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Il Teatro dei Pupi approda a Parigi, con i fratelli Alfredo e Daniel Mauceri

Eredi di una famiglia con oltre 40 anni di storia, i siracusani hanno rappresentato la Sicilia durante un evento organizzato per celebrare la festa della Repubblica italiana, e noi li abbiamo intervistati

(8 giugno 2019)

Se c’è una cosa che a Siracusa non manca è quella capacità dei suoi abitanti di evidenziare criticità ed aspetti poco piacevoli della propria città senza. Per fortuna questo lato pessimista viene compensato da quanti e quante, con il proprio ingegno, lavorano silenziosamente ogni giorno per realizzare i propri sogni e per dare lustro alla città. Siracusani e Siracusane di talento ne abbiamo? Ma certo! E in quantità, oggi infatti vi raccontiamo del successo ottenuto dalla Compagnia dei Pupari Vaccaro-Mauceri, alla ribalta da tanti anni con un’arte antica ed affascinate: il Teatro dei Pupi. Le gesta di Orlando, Rinaldo, Angelica e Bradamante, le “marionette armate” prendono vita, con grandi sentimenti e sgargianti colori, grazie al talento dei fratelli Alfredo e Daniel Mauceri. Sono loro la nuova generazione dei pupari siracusani, eredi di una tradizione antica e suggestiva, l’Opera dei Pupi, tramandata da nonno Alfredo Vaccaro, a sua volta prosecutore dell’arte della Famiglia Puzzo.

Con oltre quarant’anni di storia sulle spalle (dal 1978, anno nel quale i fratelli Vaccaro alzarono il sipario del Teatro dei Pupi, coadiuvati da figli e nipoti), a proseguire la tradizione, dal 1999, sono, come detto, Alfredo e Daniel, figli della primogenita di Alfredo Vaccaro, Francesca, e fondatori della Compagnia dei pupari che unisce il nome delle due famiglie. Una denominazione che, proprio in questi giorni, ha varcato i confini italiani per un evento di grande prestigio presso l’ambasciata italiana a Parigi. Alfredo e Daniel Mauceri hanno rappresentato la Sicilia durante un evento organizzato per celebrare la festa della Repubblica italiana, quest’anno dedicata al grande Leonardo da Vinci, nel cinquecentesimo anniversario della sua morte con il tema “Un Rinascimento senza fine”. Oltre 1.500 gli ospiti di varie nazionalità che, per l’occasione, hanno assistito ad una performance della compagnia dei pupari Vaccaro-Mauceri di Siracusa tratta dall’Orlando innamorato. Un’esperienza che noi di Ialmo ci siamo fatte raccontare da Alfredo Mauceri, insieme alla sua passione per questo mestiere: “Per un artista rappresentare le proprie tradizioni, la sicilianità all’estero è sempre una grande emozione, – ha esordito – e noi abbiamo fatto una performance a vista con i pupi unici protagonisti insieme alle nostre mani che li animano”.

Questo testimonia che c’è ancora un grande interesse per questa forma d’arte?

Certo, sicuramente. Erroneamente spesso si fa l’errore di considerare il teatro dei Pupi uno spettacolo da bambini, invece non lo è. Anzi, è l’esatto opposto. Io sono contento quando, tra i turisti che seguono il nostro spettacolo, ci sono degli italiani perché è importante la comprensione del testo. Negli spettacoli che mettiamo in scena trattiamo tutti i più importanti temi della società di oggi, come ad esempio il femminismo. Le mie eroine non sono donne che si arrendono facilmente, molte lottano per salvarsi, reagiscono ai soprusi. Angelica per esempio, che parte come personaggio malvagio, avrà un’evoluzione. In uno spettacolo che abbiamo rappresentato a maggio, lei viene catturata con l’inganno e, finita in prigione, conosce altre due donne rassegnate al loro destino. Sarà proprio lei ad incoraggiarle a reagire contro la prepotenza e la violenza maschile e, come lei, molti altri personaggi in cui facciamo emergere la forza dell’animo femminile. Poi trattiamo altri temi d’attualità come la pedofilia, l’intolleranza nei confronti dell’omosessualità e di ogni diversità, insomma l’Opera dei pupi va ben oltre quello che è l’immaginario collettivo.

Quindi tradizione ed innovazione nella giusta misura?

