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Iuvara, ‘medico legale’ dalla doppia vita: rigoroso sui morti, generoso con i vivi che pagano tangenti?

E il medico legale è in carcere, in isolamento fino, con ogni probabilità, a lunedì mattina quando potrà parlare per la prima volta con il suo difensore di fiducia

(22 febbraio 2020)

Appena quindici giorni fa l’operazione felicemente denominata dalla Procura di SiracusaPovero Ippocrate’ aveva scoperto una prassi di sistematica corruzione tra medici dell’Asp e dell’Inps per la concessione di false pensioni di invalidità e indebite indennità d’accompagnamento, con un medico arrestato, altri sedici indagati e 73 persone complessivamente investite dall’inchiesta.

Giuseppe Iuvara, che è siracusano anche se da tempo operante a Ragusa alle dipendenze dell’Asp iblea, non deve aver letto i giornali (la notizia è del 6 febbraio) se, il 13, una settimana dopo, concordava con le sue complici le modalità di consegna del danaro (un acconto di duecento euro e mille a pratica conclusa) e se, un’altra settimana dopo, giovedì scorso 20 febbraio, il patto andava in porto, al punto che sono scattati il blitz e l’arresto.

L’episodio, così come ricostruito e documentato dagli investigatori, pur nella presunzione di innocenza di ogni indagato fino a sentenza di condanna definitiva, è di quelli che non lasciano molti dubbi. E il medico legale è in carcere, in isolamento fino, con ogni probabilità, a lunedì mattina quando potrà parlare per la prima volta con il suo difensore di fiducia, Enrico Platania.

Il video che registra la consegna del danaro lascia, a chi lo guardi, la sensazione che quello sia un gesto abituale. E infatti il sospetto è che i casi siano tanti e frequenti e che occorrerebbe allargare il campo d’indagine.

L’arresto di Iuvara ha sorpreso quanti conoscevano il medico legale per l’abilità delle sue perizie che lo avevano portato anche alla ribalta mediatica in occasione delle sue consulenze prestate sul caso-Loris e su altri delitti come quelli di Maria Zarba e Giuseppe Lucifora.

Una ‘doppia personalità’ e una doppia vita: professionista abile, accreditato, capace, nella comunicazione pubblica, di offrire di sé l’immagine dell’inderogabile osservanza del giuramento di Ippocrate; ma, al tempo stesso, nonostante il reddito generoso garantito dalla sua attività; capace di utilizzare la carica di presidente della commissione che esamina le richieste delle pensioni di invalidità e delle indennità di accompagnamento per chiedere e ricevere tangenti, con effetti devastanti sull’etica pubblica e sui contribuenti costretti a pagare il conto salatissimo di pensioni non dovute a chissà quanti indebiti beneficiari.

Ieri un certo stupore sarà circolato anche negli ambienti giudiziari: Iuvara è stato più volte perito del Tribunale e consulente della Procura. Oggi è in una celle del carcere di Ragusa: un detenuto in attesa di giudizio. E la prima scelta importante che dovrà fare attiene alla strategia della sua difesa: si dichiarerà colpevole o innocente, secondo lo schema semplice e tranciante del processo americano che, nel nostro ordinamento trova una possibilità analoga nella scelta tra patteggiare una pena o affrontare un dibattimento con rito ordinario. Ma in questo caso solo se Iuvara potrà raccontare una verità credibile, diversa da quella dell’accusa, a spiegazione della sua condotta.

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