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Invece dei tamponi l’autocertificazione: stop quarantena a chi è arrivato in Sicilia entro il 14 marzo

La mancanza di reagenti ha indotto la Regione ad accontentarsi dell’autovalutazione degli ‘isolati’: senza sintomi per 14 giorni, possono tornare a lavoro

(8 aprile 2020)

Chi è rientrato in Sicilia in data non successiva al 14 marzo e non ha sintomi sospetti può autocertificare la propria buona salute e rientrare al lavoro. A suggerire questa determinazione alla Regione è la mancanza dei reagenti che di fatto blocca ogni accertamento effettivo e così scatta il via libera, previa autocertificazione, per i “rientrati” da altre regioni, in quarantena obbligatoria ormai da 20 giorni. Tale via libera è arrivato dal comitato tecnico-scientifico regionale sull’emergenza coronavirus, al quale la direttrice del dipartimento Attività sanitarie Letizia di Liberti ha chiesto un parere sulla proroga dei test su 15 mila persone che hanno fatto rientro dal 14 marzo in poi, a causa della “carenza di kit di laboratorio per l’analisi del tampone su tutto il territorio regionale”. Il comitato ha risposto che, in caso di necessità di rientrare al lavoro e qualora siano trascorsi i 14 giorni (per molti già scaduti il 28 marzo) senza sintomi, basta compilare un modulo sotto la responsabilità dell’interessato.

L’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci prevede di eseguire il tampone a tutte le persone rientrate in Sicilia dal 14 marzo “in prossimità della scadenza della quarantena”. Le Asp hanno cominciato a contattare le persone che si sono iscritte al portale della Regione. Da qui una serie di rinvii dovuti alla carenza di reagenti, ma anche di personale specializzato a eseguire il tampone. Molte Asp hanno scelto il metodo “drive in”, invitando i rientrati a recarsi nei centri di Igiene pubblica per fare il test in auto.

Il comitato tecnico scientifico è stato interpellato da Letizia Di Liberti il 31 marzo sulla possibilità di deroga dell’esecuzione del tampone alla fine del periodo di quarantena, per la “carenza di kit di laboratorio per l’analisi del tampone su tutto il territorio regionale”. Una situazione che – si legge nella lettera inviata – determinerebbe di fatto, anche nel caso di esecuzione del tampone nei tempi previsti, l’impossibilità di comunicare il risultato non prima di 10 giorni nella migliore delle ipotesi. Con la conseguenza di un ulteriore allungamento della quarantena obbligatoria. Il numero di soggetti in quarantena – dice la nota – è di circa 15 mila, e non 10 come era stato stimato inizialmente.

Il 3 aprile il comitato tecnico scientifico ha risposto alla mail con un parere formale in cui ricorda che l’Organizzazione mondiale della sanità stabilisce priorità in caso di carenza di tamponi per alcune categorie, come gli operatori sanitari e chi lavora negli uffici pubblici. Alla fine il comitato suggerisce che i soggetti che per varie necessità (lavorative o di altra natura) hanno bisogno del nulla osta dell’Asp che certifichi la fine della quarantena ma non sono stati ancora sottoposti al tampone, facciano una autocertificazione, allegata al parere. La condizione è che i 14 giorni di quarantena siano trascorsi senza manifestare alcun sintomo influenzale, il che – dice il comitato – dimostra con buona attendibilità scientifica che il soggetto è sano. Il parere è stato trasmesso ieri dall’assessorato regionale a tutte le Asp.

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