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Scoperta attività di ristorazione fantasma a Ragusa: evasione da oltre 350mila euro

L’operazione della Guardia di Finanza nel quadro del controllo economico del territorio

Nell’ambito delle attività di controllo economico-finanziario, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa hanno scoperto un’attività completamente sconosciuta al fisco, operante nel settore della ristorazione. L’intervento si inserisce nella più ampia strategia di contrasto all’economia sommersa e all’evasione fiscale portata avanti dal Corpo su tutto il territorio.

La copertura: un’associazione culturale solo di facciata

L’attività commerciale era formalmente registrata come ente associativo con finalità culturali e ricreative. Tuttavia, dietro questa copertura, il titolare esercitava con abitualità e professionalità una vera e propria attività di ristorazione. Il locale era pubblicizzato online, attraverso siti specializzati e i più noti social network, come fosse un comune ristorante.

Clienti tesserati sul momento per aggirare i controlli

Gli accertamenti effettuati dai finanzieri del Gruppo di Ragusa hanno evidenziato come l’accesso alla struttura fosse consentito a chiunque. Per legittimare la presenza dei clienti, al momento dell’ingresso veniva loro richiesto di compilare un modulo per l’ammissione come “soci”, rendendo di fatto l’associazione aperta al pubblico come un normale esercizio commerciale.

Un’attività commerciale a tutti gli effetti, ma fuori dal radar del fisco

Nonostante lo svolgimento sistematico di attività tipiche della ristorazione, e la presenza di numerose recensioni da parte dei clienti, il titolare non aveva mai adempiuto agli obblighi fiscali previsti dalla legge. Nessuna contabilità tenuta, nessuna dichiarazione dei redditi presentata: l’attività operava completamente in nero, eludendo ogni forma di imposizione fiscale.

Accertati oltre 350.000 euro di ricavi non dichiarati

Attraverso una mirata attività ispettiva, basata su controlli documentali e riscontri oggettivi, le Fiamme Gialle sono riuscite a ricostruire l’effettivo volume d’affari dell’attività. I ricavi non dichiarati, relativi al periodo compreso tra il 2019 e il momento del controllo, ammontano a oltre 350.000 euro.

Lotta all’economia sommersa e tutela della concorrenza leale

Questa operazione conferma l’impegno costante della Guardia di Finanza nel contrastare l’economia sommersa, a tutela della legalità e della concorrenza leale. Le attività commerciali che operano nell’illegalità non solo sottraggono risorse alle casse pubbliche, ma danneggiano gli imprenditori onesti e i cittadini che rispettano le regole.

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