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Ragusa, sanitari no vax: uno si è licenziato, possibili altre 10 sospensioni

Dei 30 sospesi a maggio 14 hanno fatto il vaccino, ma ci sono altri 10 casi al vaglio dell'Asp

di Carmelo Riccotti La Rocca

Dei 30 dipendenti sospesi lo scorso maggio dall’Asp di Ragusa, perché non si sono voluti sottoporre alla vaccinazione, 14 hanno deciso di ricevere il siero anti-Covid e sono rientrati in servizio, 15 rimangono sospesi e uno ha deciso addirittura di licenziarsi pur di non vaccinarsi (si tratta di un dipendente che sarebbe andato in pensione a breve). Dei 15 sospesi ce ne sono alcuni che hanno presentato documentazione per attestare di avere delle patologie che non gli permettono di ricevere il siero. Ma c’è di più: a breve potrebbero arrivare altre sospensioni. Oltre ai primi 30 dipendenti, infatti, l’Asp sta vagliando la posizione di un’altra decina di sanitari che hanno rifiutato il vaccino. “A queste persone – ci ha spiegato il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò – abbiamo già inviato una lettera raccomandata invitandole a vaccinarsi o, a motivare, la loro impossibilità». Insomma a Ragusa, più che in altre province d’ Italia, l’Azienda Sanitaria ha dichiarato guerra ai sanitari no vax e i provvedimenti adottati dall’Asp, hanno in qualche modo fatto scuola a livello nazionale. Quella dei dipendenti della sanità pubblica che hanno rifiutato il vaccino, è una partita che si sta giocando nei Tribunali. Nel caso specifico della situazione che si è creata a Ragusa, molti dei sanitari sospesi hanno presentato ricorso dinnanzi al giudice del lavoro evidenziando una serie di vizi procedurali riguardo l’iter che ha portato alla sospensione a partire dal possibile mancato rispetto della privacy. Ma la partita più grande si sta giocando sulla incostituzionalità dell’obbligo vaccinale e, in questo caso, migliaia di sanitari no vax si sono uniti in una battaglia giudiziaria che potrebbe fare anche scuola. Secondo chi li rappresenta, infatti, nessuna vaccinazione é al momento obbligatoria, intanto perché permane l’éscamotage del consenso informato che, essendo proposto all’utente in forma breve, vale come motivo per non eseguire il vaccino. In secondo luogo, come detto sopra, i no vax richiamano alla Costituzione che non prevede l’obbligatorietà di trattamenti sanitari, neanche in pendenza di urgenza e pericolo. L’altro tema cruciale é poi quello della sperimentazione (vedi l’intervista alla dottoressa Loretta Bolgan) che non consentirebbe l’obbligatorietà della vaccinazione. Diverso il punto di vista del governo che impone l’obbligo vaccinale ai lavoratori della sanità pubblica perché – questo è il principio – chi è chiamato a curare le persone non può mettere in pericolo la loro salute rifiutando il vaccino. «Io – aveva affermato il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò in occasione della sospensione dei 30 dipendenti – ho semplicemente rispettato le norme. C’è un decreto (il numero 44 del 1° aprile 2021 – ndr) che impone l’obbligo vaccinale ai sanitari, in alternativa (salvo alcune eccezioni) prevede la sospensione dal lavoro senza stipendio. «È chiaro quindi – aveva aggiunto Aliquò – che io un’altra allocazione la trovo a chi non si vaccina per un motivo valido, ma non agli altri».

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