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Ex Province e data del voto, prosegue ancora il ‘teatrino’ dell’assurdo

Sembrava che sulla fine dell’era dei commissari fosse calato il sipario con la fissazione della data del 19 aprile, ma neanche questa volta potrebbe essere così

(13 febbraio 2020)

La Sicilia è la terra dei paradossi e non si smentisce. Esemplare la vicenda delle ex Province, oggi Liberi consorzi dei Comuni, in stato di ‘cattività’ da nove anni, da quando l’improvvida riforma voluta dal governo Crocetta annunciò di cancellare, salvo poi a tenerle in vita, ma in stato di agonia per la mancanza di risorse e risparmiando ai cittadini il ‘fastidio’ di votare per eleggere i presidenti e i consigli. Dentro questo canovaccio si sono susseguite passi avanti e passi indietro, deviazioni a zig zag e ritorno al punto di partenza, ribaltoni e colpi di mano. Sempre tenendo gli enti intermedi sotto questo giogo che di fatto li ha reso inutili in tutto tranne che nel pagare gli stipendi al personale frustrato, o gratificato, (a seconda delle sensibilità individuali di ciascuno) dalla quasi totale impossibilità per l’ente di adempiere ai doveri statutari.

Da qualche tempo la ‘telenovela’ si è arricchita di una nuova saga, la data delle elezioni, (di secondo grado: a votare cioè sono solo sindaci e consiglieri comunali) che slitta, di rinvio in rinvio. Sembrava che sulla fine dell’era dei commissari fosse calato il sipario con la fissazione della data del 19 aprile, ma neanche questa volta potrebbe essere così.

La commissione affari istituzionali dell’Ars aveva già respinto una proposta di rinvio, ma ci sarà un voto-bis, chiesto dall’aula. E ciò perché alcuni comuni dove non c’è stata ancora la riduzione del numero dei consiglieri finirebbero per pesare di più sul voto rispetto a quelli in cui la riduzione c’è stata. Il rinvio comporterebbe che tutti i consigli comunali voterebbero con un numero adeguato di rappresentanti”.

Critico il Movimento cinque stelle, primo gruppo parlamentare all’Ars: “Il governo Musumeciaffermano i deputati pentastellaticontinua a smentirsi sull’elezione delle Province. Da due anni e mezzo, con varie dichiarazioni pubbliche, il presidente della Regione sembrava dirigersi verso l’individuazione di una data prossima per eleggere gli organi delle Province, per uscire finalmente dalla situazione di stallo che sta portando solo ritardi e disservizi. Oggi, nonostante la promessa di andare al voto il 19 aprile, si cambia idea e si rinvia la decisione in commissione, con l’obiettivo di posticipare la data delle elezioni. Il problema di questa maggioranza – concludono i parlamentari M5s – è che non ha una maggioranza e noi non vogliamo essere complici davanti a questa enorme difficoltà politica. Il governo si metta d’accordo con se stesso”.

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