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Vigili del fuoco discontinui e la lotta contro la precarietà: “La Commissione Ue vicina a noi”

"Se lo Stato italiano non dovesse trovare delle soluzioni entro due mesi, scatteranno delle multe salatissime"

(28 agosto 2019)

“La Commissione Europea è stata la prima a definirci dei precari”, queste le parole che il presidente dell’Associazione Nazionale Discontinui, Carlo Mazzarella, ha detto a noi di Ialmo a proposito della lunga battaglia intrapresa per il riconoscimento del loro lavoro, e dei loro diritti in quanto lavoratori. A giugno di quest’anno, vi avevamo parlato di loro: i vigili del fuoco discontinui. Essi operano come effettivi vigili del fuoco, ma vengono richiamati per brevi periodi, senza superare i 160 giorni all’anno contrattualizzati, svolgono le stesse identiche mansioni e attività dei Vigili del Fuoco Permanenti e la loro presenza serve per colmare le carenze di organico, operano con automezzi ed attrezzature del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e ricevono in dotazione l’equipaggiamento necessario per svolgere i compiti a loro affidati. Ma cosa li differenzia dai vigili del fuoco cosiddetti effettivi? Il fatto che non c’è un rapporto d’impiego vero e proprio con l’amministrazione, sebbene debbano sottostare ai regolamenti del personale professionista. Ai primi di giugno, si è tenuto un incontro nella sede del Ministero del Lavoro, con il vicecapo di Gabinetto, Fabia D’Andrea, su indicazione del ministro Luigi Di Maio, i Deputati del MoVimento 5 Stelle e i rappresentanti dei circa 9000 vigili del fuoco Discontinui. Noi di Ialmo che abbiamo voluto dargli voce, in questi mesi non ci siamo dimenticati di loro. Abbiamo, quindi, chiesto al presidente Mazzarella di fare il punto della situazione, e di illustrarci le novità sulla vicenda.

“Abbiamo presentato, e abbiamo fatto presentare dai sindacati – ci racconta – un progetto sfruttando quota 100. Esso prevedeva l’immissione in ruolo dei colleghi che, superando certi limiti di età, potessero ricoprire dei ruoli non operativi, visto che la legge lo prevede. Il progetto lo avevano sposato, almeno così sappiamo. Ma non potendomi confrontare con il Sottosegretario, al momento rimane una voce di corridoio. A primi di luglio un gruppo di colleghi dell’associazione nazionale, ha illustrato alla Commissione Europea la nostra posizione, nella persona dell’avvocato Canu. Dalla Commissione ci definiscono precari, sono i primi a farlo, al momento sono effettivamente vicini a noi. E, inoltre, hanno intimato allo Stato italiano di trovare delle soluzioni entro due mesi. In caso contrario, scatteranno delle multe salatissime”.

Conclude: “Dopo l’incontro tenutosi a Roma, non c’è stato l’interesse da parte del Ministero di voler proseguire, organizzando altri tavoli tecnici. Ma visto che la nostra categoria ha ottenuto la stabilizzazione, chiunque vada al Ministero dell’interno, in futuro, dovrebbe avere la priorità di prendere a cuore il nostro problema, nell’interesse nostro e dello Stato stesso”. 

Claudia Trapani

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