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Sanità al collasso in Sicilia, e scatta la protesta: “Con quota 100 e le ferie, ancora meno infermieri”

A lanciare l'allarme il Coordinamento Ordini Professioni Infermieristiche di Sicilia, riunitosi nei giorni scorsi a Palermo per fare il punto della situazione

(21 giugno 2019)

“Allarme assistenza sanitaria al collasso in Sicilia”.  A lanciarlo il  Coordinamento Ordini Professioni Infermieristiche di Sicilia che annuncia azioni eclatanti, a partire dal coinvolgimento dei cittadini fruitori dei servizi, per mantenere viva l’attenzione sulle problematiche del settore. Carenze strutturali delle dotazioni organiche ed evasione della domanda di salute dei cittadini siciliani sono tra i temi del grido d’allarme congiunto, lanciato dal Coordinamento degli Ordini delle Professioni infermieristiche della Sicilia, riunitosi nei giorni scorsi a Palermo per fare il punto della situazione su una problematica che rappresenta le due facce di una stessa medaglia: da una parte l’adeguamento delle dotazioni organiche nella Sanità, e dall’altra garantire la sicurezza e la qualità delle cure. Su questo si sono confrontati, presso la sede dell’Opi di Palermo, i rappresentanti degli Ordini delle professioni infermieristiche della Sicilia e i rappresentanti sindacali delle segreterie regionali: Salvatore Occhipinti  (OPI  AGRIGENTO), Carmelo  Spica  (OPI  CATANIA),  Luciano  Vasta  (OPI ENNA), Antonino Trino (OPI MESSINA), Franco Gargano (OPI PALERMO), Sebastiano Zappulla (OPI SIRACUSA), Filippo Impellizzeri (OPI TRAPANI), per le OO.SS. Vincenzo Tango (UIL FPL Sicilia), Salvatore Gervasi (FIALS), Gioacchino Zarbo (NURSING UP), Giuseppe D’Anna (FGU GILDA UNAMS Università), Agata Cocco (NURSIND Sicilia).“L’obiettivo mirato – spiegano – è stato quello di estendere a tutte le organizzazioni sindacali del comparto sanità, per competenza, le istanze di tutti gli infermieri che vivono sulla propria pelle i rischi connessi all’erogazione di un’assistenza inadeguata che non garantisce i LEA, la sicurezza dei pazienti e incrementa il rischio clinico”.

Ad incrementare le criticità assistenziali del comparto, la fuoriuscita dal lavoro degli aventi diritto per il raggiungimento della cosiddetta “quota 100” e per il sopraggiunto periodo delle ferie estive, ne abbiamo parlato con il dott. Sebastiano Zappulla, presidente del Coordinamento OPI SICILIA. “Voglio chiarire che la nostra non è un’invasione di campo sul terreno del Sindaco, noi come ordine professionale andiamo a rivendicare che si possano garantire le giuste cure agli assistiti, perché lo sappiamo poi cosa accade nei Pronto soccorso e nelle varie strutture dove il personale sottodimensionato non può certo garantire un buon servizio. Per questo motivo, occorre la presenza di un numero adeguato di professionisti, capisco che secondo regola il numero degli infermieri dovrebbe in rapporto di 1/6 pazienti, ora noi ci rendiamo conto che non si può passare da 1/12 a 1/6 dall’oggi al domani, ma nemmeno tornare indietro e rendere le condizioni dei professionisti ancora più svantaggiate a causa dei pensionamenti in quota 100. Questo alla lunga porterà a ritrovarci con reparti dove gli infermieri saranno in rapporto ancor meno rispetto alle quote già basse di oggi , e non dimentichiamo che parliamo di assistenza a persone, quindi di un servizio dove l’aspetto umano, insieme a quello professionale dovrebbero essere sempre sullo stesso piano”.

Quali sono le prospettive su questo fronte? “Oggi io mi trovo a Roma dove si svolge la cerimonia per la presentazione del nuovo codice professionale deontologico, è la riprova che noi facciamo di tutto per rendere migliore la nostra professionalità, perché questo vuol dire rendere migliore il servizio ai pazienti, poi però i buoni propositi si scontrano con la realtà che viviamo. Per fare un esempio, il trattamento riservato ai nostri colleghi in alcune strutture private, dove si fanno contratti fuori da ogni regola, solo perché la legge regionale lo consente. Questo equivale ad una vera schiavitù che svilisce la professionalità”. Avete annunciato azioni eclatanti nelle quali volete coinvolgere anche i cittadini? Certo la problematica lega tutti, faremo in modo di coinvolgere il tribunale dei diritti del malato, Cittadinanza attiva e tutti coloro che vorranno partecipare perché la situazione è ormai al collasso”.

Nadia Germano Bramante

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