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La crisi di Confcommercio: i dipendenti sono in sciopero, ma i numeri dicono che il peggio è passato

Quando è stata avviata l’attuale presidenza, le perdite complessive si aggiravano su 1,2 milioni di euro. Il bilancio d’esercizio 2016 si era chiuso con una perdita di 365mila euro, ma in due anni è calata di circa 330mila euro, pari al 91%

(3 luglio 2019)

Il futuro di Confcommercio Ragusa al centro, questa mattina, di un importante incontro nel corso del quale, alla presenza del presidente regionale di Confcommercio Sicilia, Francesco Picarella, e di Pietro Agen, vicepresidente amministratore di Confcommercio Catania e consigliere nazionale Confcommercio (nonché presidente della Camera di Commercio del Sud Est) sono stati snocciolati i numeri della crisi che ha portato sette dipendenti a proclamare lo sciopero fino al 31 luglio per le spettanze arretrate, in tutto sei mensilità. In realtà, stupisce un po’ il fatto che, sebbene a Ragusa, di crisi (come ha confermato anche Agen) si parlasse già 6-7 anni fa, i riflettori si stiano accendendo adesso che il problema sembrerebbe in fase di risoluzione, anche grazie ad un piano triennale che sarà attuato a partire da settembre. Da un debito di 222.704 euro, infatti, con la chiusura del bilancio di esercizio 2017, si è passati a uno di 39.000 euro a chiusura del bilancio 2018, senza considerare che quando è stata avviata l’attuale presidenza le perdite complessive si aggiravano su 1,2 milioni di euro. Il bilancio d’esercizio 2016 si era chiuso, inoltre, con una perdita di 365.000 euro. Significa che in due anni la perdita di gestione è calata di circa 330.000 euro, pari al 91%.

“Ci siamo insediati nel luglio del 2017 – ha spiegato il presidente provinciale Gianluca Manenti – e, consapevoli delle difficoltà esistenti, e come governance abbiamo posto in essere un programma di sviluppo mirato a creare un sistema di offerta dei servizi il più omogeneo e di qualità possibile, su tutto il territorio provinciale. Ci siamo messi in rete con Catania, Agrigento e Trapani al fine di ottimizzare le iniziative comuni e  risparmiare. Ma non solo. Questo progetto è stato inoltrato alla confederazione nazionale, con la richiesta di un congruo intervento finanziario che, in parte, si è già concretizzato con un finanziamento di 150.000 euro, già trasferito alla nostra organizzazione e con il quale abbiamo pagato nove mensilità ai dipendenti. E tutto ciò dopo che il progetto Unione è stato approvato dai tecnici nazionali della confederazione”.

Manenti ha poi illustrato tutta una serie di iniziative che sono state attuate per rendere ancora più appetibile l’offerta dei servizi agli associati: dal miglioramento della collaborazione con Commerfidi, alla stretta collaborazione con la rete Enasco; dalla realizzazione di uno spot promozionale, al miglioramento dei corsi di formazione garantiti agli associati. Sono stati costituiti nuovi sindacati di categoria e rinnovati i vertici di realtà già esistenti, per coinvolgere direttamente gli imprenditori nella vita associativa. “Quando mi sono insediato eravamo in una fase di criticità, – ha proseguito il presidente – mentre ora siamo passati a quella propositiva. E’ vero che ci dobbiamo impegnare a pagare puntualmente gli stipendi, ma è anche vero che i dipendenti si devono impegnare a migliorare le condizioni di Confcommercio. Negli ultimi giorni ho l’impressione che qualcuno abbia voluto alimentare ad hoc una polemica, e non riesco a capirne il motivo. Per fortuna ci sono i numeri che parlano e abbiamo la vicinanza dei vertici nazionale e regionale, come dimostra oggi la presenza di Agen e Picarella. Siamo una delle associazioni maggiormente storiche, remiamo tutti in un’unica direzione e salveremo Confcommercio. I nostri associati credono in noi”.

A chi gli chiede se ci saranno licenziamenti, Manenti risponde che la priorità è quella di salvaguardare tutti i posti di lavoro, sebbene in passato le direttive nazionali siano sempre andate in tutt’altra direzione. Nel 2018 sono state avviate ulteriori operazioni che hanno mirato a diminuire il debito e a ridurre i costi di esercizio e il costo degli stipendi del personale è calato dai 29.500 euro del 2017 agli 11.693 del giugno 2019 ed è stato chiuso un accordo di conciliazione che ha calmierato le richieste dei dipendenti in servizio, con un ritardo residuo per circa 90mila euro. Gli originali 14 dipendenti sono, già oggi, ridotti a 10, tra pensionamenti e congedi spontanei, e questa riduzione di personale farà risparmiare circa 130mila euro. Sono stati rottamati i debiti fiscali (circa 110mila euro) ed Inps (125mila euro) per notifiche ricevute sino al 31 dicembre 2017, è stato estinto un mutuo ipotecario di uno degli stabili di proprietà dell’associazione e si è proceduto con una richiesta di un altro mutuo al fine di trasformare i debiti correnti da breve a medio-lungo termine. “Di certo, c’è bisogno di un modello organizzativo nuovo, con una struttura più snella, per affrontare le importanti sfide del futuro e per questo Confcommercio Ragusa – ha concluso Manenti – farà parte di Unione Confcommercio, ponendosi come referente delle esigenze del territorio che rappresenta”.

Francesco Picarella ha chiarito, in proposito, che a fianco di Unione Confcommercio nascerà Unione Confcommercio Service che “darà vita ad un unico sistema di servizi, a partire da quelli innovativi a cui si affiancherà la graduale trasformazione di realtà già esistenti su base provinciale o zonale che diventeranno interzonali, coinvolgendo nella gestione le diverse Confcommercio territoriali”. Picarella ha poi aggiunto che solo facendo sistema si potrà riuscire a salvare la realtà ragusana. “Non abbiamo mai pensato di fare macelleria sociale, anzi” ha concluso, sottolineando come il salvataggio di Ragusa sia essenziale in virtù della sua vivacità imprenditoriale, che non va schiacciata o penalizzata con accorpamenti che le toglierebbero rappresentanza.

Pietro Agen ha ribadito pieno sostegno alla presidenza Manenti e ha garantito che “ce la stiamo mettendo tutta per garantire delle risposte agli associati e al personale dipendente. Il territorio di Ragusa – ha aggiunto – è uno di quelli su cui la nostra base si sente più forte e vive meglio l’appartenenza. In passato sono stati commessi degli errori, ma da due anni la macchina si è rimessa in corsa e questa crisi è stata l’occasione per stringere un’alleanza, non perché siamo buoni ma perché siamo convinti che questa sia una realtà con grandi potenzialità, e stiamo investendo tutti insieme sul suo futuro”.

Alla domanda, infine, sul perché di questa crisi si stia parlando solo ora, Agen risponde: “E’ una cosa che lascia perplesso anche me, sebbene conoscessi la situazione da anni e l’avessi segnalata, ma la risposta nazionale è stata molto lenta e purtroppo quando non si ferma un’emorragia le cose tendono a degenerare. Ora, però, stiamo arrivando al pareggio di bilancio per cui non solo l’associazione è in grado di tornare a produrre utili, ma sono sicuro che tra 3-4 anni sarà nelle condizioni di aiutare altre ‘sorelle’ in difficoltà”.

Valentina Frasca

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