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“Il pronto soccorso è un disastro”: Ragusa in Movimento accusa e il direttore dell’Asp Aliquò risponde

"Ragusa era e resterà sempre un’eccellenza, nei vari settori, quindi, anche in quello sanitario – dichiara Aliquò – ma dobbiamo avere il tempo di invertire una impostazione determinata sia dal blocco delle assunzioni, solo da poco risolta, e dalla riduzione delle scuole di specializzazione che non forniscono più medici a sufficienza"

(23 dicembre 2019)

“Caro direttore generale, non è questa la Sanità che vogliamo e che, potremmo aggiungere, meritiamo. C’è bisogno di uno scatto d’orgoglio, di un sussulto. Perché questa politica di andare a mettere le pezze, nonostante in provincia contiamo su settori in cui le eccellenze non mancano, non ci porterà da nessuna parte. Anzi, sicuramente ci porterà a sbattere come, purtroppo, sta già accadendo sempre più spesso”. E’ il presidente dell’associazione politico culturale Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, a fare esordire in questi termini una lettera aperta indirizzata alla direzione generale dellAsp di Ragusa, guidata dall’architetto Angelo Aliquò, a proposito dei numerosi disagi che continuano a registrarsi. Ragusa in Movimento, in particolare, punta i riflettori sulla condizione di precarietà che si registra al nuovo Pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II. “In una parola – continua Chiavola – possiamo dire che è un disastro. E non certo per demerito dei medici o del personale sanitario che, anzi, si fanno in quattro per cercare di garantire una risposta all’utenza. Ma è una lotta impari. Una battaglia di cui già si conoscono i vincitori, nessuno, e i vinti, i cittadini che chiedono assistenza e che la ricevono, quando va bene, dopo ore e ore di attesa. Andare oggi al Pronto soccorso di Ragusa, purtroppo, e lo dico a malincuore, si è trasformata in una vera e propria impresa. Se hai un problema che etichettano come codice verde o giallo, allora è finita. Meglio annullare tutti gli impegni della giornata, quando va bene, o anche del giorno dopo, se c’è qualche approfondimento da fare, perché ti lasciano seduto su una sedia senza notizie, senza riscontri, senza che qualcuno, insomma, si prenda la briga di monitorare la situazione rispetto al tempo che trascorre”.

Chiavola assume come punto di riferimento il caso di una signora che, entrata in Pronto soccorso per un dolore alla spalla, alle 6 del mattino, ne è uscita alle 16,30, cioè più di dieci ore dopo, senza che abbia visto un medico. “E purtropposottolinea il presidente di Ragusa in Movimentonon è un caso emblematico ma sembra essere quasi la normalità. Sembra che, addirittura, ieri mattina fosse in servizio, ma questa non lo possiamo dire con certezza, soltanto un medico mentre continuavano ad arrivare utenti a frotte. Una cosa è certa. Al Pronto soccorso di Ragusa ci si impantana. E povero chi capita, povero chi è costretto a ricorrere alle cure sanitarie anche per problematiche che possono sembrare di poco conto e che, però, senza alcun tipo di riscontro medico, rimangono sempre nel dubbio”. Nella lettera aperta, Chiavola lancia un appello al dottor Aliquò. “Non voglio assolutamente mettere in dubbio il fatto che il manager cerchi di impegnarsi e di fare il possibile sottolineaper assicurare degli standard qualitativi di un certo tipo. Ma quello che ci viene raccontato ci fa comprendere che tutto ciò non è assolutamente sufficiente. Non basta. E siccome riteniamo che non si possa fare finta di niente sulla pelle dei cittadini e siccome tutti, prima o poi, abbiamo bisogno di un passaggio al Pronto soccorso, dando per scontata che questa situazione è determinata dalla carenza di medici in organico, sollecitiamo Aliquò a fare sino in fondo la propria parte per reclamare l’attenzione che il Pronto soccorso di Ragusa merita. Dirò di più: i cittadini di Ragusa sono pronti a sostenerlo per ottenere un organico all’altezza della situazione. Ma non dire niente a tal riguardo, questo no. Non ha alcun senso. Siamo pronti a scendere in piazza, a fare le barricate, se necessario, per potere contare su un Pronto soccorso che sia degno di questo nome. Le attese infinite non hanno senso. E, soprattutto, accumulano ancora altre attese, creando un circuito vizioso difficile da estirpare. Quindi, chiediamo al dottor Aliquò di prendere una decisione coraggiosa, di attivare tutti i provvedimenti che occorrono per dare un senso a questo percorso, certo che dalla sua parte avrà il sostegno della popolazione ragusana. Di contro, se non dicesse niente, se non assumesse una posizione netta e chiara a tal proposito, questo atteggiamento non potrebbe che essere interpretato in senso negativo. Ragusa non merita questa disattenzione sul fronte sanitario. Ragusa non merita un Pronto soccorso che lascia andare una persona dopo più di dieci ore senza aver visto neppure visto un medico. Tutto ciò sembra un’assurdità”.

Il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, non si sottrae alle critiche che vengono rivolte a proposito del Pronto Soccorso del “Giovanni Paolo II” di Ragusa. I disagi ci sono e sono dovuti a fatti oggettivi che non vive solo la sanità locale.

Ragusa era e resterà sempre un’eccellenza, nei vari settori, quindi,  anche in quello sanitario – precisa Aliquò – ma dobbiamo avere il tempo di invertire una impostazione determinata sia dal blocco delle assunzioni, solo da poco risolta, e dalla riduzione delle scuole di specializzazione che non forniscono più medici a sufficienza. Ricordo, infatti, che abbiamo vissuto e viviamo la carenza di personale, in particolare nei pronto soccorso,  nonostante i numerosi avvisi che questa Azienda ha pubblicato. Sempre andati deserti. Sebbene questa atavica sofferenza il personale medico e non medico ha sempre mantenuto alto il livello di assistenza. Aggiungo, ancora, che spesso il ricorso al pronto soccorso non sarebbe necessario, anzi, basterebbe rivolgersi ad altri servizi di assistenza di emergenza per trovare le risposte ai propri bisogni. I codici gialli, verde e rosso, non sono un’invenzione del nostro ospedale è un’applicazione che viene sancita dal sistema del triage e come tale va rispettata. Quindi non penso che servano le barricate né manifestazioni dei cittadini ragusani. I Servizi di emergenza urgenza verranno sempre garantiti, anche con grandi sacrifici da parte del personale del Pronto Soccorso, rassicurare le persone è compito non solo mio e della direzione strategica ma anche di chi è impegnato nello svolgimento dell’azione pubblica per spiegare che non c’è nessuna volontà nel “ritardare” le dovute prestazioni”. 

Infine, nel caso specifico oggetto della lettera aperta, la signora alle 16,03 era stata chiamata dal medico ma la stessa aveva deciso autonomamente di abbandonare il pronto soccorso del Giovanni Paolo II, segno che non si trattava di una situazione grave come i ben 6 codici rossi che nelle stesse ore sono stati trattati oltre a due pazienti critici che venivano osservati in PS perché nei reparti non si erano ancora liberati i posti.

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