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Siracusa: “Gli uomini ci mettono la faccia” contro la violenza di genere

Nel Siracusano nel 2018 sono state uccise due donne. Due femminicidi atroci ai quali si aggiungono 297 accessi con codice rosa nei pronto soccorso di tutta la provincia

(14 maggio 2019)

Un Coordinamento provinciale / Osservatorio per la gestione del fenomeno della violenza di genere: lo ha proposto l’Asp di Siracusa in occasione della conferenza svoltasi ieri nella sede dell’Aeronautica militare di Siracusa, alla presenza di istituzioni civili e militari. Un fronte comune, questa volta partito dagli uomini, non a caso il titolo scelto per la manifestazione era “Gli uomini ci mettono la faccia”, per far emergere ed affrontare in maniera efficace la drammatica emergenza che, solo in provincia di Siracusa nel 2018 ha portato alla morte di 2 donne. Due femminicidi (quelli di Loredana Lo Piano di Avola e di Laura Petrolito di Canicattini) ai quali si aggiungono 297 accessi con codice rosa nei pronto soccorso della provincia di Siracusa, stando ai dati forniti dalla responsabile del Coordinamento per la prevenzione della violenza di genere dell’Asp di Siracusa, Adalgisa Cucè che ha anche illustrato l’organizzazione dei presidi presenti nei Pronto soccorso degli ospedali, composti da varie professionalità che comprendono volontarie dei centri antiviolenza, psicologi, assistenti sociali, e personale sanitario.

Il progetto vedrà nei prossimi giorni seminari e sit-in di informazione nei vari comuni della provincia: “Con la speranza – ha sottolineato Adalgisa Cucèche nessuna donna, nessuna madre di famiglia, esca una mattina per andare al lavoro e trovi, invece, il suo assassino”. Nella stessa occasione sono state ricordate le infermiere, Eligia Ardita, uccisa a Siracusa all’ottavo mese di gravidanza dal marito (Christian Leonardi, condannato all’ergastolo), e Loredana Lo Piano, uccisa ad Avola dal giovane Giuseppe Lanteri, ex fidanzato della figlia. Di quest’ultima ha parlato con una commossa testimonianza il marito Salvatore Cimino, che, nel suo intervento, ha ricordato l’importanza della prevenzione e, soprattutto, della denuncia e della richiesta di aiuto: “Questo è forse il mio più grande rimpianto” ha detto Cimino.

Il progetto dell’Asp (che si preannuncia esteso su più fronti: preventivo, repressivo, assistenziale e non ultimo quello culturale) per educare le nuove generazioni al rispetto nelle relazioni, presentato dal direttore generale, Salvatore Lucio Ficarra è stato accolto con favore dal prefetto di Siracusa Luigi Pizzi e dagli interventi di tutti i vertici delle Istituzioni presenti all’evento, dalla Procura della Repubblica rappresentata dal procuratore Fabio Scavone, ai comandanti dei Comandi provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dell’Aeronautica militare rispettivamente i colonnelli Giovanni Tamborrino, Luca De Simone e Gianluca Angelucci, al comandante di Marisicilia contrammiraglio Andrea Cottini, all’Ordine dei medici rappresentato dal presidente Anselmo Madeddu, alla Croce Rossa italiana di Siracusa con il presidente Francesco Messina e l’Ispettrice delle Infermiere volontarie Donatella Capizzello, alle Associazioni antiviolenza. “E’ necessario – ha detto il prefetto di Siracusa Luigi Pizzi che tutti coloro che operano in questo difficile settore, sia sul fronte preventivo che repressivo, agiscano, ognuno per la parte di propria competenza, con la dovuta adeguata formazione e approfondita conoscenza per contrastare un fenomeno che è difficile da gestire. Sposo la proposta della creazione di un Coordinamento provinciale e Osservatorio che consenta di analizzare compiutamente tale fenomeno e su tale base potere costruire al meglio ogni azione”.

Dal canto suo, il direttore generale, Salvatore Lucio Ficarra ha ringraziato le Istituzioni che, con la loro adesione, hanno confermato ulteriormente la presenza dello Stato nella gestione del fenomeno: “Riteniamo quella di oggi – ha detto – una tappa fondamentale in un percorso che vede già il governo nazionale e quello regionale presenti ed impegnati contro la violenza di genere e soprattutto verso le donne. La partecipazione di tutte le istituzioni ci rafforza nel proseguire in questo compito di difficile gestione di un fenomeno che registra anche a Siracusa dati allarmanti ed una gravità difficile da far emergere a causa di retaggi culturali ed educativi”.

Nadia Germano Bramante

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