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Emergenza virus, a Ragusa i detenuti non si ribellano ed anzi donano soldi all’ospedale

Le persone recluse hanno raccolto 600 euro per il Covid-Hospice. Hanno funzionato il dialogo e le concessioni contro i disagi per le restrizioni attuali

(30 marzo 2020)

Nel carcere di Ragusa i detenuti non solo non hanno protestato, né organizzato alcuna ribellione (in diverse città ci sono state decine di vittime) per le condizioni difficili e di rischio al tempo del coronavirus, ma hanno promosso un’azione di solidarietà: una donazione di 600 euro all’Ospedale Covid 19 di Modica per aiutare a fronteggiare l’emergenza e per lanciare un messaggio: “da liberi e da ristretti, rispettando le regole uniti ce la faremo”. Lo hanno fatto indirizzando una lettera all’Amministrazione penitenziaria e all’Azienda sanitaria provinciale. “Il senso di responsabilità dimostrato, nel non cavalcare l’onda delle rivolte per ottenere strumentalmente benefici, rende questa Amministrazione orgogliosa del loro agito” scrive la direttrice del carcere, Giovanna Maltese. L’onda della ribellione che per un periodo ha attraversato le carceri italiane, a Ragusa non ha trovato terreno fertile. I detenuti hanno scelto il dialogo chiedendo garanzie in merito alla tutela della loro salute. E che la situazione fosse grave lo hanno percepito presto. Una lettera scritta in stampatello, inviata a tutto il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria “Noi tutti detenuti – si legge – ringraziamo tutti coloro che ci sono stati vicini, di potere combattere questa brutta critica situazione per quanto riguarda il corona virus, esprimiamo tutti una immensa solidarietà. Noi tutti detenuti ringraziamo tutta la polizia penitenziaria ed agenti tutti della casa circondariale di Ragusa, ringraziamo per averci dato più telefonate e l’opportunità di potere vedere tramite videochiamata le nostre famiglie”.

“E’ stata una iniziativa che ci ha colti di sorpresa. L’amministrazione penitenziaria, è vero, ha messo in atto dei meccanismi di compensazione anche per i detenuti in questo momento di difficoltà, permettendo loro di utilizzare il servizio lavanderia interno o di spedire i loro indumenti all’esterno per farli lavare. Abbiamo avuto in dotazione degli smartphone con i quali i detenuti, che in questo periodo non possono effettuare colloqui visivi, hanno videochiamato i propri parenti, ma ricevere una lettera del genere, ci ha gratificati per tutto il lavoro che facciamo quotidianamente” dice il comandante della polizia penitenziaria di Ragusa, Chiara Morales. La tenda del pre triage montata nella prima decade di marzo e la premura nel dotare il personale interno di sorveglianza, di mascherine, il cui invio è stato sollecitato anche dalla direttrice dell’Istituto Giovanna Maltese, sono stati segnali di attenzione dell’amministrazione centrale e locale che non sono passati inosservati. La lettera dei detenuti si conclude con l’iniziativa intrapresa: “Abbiamo fatto una raccolta fondi per l’ospedale di Modica a causa del coronavirus con la somma di euro 573,00 con la speranza che tutto questo brutto calvario finirà presto e nel migliore dei modi. Tutti noi detenuti con immenso dolore siamo vicini a coloro che purtroppo hanno perso i suoi cari e quelli che ancora oggi stanno soffrendo per il coronavirus”.

 

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