Io sono ben contento di fare questo nei miei spettacoli, perché il teatro deve far riflettere, deve lasciare qualcosa allo spettatore, deve stimolare delle domande, e anche attraverso i pupi si può comunicare e lanciare messaggi.

Hai mai pensato di inserire la politica nelle tue rappresentazioni?

La politica dei partiti assolutamente no, preferisco lanciare messaggi positivi e magari ideologie politiche che mi rispecchiano. Poi, però, cerco di essere coerente, non chiedo favori o contributi a realtà in cui non credo, ad esempio le grandi industrie che ci stanno inquinando da anni.

Torniamo ai tuoi spettacoli come li programmate?

Abbiamo un criterio cronologico, seguiamo una narrazione che può essere compresa sia da chi abita qui che dai viaggiatori che si trattengono più di un mese che avrà modo di conoscere l’Opera dei pupi così com’era anticamente. Per esempio, tra poco partirà la trilogia di Rinaldo, divisa in tre spettacoli, e chi la seguirà si renderà conto che storie scritte secoli fa possono essere davvero attuali.

Hai mai pensato di inserire i sottotitoli per chi non conosce l’italiano o magari tradurli in Lis (lingua italiana dei segni)?

Si, ma non sarebbe fattibile perché, a volte, la struttura dello spettacolo ha dei tempi particolari che non potrebbero conciliarsi con i sottotitoli, e poi siamo in Italia quindi il turista deve assaggiare la cultura italiana. Invece, in Lis si potrebbe fare. Ci è capitato, in passato, di mettere in scena uno spettacolo su una storia della scrittrice Simona Lo Iacono “Effatah” che, contemporaneamente, veniva tradotta da un’interprete in Lis.

Tu e tuo fratello Daniel avete deciso di proseguire la tradizione di famiglia, ma se non fosse stato così come sarebbe oggi la tua vita?

Io penso che nella vita tutto cambia e niente risulta statico. Da ragazzo volevo andare per mare, seguire la carriera come capitano di lungo corso, poi morì mio nonno e tutto cambiò. Lui è andato via proprio quando la mia vita doveva prendere la piega che doveva prendere. Sono sicuro che se lui moriva 3-4 anni dopo, l’Opera dei pupi sarebbe scomparsa a Siracusa.

Chi è oggi Alfredo Mauceri? 

Io non mi considero un puparo: scrivo, faccio gli abiti, realizzo le scenografie, animo i pupi, curo la grafica del nostro sito, quindi mi sento più un creativo che soltanto un puparo.

Dopo il successo parigino, il teatro Alfeo di via della Giudecca, nel cuore di Ortigia, sotto l’attenta regia di Alfredo e Daniel continuerà ad accogliere grandi e piccini per la 18^ stagione teatrale dell’opera dei pupi che, come abbiamo detto, a giugno ha come protagonista Rinaldo. Tutti i giorni alle 16,30, tranne la domenica, vanno in scena, a rotazione: “Rinaldo e la grotta del drago”, “La vendetta di Rinaldo” e “Rinaldo vendica Albarosa”. Nella prima performance, Rinaldo, sfuggito alle attenzioni di Angelica, si ritrova vittima della cattiveria di una castellana. Un famelico mostro tenterà di togliere la vita al prode paladino e una sola persona potrà salvarlo. In “La vendetta di Rinaldo”, scampato alle fauci del drago assieme a Fiordiligi intraprenderà il cammino per vendicare la tormentata anima di Albarosa, uccisa dal perfido Truffaldino. Mentre in “Rinaldo vendica Albarosa” giunto in Albracca il prode Rinaldo dovrà scontrarsi con molti cavalieri, tra cui Orlando, per poter attuare la sua vendetta e liberare dalle catene l’anima di Albarosa. In più, chi vorrà conoscere la cultura e le tecniche che stanno alla base della realizzazione dei pupi, com’erano in passato e come sono ora, potrà farlo visitando il caratteristico Museo dei Pupi messo su dai fratelli Mauceri e il laboratorio dove il talentuoso Daniel crea i suoi personaggi. Per grandi e piccini un vero e proprio tuffo nella magica atmosfera delle fiabe, dove si raccontano le storie di ieri per capire l’oggi e sviluppare il domani.

Nadia Germano Bramante

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