre membri dell’equipaggio: il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffith, che era di guardia in plancia la notte della tragedia.

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